La poltrona

Fai da te!

a cura di Carlo Barretta




L'autunno, forse la stagione più bella dell'anno, ha la sventura di coincidere con la fine delle vacanze e l'inizio dell'anno scolastico.
Quanto accantonato durante il periodo dello svago e dei divertimenti, torna puntualmente a riproporsi con maggiore evidenza che nel passato e ci porta una visione non certo positiva di quei problemi che ci eravamo sforzati di dimenticare.
Giorno dopo giorno è un susseguirsi di riscoperte: il lavoro con le sue fa

tiche, la scuola con i suoi costi e le sue problematiche mai risolte, le finanze sempre più scarse e sempre più inadeguate a fronte del continuo lievitare dei prezzi, la mobilità ed i trasporti sempre più insufficienti.
Un sommarsi di situazioni negative e stressanti che vanificano in un baleno, quella illusoria tranquillità dei mesi precedenti.
Questi problemi indubbiamente interessano la gran parte dei cittadini romani, tuttavia per coloro che abitano l'Entroterra del XIII Municipio, sembra che a causa di un destino cinico e baro, debbano moltiplicarsi e dilatarsi, quasi fosse una punizione divina alla quale non si può sfuggire.
Dalla scuole alla sanità, dalla viabilità ai trasporti, dalla manutenzione delle strade a quella del verde, tutto marcia in un regime di precarietà assoluta.
In questa parte del territorio, i problemi tendono ad incancrenire, mentre i cittadini debbono quotidianamente inventarsi soluzioni che consentano loro di avere una qualità della vita, appena decente.
Roma, con le sue bellezze, appare lontana anni luce ed il raggiungerla impone tempi pari a quelli richiesti a chi proviene da città distanti centinaia di chilometri.
Tutto ciò, fa sì che la vita quotidiana si riduca per chi lavora, ad un tran tran fra casa e lavoro, che non lascia spazi di aggregazione o di divertimento.
La situazione diventa ancora più pesante per i giovani o gli anziani, costretti a vivere le loro giornate, fra il nulla esterno, con i pericoli che esso comporta, e la monotonia della vita vissuta fra gli spazi angusti delle proprie case.
La soluzione a tutti questi problemi o almeno alla gran parte di essi, dovrebbe essere trovata dalla politica e da chi amministra il territorio.
La loro funzione primaria dovrebbe essere questa, ed invece si trastullano con beghe di potere, soluzioni tampone, promesse spudoratamente false, continui rinvii.
Quasi che il loro agire, sia una gentile concessione da fare a cittadini questuanti e petulanti, non un impegno assunto solennemente al momento delle elezioni.
Tirare a campare, fino alle prossime elezioni, la loro parola d'ordine.
È un panorama avvilente quello che si para agli sguardi dei cittadini.
Un panorama che, di giorno in giorno, assume tinte sempre più fosche e difficilmente modificabile se non si interviene subito e con decisione.
Non vi è alcun progetto organico per la ricucitura del territorio, costituito da circa venti insediamenti urbani.
Non si pone mano allo sviluppo dei servizi, soprattutto viabilità, scuole e trasporti.
Si ignorano i servizi sanitari, indispensabili per una cittadinanza superiore alle centomila unità.
Quando non ci viene suggerito il fatidico cero al santo protettore, affinché ci mantenga sempre in buona salute.
In parole povere ci viene consigliato di arrangiarci e di non disturbare il manovratore, tutto preso da faticosi problemi di carrierismo politico.
Seguiamolo questo consiglio, all'apparenza offensivo, curando da soli i nostri interessi: l'otto dicembre rechiamoci ai tavoli per la raccolta delle firme, in modo da creare un nuovo Municipio che possa amministrare con attenzione, solo ed esclusivamente l'entroterra.
Considerato, da sempre, un semplice serbatoio di voti utile agli interessi preponderanti degli amministratori lidensi e dei loro amici.
A volte il "fai da te" funziona e non richiede grossi sacrifici.

La poltrona
Il Decentramento
Sommario n° 67 - Ott. '02