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Pio IX
In magnis illis


Tra le gravi offese e tribolazioni della Chiesa che feriscono continuamente il Nostro cuore, non poca amarezza Ci procurarono i temerari atti sacrileghi che in codesta regione furono perpetrati da Ermanno Heycamp, falso vescovo della setta giansenista di Deventer, il quale non arrossì nell’informarci di quegli atti con sua lettera del giorno 24 dello scorso settembre. Infatti costui, che è separato dal vincolo della Chiesa e dalla comunità dei sacerdoti per perversione scismatica ed eretica, e non può avere né il potere né il titolo di Vescovo , ha osato consacrare, con esecranda empietà, (in luogo del defunto falso vescovo di Harlem, Lamberto de Jong) Gaspare Giovanni Rinkel appartenente alla sua setta dannata, il giorno 11 agosto di quest’anno a Rotterdam, e parimenti nello stesso giorno ha impartito la consacrazione episcopale a Giuseppe Uberto Reinkens, apostata dalla fede cattolica, colui che i neo-eretici della Germania (che si definiscono vecchi cattolici) avevano eletto e designato avventatamente come loro falso vescovo.

Con la sua lettera egli presunse inoltre di dimostrare a Noi che in queste sacrileghe ordinazioni erano stati da lui rispettati i precetti dei sacri canoni, come se nella legge dei sacri canoni potesse trovare appoggio ciò che in modo empio fu compiuto contro i decreti dei Romani Pontefici e dei Concili Ecumenici (quello di Trento in particolare), contro i diritti della Sede Apostolica, contro l’unità della Chiesa di Cristo. Inoltre, con incredibile impudenza egli non dubita che le membra corrotte della Chiesa, che in Germania si staccarono vergognosamente da essa e che ora la combattono da nemici, subiscano una persecuzione nel nome della giustizia, come fossero fedeli cattolici, mentre all’opposto vitupera indegnamente rispettabili Vescovi, strenui custodi della causa di Dio in quella regione, come fossero crudeli persecutori del gregge di Cristo. E infine non rifugge dal far passare come novità profane quei dogmi che in materia di prerogative della Sede Apostolica sono stati definiti dal Concilio Ecumenico Vaticano e che sono accolti dalla devozione di tutti i cattolici con il doveroso ossequio verso la fede.

Voi già conoscete, Venerabili Fratelli e Diletti Figli, dalla lettera enciclica recentemente da Noi pubblicata, quale giudizio pronunciammo circa la scandalosa elezione e la sacrilega consacrazione di Giuseppe Uberto Reinkens e la solenne pena di punizione canonica che Noi, come custodi e vindici della fede e della unità della Chiesa di Dio, dovemmo infliggergli: miserabile se non avverte la forza di quella sanzione; molto più miserabile se l’avverte e la disprezza!

Ora dunque, Venerabili Fratelli e Diletti Figli, poiché quel detestabile misfatto compiuto con la elezione e la consacrazione del falso Vescovo di Harlem (che apprendemmo con sommo dolore dalla citata lettera di Ermanno) richiede giustamente da Noi di allontanare dal popolo di Dio, con sollecitudine pari alla gravità del caso, gli inganni e il contagio della perversione scismatica, decidemmo di adempiere senza indugio al Nostro dovere, per cui siamo indotti a sottrarre da ogni pericolo di frode il gregge di Cristo a Noi affidato e a proteggere la sua salute, l’unità della fede e della Chiesa e i diritti delle sacre leggi. Perciò, seguendo gli esempi dei Nostri Predecessori, giudicammo e dichiarammo, in virtù della Nostra autorità Apostolica, in primo luogo illecita irrita e nulla tanto l’elezione di Gaspare Giovanni Rinkel a falso vescovo di Harlem, quanto illegittima e sacrilega la successiva consacrazione celebrata dal predetto falso vescovo di Deventer, già da tempo sottoposto ai vincoli delle censure ecclesiastiche e privato di ogni facoltà di giurisdizione e autorità vescovile; riproviamo, respingiamo e detestiamo quegli atti. Inoltre scomunichiamo e colpiamo d’anatema, con l’autorità di Dio Onnipotente, sia il ricordato consacrante falso vescovo di Deventer, Ermanno, sia lo stesso Rinkel, eletto e consacrato in spregio del diritto e del precetto divino, nonché tutti coloro che diedero opera, consiglio, consenso a tale elezione e consacrazione; prescriviamo e ordiniamo che essi siano allontanati dalla comunione della Chiesa e siano da considerare propriamente scismatici e assolutamente da evitare da parte di tutti i cattolici.

Sappia inoltre il predetto Rinkel che, se non vorrà incorrere in nuove sanzioni, dovrà astenersi da tutte quelle funzioni che sono proprie dell’ordine e della giurisdizione vescovile. Perciò non gli sarà mai consentito di consacrare il sacro crisma, di somministrare i Sacramenti della Confermazione e dell’Ordine, di affidare a chiunque la cura delle anime e di compiere qualunque azione di competenza dell’Ordine Vescovile, da cui egli è del tutto esautorato.

Considerammo dovere del Nostro ufficio trattare con Voi, Venerabili Fratelli e Diletti Figli, di queste questioni, in quanto sollecitati dalla Nostra paterna carità che Ci muove e sospinge a vigilare attentamente sulla salute del gregge a Noi affidato. E di questa carità, propria del Nostro Apostolico Ministero, Ci è testimone Dio: quanto volentieri adempiremmo al Nostro ufficio verso quegli stessi scismatici ed eretici da Noi ricordati, se potessimo accogliere nella fede e nella grazia di questa Chiesa Romana coloro che, infrante le catene dello scisma, si fossero pentiti del loro comportamento. Nulla infatti potrebbe essere più desiderabile per Noi, soprattutto in questo momento della vita in cui osserviamo più vicino l’avvento del Principe dei Pastori, che sottrarre al potere delle tenebre e guadagnare le anime di costoro al Nostro Redentore, che anche per loro è morto, e ottenere dalla divina bontà la grazia che sia salvo il loro spirito nel giorno di Nostro Signore Gesù Cristo. E perché questo accada loro con esito felice e salvifico, smettano di trafiggere crudelmente il fianco del Signore della gloria, dividendo la Chiesa per la quale quel fianco fu squarciato sulla croce . Preferiscano essere figli obbedienti della Chiesa per la sua gloria e la sua salute, piuttosto che ribelli ad essa e ostinati nel traviamento, approfittino della clemenza che offre loro Dio paziente e misericordioso, il quale non vuole la morte dell’empio, ma vuole che si converta e viva. Anche Voi, con fervida insistenza, chiedete questo a Dio, Venerabili Fratelli e Diletti Figli, associando ai Nostri assidui voti le vostre preci, con cui supplichiamo il Padre delle misericordie perché sia auspice di fortezza nel tutelare strenuamente e nel conservare con purezza la fede cattolica; sia auspice di virtù e di grazia nel consolidarla sempre più con frutti fecondi di giustizia e di santità; sia auspice di aiuto e di protezione, perché possiate, in questo secolo perverso, resistere alle insidie del diavolo.

A Voi tutti con amore, dal profondo del cuore, impartiamo l’Apostolica Benedizione in nome del Nostro Signore Gesù Cristo.

Dato a Roma, presso San Pietro, il 27 dicembre 1873, nel ventottesimo anno del Nostro Pontificato.


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