Un colpo di tempo

Un colpo di vento.
Il cardine rugginoso ha cigolato, poi qualcosa è cambiato. Non era scritto, eppure evidente.
Nell'aria, nella diffusa trasparenza della sua ubiquità.
Ti avevo ancora al mio fianco, ma per un attimo ho perso cognizione della posizione.
Stessa impressione di spaesamento che solevo aver da bambino. Cambiavo posizione del letto nella stanza e lasciavo poi la realtà adeguarsi con lentezza.
Di notte, prima di dormire, nel buio più pesto, il pensiero non trovava la porta né la finestra. Capitava anche che mi alzassi di scatto, e invece di trovare lo scendiletto, trovavo la parete, con il naso, o la fronte.
Era sbattere contro altri mondi, calati d'improvviso nella diffusa ubiquità delle tenebre. Ogni passo poteva lacerare o infrangere il bozzolo della previsione, o trovare un infido vuoto di schegge.
"Immagino un clic di mouse, sento il microsuono introdurre il reverse nel battito del tuo cuore. Dev'esserci un possente musicista che tesse le partiture delle nostra presenza. Lavora al computer. E su di noi piove questa notte stellata" - dicevi.

Il vento è cessato.
Continuiamo a non capire, fissi nella certezza cigolante di essere comunque l'uno al fianco dell'altro.
Ma dove c'era lo spazio vuoto del futuro ora s'è stagliato il labirinto del passato.
E sappiamo che ci servirà una buona memoria.




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