PIOLET-TRACTION

 

DEFINIZIONE

Tecnica di piolet-traction (trazione sugli attrezzi).

La piolet-traction e' una tecnica di progressione che consente di superare direttamente pendii o cascate di ghiaccio con inclinazione molto accentuata o addirittura verticale o leggermente strapiombante, senza dover ricorrere alla vecchia e laboriosa tecnica di progressione artificiale con chiodi o staffe , ormai in completamente in disuso nelle ascensionisu ghiaccio. E' una tecnica relativamente recente , utilizzata in modo sistematico a partire dagli anni 70, e sviluppata sopratutto dagli alpinisti Scozzesi e Francesi.

 

 

Uso del materiale:

Abbiamo assistito a una sensibile evoluzione del materiale da ghiaccio, specialmente per quanto riguarda la piccozza, ed è evidente che tale materiale ha subito cambiamenti in funzione della tecnica, e viceversa. Non si insisterà mai abbastanza sul fatto che per arrampicare con sicurezza «in trazione» è molto importante adoperare esclusivamente piccozze e martelli ideati per questo uso. È molto sgradevole, per non dire pericoloso, avere la sorpresa di un ancoraggio che ceda a causa della cattiva curvatura della lama d'una piccozza «vecchia maniera». È con coscienza di causa che si usi oggi una piccozza a lama nonostante tutto poco curva e relativamente corta. Esistono oggi sul mercato numerosi attrezzi a lama molto curva e abbastanza lunga, che si ancorano perfettamente alla trazione, ma che sono assolutamente inadatti a tagliare un gradino anche minimo, per il fatto stesso della loro sensibile curvatura. Non dimentichiamo che la «trazione moderna» ha fatto praticamente sparire la gradinatura, che però resterà valida in ogni modo per intagliare le tacche per riposarsi e per la sosta!. Gli attrezzi in una progressione su terreno estemamente ripido si impugnano con l'utilizzo appropriato dell'apposito lacciolo. Si noti un punto molto importante: l'uso obbligatorio d'una dragona o di qualunque altro artificio che renda solidale l'attrezzo con il braccio che lo usa. Vedremo che la assicurazione sulla dragona è indispensabile per la sicurezza.

La mano impugna il manico dell'attrezzo dopo averla passata nel lacciolo.

La mano impugna il lacciolo ed il manico insieme come si impugnanoi bastoncini da sci.

In entrambi i casi e' importante che la lunghezza del lacciolo consenta di impugnare il manico il piu' vicino posibile al puntale. Entrambi gli attrezzi vengono collegati all'imbracatura mediante un cordino di collegamento, si tratta di un accessorio usto normalmente per salite di forte difficolta' , viene di norma applicato nel foro del puntale. Su questo cordino (minimo 8mm), viene applicata una placchetta metallica che consente di regolare la distanza dell'attrezzo. L'ansa di cordino cosi' formata va collegata all'imbracatura con un moschettone a ghiera.

L'uso particolare del martello da ghiaccio:

Il martello è collegato, cosa essenziale, all'imbracatura di cordata per mezzo di una «longe» («cordellette» o cinghia) la cui lunghezza sarà calcolata in questo modo: col imbracatura piazzata , si afferri il martello come per usarlo normalmente, con il braccio alzato leggermente piegato, e si regoli la «longe» tesa tra il punto di attacco dell'imbracatura e il manico. Si potrà effettivamente utilizzarlo come mezzo di assicurazione una volta che sia solidamente piantato, allo stesso modo d'un chiodo da ghiaccio. E' buona norma saggiare la solidità dell'ancoraggio facendo gravare sul martello il peso della persona, tenendo sempre la dragona della piccozza piazzata. È unicamente per non aumentare il valore della coppia di strappo che si usa un martello da ghiaccio dalla lama relativamente corta. In effetti, una lama più lunga favorirebbe in questo uso la coppia di raddrizzamento dell'attrezzo e anche la possibilità di vederlo cedere: è importante, come per un chiodo da ghiaccio, far lavorare il punto d'attacco il più possibile vicino al ghiaccio.

Non dimentichiamo i ramponi:

Nell'equipaggiamento moderno del ghiacciatore essi tengono un ruolo quasi altrettanto importante che gli attrezzi di ancoraggio. Si può dire che la progressione di faccia, che sembra la più naturale, sia vecchia almeno quanto il ramponare. Le punte anteriori sono oggi universalmente note e apprezzate, e abbiamo a disposizione numerosi modelli a più punte in avanti; questi modelli, nella loro forma attuale, facilitano la progressione su ghiaccio duro, regno del piolet-traction.

Descrizione della tecnica di progressione Tecnica di salita:

La progressione nel «piolet-traction» si fa ramponando con le punte anteriori, rivolti al pendio, usando due attrezzi d'ancoraggio tenuti a braccio teso, piantati alternativamente. Stare attenti a piantare il più in alto possibile sopra la testa (braccio teso!) le piccozze, tenendo questi attrezzi quanto più possibile all'estremo del manico per avere la migliore battuta possibile. È perciò molto importante regolare opportunamente la posizione della dragona di trazione.

a) Progressione normale:

Piantare ben in alto piccozza e martello, braccio teso, piedi molto distanziati (almeno 50 cm per una buona stabilità. Fare piccoli passi per non superare la posizione limite superiore, braccio piegato; per una buona sicurezza sul ripido pendio, evitare di superare la posizione limite superiore, che è data dalla posizione piegata del braccio di tenuta, consentendo all'occorrenza un bloccaggio muscolare. Distaccare il secondo attrezzo unicamente in questa posizione, che permette, se i piedi cedono, di bloccarsi quanto meno su un punto d'ancoraggio.

b) Preparazione della fermata (o piazzamento d'un chiodo):

Quando manca qualche metro di corda alla fine della stessa, intagliare una traccia di tacca, braccio teso, assicurati al martello piantato. Salire col piede di traverso e piantare piccozza e martello, col braccio teso. Assicurarsi allora (con tutte due le mani) sulla dragona della piccozza con un capo di corda (sostenuti dal martello. Piazzare il chiodo (assicurati alla piccozza. Assicurarsi con il secondo capo di corda sul chiodo e ripiantare il martello (secondo punto d'assicurazione). Ci si può allora spostare lateralmente per allargare la prima tacca. La piccozza ripiantata potrà costituire un terzo punto d'assicurazione. L'arrampicatore è sempre collegato al ghiaccio con qualunque posizione degli attrezzi di progressione, cosa importante per la sicurezza. Questa maniera di procedere è molto utile soprattutto su terreno ripido, ma è evidente che solo una buona esperienza di ancoraggi potrà aumentare notevolmente la sicurezza.

Tecnica di discesa.

Il «piolet-traction», per il fatto stesso della natura dei suoi terreni prediletti (ghiaccio duro, pendenza accentuata), è di impiego poco comodo per la discesa. Se talvolta si è costretti a ridiscendere un po', bisogna sapere che per mantenere una buona solidità d'ancoraggio (derivante da una buona battuta dell'attrezzo), si deve cercare di fare passi piccoli e non esitare a spostare con frequenza i punti di ancoraggio. Nota: su ghiaccio molto duro è vantaggioso usare quali punti d'ancoraggio dell'attrezzo le fratture provocate dallo scorrimento del ghiaccio stesso. Sarà bene scegliere una frattura orizzontale per facilitare l'intaglio di una tacca, sia di sosta che di riposo (intagliare la parte superiore della frattura, e questa costituirà il piano orizzontale della tacca): queste fratture aiutano a conficcare i chiodi da ghiaccio! Problemi del recupero degli attrezzi. È evidente che la difficoltà di estrazione di un attrezzo è in funzione della forza con cui è stato piantato. Va ricordato che gli attrezzi attuali hanno una lama relativamente sottile (per avere maggiori prestazioni) e quindi possono presentare talvolta una certa fragilità. È dunque necessario acquisire «la mano» per fare un ancoraggio soddisfacente in certi passaggi resi delicati dalla vicinanza della roccia sottostante. Il recupero degli attrezzi va fatto il più delicatamente possibile: al limite, imprimere al manico dell'attrezzo un leggerissimo movimento oscillante (attenzione alla resistenza delle lame!), specie quando l'assicurazione è fatta dal secondo attrezzo piantato anch'esso appena appena.

Evoluzione del materiale:

I vari fabbricanti di piccozze accrescono attualmente la polivalenza d'uso della lama, dotandola di una dentellatura situata generalmente a metà della lama stessa, in previsione di un impiego su ghiaccio tenero o su neve dura. Questi stessi fabbricanti sistemano altresì delle tacche o delle scanalature sui manici per consentire una migliore presa alla mano «in trazione». Notiamo anche il fascino che esercitano verso taluni ghiacciatori dell'ultima generazione le piccozze o i martelli a lama molto curva e relativamente lunga,( becco a banana ). L'impiego specifico (terreno verticale) di questi attrezzi presenta senza alcun dubbio vantaggi di piazzamento e di tenuta in passaggi di estrema difficoltà che sono il sogno di un certo numero di arrampicatori

Conclusioni:

Il «piolet-traction» ha rapidamente conquistato la massa degli alpinisti: esso garantisce, per mezzo di una tecnica facilmente assimilabile, disimpegno e sicurezza anche sui terreni più difficili. Non dimentichiamo però che esso dev'essere il massimo risultato della tecnica di ghiaccio, e che bisogna innanzitutto sapersi muovere con piena padronanza su tutte le punte dei ramponi su terreno normale, che costituisce la maggior parte delle ascensioni d'alta montagna. Le condizioni imprescindibili per applicare la tecnica in modo sicuro e redditizio sono : preparazione atletica adeguata( perche' si tratta di una tecnica piuttosto faticosa), e l'utilizzo di attrezzi specifici, si usano di solito due attrezzi, meglio comunque averne anche un terzo che puo' servire sia per piantare i chiodi rimanendo appesi agli attrezzi, sia come attrezzo di riserva.