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Pio IX
Exultavit cor nostrum


Esultò il Nostro cuore nel Signore, Venerabili Fratelli, e abbiamo reso le più umili e grandi grazie al clementissimo Padre di tutte le misericordie e al Dio di ogni consolazione perché, fra le assidue e gravissime angustie dalle quali siamo oppressi in questa e così grande malvagità di tempi, abbiamo ricevuto notizie da molte Vostre testimonianze circa i lieti e abbondanti frutti del Sacro Giubileo da Noi concesso: frutti che, con il favore della Grazia divina, ridondarono sui popoli affidati alle Vostre cure.

Ci avete comunicato infatti che in questa occasione le popolazioni fedeli delle vostre Diocesi sono accorse ai sacri templi con somma frequenza e in ispirito di umiltà e con l’animo contrito, per assistere alla predicazione della Parola di Dio e per accedere alla Mensa Divina dopo aver purificato le loro anime dalle sozzure del peccato per mezzo del Sacramento della riconciliazione; contemporaneamente hanno elevato a Dio Ottimo Massimo fervide preghiere secondo le Nostre intenzioni. È dunque avvenuto che non pochi, con l’aiuto della Grazia divina, da una condotta viziosa hanno intrapreso un salutare cammino di vita seguendo i sentieri della verità. Tutte queste notizie Ci procurarono grande consolazione e gioia, poiché grandemente ansiosi e solleciti per la salvezza di tutti gli uomini a Noi affidati da Dio, nulla più ardentemente desideriamo e chiediamo a Dio con tutti i voti e con preghiere di giorno e di notte nell’umiltà del Nostro cuore, che tutti i popoli, le genti e le nazioni, camminando ogni giorno più nelle vie della fede, arrivino a riconoscerlo e Lo amino, e adempiano la Sua santissima legge e perseverino nella via che conduce alla vita.

Sebbene, Venerabili Fratelli, da una parte dobbiamo grandemente allietarci per il fatto che le popolazioni delle Vostre Diocesi abbiano ricevuto grandi benefici spirituali dal sacro Giubileo, d’altra parte non poco dobbiamo dolerci quando vediamo quale aspetto luttuoso e di afflizione presentano la nostra santissima religione e la civile società in questi miserabilissimi tempi. Infatti, nessuno fra Voi, Venerabili Fratelli, ignora con quante subdole arti, con quali mostruosi strumenti di opinione, con quali nefande macchinazioni i nemici di Dio e del genere umano cercano di pervertire le menti di tutti e si sforzano di corrompere i costumi, onde, se fosse loro possibile, distruggere ovunque la religione e svellere i vincoli della civile società e distruggerla dalle fondamenta.

Di qui dobbiamo deplorare una caligine di errori diffusa nelle menti di molti; una guerra aspra contro tutta la cattolicità e contro questa Sede Apostolica; l’odio terribile contro la virtù e l’onestà; i peggiori vizi considerati onesti con nome menzognero; una sfrenata licenza di tutto opinare, di vivere e di tutto osare; l’insofferente intolleranza di qualsiasi autorità, potere o comando; il disprezzo e il ludibrio per tutte le cose sacre, per le leggi più sante e per le migliori istituzioni; una miseranda corruzione dell’improvvida gioventù; una colluvie pestifera di cattivi libri, di libelli volanti, di giornali e riviste che insegnano a peccare; il mortifero veleno dell’incredulità e dell’indifferentismo; i moti di empie cospirazioni e ogni diritto, sia umano, sia divino, disprezzato e deriso. E non Vi è ignoto, Venerabili Fratelli, quali ansietà, quali dubbi, quali esitazioni e quali timori sollecitino e angustino per conseguenza gli animi di tutti, specialmente dei benpensanti, poiché sono da temere i peggiori mali per il costume pubblico e privato allorché gli uomini, allontanandosi miseramente dalle norme della giustizia, della verità e della religione, e servendo alle malvagie e indomite passioni, tramano nel loro cuore qualsiasi nefandezza.

In così grave frangente ognuno può vedere che tutte le nostre speranze devono essere poste in Dio, nostra salvezza, e che si devono rivolgere a Lui fervide e continue preghiere, affinché, effondendo su tutti i popoli le ricchezze della sua misericordia e illuminando le menti di tutti col lume della sua celeste grazia, si degni ricondurre gli erranti sulla via della giustizia e convertire a Sé le volontà ribelli dei suoi nemici, infondendo in tutti l’amore e il timore del suo Santo Nome, e donando lo spirito di pensare e agire sempre cercando tutto ciò che è buono, tutto ciò che è vero, tutto ciò che è pudico, tutto ciò che è giusto e santo.

E poiché il Signore è soave, mite, misericordioso e generoso verso tutti coloro che Lo invocano, guarda con benevolenza all’orazione degli umili e manifesta la sua onnipotenza specialmente perdonando e usando misericordia, andiamo, o Venerabili Fratelli, con fiducia al trono della Grazia per conseguire misericordia e trovare grazia nell’aiuto opportuno. Infatti, chiunque chiede riceve, chi cerca trova, e a chi bussa viene aperto (Mt 7,8). E prima di tutto rendiamo grazie imperiture al Signore delle misericordie e con labbro di esultanza lodiamo il suo Santo Nome, poiché si degna di compiere azioni mirabili di misericordia in molte regioni dell’orbe cattolico. Poi non desistiamo di pregare e supplicare il Signore, incessantemente e umilmente, tutti animati da ferma speranza, da sincera fede e ardente carità, affinché liberi la Sua Chiesa santa da tutte le calamità, e ampliandola l’accresca in tutto il mondo e la esalti ogni giorno più, e purifichi il mondo da tutti gli errori, e conduca tutti gli uomini alla conquista della verità e sulla via della salvezza; allontani i flagelli della sua ira, che abbiamo meritato con i nostri peccati; comandi al vento e al mare e riporti la tranquillità e conceda a tutti la tanto sospirata pace e salvi il suo popolo e benedica la sua eredità e la diriga e la conduca ai beni celesti.

Affinché poi Dio più facilmente pieghi il suo orecchio alle nostre preghiere e ascolti le nostre suppliche, alziamo i nostri occhi e le nostre supplici mani alla santissima e immacolata Madre di Dio, la Vergine Maria, che è anche Madre nostra, della quale non c’è altro più continuo e valido aiuto e patrocinio presso Dio; anzi, come Madre nostra amantissima e nostra massima speranza, è la ragione di ogni nostra fiducia, poiché quello che Ella cerca lo trova, e non può essere delusa. Cerchiamo inoltre l’aiuto sia del Principe degli Apostoli (a cui Cristo stesso ha consegnato le chiavi del Regno dei Cieli e che ha costituito come pietra e fondamento della sua Chiesa, contro la quale mai potranno prevalere le potenze dell’inferno), sia del suo coapostolo Paolo e di tutti i Santi Patroni delle singole città e regioni e di tutti gli altri Santi, affinché il Signore elargisca a tutti copiosamente i doni della sua bontà.

Pertanto, Venerabili Fratelli, mentre Noi ordiniamo che si facciano pubbliche preghiere in questa Nostra alma Città, con questa lettera richiamiamo Voi stessi e le popolazioni a Voi affidate ad unirsi a Noi nelle preghiere e suppliche, e facciamo appello alla egregia Vostra devozione e pietà affinché anche nelle Vostre Diocesi procuriate di indire pubbliche orazioni per implorare la divina clemenza. E affinché i fedeli con più ardente animo si dedichino a queste preghiere che Voi stabilirete, abbiamo decretato di offrire ancora una volta i celesti tesori della Chiesa, sotto forma di Giubileo, come potrete chiaramente comprendere dall’altra Nostra Lettera aggiunta a questa. E così Ci solleviamo a quella speranza, Venerabili Fratelli, che gli Angeli della pace, che hanno in mano le coppe d’oro e il turibolo aureo, offrano al Signore sul Suo Altare le umili nostre preghiere e quelle di tutta la Chiesa e che Egli, accettandole con volto benigno e approvando i Nostri voti, i Vostri e quelli di tutti i fedeli, voglia dissipare tutte le tenebre, disperdere le tempeste di tutti i mali, porgere la Sua destra ausiliatrice alla causa sia della cristianità, sia della società civile, e far sì che in tutti gli uomini ci sia un unico orientamento delle menti, un’unica pietà di azioni, un unico amore per la fede religiosa, per la virtù, per la verità e per la giustizia; un unico intento di pacificazione, un unico vincolo di carità; e così si amplifichi il Regno dell’Unigenito suo Figlio e Signore nostro, Gesù Cristo, in tutto il mondo e sia sempre più solido ed esaltato.

Infine, auspice di tutti i doni celesti e dell’ardentissima carità nei Vostri confronti, ricevete l’Apostolica Benedizione che impartiamo con tutto l’affetto del cuore a Voi, Venerabili Fratelli, e a tutti i Chierici e ai Laici affidati alla Vostra vigilanza.

Dato a Roma, presso San Pietro, il 21 novembre 1851, nell’anno sesto del Nostro Pontificato.


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