Per il materiale si ringrazia http://web.tiscali.it/drogaout/drogaout.htm

 

Allucinogeni:

Gli allucinogeni naturali estratti dal psylocibe mexicana (fungo magico) furono in passato utilizzati nelle cerimonie religiose dei popoli del Messico e dell'America Centrale. I sacerdoti messicani pensavano che questo fungo (teonanacatl: carne di dio) permettesse di entrare in comunicazione con gli dei e portasse ad acquisire facoltà magiche e curative.

Gli Aztechi, invece, ritenevano sacro il cactus peyotl, la pianta da cui si ricava un allucinogeno naturale, la mescalina, che si consuma in forma di bottoni freschi o secchi e da effetti simili a quelli dell’LSD. I mescaleros, indios del centro America, avevano fatto dell’assunzione del cactus peyotl (peyote) il fulcro dei loro cerimoniali religiosi, come strumento di illuminazione e trascendenza.

La mescalina ha ispirato un’opera letteraria: Le Porte. Aldous Huxley riteneva che tale sostanza fosse il mezzo più efficace per gettare luce su le zone della coscienza umana che la cultura occidentale, improntata alla razionalità, aveva messo in ombra. L’autore fece anche da cavia agli esperimenti con cui gli psichiatri Osmond, Smythies, Hoffer stavano indagando la possibilità di studiare i meccanismi biologici della schizofrenia attraverso l’induzione di psicosi sperimentali con mescalina. Gli allucinogeni non producono assuefazione ma ingenerano una fortissima tolleranza; la stessa sostanza, assunta a distanza di pochi giorni, può non avere più effetto.

L’ LSD è una droga allucinogena di di sintesi che viene commercializzato sotto forma di pillole di varia dimensione, di piccoli francobolli, o zollette di zucchero. La composizione del prodotto è varia e incerta, così come i dosaggi: si pensa che esistano diversi tipi di LSD. L’LSD è un’unica sostanza ma compare sul mercato con diversi tagli (amfetamine, ecstasy, stricnina). I tagli influenzano fortemente gli effetti, in particolare, gli effetti più tardi.

La PCP (fenciclidina), altra sostanza allucinogena di sintesi, può essere ingerita o fumata. Essa viene spesso addizionata ad altre sostanze per potenziarne gli effetti.

Il fungo psilocibina, l'LSD, la mescalina e il peyote sono assunti oralmente. Il peyote e la fenciclidina (PCP) possono essere anche fumati. Raramente gli allucinogeni sono assunti per via endovena.

 

Si è rilevato negli ultimi anni un notevole incremento del suo utilizzo: dall’1% dei nuovi SERT nel 1992/93 al 16% del primo trimestre 1995. L’uso è per via orale (compresse, micropunte o francobolli imbevuti di una soluzione alcolica di LSD) si rileva, in particolare, nei locali di ritrovo giovanile.

Non esistono veri e propri effetti stabili, poiché l’esperienza è fortemente soggettiva, imprevedibile e caotica, varia a seconda del contesto e della personalità coinvolta. Gli effetti soggettivi dipendono da: dose, ambiente, via di somministrazione, personalità di chi ne abusa.

Una reazione tossica comune a tutti gli allucinogeni è il viaggio, trip. Tale effetto dura dalle quattro alle dodici ore, ma può prolungarsi per giorni o mesi, in quanto gli allucinogeni sono liposolubili e permangono nei depositi adiposi diversi tempo dopo l’assunzione. Persona che hanno sperimentato il viaggio provano il fenomeno del flash-back, istanti nei quali si ha l’impressione di rivivere la situazione psichedelica originale, anche quando la sostanza non è stata assunta.

Può causare l’insorgenza di Bad Trip (attacco di panico, talora episodi psicotici transitori) e flash back che persistono per mesi dopo l’interruzione dell’uso. Il problema più grave può essere l’insorgenza di una psicosi cronica, probabilmente legata alla slatentizzazione di elementi psicopatologici in personalità ad elevata vulnerabilità.

L’uso prolungato può provocare psicosi; personalità fragili e vulnerabili possono rimanere gravemente squilibrate per moltissimo tempo, fino ad arrivare a danneggiare permanentemente l’equilibrio psichico.

Eeffetti fisici:

effetti psichici

anfetamine

effetti psicofisiologici:

perdita dell'appetito e della stanchezza

facilità di complicazioni psicofisiologiche

i parola sensazione di potenza

dipendenza

All’esaltazione che segue l'uso subentrano presto delle sensazioni negative che portano alla forte tentazione di assumere un’altra dose di sostanza. Ben presto l'organismo sviluppa tolleranza ad alcuni degli effetti gratificanti delle amfetamine, quali gli effetti euforizzanti e anoressizzanti, e ciò porta chi ne abusa in modo cronico ad aumentare la dose assunta.

Dipendenza

 

Si sviluppa dopo un uso prolungato di alte dosi ed è caratterizzata soprattutto da depressione fisica e psicologica. I sintomi appaiono entro 24 ore dalla cessazione dell’uso e raggiungono il massimo dell’intensità in 2-4 giorni, persistendo anche per alcuni mesi. I sintomi fondamentali sono:

overdose

L' overdose consiste in un’assunzione di anfetamine in dosi tali che possono condurre a coma, convulsioni con febbre, morte. I sintomi dell’overdose sono:

cannabis

La canapa indiana (cannabis indica) è una pianta dell’Asia Centrale, delle zone tropicali e temperate, ormai coltivata in tutto il pianeta. Dalla canapa indiana si estraggono la marijuana e l’ haschish che hanno una blanda azione euforizzante ed allucinogena. La marijuana è una miscela di foglie, fiori e steli della canapa indiana, l’ hachisch è ottenuto dall’impasto della resina della cannabis, estratta dal polline dei suoi fiori, con grasso animale o miele. Le parti utilizzate con maggior principio attivo, sono le infiorescenze e le foglie, i cannabinoli. Proprio per questo l’haschish ha effetti stupefacenti molto più forti rispetto alla marijuana.

Si ipotizza che l’uso di canapa indiana inizi in età neolitica nei territori dell’attuale Afganistan. Da qui si sarebbe diffusa verso la Cina, dove l’uso come sedativo e panacea è documentato in un trattato cinese di botanica del 1500 a.c. In india la canapa era ritenuta di origine divina, poiché si pensava provenisse dalla trasformazione dei peli della schiena di Visnù. In tutto il mondo islamico la canapa era tenuta in grandissima considerazione, poiché favoriva l’unione con la divinità.

Nell’ottocento in Francia venne introdotto l’uso voluttuario della canapa, in seguito alla conquista delle province dell’Impero Ottomano da parte delle truppe napoleoniche. Gli estatici abbandoni e il vacuo torpore, il Kif, cui si lasciavano prendere gli islamici divenne presto esperienza comune fra i borghesi e i giovani romantici parigini. Nacquero i "club des l’hachischins", circoli di fumatori l’ hachisch, dove si ritrovavano alcuni fra i maggiori letterati e artisti parigini dell’epoca (Baudelaire, Balzac, ecc.).

Clinicamente si nota che esiste una tendenza ad aumentare la dose, sebbene non si possa parlare ne' di tolleranza ne' di dipendenza.

Nel caso di forti dosi l’assuntore può andare incontro ad una sindrome caratterizzata da: pallore, sudore freddo, capogiri, nausea. In tal caso è necessario lasciare tranquillo l’assuntore, aiutarlo a coricarsi molto lentamente e, appena possibile, fargli bere acqua con un poco di zucchero. Non si osserva una sintomatologia somatica alla brusca sospensione dell'uso di Cannabis; pur tuttavia, vi è un intenso desiderio nei confronti della sostanza con sintomi del tipo irritabilità, insonnia, diminuzione dell'appetito.

Effetti clinici

Il gruppo dei cannabinoidi comprende marijuana, hachisch, olio di hachisch (distillazione delle foglie) e THC (tetra-idro-cannabinolo). I cannabinoidi possono essere fumati o ingeriti. Gli effetti soggettivi dipendono da dose e via di somministrazione, oltreché dall’ambiente e dalla personalità del soggetto. Essi hanno in comune con gli allucinogeni la capacità di indurre stati in cui le percezioni sensoriali sono alterate.

La marijuana quando inalata dal fumo di sigaretta ha un effetto massimo raggiunto in trenta minuti e della durata di due e tre ore. Infatti il picco plasmatico si raggiunge in dieci minuti, gli effetti farmacologici iniziano in pochi secondi, grazie alla liposolubilità del tetra-idro-cannabinolo. Quando ingerita, abbinata con dei cibi o sotto forma di infuso (thè), gli effetti sono ritardati, iniziano dopo 45 minuti se si è a stomaco vuoto, 2 ore se a stomaco pieno; l’effetto può protrarsi dalle sei alle dodici ore.

Quando si parla, della azione immediata di queste sostanze, ci si riferisce sempre, pertanto, ad un effetto "medio", influenzato anche, come per molte delle sostanze stupefacenti, sia da fattori strettamente farmacologici, dose e via d’assunzione, età, metabolismo e abitudini dell’assuntore, contemporanea assunzione di altre sostanze psicotrope, che da elementi del tutto diversi: il contesto ambientale e psicologico dell’individuo in generale e al momento dell’assunzione, lo scopo dell’assunzione. Con queste precisazioni, gli effetti sfavorevoli acuti più comuni sono il calo della concentrazione modificazioni dell'orientamento temporale, deficit nella memoria a breve termine, e, specie nel corso delle assunzioni, ansietà disforia e senso di panico.

Aspetti fisici

aspetti psichici

complicazioni mediche

I danni all’apparato cardio-respiratorio che la canapa causa sono paragonabili a quelli prodotti dal fumo di tabacco: i danni sanitari di una canna sono pari a quelli prodotti dal fumo di quattro sigarette.

A lungo andare e con l'abuso l'uso di canapa comporta alterazioni nel metabolismo cellulare, nello sviluppo fetale, nella motilità degli spermatozoi, nella funzione vascolare, nell’istologia dei tessuti cerebrali, nel sistema immunitario depresso.

Clinicamente si nota che esiste una tendenza ad aumentare la dose, sebbene non si possa parlare ne' di tolleranza ne' di dipendenza.

Nel caso di forti dosi l’assuntore può andare incontro ad una sindrome caratterizzata da: pallore, sudore freddo, capogiri, nausea. In tal caso è necessario lasciare tranquillo l’assuntore, aiutarlo a coricarsi molto lentamente e, appena possibile, fargli bere acqua con un poco di zucchero. Non si osserva una sintomatologia somatica alla brusca sospensione dell'uso di Cannabis; pur tuttavia, vi è un intenso desiderio nei confronti della sostanza con sintomi del tipo irritabilità, insonnia, diminuzione dell'appetito.

Tipi di ashisc cannabis e erba

HASCHISH

ORIGINE

DESCRIZIONE

 
     

CIOCCOLATO

Varie: TURCHIA, EGITTO, SIRIA, AFGANISTAN

Colore marrone scuro esternamente, più chiaro al taglio.Tavolette di 3-4 centimetri, da 250 g. ognuna.

LIBANO ORO

LIBANO, EGITTO, GIORDANIA

Colore giallo-arancio. Morbido al tatto, mischiabile senza scaldare.

LIBANO ROSSO

idem

Colore rosso-arancio. Spugnoso, odore robusto

MAROCCO "00"

MAROCCO, NORD SENEGAL

Colore giallo-ocra. Pani da 240 g. marchiati "00", come due anelli Olimpici.
Scaldandolo si gonfia e sgretola, ma non fa polvere.

GOLD LEAF

MAROCCO

Giallo-verde. Pani avvolti in cellophan, con sigillo a forma di foglia di vite in ceralacca (una volta), o adesivi di carta. Molto resinosa, si gonfia a scaldarla.

KIF

MAROCCO, ALGERIA

Polline e fiori (??) di canapa. Polveroso.

GIALLO

MAROCCO, ALGERIA, TUNISIA, EGITTO

Haschish comune. Molto duro e compatto, in tavolette sottili (7-12 mm). A scaldarlo si sbriciola e forma polvere.

NERO AFGHAN

AFGHAN, PAKI, IRAN, KASHMIR

Tavolette sottili o medie (da 1 a 2 cm). Molto duro, si ammorbidisce col calore.

NERO PAKISTAN

PAKI, IRAN, KASHMIR, AFGHAN

Plastilina anche a freddo. Quello buono è duro.

BLACK BOMBAY

INDIA (centrale-occidentale)

Nero, morbido appena scaldato con le dita.

MANALI

INDIA (centro e sud est)

Un vero e proprio mito. Come un BAROLO del 69, o un BRUNELLO del 73. Di colore nerastro, con ombre verdi. Duro e sbruzzoloso come un pezzo di brecciatino. In realtà si tratta di "erba" indurita, non si ammorbidisce a scaldarla ma si sgretola (contiene ancora semi).

GOLD KERALA

INDIA (Stato del Kerala - sud in generale)

Molto simile al Manali, ma di colore bruno-giallastro all'interno.

     

ERBA

ORIGINE

DESCRIZIONE

     

NIGERIAN BLOCK

NIGERIA, altri paesi della costa Atlantica.

Erba compressa e seccata in blocchi di diverse dimensioni (da 20x5x30 a 20x40x20). Di colore verde e bruno (ben matura quindi). La durezza iniziale ricorda il Manali.

NIGERIAN

idem

Erba compressa ma sfaldabile con facilità. Colore verde scuro.

GHANA

idem

Idem

KENYA

idem

Idem

PUNTO ROSSO

BOLIVIA, ECUADOR.

Blocchi pressati con incarto in cellophan o accoppiata cellophan-argentata con sigilli adesivi marchiati con un grosso punto rosso. Colore verde chiaro. I blocchi si sbriciolano con facilità.

SANSEMILLA

MESSICO del sud, GUATEMALA, NICARAGUA, PANAMA, COSTARICA, etc.

Letteralmente "senza semi". I fiori vengono recisi in bocciolo, caricando maggiormente di resina le foglie. Colore giallo-verde, compatta ma "sbrisolona".

ACAPULCO GOLD

MESSICO

La si trova in superfice, anche senza tuffarsi. Erba matura e carica di resina, simile alla sansemilla, ma i semi ci sono (inutilizzabili).

TRECCIA

NEPAL, LADAKH, INDIA (DARJEELING), THAILAND, INDONESIA

Erba intrecciata a mo' di corda o spago. Colori verde chiaro, scuro, giallo-verde.

THAY STICK

NEPAL, Nord dell'India

Erba intrecciata su stecchini lunghi 20 x larghi2 cm.

BUDDHA GRASS

idem

Treccette arrotolate o annodate a cerchio.

CALABRESE

CALABRIA, PUGLIA, CAMPANIA (ma anche balconi e giardini di tutta Italia). E' UNA CONSTATAZIONE NON UN APPELLO!

Verde cupo, solitamente troppo anticipata alla raccolta. Sciolta o lievemente compressa. Molti semi utilizzabili.

ALBANESE

ALBANIA, MONTENEGRO, KOSSOVO

Una novità degli ultimi mesi. Qualche volta compressa, spesso sciolta.

Nicotina e caffeina

La caffeina è usata principalmente per i suoi effetti stimolanti; viene assunta per via orale in forma liquida nel caffè, nel thè e in altre bevande, come ad esempio la Coca Cola. E’ utilizzata terapeuticamente come analgesico nel trattamento dell’emicrania e come additivo in alcuni farmaci. Coltivato dapprima in Arabia, il caffè ha conquistato l'Europa nel XVII secolo, mentre il thè ed il cacao sono arrivati nel nostro continente solo 100 anni prima.

La nicotina è una sostanza che deriva dalla combustione del tabacco e dei suoi derivati, è uno stimolante potente e rapido. Viene assunta per inalazione del fumo di sigaretta o ingerita oralmente in forma di chewing gum. La nicotina non ha usi terapeutici.

Come stimolanti del S.N.C. (Sistema Nervoso Centrale) la caffeina e la nicotina hanno effetti sul sistema cardiovascolare, con l'aumento della frequenza e gittata cardiaca e ipertensione, sulle attività metaboliche in generale, sulla muscolatura liscia viscerale. Producono inoltre vari livelli di attivazione psichica, fino a produrre ansietà, insonnia, affaticamento, depressione nelle intossicazioni più gravi.

L'assunzione massima di caffeina in soggetti sani non deve comunque superare i 3 caffè al giorno, o una dose equivalente in cappuccini, tè o altro.

Chi abusa fortemente di caffeina presenta tremori delle estremità degli arti, in particolare alle mani, bruciori di stomaco e ulcera gastrica, diarrea.

Oltre alle problematiche sopra descritte, legate agli effetti stimolanti di caffeina e nicotina, per chi usa assumere alte dosi di nicotina attraverso l'aspirazione di fumo da tabacco si possono verificare ulteriori danni sul piano fisico; molte ricerche individuano nel tabacco una causa molto importante di forme tumorali, in particolare a carico dei polmoni e delle vie respiratorie.

Eroina

alterazioni nel ritmo e nel volume respiratorio riduzione complessiva della funzione respiratoria rallentamento psico-motorio e riduzione del coordinamento muscolare rilassamento della muscolatura dello stomaco e dell’intestino riduzioni dei secreti e dei processi digestivi

effetti psichici

segni dell’assunzione

astinenza

L’astinenza dagli oppiacei è estremamente spiacevole ma raramente mette in pericolo la vita. La sindrome di astinenza si manifesta in seguito alla mancata assunzione di oppiacei dopo un'assuefazione anche di poche settimane. Compare dopo 8-16 ore dall'ultima assunzione di eroina e va progressivamente intensificandosi nei primi 2-4 giorni per poi attenuarsi e scomparire nel giro di 5-8 giorni.

I segni dell’astinenza sono:

effetti medici

L'overdose Le epatiti L'AIDS

L'overdose

Le epatiti te

L'AIDS

Ecstasy

Negli anni '60 l’interesse sorto intorno alla mescalina diede un forte impulso alla ricerca chimica e farmacologica, tese a potenziare gli effetti del principio attivo del Peyote. Nascevano così le metossiamfetamine.

Le prime metossiamfetamine hanno conosciuto una grandissima diffusione nel movimento hippy. Una tra queste, la 2,5 - Dimetossi - 4 - metilomfetamina (DOM), cento volte più potente della mescalina , era stata soprannominata STP, abbreviazione di Serenità, Tranquillità, Pace, ma anche chiaro riferimento ad un noto additivo della benzina, usato per dare più potenza al motore.

Il tramonto della cultura psichedelica hippy e l’avvento di quella efficientistica e più effimera degli iuppies determinava quindi il declino dell’uso di sostanze allucinogene e metossiamfetaminiche, per altre sostanze più stimolanti e senza effetti allucinogeni come la cocaina.

In tempi più recenti, negli anni '90, l’MDMA, conosciuta come Ecstasy, una metamfetamina, ha riportato in auge la droga con effetti misti, stimolanti e lievemente allucinogeni; s i parla oggi di sostanze empatogene ed entactogene.

L' Ecstasy ha raggiunto il massimo di popolarità in quella parte della popolazione giovanile assidua frequentatrice dei locali da ballo. L’Ecstasy è così diventata una sostanza molto usata tra coloro che maniacalmente cercano l’esasperazione del divertimento nelle discoteche, nelle feste private e nei locali notturni, perché conferisce euforia e facilitazione nei rapporti umani, e perché possiede una potente azione eccitante. Al suo uso non è certo disgiunto la drammatica crescita delle morti sulle strade del sabato sera.

Forme e nomi

Esistono diversi nomi e forme di questo tipo di droghe. Sono piccole pastiglie con sopra disegni a cui vengono legati nomi ( es se la pastiglia ha un cuore si chiamera’ love)

Es= dollar

Aspetti epidemiologici

Gli empatogeni (generatori di empatia) o entactogeni (generatori di contatto umano) sono sostanze psicoattive (metamfetamine) che producono un aumento della lucidità e della capacità di concentrazione, una spiccata sensibilità verso gli aspetti estetici dell'ambiente e verso le proprie ed altrui emozioni, e una maggiore capacità di comunicare e di mettersi in relazione. Per tali motivi sono molto ben viste dai giovani, i quali non hanno assolutamente alcuna idea e considerazione per gli effetti altamente pericolosi di tali sostanze.

L' MDMA e i suoi composti, conosciuti fra i consumatori con il nome di Ecstasy, ADAM, EVE, Love Drug, ICE, SPEED, ecc., sono sostanze chimicamente correlate agli allucinogeni e agli stimolanti. Sono sostanze semi sintetiche, generalmente commercializzate in pillole o capsule, raramente in polvere. La sostanza viene ingerita per bocca; la quantità di principio attivo di una singola dose si aggira intorno a 100 mg.

L'MDMA fu sintetizzata in Germania nel 1914 e venne utilizzata durante la Prima Guerra Mondiale per combattere la fatica e la fame. Nichols e Shulgin nel 1976 ne evidenziarono le particolari qualità psicoattive sull'uomo. Dalla fine degli anni '70, l'MDMA si diffuse negli ambienti underground statunitensi.

Alla fine degli anni '80 e negli anni '90 L'Ecstasy arriva in Europa e il suo uso si diffonde negli ambienti giovanili inglesi, nei "raves"; da qui raggiunge poi il Sud Europa e l'Italia, dove dal 1990 è considerata una sostanze psicotropa illegale e quindi inserita fra le droghe cosiddette pesanti.

L'Ecstasy gode di una notevole popolarità in Italia, il suo consumo è diffuso fra i giovani dai 15 ai 25 anni che frequentano le discoteche di tendenza. Il suo successo è da ricondurre al fatto che, contrariamente ad altre sostanze psicoattive, l’ MDMA consente a chi la assume di vivere l’effetto soggettivo, pur continuando a stare in compagnia o svolgendo altre attività, senza che altri si accorgano dello stato d’intossicazione.

Molte ricerche, eseguite soprattutto sugli animali, fanno ritenere con sufficiente certezza che l'Ecstasy è una sostanza tossica per le cellule del Sistema Nervoso Centrale; si parla infatti di elevata neurotossicità della sostanza.

L’incidenza di uso di ecstasy tra i nuovi utenti, nell’esperienza del servizio pubblico, è passata da meno del 10% del 1992/93 a quasi il 33% nel primo trimestre 1995. La stima di prevalenza nazionale dei consumatori è di 50000/85000 giovani/settimana nei soli locali da ballo; non sono conteggiati i possibili consumi in altri luoghi (ad. Es. feste private, stadi).

In caso di uso e abuso:

L’Ecstasy viene consumata per lo più in discoteca. Qui il tempo scorre veloce, ci si muove molto e si perdono molti liquidi, spesso si consuma alcol. Si consiglia perciò di bere molta acqua e bevande zuccherate, e soprattutto non alcolici, poiché in alcuni casi la disidratazione ha portato i forzati del ballo alla morte.

La forma in cui l’Ecstasy viene venduta non consente di identificare correttamente il dosaggio: il contenuto di una pillola è verificabile solo in laboratorio. Il dosaggio di principio attivo, anche quando si tratta di sostanza non tagliata è molto elevato: dai 60 ai 160 mg per pillola. In alcuni casi si sono riscontarti tagli con LSD, amfetamine, morfina. Gli effetti dei tagli sono molto diversi e imprevedibili.

Il dosaggio medio in rapporto al peso corporeo dovrebbe essere di 2 mg per Kg. Per una persona di 60 Kg È dunque di 120 mg. Con dosi superiori a 175 mg, si corrono più rischi e l’esperienza non migliora, diventa più veloce e violenta e meno estatica. In genere i super dosaggi possono produrre effetti secondari indesiderati senza incrementare quelli piacevoli. Gli effetti raggiungono il culmine dopo circa un’ora e permangono per 3-8 ore; è possibile che nei giorni successivi non ci si senta del tutto regolari.

Se si verificano questi effetti il soggetto deve sedersi, rilassarsi, bere acqua o succhi di frutta; se i sintomi non scompaiono o si hanno svenimenti e/o disturbi visivi ricorrere al più resto ad un soccorso medico.

Neuro tossicita’

Le notizie sono incerte e contraddittorie. Si segnalano danni provvisori o permanenti alla produzione di serotonina (neurotrasmettitori che regola il sonno e l’umore). In alcune ricerche condotte su animali si è riscontrata una perdita parziale di neuroni serotoninergici che sembra essere irreversibile. In esperimenti condotti su ratti, cavie e primati non umani, sono emerse evidenze a sostegno della ipotesi di un possibile danno anatomico sia a livello del sistema serotoninergici, che a livello di quello dopaminergico.

I dati tratti da esperimenti su animali non sono, tuttavia, direttamente riferibili all’uomo (per differenze di dosaggio e di via di somministrazione) anche se non si possono nascondere elementi di forte preoccupazione da parte di molti studiosi.

Se si ha la tentazione di usare ecstasy spesso, bisogna sapere che si aumentano di molto i rischi di danneggiare il sistema nervoso. Alcuni consumatori riferiscono di forti depressioni dopo l’esperienza, con casi di pulsioni aggressive verso gli altri o contro se stessi, fino ad arrivare , in qualche caso, al suicidio. Si segnala spesso un calo di resistenza alle malattie, soprattutto nei casi di uso assiduo. Ciò in relazione allo stato di stress psicofisico e all’eccessivo affaticamento, alla disattenzione nei confronti dello stato fisico e dell’alimentazione.

Inalanti

Colle, colori e vernici, cherosene, gas delle bombolette spray, diluenti per vernici, smalti, benzine. La tipologia dell’assuntore varia a seconda delle sostanze; ad esempio, inalare colla o solventi è più diffuso fra bambini e adolescenti, soprattutto in alcuni paesi sottosviluppati, mentre l’inalare vernici e spray è tipico di una popolazione più adulta, ciò anche in relazione alla credenza che tali vaso-dilatatori possano prolungare ed intensificare l’orgasmo. L’effetto e la tossicità di queste sostanze variano ampiamente; l’inalazione di colle è meno pericolosa rispetto ad altri inalanti.

Tutti i prodotti suddetti sono facilmente reperibili, economici e consentiti dalla legge. I collanti sono spesso sniffati da sacchetti di patatine vuoti; i solventi possono essere inalati direttamente dai loro contenitori o da stracci imbevuti. Degli inalanti se ne distinguono quattro classi fondamentali:

  • sostanze volatili (colla, il combustibile per accendini, i solventi delle vernici, la benzina, il gas di scarico)
  • areosol (lacche per capelli, i deodoranti, le vernici spray)
  • anestetici (etere, cloroformio, protossido d'azoto)
  • nitrirti volatili (farmaci per malattie cardiache, componente di alcuni deodoranti per ambiente)

L'effetto intossicante è simile sia che gli inalanti vengano annusati o sia per quelli che sono aspirati attraverso la bocca. L'uso degli inalanti è diffuso, soprattutto in alcuni paesi sottosviluppati, tra la popolazione molto giovane compresa tra i 13 e i 15 anni. L'uso cronico può portare a neuropatie tossiche, disfunzioni renali, anemie e danni epatici, indolenza cronica, apatia, difficoltà con i genitori, problemi scolastici.

Aspetti clinici

'abuso di sostanze volatili induce effetti simili a quelli delle sostanze ipnotico-sedative.

Dosi piccole producono euforia, eccitazione e disturbi del comportamento simili a quelli prodotti dall'alcol. Si raggiunge velocemente l'intossicazione e veloce è anche la discesa; sniffate ripetute permettono di mantenere gli effetti per molte ore.

Dosi elevate di inalanti danno effetti sgradevoli e decisamente pericolosi, con allucinazioni visive e uditive. Come sintomi sgradevoli vengono spesso riportati: disartria, atassia, agitazione, tremori, confusione, debolezza muscolare, mal di testa, crampi addominali, irritabilità, nausea e vomito con rischio di disidratazione. L'uso cronico può determinare:

Il rischio maggiore associato all'abuso di inalanti rimane la morte improvvisa. La morte è causata per inibizione della respirazione, quindi soffocamento per depressione respiratoria.

Il soggetto intossicato da inalanti va tenuto in un'atmosfera tranquilla, arieggiata; se collassa è necessario portarlo in un ambiente aperto e parlargli in modo calmo e rassicurante. Dopo circa 5-20 minuti dall'ultima inalazione, se non sono state assunte altre droghe o alcol, il soggetto tornerà sobrio.

La tossicità cronica da solventi organici può causare danni irreversibili ai reni, al fegato, al cuore e ai polmoni. Con l'uso giornaliero, è possibile che si instauri la tolleranza; alla sospensione brusca di queste sostanze si può instaurare una sintomatologia astinenziale simile a quella che compare negli alcolisti.

Intossicazione

Negli assuntori cronici è possibile che si verifichino tolleranza alla sostanza, dipendenza.

Segni dell’assunzione

L'assunzione di un inalante può essere rivelata dai seguenti sintomi:

Morfina

Sappiamo che già i Sumeri della Mesopotamia facevano uso del papavero da oppio intorno al 4000 a.c. per i suoi effetti euforizzanti. Gli Egizi successivamente lo usavano come calmante per i bambini. Come antidolorifico era diffuso fra i Greci e i Romani. Il Galenos, miscela di oppio e alcol, era considerata una infallibile cura per diversi disturbi, fra i quali avvelenamenti, cefalee, problemi di vista, febbri, sordità e lebbra. Marco Aurelio, curato con il Galenos, subì la naturale conseguenza dell’uso ripetuto di tale sostanza: la dipendenza.

Con la Rivoluzione Industriale del 1800, in Europa l’oppio diventa una sostanza a basso costo e molto diffusa. Proprio in questo periodo si cominciò una produzione industriale di primi farmaci a base d’oppio: sciroppi, cordiali, polveri. L’uso d’oppio si diffuse anche tra letterati e intellettuali, fra i quali Byron, Dickens e Baudelaire.

A seguito della grande diffusione dell’uso dell’oppio, si avviarono studi scientifici su questa sostanza, i quali portarono nel 1804 Armand Séquin ad isolare il principio attivo di tale droga, chiamandolo morfina.

La morfina fu in principio utilizzata per la cura di malattie organiche e sociali, come l’alcolismo e i problemi connessi a tale abuso. Nel corso della seconda metà del 1800, la morfina venne usata in guerra per dare sollievo fisico e psicologico ai soldati in battaglia. Questo uso generò dipendenza da morfina in migliaia di militari; per questo si parlò di malattia del soldato.

Fra la fine ottocento e l’inizio del novecento l’uso della morfina diventa un fatto di costume, al punto che nei caffè e nei teatri della grandi città europee era possibile vedere uomini e donne dell’élite iniettarsi la medicina di dio. La dipendenza dalla morfina è in questi anni un problema sanitario e sociale gravissimo; di conseguenza furono avviati studi volti alla scoperta di un farmaco che avesse gli stessi effetti terapeutici, ma che non generasse dipendenza. La Bayer nel 1898 pensò di aver scoperto tale farmaco: la diacetilmorfina, comunemente conosciuta come eroina. Non ci volle molto per scoprire che la dipendenza ingenerata dall' eroina era pari e più grave di quella prodotta dalla morfina. Il resto è storia nefasta, fino ai giorni nostri!!"


Psicofarmaci

Gli psicofarmaci sono sostanze che agiscono sul Sistema Nervoso Centrale e Periferico, introducendo variazioni caratteristiche negli stati psicofisiologici di chi li assume. Generalmente gli psicofarmaci sono prescritti ed utilizzati a scopi terapeutici; in qualche caso, però, sono anche oggetto d'abuso o di cattivo uso da parte di persone che li assumono senza considerare le disposizioni del medico, in dose e con frequenza errate ed eccessive.

Gli psicofarmaci possono essere classificati in quattro gruppi diversi, in relazione ai loro effetti e alle indicazioni terapeutiche per cui sono utilizzabili: 1) gli ansiolitici e gli ipnoinducenti, 2) gli antidepressivi, 3) i neurolettici o antipsicotici.
Ansiolitici

L’introduzione in terapia delle benzodiazepine (BDZ) all’inizio degli anni '70 ha portato ben presto ad un progressivo aumento delle prescrizioni ad uso sanitario di tali sostanze, sia da parte del medico generico che dello specialista psichiatra. L’efficacia delle BDZ nelle più varie condizioni di ansia, il loro buon effetto ipnoinducente, la buona tollerabilità, la bassa tossicità e la scarsa interazione con altri farmaci sono, indubbiamente i motivi principali di questo successo clinico e commerciale. Il Valium è forse la BDZ più conosciuta.

A partire dalla metà degli anni '70, una serie di studi, stimolati dalla diffusione del consumo di queste sostanze, hanno incominciato a valutare sistematicamente le conseguenze cliniche dell’abuso, dell’uso scorretto, della dipendenza farmacologica e dei problemi connessi alla sospensione del trattamento con BDZ.

Si possono senz'altro dare alcuni fondamentali consigli nell'uso di BDZ:

  • seguire sempre le indicazioni del medico
  • non miscelare BDZ con altre sostanze psicotrope o alcol
  • assumere BDZ con cautela nelle situazioni in cui è importante essere concentrati ed attenti
  • consultare un medico in caso d'abuso o d'intossicazione

Le BDZ hanno sostituito i barbiturici (ipnoinducenti) nella terapia della sintomatologia d'ansia nei primi anni '60. Oggi, infatti, i barbiturici non sono più usati a questi fini terapeutici, mentre ancora se ne fa uso nella terapia dell'epilessia (Gardenale) e nell'induzione dell'anestesia (Pentothal). L'abuso di barbiturici è piuttosto pericoloso per il rischio d'overdose e di morte che si corre. Fortunatamente la prescrizione e la disponibilità di barbiturici sono oggi molto più limitate rispetto alla prima metà del nostro secolo. E' importante rivolgersi ad u medico, nel momento in cui si instauri un abuso di tali farmaci. Sempre e comunque non si deve assumere barbiturici con alcol o altre sostanze che hanno effetti sul S.N.C..

Antidepressivi

Agli inizi degli anni ’50, furono descritte casualmente le proprietà euforizzanti dell'iproniazide, principio usato nella terapia della tubercolosi il quale risultò poi efficace in pazienti depressi. Dal iproniazide è derivata una delle principali classi di antidepressivi: gli inibitorio delle monoammino ossidasi (IMAO).

Poi qualche anno più tardi Kuhn riconobbe le proprietà antidepressive dell’imipramina, sintetizzata da Thile e Holzinger alla fine del XIX secolo e introdotta all’inizio in terapia psichiatrica come antipsicotico. Proprio dall’imipramina è derivata l’altra classe di farmaci antidepressivi, i triciclici (TCA), così chiamati per la loro struttura molecolare.

Ancora più di recente, con il progressivo approfondimento delle conoscenze sul meccanismo d’azione degli antidepressivi e sui correlati biologici dei disturbi dell’umore, ai due raggruppamenti iniziali si sono aggiunte sostanze a struttura chimica eterogenea, definiti antidepressivi atipici o di seconda generazione. Il più noto di questi ultimi è il Prozac.

L'abuso di antidepressivi è piuttosto raro, ma presente. Il consiglio è sempre quello di seguire con cura le prescrizioni mediche, così che il farmaco possa avere l'effetto desiderato. E' importante evitare l'assunzione di antidepressivi con alcol o altre sostanze psicotrope.

Neurolettici

Nei primi decenni del '900 la nascente ricerca farmacologica studiò un colorante usato in biologia per colorare le cellule: l’anilina. Si scoprì che un suo derivato, la prometazina, possedeva interessanti proprietà sedative e antiallergiche. La cloropromazina, derivata dalla prometazina fu il primo prodotto decisamente efficace nel trattamento delle psicosi.

Henry Laborit scoprì che questa molecola, inizialmente usata come sedativo, non era solamente sedativa, ma era in grado di indurre una specie di particolare indifferenza agli stimoli ambientali senza peraltro alterare lo stato di vigilanza. Proseguendo nelle ricerche Delay e Deniker scoprirono come questo farmaco fosse in grado di migliorare le condizioni psicologiche di pazienti affetti da psicosi.

Oltre all’effetto antipsicotico già a bassi dosaggi, la cloropromazina (componente dei neurolettici) è stata a lungo utilizzata per i suoi effetti antinausea, antivomito, antivertigine in alcune forme di somatizzazione e nelle cefalee.

Grazie all’enorme successo commerciale della clorpromazina la ricerca dei nuovi neurolettici era comunque avviata; nel giro di una decina di anni si giunse all’individuazione e alla messa a punto di quasi tutte le maggiori classi di prodotti antipsicotici di cui disponiamo attualmente.

L'abuso di tali farmaci non è molto frequente. In tali casi, però, essi possono produrre accentuati effetti collaterali, come: tremori, rigidità, riduzione della mimica facciale. Se durante l'uso di neurolettici insorgono con insistenza tali sintomi è opportuno portarne a conoscenza il proprio medico.

Antipsicotici

Nei primi decenni del '900 la nascente ricerca farmacologica studiò un colorante usato in biologia per colorare le cellule: l’anilina. Si scoprì che un suo derivato, la prometazina, possedeva interessanti proprietà sedative e antiallergiche. La cloropromazina, derivata dalla prometazina fu il primo prodotto decisamente efficace nel trattamento delle psicosi.

Henry Laborit scoprì che questa molecola, inizialmente usata come sedativo, non era solamente sedativa, ma era in grado di indurre una specie di particolare indifferenza agli stimoli ambientali senza peraltro alterare lo stato di vigilanza. Proseguendo nelle ricerche Delay e Deniker scoprirono come questo farmaco fosse in grado di migliorare le condizioni psicologiche di pazienti affetti da psicosi.

Oltre all’effetto antipsicotico già a bassi dosaggi, la cloropromazina (componente dei neurolettici) è stata a lungo utilizzata per i suoi effetti antinausea, antivomito, antivertigine in alcune forme di somatizzazione e nelle cefalee.

Grazie all’enorme successo commerciale della clorpromazina la ricerca dei nuovi neurolettici era comunque avviata; nel giro di una decina di anni si giunse all’individuazione e alla messa a punto di quasi tutte le maggiori classi di prodotti antipsicotici di cui disponiamo attualmente.

L'abuso di tali farmaci non è molto frequente. In tali casi, però, essi possono produrre accentuati effetti collaterali, come: tremori, rigidità, riduzione della mimica facciale. Se durante l'uso di neurolettici insorgono con insistenza tali sintomi è opportuno portarne a conoscenza il proprio medico.