Perché continuiamo a chiamarla "pedofilia"?

Pedofilia è chiaramente una parola di derivazione greca: e filia in greco vuol dire amore; paidos fanciullo: a chi mi dice pedofilia a me viene in mente Platone, Socrate, Pitagora e il rapporto che intercorreva fra questi educatori ed i loro discepoli.
Un rapporto, appunto, di amore e di apertura alla conoscenza che passava anche attraverso la tenerezza reciproca.
La società greca e i suoi costumi non ci sono più. Ma perché questa società si ostina a chiamare le cose mostruose che avvengono nei nostri tempi con un termine arcaico, che non è rispondente alla realtà del vissuto di oggi?
Se si vuole mantenere proprio una terminologia greca, si potrebbe ricorrere alla parola "pipes" (corruttore) e quindi si potrebbe dire pedopipea; oppure,ancora meglio, alla parola paidolumas (distruttore del figlio) e quindi si potrebbe dire pedolumia.
C'è invece l'ipocrisia di chiamare l'orrore con questo termine dolce e nel suono e nelle immagini e sensazioni che evoca.
Cosa c'è di "filia" nel commercio delle carni dei cuccioli umani?
Cosa c'è di "filia" nello strazio a cui questi cuccioli sono sottoposti, uno strazio portato fino all'estremo, fino alla morte?
Cosa c'è di "filia" nel piacere morboso di "guardare" questo strazio e da questo strazio provare piacere, nei miliardi che si ricavano dalle cassette che questo strazio registrano e mandano in giro per le case degli "onesti cittadini" e anche di quelli non tanto onesti?
Qui non si tratta di "filia", ma di mero business, la carne umana diventa sempre più merce: non bastano i soldi procurati dalla droga, né quelli della prostituzione tradizionale, occorre ricavare soldi da carne sempre più tenera.
Ora qualcuno viene a chiedere scusa per la "svista" che è avvenuta sui TG1 e TG3 di prima serata.
E questi qualcuno ci vengono a dire: "Vi promettiamo che non lo faremo più".
E non si fermano nemmeno un momento a pensare che l'inno al denaro facile, questo peana reiterato ed invadente, permea tutta la struttura in cui lavorano: si incomincia dalla mattina fino alla sera con giochi e giochini che non fanno altro che distribuire milioni per le risposte più cretine, per finire alla grande coi stramiliardi dei straenalotti.
Quello che una volta si chiamava "rispetto umano" non ha più diritto di cittadinanza nella società massmediatica: la "gente" fa la fila per apparire in TV e rimediare qualche lira sbattendo i "fatti loro" in faccia a tutti: è un generale spiare e guardare dal buco della serratura, una cultura della curiosità malsana che viene diffusa in abbondanza.
E uno non può nemmeno dire "cambio canale", perché i canali sono tutti uguali, come i partiti, del resto, che ci stanno dietro.
Quindi ipocrisia su ipocrisia: quella del termine che definisce l'orrore, quella delle scuse che, lo sappiamo, non porteranno a nessuna seria autocritica.
E su tutto l'ipocrisia di non voler ammettere che la cosiddetta "pedofilia", ormai pure lei è diventata strutturale al sistema.
Quando qualcosa diventa strutturale per creare profitto, è difficile estirparla se non si cambiano i "parametri", lo abbiamo visto col problema droga, no?
Si inventano soluzioni su soluzioni, ma non se ne viene a capo.
Lo stesso avverrà per quello che si ostinano a chiamare "pedofilia", se non si prende coscienza dei meccanismi di profitto che ci sono dietro e se non si combatte contro tutti i meccanismi di profitto, anche quelli che all'apparenza sembrano più banali, ma che poi, a veder bene, sono la radice di quelli più orrendi.
Chi fa più caso alla violenza che passa in televisione a tutte le ore, tra film e telefilm?
Qui è uno scannatoio continuo, con dovizia di particolari e abbondanza di sangue che schizza da tutte le parti: qualche anno fa si protestava per queste cose, c'era anche chi proponeva di non pagare il canone, ora passano inosservate: abbiamo fatto il callo alla violenza, e pure frati e monache vanno in questa bolgia infernale che si chiama TV!
La violenza e l'idiozia sono le colonne sonore della "normale casa di normale famigliola".
Ogni tanto ci svegliamo dal letargo e guardiamo stupiti giovani che lanciano sassi dal cavalcavia, o ragazzine che confessano candidamente di aver ucciso per vedere cosa si "provava" e ammettono che, sì, è stata una bella esperienza.
Pare che l'unica cosa che faccia scandalo in TV siano i filmati sui bambini che muoiono di fame e di guerra in Africa, infatti li danno a notte fonda, quelle sì che sono scene da non far vedere!
Forse qualcuno può incominciare a pensare che qualcosa non va!
Vittoria per L'Avamposto degli Incompatibili

Della Salute
Somm. Ott. '00 - N° 45