Comitato di Quartiere XIII Est
Forti dubbi

Da ZEUS n° 69 - Dicembre 2002





I dubbi prospettati dal Comitato al Comune sulla possibilità da parte sua di acquisire le strade di Casalpalocco, allo stato attuale, si sono purtroppo manifestati fondati.
Nella riunione del 15.11 il Consorzio, dopo aver ricevuto una lettera da parte del sig. Corvini e stante l'incertezza sulla legittimità della proprietà, si è dichiarato impossibilitato a consegnare le strade.
Da vari documenti risulterebbe che le strade, in parte, risultano ancora di proprietà della SGI in quanto non sono state menzionate né nel bando di gara né nel contratto, pur essendo catastalmente ben indivuuate.
Fra l'altro è emerso che nel 1987, infatti, il Comune ha preso in consegna le strade più importanti, ma non ha eseguito il trasferimento di proprietà delle aree su cui sono state realizzate.
L'acquisizione sarà quindi perfezionata non appena si sarà chiarita l'intera vicenda, ma nel frattempo sarà bene fare alcune considerazioni.
1.- Chiarita la situazione delle strade, rimane preoccupante la posizione delle aree destinate a "verde pubblico", verde privato non edificabile, striscia di bosco ceduo di 20 mt lungo la via C.Colombo destinata all'allargamento della stessa via, se non viene ribadita dal Comune la loro destinazione secondo la convenzione.
Con la sentenza 1427/02, il Tribunale di Roma, III sez. civ. ha sancito la nullità, peraltro rilevabile d'ufficio, della parte del contratto SGI/Corvini relativa ad appezzamenti di terreno non meglio identificati e comunque non compresi nell'elenco dei beni di cui al Regolamento di gara.
Fra gli appezzamenti in discussione sono appunto inclusi quelli del "verde pubblico".
2.- La stessa acquisizione delle strade produce ombre sul futuro di Casalpalocco per cui è bene ricordare la specificità e le ragioni della sua nascita, mediante la Convenzione tra Comune e la SGI, strumento anomalo ma efficace.
In un momento in cui la città di Roma stava affrontando l'imponente opera di ricostruzione post-bellica con risorse non sufficienti, la decisione di stipulare con aziende private accordi per la costruzione di interi quartieri residenziali, in aree agricole fuori dal regime del PRG ha reso possibile uno sviluppo urbano senza interventi diretti tecnici e finanziari da parte del Comune.
L'opportunità poi di lasciare le infrastrutture urbanistiche realizzate dalle imprese, a loro stesse in proprietà e in manutenzione, con la costituzione di Consorzi obbligatori, esonerava il Comune da responsabilità, attività manutentive e relativi costi, almeno fino a quando il Comune stesso non avesse deciso di acqisire le infrastrutture al demanio con tutte le conseguenze.
3.- Il regime speciale convenzionale ha permesso perciò la realizzazione di quartieri a livello più o meno elevato, con maggiore rapidità e, per oltre un quarantennio, senza oneri tecnici e finanziari.
Sarebbe quindi logico che il Comune di Roma, chiudendo la fase del regime speciale, facesse rientrare i quartieri nella normalità.
Ma il fatto che il Comune ha ancora, e forse più di prima, problemi d'ordine tecnico-finanziario è stato confermato, molto onestamente, dall'Ass. D'Alessandro, quando ha ricordato le scarse risorse finanziarie insufficienti per la vastissima estensione della rete stradale cittadina.
Da ciò nasce la preoccupazione che l'attuale decisione del Comune di far rientrare Casalpalocco nella normalità annullando la specificità del nostro quartiere, preluda ad un futuro livellamento che non può non essere verso il basso e quindi verso il degrado.
La cosa più grave è che, pur essendovi strumenti di tutela privatistica e pubblica, tutto il verde di Casalpalocco correrebbe il rischio di diventare oggetto di speculazioni edilizie.
Rischio peraltro già reale, se è vero che ci sono piani di lottizzazione che non risparmiano né le aree protette né le aree agricole, perché evidentemente il Comune stesso è incapace di opporre le giuste difese.
Difatti ha deciso nei giorni scorsi l'acquisizione di 74 aree per 314 ettari di superficie agricola per evitare che finiscano in balia dell'abusivismo edilizio! E perché non proteggere le aree verdi di Casalpalocco?
4.- La possibile e temuta evoluzione sopradescritta è contraria non solo, agli interessi dei residenti in Casalpalocco, ma anche dei quartieri limitrofi, che traggono benefici dal nostro verde perchè a loro manca.
5.- Il trasferimento della manutenzione al Comune, che si può facilemente prevedere molto carente, è contraria alle nuove tendenze ed ai principi che si sono affermati in tema di decentramento, autonomia decisionale locale, salvaguardia del verde e delle strutture dei servizi urbani.
In conclusione bisogna insistere presso il Comune che, oltre ai 314 ettari di terreni agricoli, provveda a tutelare i pochi ettari di verde del comprensorio di Casalpalocco, già patrimonio comune, ed a predisporre misure idonee a conservare un quartiere di prestigio nella sua specificità, così come predeterminata nel piano particolareggiato del 1960.
Pertanto il Comitato di Quartiere rinnova l'istanza indirizzata al Sindaco di Roma che mira a conservare la suddetta specificità di Casalpalocco, anche se tutte le infrastrutture urbanistiche verranno assorbite dal demanio, senza dimenticare il verde, mantenendo in vita l'attuale convenzione con le eventuali modifiche se necessarie per eliminare ogni dubbio e per assimilarlo a quella convenzione in atto con il vicino quartiere AXA.
Il Comitato propone una procedura in tre tappe:
a) - costituzione immediata di una commissione mista tra dirigenti comunali e rappresentanti dei cittadini di Casalpalocco, come promesso dall'ass. D'Alessandro, per predisporre una bozza d'accordo (ai sensi della L. 241/90),
b) - convocazione da parte del Consorzio di una assemnblea straordinaria dei consorziati per discutere ed eventualemnte approvare l'accordo;
c) - deliberazione comunale che recepisca, insieme all'acquisizione delle strutture stradali ed altre ed alla ridefinizione del verde, il nuovo accordo approvato dalla assembela dei consorziati per il futuro regolanemnto della gestione consortile.

PASSI CARRABILI
Ritorniamo, purtroppo, ancora una volta sull'argomento perché l'Amministrazione del XIII Municipio ha stupito i residenti di Casalpalocco che, increduli, hanno ricevuto nei giorni scorsi Avvisi di liquidazione con ingiunzione a pagare il COSAP in sostituzione della TOSAP (è cambiato il nome in quanto invece di tassa è ora considerato un canone) sui passi carrabili, compresi quelli che sono stati già giudicati non tassabili da decreti dello stesso Ente oltre che da diverse sentenze passate in giudicato.
Ricordiamo che le ultime sentenze, di 1° e 2° grado hanno condannato l'A.P. al pagamento delle spese processuali, ravvedendo nel comportamento della stessa una manifesta recidività. Contro i nuovi atti è previsto il ricorso al Giudice di Pace, competente per le vertenze sui canoni ed altre entrate non tributarie.
Risulta difficile comprendere il comportamento del XIII Municipio che emette provvedimenti in contraddizione tra loro, anche se la nuova procedura è in linea con la modifica apportata dal D.L. 15.12.1997 n. 446.
Detto decreto/legge, abolendo la TOSAP e concedendo di assoggettare ad un canone le occupazioni di aree, stabilisce categoricamente: "Il Comune può disciplinare la materia, salvo per quanto attiene alla individuazione e definizione delle fattispecie imponibili, dei soggetti passivi e della aliquota massima dei singoli tributi." art. 52)
Il Municipio perciò non può applicare il canone, laddove non poteva applicare la tassazione anche per motivi individuali.
Richiamiamo pertanto la Presidenza del Municipio alla coerenza con la volontà dichiarata di perseguire la legalità, a prendere coraggio ed esercitare il proprio potere di controllo sull'operato dei dirigenti amministrativi.

Il C.d.Q. Roma XIII Est

Sommario n° 69 - Dic. '02