IL R A G N O N E RO (pag. 5)

torna alla Homepage

26, 27 giugno 2000: Finalmente il mio allevamento di larve di mosconi sta dando i sui frutti e quindi ora posso dare cibo fresco, facile e vivo ai piccoli RN. Infatti appena metto nel contenitore una ventina di piccoli 'bigattini' (almeno così li chiamano i pescatori che li usano come esca), questi vengono subito aggrediti in massa dai ragnetti, che collaborano ad immobilizzare le prede molto più grandi e forti di loro.

 

 Ecco che cominciano i litigi. Dopo aver paralizzato le larve, più con il veleno che con la seta che è ancora troppo sottile per queste prede, capita che alcuni ragnetti (quelli già di 1° muta) pretendano il pasto tutto per se e cominciano a scacciare i fratelli. Mi sembra di rivedere le scene di branchi di leoni intorno ad una zebra appena uccisa, dove i maschi scacciano le leonesse per potersi nutrire per primi. Qui però non sempre è il più grande e forte a fare il prepotente, anzi a volte capita che un piccoletto più motivato (di solito chi si è dato più da fare per la cattura della vittima) riesca a tenere alla larga anche dieci suoi simili. Però dopo una mezzora di lotte capita sempre che si giunga un accordo e non è raro vedere anche 10 ragnetti che si nutrono contemporaneamente delle stessa preda.

 

 28 giugno 2000: Ora che quasi tutti hanno fatto la prima muta, lo spazio nel primo contenitore, comincia a scarseggiare e i ragnetti pur raggruppandosi spesso, in fase di riposo, tendono a stare almeno a 3 millimetri di distanza l'uno dall'altro mentre fino a qualche giorno fa si ammucchiavano e preferivano il contatto diretto. Il fondo del contenitore ora e punteggiato da centinaia di macchioline biancastre, (sono semplicemente le loro feci che cadono dall'alto).

Ora accettano anche mosche ferite e piccoli coleotteri ( i tarli del legno) che vengono subito sopraffatti e succhiati. Ma le liti si fanno sempre più violente e si è verificato anche il primo caso di cannibalismo. Non so cosa è successo ma ho trovato un ragnetto che si stava cibando di un suo simile, forse ferito in un litigio con qualcuno troppo più forte di lui.

 

continua a pag. 6