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Gregorio XVI
Maiori certo


Nessuna consolazione Ci rallegra maggiormente di quella che Ci anima quando verifichiamo che coloro che sono chiamati a condividere la Nostra sollecitudine ardono di zelo pastorale e controllano tenacemente il bene spirituale delle pecore loro affidate. Nonostante già molte occasioni Ci avessero resa manifesta l’eccellente virtù delle vostre fraternità, tanto che a buon diritto Noi potevamo rallegrarcene, tuttavia confermò l’opinione che Ci eravamo creati ed aumentò abbondantemente la Nostra gioia la devotissima lettera che Ci inviaste il giorno 14 del mese scorso e con la quale non soltanto Ci illustravate il vostro parere sull’opportunità di realizzare in Belgio un’università cattolica, che voi stessi avreste diretto, ma anche – esposti i vantaggi – volevate che Noi approvassimo esplicitamente, con la Nostra autorità apostolica, ciò che la salvezza delle anime e la religione stessa possono ricavarne.

Seguendo questo principio, voi vi siete comportati come la consuetudine ha consigliato fin dal passato e come la dovuta riverenza ed obbedienza a questa Santa Sede giustamente impongono. Nonostante infatti ai Pontefici Romani, per lo stesso ufficio apostolico loro affidato, competa soprattutto proteggere la fede cattolica e custodire integro ed inviolato il mandato della sua santa dottrina, essi tuttavia debbono anche regolare l’apprendimento delle discipline sacre, che vengono pubblicamente insegnate nelle università. Questo è il motivo per cui anche i Principi cattolici, quando vollero istituire loro accademie od università degli studi, ritennero di dover chiedere parere alla Sede Apostolica e di fare ricorso alla sua autorità. Perciò le più celebri ed illustri università d’Europa furono costituite soltanto a seguito del parere e del consenso dei Romani Pontefici, così come le loro principali storie ampiamente dimostrano.

Per Noi dunque, convinti che le università degli studi rettamente istituite creano grandissimo vantaggio per il mondo cristiano, nulla è più piacevole che congratularci con voi ed aggiungere la forza della Nostra suprema autorità per la tutela e l’incremento soprattutto delle sacre lettere; pertanto approviamo la saggissima proposta che collegialmente avete formulata ed accompagniamo la vostra sollecitudine in materia con la Nostra massima lode e protezione. Tanto più volentieri approviamo i vostri desideri perché, grazie alla vostra attività, al vostro impegno ed alla vostra cura, siamo sicuri, al di là di ogni dubbio, che tutti i giovani di buoni costumi che frequenteranno codesta università verranno educati non alla scienza che rende superbi, ma alla scienza che costruisce con la carità; non alla sapienza di questo secolo, ma alla sapienza che trae inizio dal timore di Dio. Voi sapete perfettamente, Venerabili Fratelli, che è assolutamente opportuno istituire l’università testé ricordata, per non venire assolutamente meno alle disposizioni con le quali i Padri Tridentini assegnarono ai singoli Vescovi la formazione dei chierici nei seminari diocesani e la loro istruzione nelle lettere e soprattutto nelle materie teologiche.

Orsù dunque, e Colui dal quale deriva ogni bene e dal quale giunge ogni dono sieda propizio vicino a voi, affinché possiate felicemente portare a termine ciò che avete progettato a fin di bene.

Nel frattempo vi impartiamo con amore la Benedizione Apostolica, come testimonianza della Nostra paterna carità e della Nostra benevolenza nei confronti delle vostre fraternità.

Dato a Roma, presso San Pietro, sotto l’anello del Pescatore, il 13 dicembre 1833, anno terzo del Nostro Pontificato.


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