La favola di Natale
L'albero dei desideri


di Giovanna Gandolfi

Ormai le avventure di Babbo Natale sono diventate un attesissimo appuntamento per tutti i piccoli lettori di Zeus; e anche quest'anno non rimarranno delusi.
Anzi, il nostro simpatico personaggio si è affezionato così tanto ai suoi piccoli amici che ha deciso, nel S. Natale di quest'anno 2000, a detta di tutti così importante, di condividere con loro qualcosa di molto personale: i ricordi della sua infanzia.

Tanti, tanti anni fa, il piccolo Claus (pare sia questo il nome di battesimo del nostro eroe), viveva con la sua numerosa famiglia in un piccolo villaggio del nord della Finlandia.
Le loro possibilità economiche erano molto modeste, il mestiere di falegname del suo papà non rendeva poi moltissimo; in quanto alla sua mamma, oltre a dedicarsi alla casa che le dava parecchio da fare, doveva occuparsi dell'educazione di ben 5 figli, 3 maschietti e 2 femminucce.
Tuttavia, la loro vita trascorreva serena e, tra alti e bassi, riuscivano ad assicurarsi tutti i giorni il loro piatto di minestra calda (un toccasana, per il clima gelido della Finlandia!).
Certo, di gite, divertimenti e giocattoli costosi neanche l'ombra, altro che i bambini del 2000, abituati con INTERNET e POKEMON!
Ma per i 5 figli del falegname non era un problema, avevano tutti una fervida fantasia e si ingegnavano a costruirsi da soli dei giocattoli davvero originali.
Soprattutto Claus, il più grande dei fratelli, era abilissimo nei lavori manuali: spesso aiutava il padre in falegnameria, così aveva acquistato dimestichezza con il legno e con tutti gli arnesi per lavorarlo.
Ma, oltre alla costruzione di oggetti e giocattoli in legno, Claus aveva un'altra grande passione: quella per gli astri.
Il suo sogno era quello di diventare un giorno un astronauta, di viaggiare tra le stelle e scoprire nuovi, fantastici mondi.
Pensate che si era perfino costruito un telescopio rudimentale, con il quale passava ore ed ore alla finestra scrutando il cielo e.... sognando ad occhi aperti!
Una sera, proprio qualche giorno prima di Natale, mentre come al solito era intento a guardare le stelle, a Claus parve di scorgere una luce particolare, molto intensa, che sembrava splendere proprio sulla cima del monte di fronte al suo villaggio.
Per quanto si sforzasse, il piccolo non riusciva a capire di cosa si trattasse: di sicuro non era una stella, ma non era neanche il lume di una casa, era troppo sfavillante. Che mistero!
Quella notte, il bimbo non riuscì a chiudere occhio per la curiosità, ma l'indomani mattina, di buon'ora, senza dir nulla alla sua famiglia, uscì di casa, deciso a scoprire cosa fosse quello strano bagliore sulla montagna.
Camminò tutto il giorno, percorrendo sentieri scoscesi e impervi, oltrepassò torrenti ghiacciati, vide paesaggi a lui sconosciuti e.... calata la sera, si accorse di essersi perduto!
Chissà come erano in pensiero i suoi genitori! Che fare?
Tanto più che ormai era buio e Claus cominciava ad essere stanco, molto stanco...
Alzato lo sguardo, scorse una piccola radura con al centro un gigantesco albero dalla grande chioma ad ombrello; il bimbo decise di fermarsi un po' sotto quelle folte fronde: si accovacciò ai piedi dell'albero e ben presto si addormentò.
Trascorso un tempo che a lui sembrò infinito, fu svegliato da un bagliore accecante che sembrava avvolgerlo tutto. Dapprima non si rese conto di dove fosse e cosa stesse accadendo, ma poi si accorse che era l'albero sotto il quale aveva riposato, che emanava quella luce straordinaria: era diventato tutto d'argento, dalle radici alle foglie!
Che stranezza, come aveva fatto a trasformarsi così? Che fosse proprio quell'albero prodigioso la fonte di quella luce sfavillante che tanto lo aveva incuriosito la sera prima?

"Claus! Ehi, Claus!" Il bimbo si voltò sorpreso, ma non vide nessuno. Chissà da dove proveniva quella vocina squillante!
"Claus, sono qui, ai tuoi piedi!" - insistette la vocina.
Claus abbassò lo sguardo, ed ecco apparire, tra l'erba, un omino piccolo piccolo, con un buffo cappellino rosso a punta.
"Sono un elfo dei boschi" - si presentò lo strano esserino - e sono qui per farti un regalo di Natale.
Vedi che meraviglia l'albero sotto il quale ti sei addormentato?
Questo è un albero magico, capace di esaudire qualsiasi desiderio.
Ogni sua foglia, staccata dai rami, si tramuta in un sogno realizzato; lo Spirito del Bosco mi ha mandato qua per concedertene 3: stacca una foglia per ognuna delle 3 cose che più ti stanno a cuore e vedrai che presto diverranno realtà!"

Claus era ammutolito, sempre più sorpreso, non sapeva se credere o no alla storia di quel buffo omino.
"Dai, cosa aspetti? Non farti pregare, altrimenti l'incantesimo svanirà!" - insistette l'elfo, sgranando quei suoi occhietti vispi e nerissimi.
"Ma sì, tanto cosa ho da perdere?" - pensò Claus, e staccò la prima foglia, esprimendo il desiderio che i suoi fratelli e sorelle potessero avere, quel Natale, degli splendidi regali come tutti gli altri bambini;  poi staccò la seconda foglia, chiedendo di potere al più presto ritrovare la strada di casa e riabbracciare i suoi genitori; nell'allungare la mano per staccare la terza foglia, sentì il cuore battere forte forte: stava per chiedere che si realizzasse il suo sogno più grande, quello di poter solcare i cieli e viaggiare tra le stelle!

Tremando, staccò dal ramo la terza foglia d'argento e, un attimo dopo , si sentì come rapire da una brezza leggera, un venticello che, cullandolo dolcemente, lo trasportò in volo fino al cortile della sua casetta.
Penso possiate immaginare la fine della storia: quell'anno, il Natale di Claus e dei suoi fratelli fu davvero meraviglioso, in quanto al suo grande sogno.... beh, penso proprio che si sia realizzato, non credete anche voi?




  BUON NATALE  A TUTTI!

I racconti di Zeus

SOM. DIC. '00 N° 47