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Leone XIII
Dolemus inter


Fra i motivi che affliggono l’animo Nostro in mezzo a tanto gravi perturbazioni si trovano le ingiurie e i mali inflitti alle famiglie religiose degli Ordini Regolari, le quali, fondate da santissimi uomini, sono di grande vantaggio ed ornamento per la Chiesa cattolica e anche convenienti ed utili per la società civile; esse in ogni tempo hanno grandemente ben meritato della religione e delle lettere, nonché della salvezza delle anime. Perciò Ci è gradito, quando se ne presenta l’occasione, riconoscere alle famiglie religiose le lodi che giustamente meritano, e attestare loro pubblicamente e francamente, come fecero anche i Nostri Predecessori, la Nostra benevolenza.

Poiché sappiamo che da più anni si prepara una nuova edizione dell’Opera intitolata Istituto della Compagnia di Gesù, e che essa è curata con assidua applicazione dal Nostro diletto figlio Antonio Maria Anderledy, Vicario generale della stessa Compagnia, e che a completare tale Opera mancano ancora le Lettere Apostoliche indirizzate alla predetta Compagnia, al suo Fondatore Sant’Ignazio di Loyola ed agli altri Superiori Generali, cogliamo premurosamente quest’occasione per testimoniare il Nostro affetto alla Compagnia di Gesù, che tanto bene ha meritato della Chiesa e della società. Pertanto approviamo e lodiamo l’iniziativa editoriale dell’Opera suddetta, che tornerà a decoro ed utilità della Compagnia stessa, e Ci auguriamo che possa essere proseguita e condotta a termine.

Ma per manifestare meglio il Nostro amore verso la Compagnia di Gesù, in virtù della Nostra Autorità Apostolica, con la presente confermiamo e convalidiamo tutte e singole le Lettere Apostoliche che hanno per oggetto la fondazione, la regola e la conferma della Compagnia stessa, pubblicate dai Pontefici Romani Nostri Predecessori, da Paolo III, di felice memoria, fino ai Nostri giorni, siano esse in forma di Bolle o di semplici Brevi, nonché quanto contenuto in tali documenti. Confermiamo e convalidiamo tutte le cose che ne derivano, tutte e singole, i privilegi, le immunità, le esenzioni e gli indulti sia accordati direttamente alla stessa Compagnia, sia in rapporto con gli altri Ordini Regolari, purché dette concessioni non portino alcun danno alla Compagnia, non siano state abrogate e revocate dal Concilio di Trento o da altre Costituzioni della Sede Apostolica.

Perciò decretiamo che questa Nostra Lettera abbia ora ed in avvenire forza, valore ed efficacia, volendo che essa ottenga e sortisca i suoi pieni e interi effetti, e apporti tutti i suoi vantaggi a coloro cui la cosa concerne e potrà concernere. Nonostante la Lettera Apostolica in forma di Breve del Papa Clemente XIV che comincia Dominus ac Redemptor del 21 luglio 1773 e nonostante qualsiasi altro documento contrario degno di speciale e particolare menzione o deroga, a tutti e singoli tali documenti con la presente specialmente ed espressamente deroghiamo.

La Nostra presente Lettera sia una testimonianza dell’amore che Noi portiamo e che sempre abbiamo portato all’illustre Compagnia di Gesù, così devota ai Nostri Predecessori ed a Noi stessi, feconda formatrice di uomini eminenti per santità, per gloria e per sapienza, sorgente di solida e sana dottrina: essa, nonostante le violente persecuzioni sopportate per la giustizia, non cessa mai di lavorare nella vigna del Signore con animo pronto e invincibile. La benemerita Compagnia di Gesù, raccomandata dallo stesso Concilio di Trento, ricolma di elogi da parte dei Nostri Predecessori, continui dunque, in mezzo a tanta perversità umana scatenata contro la Chiesa di Gesù, a perseguire il proprio fine istituzionale a maggior gloria di Dio e per l’eterna salvezza delle anime. Continui la sua missione di condurre e richiamare con sante spedizioni gl’infedeli e gli eretici alla luce della verità; continui a formare i giovani alle virtù cristiane ed alle belle lettere; a insegnare la filosofia e la teologia secondo lo spirito del Dottore Angelico.

Intanto, abbracciando con vivo affetto la Compagnia di Gesù, a Noi carissima, impartiamo al Superiore Generale, al suo Vicario, e a tutti i figli della Compagnia la Benedizione Apostolica.

Dato a Roma, presso San Pietro, sotto l’anello del Pescatore, il 13 luglio 1886, anno nono del Nostro Pontificato.


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