Alla fontana battesimale

   Abbisognavo di un bagno, di immergermi in acqua senza temperatura, senza bolle di sapone che chiamassero pensieri, avevo bisogno di una vasca, piena d'acqua, ma senza aspettare, senza uccidere il tempo, un bagno, qualcosa che lavasse, ma che non togliesse nulla, perché togliere era come tirare lo sciacquone del cesso dopo aver mangiato le peggiori schifezze. Occultare tempo non dovevo. Mangiare meglio non potevo. Presentarmi al cospetto del tempo piuttosto, con la lordura che giorno dopo giorno era sempre più la mia pelle, come i ricordi erano la mia memoria, con i suoni che erano tutta la sordità accumulata in anni di partecipazione.
   Sospensione? Via dal silenzioso assenso alla donazione del tempo, degli organi, della salute psichica. A furia di partecipare al meccanismo funzionale del mio annichilimento, odiavo le funzionalità del mio corpo. Avrei voluto - avessi avuto il coraggio - svellere io stesso organo dopo organo la dipendenza complessiva dell'organismo. Perché occorreva andar via da questo mondo di merda. Nella vasca, immerso, per ore. Forse per giorni. Mesi. Ma lentamente, la fretta da cui fuggo non potrebbe essere la fretta della fuga.
   La merda sarebbe venuta a galla, e con lei, io. Tutto ad una dimensione, galleggiante, planimetrica, luminosa e in movimento. Da godersi anche senza audio.
   Sospensione della partecipazione, non per andare al mare. Ma per essere il mare. Sospendere tutto, me. Era possibile?
   Una vasca, un bagno. La testa sott'acqua. La merda e il galleggiamento.
   Il tanfo m'avrebbe inebriato, come un ascesso panico? Sì, perché merda era tutto, dalla parola primordiale a qualsiasi schifoso rantolo terminale. Tanto, lo aspettavano tutti. Chi non lo faceva, lo pativa mangiando merda già digerita, senza digerirla, solo per il piacere del palato, solo per l'insopprimibile bisogno di piacere domenicale. Se la Domenica arriva lo stesso, allora tanto vale festeggiarla. Festeggiavamo il fatto che arrivasse. Nonostante tutto! La Domenica!
   Un bagno ci voleva, senza analgesici. Placido, a contare sul pallottoliere dei nervi la somma dei dolori che sarebbero sopraggiunti. E sì, che sarebbero sopraggiunti, e quanti! Uno dopo l'altro. Dal raffreddore alla febbre, dalla febbre alla polmonite, dalla polmonite alla morte, attimo dopo attimo, senza perdere neppure un passaggio. Mi sfregavo le mani mollicce.
   Il telecomando non avrebbe funzionato. Niente più guscio. Tutto a terra, spalmato al suolo, come acqua, come mare, come merda. Sarebbe stato come dormire in un vagone di amianto abbandonato sui binari della ferrovia di una stazione di provincia per tutta la vita!. Sarebbe stato come essere inverosimilmente ingrassato a merda, come una mosca gigante delle dimensioni di un tacchino per un natale felice. Un natale felice. No una vasca, un bagno ci voleva. Facendo attenzione a non far finire nell'acqua le lucine intermittenti. Al tempo bisognava offrirsi, al suo desco, ripieni di merda, dopo essersi messi a bagnomaria per un mese buono. Senza fretta, invecchiare come del buon vino. Il tempo gradisce. Il tempo ci migliora, e ci rende più buoni. Avessi potuto colpirmi, l'avrei fatto, ma mi stavo sciogliendo nella beatitudine, nel tremore dell'estasi.
Scorrere, il tempo vuole che si scorra e ci sono fior fiore di fogne, lì, a bella posta. La freccia del tempo scorre verso il mare. Sciolto che sarò nelle mie tumefazioni sarò allora come quel bel petrolio indifferente a solcare le onde. Che basterebbe un piccolo insignificante cerino a rendere il più grande spettacolo apparso sulla terra. Il mare in fiamme, che ascende al cielo e si purifica. Poi, la grande pioggia di merda, a concimare gli esseri umani. Il Destino non è la fine, ma la perpetuazione. Il ciclo, la merda.
   E galleggerò. Fauna, flora e poesia renderò del mio elemento. E chi mi crede non biodegradabile sbaglia, sbaglia di grosso. Tutto scorre verso il tempo. E lui mi aspetta, lì, con pazienza, anche se oso indugiare, qui, al riparo, nella mia vasca. E' un tributo a lui.
   Poi mi disperderò felice, in una celebrità mistica, come trafiletto a fondo pagina di questo infinito ed interminabile mondo di merda e pensieri.

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