Vin brulè del nonno

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Si deve utilizzare un buon vino, possibilmente un bel barbera come vuole la tradizione Piemontese, con una buona gradazione alcolica ed un sapore corposo e rotondo. Ad un litro di vino (a freddo) si devono aggiungere 4/5 cucchiai di zucchero, una manciata di chiodi di garofano, due stecche di cannella, un limone (oppure un arancio) tagliato a metà e spremuto leggermente in modo da non esagerare col gusto del succo. Dovrà, infatti, essere soprattutto la scorza a lasciare il sapore. Questi ingredienti dovranno essere lasciati a macerare per un paio d’ore a temperatura ambiente dopodiché si metterà l’infusione in un pentolino sul fuoco abbastanza vivo e si porterà ad ebollizione. Quando il vino bollirà si usa dare fuoco ai vapori che si sprigionano. Questa operazione serve, al preparatore esperto, per regolarsi sulla quantità di alcool che bisogna eliminare con l’ebollizione per ottenere una bevanda dal gusto equilibrato e coi giusti aromi mentre, al preparatore alle prime armi, servirà solo come aspetto coreografico. Dopo aver così bruciato questa infusione si procederà a filtrare il prodotto con un normalissimo colino a rete fine. Si servirà bollente. Vuole la tradizione che, questa bevanda, si assapori meglio stando davanti ad un bel fuoco acceso, in compagnia di amici allegri che condividono con noi lo stesso gusto per la tradizione ed i sapori antichi che solo in montagna sanno sprigionarsi.