Ne abbiamo parlato con un esperto di Enti locali, Gianni Galatà

Città metropolitana: quale futuro?

di Luca Leonardi


Gianni Galatà è uno degli esponenti di punta di Forza Italia nella nostra Circoscrizione, responsabile del partito per gli Enti Locali. Autonomista convinto è stato l'artefice della proposta di legge regionale per il Comune di Roma Marittima. Lo abbiamo intervistato, a più di un anno dal referendum del 24 ottobre 1999, per saperne di più su un argomento tornato recentemente di moda.
Allora Gianni, sembrerebbe che il Comune di Roma si stia muovendo per dare corpo alla tanto attesa "Città Metropolitana", tu credi che sia la volta buona?
Caro direttore, penso proprio di no; le ultime iniziative del Comune sono solamente propagandistiche.
Perché propagandistiche?
Perché chi si aspettava una svolta attesa da ben 7 anni è rimasto ancora una volta deluso. Il Comune di Roma cerca di far passare una delimitazione della Città Metropolitana che non gli compete, o meglio che non compete solo ad esso ma anche, ed a pieno titolo, alla Provincia. Quest'ultima, infatti, ha pieni poteri di convocare, anche in assenza dell'insediamento della Conferenza Metropolitana (legge regionale 14/99), i Comuni della Provincia al fine di concordare una proposta coincidente o alternativa rispetto a quella elaborata dal Comune di Roma.
Senza scendere troppo nel tecnico, che cosa, in sostanza, sta facendo il Comune?
Prima di rispondere a questa domanda permettimi di far notare ai lettori che questa Giunta e questo Sindaco si sono distinti per aver fatto, in materia di decentramento, esattamente il contrario di ciò che avevano promesso agli elettori.
Questa amministrazione ha centralizzato: i procedimenti di rilascio delle concessioni edilizie, le biblioteche circoscrizionali (attraverso la figura dell'Istituzione), l'informazione (senza dare alcuno spazio garantito alle Circoscrizioni), tanto per fare alcuni esempi. A questo possiamo aggiungere la riduzione del personale circoscrizionale a beneficio dei tanti "uffici speciali centralizzati"; la continua violazione delle prerogative circoscrizionali compiute mediante la mancata risposta a interrogazioni di iniziativa circoscrizionale; la mancata assegnazione di personale per il Servizio Giardini. Meglio fermarsi qui.
Ma che cosa mi dici riguardo le modifiche proposte lo scorso novembre, che hanno riempito le pagine dei giornali romani?
Fumo negli occhi, ecco cosa sono, e ti spiego perché. Alcune di queste proposte in tema di decentramento (copiate male da quelle di Forza Italia) riguardano modifiche di forma, come il nome delle Circoscrizioni (che si chiameranno Municipi), lo stemma circoscrizionale, la fascia porpora e oro ai Presidenti delle Circoscrizioni stesse. Altre modifiche dovrebbero essere di sostanza ma in realtà sono monche o indefinite.
Ci puoi fare un esempio?
Hai presente il meccanismo delle scatole vuote? Che senso può avere qualsiasi modifica se non si riconosce la personalità giuridica e l'autonomia burocratica alle Circoscrizioni; se non si quantificano le risorse finanziarie e personali minime; se si rinvia ogni contenuto effettivo del decentramento a quel Regolamento che, oltretutto, si prevede già in partenza derogato e mutilato da altri Regolamenti (contabilità, uffici e servizi, vigili urbani).
Senza contare che nell'elenco delle materie conferite alle circoscrizioni mancano (clamorosamente) affissioni e pubblicità, pianificazione particolareggiata, verde pubblico di quartiere, traffico, mercati rionali….
Allora non c'è speranza di cambiamento?
Difficile cambiare attraverso una proposta così raccogliticcia messa in piedi per poter dire ai cittadini che ciò che era stato promesso è stato mantenuto. È proprio il sistema stesso che impedisce cambiamenti.
Spiegati meglio...
Ti ricordi la Legge 265 approvata nel mezzo della campagna referendaria, il 6 agosto 1999?
Quella legge ha, tra l'altro, cancellato la potestà legislativa regionale in materia di organizzazione delle città metropolitane e non parla più di possibile trasformazione delle circoscrizioni in Comuni metropolitani.
La legge regionale 14/99 (causa un ritardo di pubblicazione) è nata inapplicabile il quanto sopravanzata dalla legge 265/99 ed in contrasto con essa proprio nella parte in cui attribuiva alla Conferenza Metropolitana (da convocarsi in Provincia dal presidente della Regione con la partecipazione di tutti i Sindaci dei Comuni della provincia) il potere di attivare il procedimento istitutivo della Città Metropolitana.
E la legge Prisco?
Vedi, accortasi dell'inapplicabilità della legge 265, la maggioranza di centro-sinistra ha presentato in Parlamento un disegno di legge se possibile ancora più incostituzionale della 265. Infatti, questo disegno di legge prevede un ente nuovo denominato Città di Roma distinto sia dal Comune, sia dalla Provincia, sia dalla sovrapposizione tra Comune e Provincia, in violazione sia all'art. 114 della Costituzione sia all'art. 133 Cost. in materia di modifica dei confini degli enti locali.
Il disegno di legge prevede anche la suddivisione del Comune di Roma in Comuni Metropolitani cosa che, pur auspicabile, non può essere imposta per legge, pena la violazione del potere discrezionale della Regione Lazio ai sensi dell'art. 133 comma secondo della Costituzione.
E il disegno di legge costituzionale sul federalismo?
Se per un verso va bene, almeno nella parte in cui prevede tra gli enti locali anche le Città metropolitane, devo far notare che quel progetto riserva allo Stato, in via esclusiva, l'ordinamento degli enti locali, estromettendo da tale materia tanto la Regione Lazio quanto la futura Città Metropolitana e questo, in tema di federalismo, no mi sembra affatto corretto.
Ma come se ne esce da questa situazione?
Con una buona dose di realismo e di buona volontà. Alla proposta della Giunta Comunale rispondiamo con una serie di emendamenti che hanno lo scopo di dare alle Circoscrizioni un volto giuridico nuovo. Non diciamo no a priori alle proposte della Giunta perché siamo consapevoli che, almeno per il momento, di più non si può ottenere; ma devono essere recuperati quei principi bocciati dalla Giunta in occasione dell'approvazione del nuovo regolamento.
Ce ne puoi elencare qualcuno?
Per esempio l'introduzione del principio di sussidiarietà non solo orizzontale (rapporto società civile/ istituzioni) ma anche verticale (rapporto Comune-Circoscrizioni); attribu-zione alle Circoscrizioni della soggettività giuridica; introduzione di una concertazione Comune Circoscrizioni prima del conferimento di nuove funzioni dal Comune alle Circoscrizioni; statutizzazione dell'autonomia di bilancio e della compartecipazione percentuale alle entrate riscosse in Circoscrizione; affidamento alle Circoscrizioni del Servizio affissioni e pubblicità. Ecco, questi sono alcuni degli emendamenti proposti. Magari con una aggiunta personale.
Che cosa proponi, ancora?
Che i Presidenti delle Circoscrizioni siano equiparati a tutti gli effetti ai Consiglieri Comunali e che siedano a pieno titolo in Consiglio Comunale.
Ci sono speranze che questi emendamenti passino?
Me lo auguro; Forza Italia darà battaglia sia in Consiglio Comunale che in tutte le Circoscrizioni.

Il Decentramento
Somm. Gen. '01 - N° 48