Intervista a:

Enrico Lucci
di Cristina Castagnaro



Questa volta l'abbiamo braccato noi. O meglio, io.
E sì perché Enrico Lucci, la Iena per eccellenza dell'omonimo programma di successo di Italia Uno, è stato fermato dalla sottoscritta in una nota via del centro storico di Roma.

"Mi fa piacere poter rilasciare un'intervista ad un mensile di quartiere - ha ammesso - perché anche io ho iniziato così…".
E allora noi abbiamo infierito (benevolmente)!
Enrico, raccontaci qualcosa di te…
Allora, ho 37 anni e sono originario di Velletri. Va bene? (ride divertito con quel suo modo di fare che usa anche a Le Iene)
Dai, hai appena ammesso di aver iniziato anche tu scrivendo su mensili di quartiere, allora raccontaci qualcosa sulla tua "gavetta".
Ma certo che vi racconto i miei esordi! Premessa: il giornalismo per me è iniziato per caso. È successo che durante un anno in cui noi studenti occupavamo la facoltà di Lettere, dove ero iscritto e dove poi mi sono laureato, sono stato intervistato da Claudio Ferretti, conduttore del TG3. Fino ad allora il giornalismo non mi interessava.
Poi ho cominciato ad appassionarmi a questo settore e, passato del tempo durante il quale ho lavorato per televisioni locali molto piccole, in cui ho fatto veramente di tutto e per mensili di quartiere, il mio, i Castelli romani, ho richiamato Ferretti e, dopo averlo tampinato per diverso tempo, ho iniziato la mia collaborazione (che è durata 4 anni) per la RAI. Ho condotto per la televisione di Stato Telesogni, e poi sono giunto a Mediaset, con Le Iene.
…che in un certo senso ti hanno consacrato al grande pubblico televisivo…
Sì, nel senso che da quel momento mi cominciavano a conoscere in giro. I servizi che facevamo, e che facciamo anche ora, iniziavano a mettere "paura" un po' a tutti.
E infatti dobbiamo ammettere di aver visto molti servizi al vetriolo. Hai mai rischiato la pelle?
No, nel senso di essere menato proprio no. Ma parolacce ed insulti sì! Ho avuto modo di conoscere persone sgradevoli dell'ambiente dello spettacolo, ma altrettante molto gradevoli. Una di queste è Fiorello.
Chi sceglie i servizi da mandare in onda?
Il tutto è molto simile ad una redazione giornalistica. Ci si ritrova e ci si mette d'accordo sul da farsi. A volte mi vengono proposti i servizi dagli autori del programma. Spesso sono io a proporli guardandomi un po' in giro. Di certo, cose da raccontare del nostro paese non mancano affatto…
Quale è stato, secondo te, il servizio più bello che hai fatto?
Quello che mi è più piaciuto è stato un servizio fatto ad un giovane "nazistello" che andava in giro con la bandiera con la svastica e altri simili simboli nazi-fascisti. L'ho preso e l'ho portato con me in un vero campo di concentramento e gli ho fatto vedere gli orrori di quel periodo. Da quella esperienza è uscito davvero frastornato, sbalordito.
Attualmente ti occupi solo de Le Iene?
No, stiamo registrando ancora Lotta di Classe. Sono già state trasmesse diverse puntate, e penso sia piaciuto molto. Voglio dire comunque di essere molto soddisfatto de Le Iene. È il programma che fa per me e poi i miei "colleghi" li considero una vera famiglia.
Sei mai stato a Casalpalocco?
Ci sono passato qualche volta. Però posso dire di averla "conosciuta" meglio attraverso il film di Moretti…Caro Diario…non è per caso quel quartiere in cui si portano ancora le pizze nei contenitori di carta?
Grazie Enrico, sei stato molto gentile. In bocca al lupo per tutto!

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Sommario n° 57 - Nov. '01