Una storia italiana
26 Aprile 2001
Da "The Economist" in edicola

Dopo le elezioni del prossimo mese, Silvio Berlusconi, il piu’ ricco imprenditore d’Italia, probabilmente diventera’ di nuovo Primo Ministro. Pero’ egli e’ ancora coinvolto in una serie di battaglie legali. Le sue societa’ hanno usato danaro di provenienza sconosciuta – ed, oltretutto, e’ accusato di legami con la Mafia.

Il 20 Aprile, in un grigio tribunale di Milano, tre giudici s’incontrarono per ascoltare testimonianze in un grande processo. Il caso riguardava la presunta corruzione di alcuni giudici. Appeso con nastro adesivo sulla porta c’era una lista, scritta a mano, degli accusati. In cima era il nome di Silvio Berlusconi.

Questo esempio illustra vividamente che il Signor Berlusconi non ha ancora lasciato i suoi problemi giudiziari alle spalle. Poco prima che diventasse Primo Ministro italiano, nel maggio 1994, il suo impero finanziario, Fininvest, fu al centro di investigazioni parte dell’inchiesta "Mani Pulite". Tale operazione, partita da magistrati di Milano nel 1992, espose la radicata corruzione nella politica, nella burocrazia e nell’impreditoria italiana.

Quando il Signor Berlusconi fondo’ il suo partito, Forza Italia, nel 1993, poco si sapeva dei suoi metodi di impreditore. Si mostro’ agli italiani come l’uomo fatto-da-se’ che ha costruito un potente impero televisivo per spezzare il monopolio detenuto dalla societa’ di trasmissione di stato, RAI. Disse loro che rappresentava una chiara rottura con il passato corrotto dell’Italia.

Dal 1994, comunque, i magistrati hanno investigato molte accuse contro il signor Berlusconi, incluso riciclaggio di danaro, associazione di stampo mafioso, evasione fiscale, complicita’ in omicidio e corruzione di politici, giudici e Guardia di Finanza. Il signor Berlusconi, che nega fortemente ogni implicazione, risponde che magistrati di sinistra dominano la magistratura, e che "Mani Pulite" fu motivata da ragioni politiche. Non sorprende che i suoi piu’ vicini amici e collaboratori sostengono tale tesi. "Il signor Berlusconi e’ stato perseguitato dal 1993. C’e’ qualcosa di marcio nel sistema giudiziario," dice Fedele Confalonieri, un vecchio amico e presidente di Mediaset, il gruppo televisivo di Fininvest.

Un giudice britannico, Lord Simon Brown, aveva un punto di vista piuttosto differente nel 1996. Il caso riguardava il tentativo fallito da parte del signor Berlusconi di impedire ai magistrati italiani di mettere le mani su alcuni documenti dell’ "Ufficio per le Frodi Gravi" in Gran Bretagna. I magistrati richiedevano tali documenti come prova in un caso di finanziamento illecito ai partiti, mentre il signor Berlusconi sosteneva che tale accusa fosse politicizzata. Era un errato uso del linguaggio, disse Lord Brown,

descrivere l’operato dei magistrati essere per "fini politici", o la loro attitudine verso il signor Berlusconi come una persecuzione politica…la magistratura sta dimostrando…imparzialita’ trattando in egual maniera i politici di tutti i partiti. E’, davvero, in qualche maniera ironico che gli accusati cerchino di essere considerati criminali politici nei confronti di reati commessi in parte mentre lo stesso signor Berlusconi era in carica…semplicemente non riesco a considerare donatori politici disonesti…come "prigionieri politici".

Ma il signor Berlusconi ha una seconda linea di difesa. "L’Italia non e’ un paese normale. Addirittura una anomalia come il signor Berlusconi deve essere valutata nel contesto del paese. Egli non ha fatto nulla di peggio di altri imprenditori in Italia," dichiara il signor Confalonieri.

Infatti, molti italiani, non tutti di destra, supportano tale difesa. Il signor Berlusconi, dicono, fece solo quello che tutti gli impreditori devono fare per essere in testa: pagare chiunque, politici e giudici inclusi, possa essere di aiuto. La colpa del signor Berlusconi, dicono, e’ semplicemente quella di essere stato piu’ furbo, e diventato piu’ ricco, dei suoi rivali. D’altronde, aggiungono, cosa facevano i magistrati, prima di "Mani Pulite", quando erano chiaramente inattivi nel attaccare persone importanti?

Altri sono in disaccordo. "Egli e’ andato oltre ogni accettabile modo di fare affari in Italia," commenta un importante banchiere italiano.

Le ruote della giustizia

Tre cose sono importanti se si vuole capire fino in fondo l’intricata situazione legale in cui si trova coinvolto il signor Berlusconi. Primo, una volta che una denuncia e’ stata fatta in Italia, i magistrati hanno il dovere legale di investigare. Possono continuare ad investigare per un massimo di due anni senza sollevare accuse. Secondo, una volta che l’accusa e’ stata mossa, il sistema giudiziario si muove lentamente: un processo puo’ durare per anni, cosi come l’appello. Terzo, in Italia, gli indagati non sono cosiderati colpevoli prima di una definitiva condanna nel processo finale di appello.

Causa

Data

Accusa

Sentenza

Condanna

Appello Primo Grado

Appello Finale

All Iberian

1996-99

Finanziamento Illecito Partito

Colpevole

28 mesi di carcere

In prescrizione

Stessa condanna

Fininvest ed altri

1996-2000

Quattro accuse di corruzione della Guardia di Finanza

Colpevole

33 mesi di carcere

Prescrizione per tre accuse. Innocente per la quarta

Tuttora in corso

Medusa

1997-2000

Falso in bilancio

Colpevole

16 mesi di carcere

Innocente

Verdetto raggiunto ma non ancora reso pubblico

Villa Macherio

1998-99

Frode fiscale

In prescrizione

 

Amnistiato

 

Fininvest holding

1998(1)

Falso in bilancio

Tuttora in corso

     

Mondadori

2000(2)

Corruzione di giudice

Richiesta a proce-

dere respinta (4)

     

Acquisto di calciatore

2001

Falso in bilancio

       

SME

2000

Corruzione di giudici

Tuttora in corso

     

Gruppo Fininvest

(3)

Falso in bilancio

       

Telecinco (Spagna)

 

Frode fiscale, comportamento contrario alla legge anti-trust

Inchiesta tuttora in corso

     

(1) Il processo e’ ripartito per la terza volta il 27 marzo 2001.

(2) Udienze preliminari

(3) E’ stata fatta richiesta di udienza preliminare

(4) E’ stata fatta una seconda richiesta di udienza preliminare

Il signor Berlusconi non ha avuto condanne definitive finora, ma solo tre di nove procedimenti nei suoi confronti hanno raggiunto l’Appello Finale. Nell’unico caso in cui la sentenza definitiva e’ stata resa nota, riguardante il finanziamento illecito ai partiti, la corte non lo ha riconosciuto innocente. Essa ha mantenuto il verdetto della prima corte d’appello che, a causa del lasso di tempo passato dal momento del fatto, e’ caduto in prescrizione. Per il codice penale italiano, cio’ fa decadere l’ipotesi di reato.

I problemi legali del signor Berlusconi sono tutti legati alla sua carriera d’imprenditore, che inizio’ negli anni ‘60. Quando entro’ in politica, si dimise da tutte le sue companie della Fininvest, ad eccezione dell’A.C. Milan, una societa’ di calcio. Comunque, egli rimane l’azionista di maggioranza, ed uno od entrambi i suoi figli sono dirigenti delle principali companie dell’impero.

La struttura di tale impero non e’ molto chiara a tutt’oggi, ed e’ stata molto piu’ complicata nel passato. Ventidue companie holding, ognuna delle quali posseduta dalla famiglia Berlusconi, controllano circa il 96% della compania holding principale, la Fininvest.

Il capitale maggiore della Fininvest e’ una quota di controllo, valutata 13.1 mila milliardi di lire ( 6 miliardi di dollari), in Mediaset. La televisione terrestre in Italia e’ dominata da due gruppi: Mediaset, la statale RAI. Tra le due , le tre reti televisive del signor Berlusconi (Canale 5, Italia 1 e Retequattro) hanno il 43% di share dell’audience nazionale ed oltre il 60% delle vendite totali di pubblicita in televisione.

La televisione e’ soltanto una parte dell’impero mediatico del signor Berlusconi. Egli ha quote di controllo in un’altra societa’, Mondadori, che e’ il piu’ grande gruppo editoriale in Italia. La divisione libri della Mondadori copre circa il 30% del mercato domestico; la divisione riviste, con circa 50 titoli, il 38%. La famiglia Berlusconi possiede inoltre uno dei quotidiani nazionali di punta, Il Giornale.

La Fininvest ha inoltre un 36% di azioni in Mediolanum, un gruppo finanziario in rapida espansione che Ennio Doris fondo’ nel 1982 con l’appoggio finanziario del signor Berlusconi. Mediolanum e’ quotata in borsa dal 1996. Infine la Fininvest ha un gruppo di imprese minori (vedi la tabella di seguito), quali il suo portale internet, Jumpy, lanciato verso la fine del dotcom boom, e Pagine Utili, una societa’ di elenco telefonico in difficolta’.

Societa'

Campo

Azioni possedute dalla Fininvest %

Valore azioni possedute dalla Fininvest in mila miliardi di lire (24 Aprile 2001)

Introiti in Miliardi di lire(3)

Profitti lordi in Miliardi di lire(3)

Mediaset(1)

Televisione

48,3

13,1

4.576,6

1.254,5

Mediolanum(1)

Finanziario

36,2

6,7

3.630,5

307,9

Mondadori(1)

Editoria

50,3(2)

2,7

2.870,8

260,1

AC Milan

Calcio

99,9

--

237,7

-38,8

Medusa

Cinema

100,0

--

220,7

3,3

Blockbuster Italia

Video

51,0

--

156,0

-4,9

Pagine Italia

Informazioni telefoniche

100,0

--

146,9

-131,1

Edilnord

Immobili

63,6

--

114,5

-28,5

Newmedia

Internet

100,0

--

0,9

-4,2

(1) Societa’ quotate in borsa;

(2) Azioni ordinarie;

(3) Anno finanziario 2000 per le societa’ quotate; 1999 per societa’ private.

La traccia dei soldi

Il signor Berlusconi si fece le ossa nell’edilizia dentro e intorno Milano. Sul finire degli anni ‘60, ebbe l’idea di costruire Milano 2, una citta’ giardino di circa 3.500 appartamenti. Fu costruita nella parte orientale poco fuori Milano nel mezzo del corridoio aereo per il decollo da Linate. Il fascino dell’area s’impenno’ subito dopo che il traffico aereo fu misteriosamente spostato sopra altre zone residenziali.

Questo non fu il solo mistero. Societa’ in Svizzera, dove il segreto bancario e’ impenetrabile, versarono 4,1 miliardi di lire (33,5 miliardi oggi) nelle societa’ italiane responsabili per Milano 2. Per cui, sulla carta, questo progetto non appartiene al signor Berlusconi, ma ad anonimi terzi. Impiegati della Banca d’Italia sospettano che il signor Berlusconi fosse dietro alle societa’ svizzere. A quel tempo, possedere capitali all’estero senza comunicarlo alle autorita’ era considerato reato. Una squadra della Guardia di Finanza, comandata da Massimo Berruti, investigo’ nel 1979, ma concluse, nonostante prove che il signor Berlusconi abbia personalmente garantito prestiti bancari verso le societa’ italiane, che egli non fosse il principale beneficiario delle societa’ svizzere. Il diretto superiore del signor Berutti firmo’ il rapporto ufficiale. Cosi come il signor Berlusconi, egli faceva parte della loggia massonica P2. Subito dopo l’indagine, il signor Berutti lascio’ la Guardia di Finanza e lavoro’ come avvocato per il signor Berlusconi. Egli e’ ora un deputato di Forza Italia.

Milano 2 diede i natali all’impero televisivo del signor Berlusconi. Nel 1978, egli lancio’ una televisione via cavo locale per Milano 2, chiamata Telemilano. La cosa divenne molto piu’ estesa. L’ambizione del signor Berlusconi era quella di sfidare il monopolio RAI sulla pubblicita’ televisiva, per il quale c’era un’enorme domanda. Telemilano divenne Canale 5 nel 1980.

C’era un solo problema: solo la RAI aveva il diritto di trasmettere a livello nazionale. Sebbene le televisioni private, per molti aspetti, non fossero regolamentate, una corte sentenzio’ nel 1980 che stazioni televisive private potessero trasmettere solo su base locale.

Ma il signor Berlusconi trovo’ subito la maniera di aggirare la sentenza. Egli compro’ programmi, in particolare film e soap opera americane, e li offri’ a prezzi molto bassi a piccole televisioni regionali. Il signor Berlusconi recuperava i costi inserendo annunci pubblicitari pre-registrati. Ogni stazione del circuito di Canale 5 si accordo’ per trasmettere lo stesso programma alla stesso ora. In tale maniera si assicurava un audience nazionale.

Come fece il signor Berlusconi a finanziarsi il suo impero televisivo? Parte della risposta e’ con debiti bancari. Ebbe un grande aiuto dalle banche pubbliche, che fecero prestiti piu’ grandi di quanto la Fininvest finanziariamente meritasse. Ma il resto della risposta non e’ affatto chiara. Nel 1978, alla nascita del suo gruppo televisivo, il signor Berlusconi creo’ le 22 societa’ holding che controllano la Fininvest. Dal 1978 al 1985, 93,3 miliardi di lire (387 miliardi oggi) entrarono nelle casse delle 22 societa’, apparentemente dal signor Berlusconi.

Nel 1997, un finanziere con rapporti con la Mafia confido’ ai magistrati in Sicilia che il signor Berlusconi uso’ 20 miliardi di lire di danaro della Mafia per mettere su i suoi interessi televisivi. I magistrati chiesero alla Banca d’Italia di aiutare la commissione anti-mafia nelle investigazioni. Due impiegati spesero 18 mesi revisionando tutta la contabilita’ delle 22 societa’. The Economist ha una copia del loro rapporto, composto di circa 700 pagine. Le due principali rivelazioni sono sorprendenti.

La prima e’ la mancanza di trasparenza del signor Berlusconi riguardo due fiduciarie di cui diede istruzioni perche’ fossero registrate come azionisti delle 22 societa’. Le fiduciarie erano sussidiarie della Banca Nazionale del Lavoro (BNL), una grande banca. Il signor Berlusconi verso denaro nelle holding attraverso due banche italiane poco conosciute, piuttosto che attraverso la stessa BNL. Inoltre, le fiduciarie della BNL non avevano un’idea chiara della provenienza di questi capitali. Nel 1994, i manager della BNL furono talmente preoccupati a riguardo che portarono avanti due ispezioni sulle relazioni in corso con le 22 societa’.

Tali ispezioni rivelarono altre anomalie, quale il fatto che la vendita di azioni venivano effettuate sulla parola del signor Berlusconi, senza documentazione. Per esempio, quando vendette azioni di una delle holding ad una sussidiaria della Fininvest per 165 miliardi di lire, i capitali non passarono attraverso le fiduciarie.

Per cui essi non hanno idea di come, e neppure se, il compratore pago’ per le azioni.

La seconda rivelazione e’ che la fonte dei soldi versati nelle casse delle 22 societa’ non e’ rintracciabile. Ci sono tre motivi. Primo, 29,7 miliardi di lire furono pagati in contanti. Secondo, gli investigatori non trovarono documenti rilevanti nei registri delle fiduciarie, delle banche o delle holding per 20,6 miliardi di lire. Terzo, il signor Berlusconi fu un vero esperto nel far girare i capitali in circolo.

Perche’ il signor Berlusconi fece cio’? Gli investigatori erano frustrati. Una societa’, Palina, apparentemente una societa’ terza, verso’ 27,7 miliardi di lire alle fiduciarie, le quali trasferirono tale somma alle holding. Da li’ passarono poi alla Fininvest per finire, attraverso una sussidiaria della Fininvest, di nuovo alla Palina.

Tali transazioni avvennero tutte lo stesso giorno e tutte attraverso la stessa banca. Gli investigatori trovarono che dietro la Palina c’era il signor Berlusconi. Egli uso’ un 75enne vittima di un ictus come prestanome. Subito dopo le transazioni, Palina fu liquidata. I suoi libri contabili furono lasciati in bianco.

Per cui la vera fonte dei 93,9 miliardi di lire che fluirono nelle casse delle 22 societa’ nel periodo 1978-85 rimane un mistero che solo il signor Berlusconi puo’ risolvere. Noi (The Economist) gli abbiamo rivolto delle domande a riguardo, per iscritto, ma si e’ sempre rifiutato di rispondere. Un attenta lettura del rapporto suggerisce che la possibilita’ di riciclaggio di denaro nelle 22 societa’ non puo’ essere esclusa. La Banca Rasini, una delle poco conosciute banche usate dal signor Berlusconi e dove il padre lavorava, fu coinvolta in diversi processi per riciclaggio di denaro negli anni ‘80. Ma gli investigatori anti-mafia non trovarono prove che supportassero l’accusa che fece partire l’inchiesta. Speravano sinceramente di poter stilare un secondo rapporto, ma i limiti di tempo per le investigazioni scadettero.

Un amico bisognoso

Con l’acquisto di due suoi piu’ grandi concorrenti privati, Italia 1, nel 1983, e Retequattro, nel 1984, il signor Berlusconi si assicuro’ il monopolio virtuale della televisione privata. Per aggirare la legge e trasmettere a livello nazionale, aveva bisogno dell’aiuto di amici politici. Nessuno lo fece meglio di Bettino Craxi, che divenne segretario del Partito Socialista nel 1976 e Primo Ministro nel 1983. Il signor Berlusconi, attraverso le sue due reti principali, aveva una potente arma politica da offrire.

Nell’ottobre del 1984, le sue stazioni televisive furono spente in diverse citta’ italiane in quanto trasmettevano illegalmente. Cio’ pose un serio pericolo per il gruppo Fininvest fortemente indebitato. In pochi giorni, Craxi, deceduto in Tunisia lo scorso anno dopo essere stato condannato in absentia per corruzione, firmo’ un decreto che permise alle televisioni del signor Berlusconi di rimanere in onda. Dopo alcune difficolta’ in Parlamento, tale decreto divenne legge.

Il decreto di Craxi non fece nulla per prevenire la concentrazione di possedimenti. Ma nemmeno lo fece la legge Mammi’ (cosi chiamata perche’ Oscar Mammi era l’allora Ministro per le Telecomunicazioni), promulgata nel 1990. Fatta ad arte per il signor Berlusconi con le sue tre reti nazionali, essa stabiliva che nessun singolo gruppo potesse possedere piu’ di tre delle 12 reti a cui sarebbe stata concessa la licenza. La coalizione di governo, che dipendeva fortemente dal partito di Craxi, spinse questa controversa misura nonostante le dimissioni per protesta di cinque ministri. In effetti, questa legge rafforzo’ il duopolio di Mediaset e RAI. Nel 1991 e 1992, il signor Berlusconi verso’ un totale di 23 miliardi di lire nei conti esteri di Craxi attraverso una parte clandestina dell’impero Fininvest, conosciuta come All Iberian.

A seguito di tracce trovate durante le loro investigazioni nei conti di Craxi, i Pubblici Ministeri scoprirono una sostanziale rete segreta di societa’ della Fininvest, in diversi paesi quali le Isole Vergini Britanniche o le Isole della Manica. Tali societa’ non erano riportate come sussidiarie della Fininvest nei suoi bilanci. A parere dei Pubblici Ministeri, nel 1993 il signor Berlusconi firmo’ una lettera dove dichiarava, falsamente, che tale societa’ non facessero parte del gruppo Fininvest.

I Pubblici Ministeri dichiarano di aver trovato una frode internazionale di ampio raggio, portata avanti sotto la direzione del signor Berlusconi, per ritirare enormi quantita’ di denaro dalle casse della Fininvest e versarle nelle casse di societa’ estere segrete. Secondo il loro parere, la Fininvest uso’ diverse tecniche finanziarie fraudolente. Tali societa’ estere, secondo i Pubblici Ministeri, usarono questi fondi per ogni sorta di attivita’ illegali, quali il rafforzamento di tali societa’:

attraverso terze societa’, azioni quotate in societa’ del gruppo Fininvest, con l’apparente intenzione di gonfiare il prezzo delle azioni. Che tale operazione fosse un trucco era chiaro dal fatto che le azioni rimanevano per tutto il tempo nella stessa fiduciaria.

Un compratore reale di azioni in una societa’ quotata difficilmente le avrebbe lasciate nella stessa cassaforte usata dal venditore.

Interessi all’estero

Un altro ramo dell’inchiesta riguarda l’accusa che le societa’ estere furono usate per gestire azioni segrete di societa’ televisive in Italia e Spagna. L’accusa dice di essere in possesso di documentazione a sostegno di tali ipotesi. La legge Mammi’ obbligo’ il signor Berlusconi a vendere il 90% delle azioni in Telepiu’, una rete pay-tv che che creo’ nel 1990. Comunque, secondo l’accusa, il signor Berlusconi mantenne il controllo di tali azioni fino al 1994 attraverso le sue societa’ estere. Redisse contratti con suoi conoscenti che agirono da prestanome. Con tali contratti, mentre la proprieta’ legale delle azioni passava agli investitori, le vere beneficiarie rimanevano le societa’ estere del signor Berlusconi.

I magistrati scoprirono, inoltre, una operazione simile per il 52% delle azioni di Telecinco, una stazione televisiva spagnola. La legislazione antitrust spagnola non permette di possedere piu’ del 25% di tali azioni. Baltasar Garzon, un magistrato spagnolo anti-corruzione, ha richiesto che l’immunita’ parlamentare europea del signor Berlusconi venga revocata. Probabilmente dovra’ aspettare. Per otto mesi, il ministro della giustizia e quello degli esteri furono bloccati da una strana battaglia riguardo quale fosse l’autorita’ competente per tale richiesta al Parlamento Europeo.

Il signor Berlusconi e’ tuttora sotto processo per falso in bilancio per la societa’ holding Fininvest. La ragione di tale presunto falso era quella di coprire tutte le presunte illegalita’. Il falso in bilancio e’ un reato grave in Italia, punibile con condanne fino a cinque anni di carcere. I magistrati hanno recentemento richiesto a procedere per un simile reato di falso nel bilancio del gruppo Fininvest.

Comunque, il signor Berlusconi potrebbe gia’ aver pianificato una via di fuga. Il 17 marzo disse in meeting di imprenditori italiani che, se eletto, il suo governo depenalizzerebbe molti casi di falso in bilancio. Per cui il lavoro dei magistrati potrebbe essere stato vano. Pero’, sebbene i magistrati non siano stati capaci di scoprire la provenienza di decine di miliardi di lire versati nelle casse dell’impero estero segreto del signor Berlusconi, sono stati capaci di scoprire dove una parte di tale somma e’ andata a finire.

Il signor Berlusconi ottenne il controllo della Mondadori, il gruppo editoriale, nel 1991 dopo un’aspra battaglia con Carlo De Benedetti, un benestante impreditore italiano che fu brevemente in carcere durante il periodo di Mani Pulite. Il signor Berlusconi e’ accusato di aver corrotto un giudice della corte d’appello, Vittorio Metta, per 400 milioni di lire per ottenere una sentenza a suo favore che decise la battaglia con il signor De Benedetti.

Quando i magistrati cominciaro ad investigare, scoprirono che il signor Metta pago’ 400 milioni di lire in contanti nel 1992 per il prezzo di un appartamento. Nel febbraio del 1991, un mese dopo la sentenza decisa dal signor Metta, una delle societa’ estere segrete della Fininvest pago’ 3 miliardi di lire in un conto svizzero dell’amico ed avvocato del signor Berlusconi, Cesare Previti, che fu ministro della difesa nel suo governo del 1994. Dal conto del signor Previti, i magistrati hanno rintracciato un pagamento di 425 milioni di lire verso un altro conto svizzero di un altro avvocato, Attilio Pacifico, che ritiro’ tale somma in contanti nell’ottobre 1991. Il signor Pacifico e’ sospettato di aver poi dato la mazzetta al signor Metta.

Sebbene i magistrati non hanno trovato prove dirette del pagamento in contanti verso il signor Metta, sono convinti di avere prove indirette a sostegno di tale ipotesi. Un analisi dei conti del signor Metta non ha portato alla luce nessun movimento di 400 milioni di lire nel periodo in questione. Tantomeno l’investigazione di conti italiani e svizzeri di un altro giudice che, a detta del signor Metta, gli avrebbe consegnato diverse somme di danaro, per un totale di 400 milioni di lire, sebbene i suoi conti contengano diversi milioni di dollari.

Per cui i magistrati ritengono di aver stabilito che il signor Metta ricevette la somma di 400 milioni di lire in contanti dalla somma che il signor Berlusconi diede al signor Previti nel febbraio 1991. Lo scorso giugno,il giudice per le inchieste preliminari ebbe un diverso punto di vista. Credette alla versione del signor Metta, e sentenzio’, di conseguenza, il non procedere nei confronti del signor Berlusconi e gli altri accusati, inclusi il signor Previti ed il signor Metta. I magistrati hanno ricorso in appello.

I rapporti con i giudici

Il signor Berlusconi e’ inoltre sotto processo con l’accusa di aver corrotto altri giudici. Gli altri accusati, che negano le accuse, includono il signor Previti ed il signor Pacifico, e, ancora, il caso comprende il signor De Benedetti come vittima. Nel 1985, il signor De Benedetti firmo’ un contratto di acquisto della SME, una cooperativa alimentare, dall’IRI, un grande gruppo statale. Il signor Berlusconi ed un altro imprenditore crearo una societa’ per avanzare una maggiore offerta per l’acquisto della SME. Dopo che una corte sentenzio’ nel 1986 che il suo contratto non era valido, l’accordo tra il signor De Benedetti e l’IRI decadde. Egli porto’ poi il caso di fronte una corte d’appello, ma perse la causa per l’ennesima volta.

Una accusa nei confronti del signor Berlusconi, che nega, e’ che egli convinse i giudici a decidere in suo favore dietro una promessa di danaro. Che tale accusa sia fondata o meno, esiste una chiara traccia di denaro dai conti svizzeri del signor Berlusconi a quelli di Renato Squillante, un giudice, via il signor Previti. The Economist e’ in possesso di documenti che mostrato un bonifico, il 6 marzo 1991, di 434.404 dollari da un conto svizzero del signor Berlusconi in uno del signor Previti, e il 7 marzo, un bonifico per la stessa somma dal conto del signor Previti nel conto svizzero della Rowena Finance, una societa’ panamense. Evidenze date in corte mostrano che il conto della Rowena Finance e’ lo stesso del signor Squillante. Il signor Berlusconi volle nominare il suo intimo amico come ministro della giustizia nel 1994, ma il Presidente italiano si rifiuto’ di approvare la nomina.

Il signor Berlusconi e’ stato assente nelle 26 udienze di questo processo - alcune sono state rimandate recentemente, in quanto i suoi avvocati sono inclusi nelle liste elettorali. Ha inoltre fatto richiesta che i giudici vengano sostituiti, perche’ sostiene non sono esenti da pregiudizi.

Se fosse trovato colpevole nell’appello finale, potrebbe ricevere una condanna al carcere; i termini di prescrizione non scadranno prima del 2008. A differenza del crimine di falso in bilancio, sara’ molto difficile per il suo governo, se vincesse le elezioni, depenalizzare il reato di corruzione di giudici. Questo processo potrebbe essere inoltre unico nella storia giudiziaria italiana. Nessun primo ministro in carica si e’ dovuto difendere in un processo penale dai tempi della guerra.

 

Il comfort di Cosa Nostra?

I problemi con la magistratura del signor Berlusconi non sono confinati a Milano. In Sicilia, pentiti di Mafia, in particolare Salvatore Cancemi, le cui dichiarazioni hanno aiutato i giudici nel condannare diversi boss mafiosi, hanno fatto diverse gravi accuse nei confronti del signor Berlusconi e il suo amico, Marcello Dell’Utri. Il signor Cancemi dichiaro’ che nel 1996 entrambi furono in diretto contatto con il boss mafioso che ordino’ l’attentato che uccise un magistrato anti-mafia, Paolo Borsellino, nel 1992.

Dopo due anni di inchiesta, i magistrati hanno fatto richiesta per il non procedimento. Non trovarono prove che sostenessero le accuse fatte dal signor Cancemi. Una simile inchiesta, partita da dichiarazioni del signor Cancemi, riguardanti collusioni tra la mafia ed il signor Berlusconi, fu chiusa dopo due anni nel 1996.

Una inchiesta parallela ha portato all’accusa del signor Dell’Utri per collusione con la Mafia, che egli nega. Con la sola eccezione del signor Berlusconi, quasi tutti i testimoni al processo, che parti’ nel 1997, sono stati ascoltati. A parere di Ennio Tinaglia, l’avvocato della provincia di Palermo, parte civile nel processo, l’accusa ha "presentato forti prove degli stretti legami tra la Mafia ed il signor Dell’Utri." Il solo menzionare la Mafia fa sobbalzare i manager della Fininvest. "I crimini mafiosi sono secondi solo alla pedofilia. E’ una cosa terribile e vergognosa," dice il signor Confalonieri, uno dei passati colleghi del signor Dell’Utri.

Ma chi e’ il signor Dell’Utri? Escluso un breve periodo sul finire degli anni ‘70, il signor Dell’Utri, siciliano, lavoro’ con il signor Berlusconi nella Fininvest dal 1974 al 1994. Come capo esecutivo di Publitalia, il ramo pubblicitario della Mediaset, egli fu responsabile di reperire fondi per la Fininvest. Il signor Dell’Utri, membro del Parlamento italiano, fu co-fondatore di Forza Italia, e fu manager della campagna elettorale del signor Berlusconi nel 1994.

I magistrati hanno inoltre fatto richiesta per processare il signor Dell’Utri con l’accusa di diffamazione di alcuni suoi colleghi. E’ inoltre sotto inchiesta per un presunto tentativo di corruzione di un testimone del suo processo. In un’altro caso si scopri’ che il signor Dell’Utri ricevette donazioni, spesso in contante, per un totale di 4 miliardi di lire dal signor Berlusconi tra il 1989 e il 1993.

Sebbene il signor Berlusconi non e’ obbligato a testimoniare nel processo nei suoi confronti non puo’ rifiutarsi di testimoniare in quello nei confronti del signor Dell’Utri. I pubblici ministeri esamineranno la sua lunga amicizia con il signor Dell’Utri. Inoltre dovra’ rispondere ad altre domande che ha fin qui evitato. Incluso come e perche’ assunse Vittorio Mangano, un conosciuto mafioso di un potente clan di Palermo, nella sua villa vicino Milano per due anni negli anni ‘70.

In cima alla lista ci saranno domande riguardo il rapporto della commisione anti-mafia sulle 22 societa’ holding. Non di meno, gli chiederanno dove le 22 societa’ ottennero I fondi. Piu’ altre domande riguardo una stazione televisiva siciliana che possedeva insieme ad una persona in odor di mafia.

Nonostante le sue dichiarazioni che egli sia uno splendente archetipo di uomo fatto-da-se’, il signor Berlusconi ha avuto bisogno di parecchio aiuto da quartieri insalubri. Sebbene dica che vuol sostituire il vecchio sistema corrotto, il suo impero impreditoriale e’ ampiamente un prodotto di tale sistema. La sua elezione come Primo Ministro perpetuerebbe, non cambierebbe, le vecchie cattive maniere dell’Italia.

http://www.economist.com/opinion/displaystory.cfm?story_id=587107