MERCURIO - La posta di ZEUS
da G. Bertusi e da G. Zaccaro

Da ZEUS n° 67 - Ottobre 2002                        

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XIV Municipio: federalismo dilagante


Nasce da una riflessione e da una voglia di autogoverno da parte di Acilia - Dragona, Dragoncello, Giano che chiedono la costituzione di un nuovo Municipio.
Continui contrasti, richieste mai esaudite per stanziamenti insufficienti, per ragioni politiche, per dovere di priorità che non favoriscono una sana convivenza ma accentuano una litigiosità che non giova a nessuno.
Gli Aciliensi dicono: per qualsiasi idea, manifestazione, organizzazione, feste è privilegiato il Litorale, a noi i contentini, come il giorno del "Question time" dedicato dal presidente Bordoni a Capelvenere per rispondere ai cittadini d'Acilia e dintorni.
Gli Ostiensi, da parte loro, recriminano sulla ripartizione di stanziamenti per la Cultura dove i politici, scordando che Ostia é il punto d'attrazione e di valorizzazione di tutto il territorio, destinano fondi per il 70% all'entroterra e il 30% al Litorale.
Questo non soddisfa a sufficienza l'Hinterland che reclama un'attenzione maggiore per le innumerevoli e infinite cose che non vanno …e "s'hanno da fare".
Non basta l'idea di decentrare tutto ad Acilia per farne il polo principale, non basta la perequata ripartizione degli stanziamenti; le strade, le piazze, i giardini, dell'Hinterland vengono sempre secondi e dimenticati, essi vivono e convivono con un disagio infinito.
A volte è preferibile un buon divorzio concordato piuttosto che un matrimonio litigioso che non facilita la vita degli uni e degli altri.
Allora perché non creare anche politicamente questa dualità?
Ne troverebbero sicuro giovamento i due Municipi, quello di Ostia, il XIII, e quello nascituro di Acilia, il XIV, potrebbero così affrontare e risolvere gli interessi di parte.
Se i Politici parlassero un linguaggio monocorde e si affrontasse veramente il problema, arriveremmo, forse, a una giusta conclusione con soddisfazione e reciproco rispetto e collaborazione.
Ciò non può e non deve dipendere dalle voglie politiche ma dalla volontà dei cittadini.
Ostia, ha una natura tutta sua, è il giardino di Roma sul mare, è lanciata per rincorrere il ruolo internazionale che gli compete, non può essere frenata o stoppata per avviare e promuovere una centralità come Madonnette che troverà una futuribile e auspicabile destinazione fra quindici, venti anni, non proprio qui dietro l'angolo.
Decentrare tutto ad Acilia per farne il polo equidistante da altre realtà crea solo malcontento e rende difficile la vita degli Ostiensi.
Al litorale il ruolo del salotto buono e di rappresentanza, l'atelier; all'hinterland la sua funzione e capacità di supporto.
Entrambi non possono dipendere dalla inerzia derivante dalla crescita contemporanea, ciò può essere facilitato se i Municipi fossero due con la sola variante che ognuno si autogestisca, dedicandosi a tutto campo alle precipue, distinte peculiarità, così da valorizzare sia lo sviluppo turistico sia quello economico dei due Enti.
Il pomo della discordia resta tuttavia Ostia Antica, realtà archeologica di tutto rispetto legata con doppio filo al Litorale, che Acilia vorrebbe incorporare.
I suoi cittadini faranno un'oculata scelta per garantirsi l'attenzione e i finanziamenti per la sua valorizzazione. Con queste premesse e prospettive un giorno potremmo di nuovo parlare di Ostia Comune.

                                                                                                                              Giorgio Bertusi




Lettera al Sindaco di Roma sul Nuovo Piano Regolatore

C'è una palazzina bianca al centro di una vasta e trascurata tenuta agricola a girasoli, qui nella periferia romana non lontano dal mare.
Mio padre, emigrante napoletano onesto, era in quella palazzina nei volenterosi anni del boom economico. Anni di speranze e di certezze in cui da bambini c'eravamo abituati a vederlo allontanarsi per turni di 12 ore di lavoro, giorno e notte e sapevamo che era lì.
In quella stazione radio da cui partivano cavi misteriosi che solcavano il fondo degli oceani dove non siamo mai entrati.
Ma anche intravista da fuori la palazzina, linda e sobria, era la garanzia tangibile che impegno e abnegazione avrebbero dato benessere e felicità.
Un'oasi verde la tenuta Italcable, poi Telecom, sopravvissuta fino ad oggi qui ad Acilia, la prima borgata di Roma, frutto degli sventramenti fascisti del centro storico con i suoi abitanti deportati negli anni '30.
La "borgata agreste" del duce è divenuta oggi città enorme e sconnessa, arricchitasi di decenni di abusivismo condonato di villini e villette, punteggiata di spettrali quartieri dormitorio, trasudanti traffico che sfiorano senza vederli Parchi e Pinete unici al mondo.
Ora l'isola verde sta per scomparire sotto l'urto finale del nuovo piano regolatore voluto dalla Giunta comunale di sinistra che ho votato.
La chiamano la nuova centralità metropolitana: secondo i dati del Comune un milione e 300 mila metri cubi su 136 ettari, all'80% con destinazione commerciale con l'ennesimo superfluo ipermegamercato.
Una parte dei 65 milioni di metri cubi del nuovo piano regolatore denunciati da Italia Nostra nel suo appello per salvare la campagna romana.
Non c'è un'idea migliore di città da proporre?
Passati 40 anni, tra certezze e speranze deluse, anche mia madre da un anno non c'è più. Ma la sua voglia di onestà vorrebbe rimanere.
Anche per questo il 14 settembre stavo a San Giovanni nel girotondo morettiano.
Ma piacerebbe che chi difende la Res publica e l'etica della Polis al centro della città e della politica facesse lo stesso anche in periferia.
Ci siamo identificati da sempre, contro l'indifferenza e il qualunquismo, con la sequenza di "Ecce Bombo", credo fosse il film, in cui Moretti si indignava perché "rossi e neri non sono tutti uguali".
Si vorrebbe continuare a crederlo. Forse sarebbe ora di pensare ad una politica di soluzioni concrete per il bene di tutti, al di là di gerghi di schieramento.
La stessa politica che invoca anche uno scrittore molto attento di un'altra periferia molto lontana l'anglo-indiano di Trinidad V.S. Naipoul nel suo discorso come premio Nobel 2001.
La Giunta Veltroni non perda questa occasione di dimostrarsi diversa nel difendere la speranza in un bene comune.
Diversa ad esempio dalla Giunta regionale di centro destra che mette in discussione i Parchi del Lazio.
Progetti di interventi di qualità urbanistica alternativi alla cementificazione massiccia anche nell'ex tenuta Italcable.
Come cittadini saremo qui a ricordarglielo. Chi ci può aiutare?

                                                                                                                      Giorgio Zaccaro, insegnante
                                                                                                                        Email: giorgza@inwind.it.

Raccolta di firme e petizione popolare: già dal primo giorno sono state raccolte più di 100 firme contro il nuovo piano regolatore (NPR).




LA POSTA DI ZEUS
XIII Municipio

Il decentramento
Sommario n° 67 - Ott. '02