Alluvioni nel litorale romano. La natura ci manda un chiaro messaggio: stop al cemento!

di Angelo Bonelli






Gli allagamenti che negli scorsi giorni hanno interessato vaste aree del litorale romano, ed in particolare del XIII Municipio, impongono una totale revisione delle previsioni urbanistiche del nuovo piano regolatore generale.
A Stagni, Acilia, Bagnoletto, Saline, Infernetto ed altrove i piani terra quelli interrati delle abitazioni sono stati invasi dalle acque, costituendo un enorme pericolo per l'incolumità dei cittadini residenti.
La responsabilità di tali gravi accadimenti è solo in parte da attribuire alla scarsa opera di controllo e manutenzione delle opere di drenaggio, dei canali di bonifica.
La maggior parte del territorio dell'entroterra si trova sotto il livello del mare, per secoli queste aree sono state paludose e coperte da veri e propri laghi.
Soltanto le opere di bonifica realizzate all'inizio del secolo hanno permesso il prosciugamento di queste aree per renderle utilizzabili dal punto di vista agricolo.
Nessuno si sarebbe allora mai sognato di realizzarvi palazzi e villette, o peggio interi quartieri di abitazione intensiva.
Oggi, dopo decenni di abusivismo mai contrastato efficacemente ed anzi favorito da continue sanatorie, queste terre sono state quasi completamente cementificate, e la loro capacità di assorbimento delle acque piovane è ormai evidentemente insufficiente.
Il nuovo piano regolatore rischia di aggravare pericolosamente la situazione: 2 milioni di metri cubi ad Axa-Madonnetta, settecentomila a stagni, altre centinaia di migliaia a Saline, Infernetto ed altrove, complessivamente il nuovo PRG prevede, anche se la popolazione diminuisce, quasi tre milioni di metri quadrati di cemento per decine di migliaia di nuovi abitanti, nonché soluzioni urbanistiche che peggioreranno le condizioni del traffico e dell'ambiente.
Si rischia il collasso ambientale e la catastrofe, la natura in questi giorni ci ha mandato un chiaro segnale in questo senso: per quanto si possano effettuare controlli e manutenzioni queste terre non sono adatte all'edificazione intensiva, l'equilibrio dell'intero territorio e quindi l'incolumità dei residenti dipendono dal loro corretto utilizzo.
Cementificare non è corretto, è sbagliato, e potrebbe anche rivelarsi criminale.
Così come si creano unità di crisi per le zone alluvionate, è necessaria la creazione di una unità di emergenza per il litorale romano e per tutte quelle zone a rischio, una unità che si occupi di rivedere e ridurre le previsioni urbanistiche del PRG, difendendo i cittadini da errori ai quali poi sarà difficile riparare.

XIII Municipio
Sommario n° 68 - Nov. '02