Bolle

    I labirinti del corpo; come una palla da flipper una bolla di senso si fa strada da un punto imprecisabile dello stomaco e sale al cervello, dove è interpretata come dotata d'un senso. Ma di fatto non ve l'ha. Di fatto è come se potessi percepirla nella sua nuda fisiologità. E' una pulsione. Sì, però pulsione forse è troppo compromesso come termine; la psicanalisi ha reso il linguaggio comune un luogo d'agguato continuo. Preferirei allora chiamarla semplicemente "bolla di energia indeterminata". Va da sé che Proust non solo l'ha definita meglio, ma che è riuscito a tirarsi il concetto per 8 fitti libri. Son sicuro potrei riuscire a fare di peggio, ma ho promesso un po' in giro che cercherò di usare *paroloni* solo nel caso in cui non possa farne a meno.
   In ogni caso seguo il percorso della bolla. E' un sogno che genera uno spiffero. Oddio - ho pensato - è quasi Estate, e sto a letto! Intanto immagini di donne fioccavano come neve. Metà di loro esistono pure nella vita desta, e so come raggiungerle.
Bene - sveglio di colpo, guardo l'orologio: sono le 6. Mi converrà pazientare; martin, non puoi raggiungerle a quest'ora e soprattutto, non puoi raggiungerle tutte insieme.
   Sembrerà una domanda cazzona, ma è una delle mie domande ricorrenti: perché se spiritualmente è possibile sperimentare l'ubiquità non è ugualmente possibile farlo fisicamente? La mia bolla da tanto ha capito che i corpi sono solo un pretesto. La mia bolla sa che a questo mondo ci sono mille (e più) ragazze che potrebbero farmi innamorare perdutamente, almeno diecimila con cui una notte di sesso non sarebbe semplicemente una scopata, per non parlare poi delle centinaia di migliaia con cui sarebbe semplicemente bello fare una partita a Sensible Soccer till the morning comes.
   Ecco, io sono squassato da questo senso di panica appartenenza al mondo sublunare, ubiquo in desideri, proteiforme in ispirazione, e appunto sempre attraversato da bolle. I sogni creano lo spiffero, ed è aria. Sollevando le palpebre la realtà si coagula attorno all'aria ed essa diventa bolla. Necessariamente la bolla deve assumere un senso, deve cercare delle immagini, delle parole. Essa trova requie quando incontra un'azione che riesca a restituirle aria e dimezzare l'attrito; certo è possibile spaziare. Certe bolle che nascono come dettate da un desiderio erotico possono tranquillamente essere soddisfatte con una recensione musicale e un bicchiere di buon vino; una bolla che nasca come assenza di melodia può essere ugualmente dissolta con una corsetta nel parco con il sole che bacia la fronte; una bolla generata dal vuoto di una bella prosa può essere esorcizzata da un bagno in piscina a mezzanotte con una magnifica ragazza che avete appena conosciuto e che sembra ammiccarvi.

   Queste in breve le mie bolle postmoderne.

   Che sono al contempo anche balle postmoderne; perché vi giuro che ci sono certe occasioni nella vita in cui mezz'ora di unicità o tre quarti d'ora fissando da lontano (e palpitando) una persona per voi insostituibile valgono la pena di due o tre reincarnazioni.


 

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