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ZIO PAPERONE E LA RIVINCITA DEGLI INERTI

STORIA DISEGNATA DA LUCIANO GATTO

testi di Rodolfo Cimino, disegni di Luciano Gatto e inchiostri di Michele Mazzon.

da Topolino 2395 del 23 ottobre 2001

 

E' mattina e, dopo aver bevuto una tazza di te, Paperone si dirige verso l'Associazione Minatori per difendere il suo diritto a continuare a trivellare, avvisando Battista di non aspettarlo per il pranzo. Intanto i tre nipotini hanno letto la notizia del convegno e, incuriositi, decidono di andarvi a partecipare con Paperino ma questi si rifiuta così i nipotini sono costretti ad andarci da soli. Nel palazzetto tutti gli studiosi sono a favore del ricco magnate, tranne uno, Cassandrus, che è sicuro che prima o poi la terra reagirà ai danni che l'uomo sta facendo ma viene messo a tacere a suon di botte. Finita la contesa i vari dotti, insieme a Paperone si ritrovano a festeggiare e lo zio di Paperino decide di acquisire i diritti di sfruttamento di tutte le montagne formate da rocce porose. Tempo dopo il deposito del riccastro viene invaso da registratori di cassa che lavorano ininterrottamente per due mesi giorno in cui lo zio fa visita a Paperino per il pranzo. Il nipote gli fa firmare un'impegnativa in cui si impegna a pagargli  dieci dollari ad involtino. Il pasto di Paperone viene però rovinato dal dotto al quale il papero lancia tutte le cibarie. Tempo dopo le montagne porose iniziano a brontolare e, dopo poco tempo, questi brusii arrivano fino a Paperopoli inducendo Paperone ad indire una conferenza stampa dove far dire ad un geologo che non ci sono problemi e che sono i brontolii di dei dinosauri che tornano in superficie dopo anni. Usciti dalla sala Paperone e gli altri dotti vengono fermati da Cassandrus che continua a ribadire le sue idee ma viene di nuovo inseguito dall'uomo. Giorni dopo il sole è sparito dalla nebbia e Cassandrus continua a dire la sua verità ma questa volta Paperone non ha più il supporto degli altri dotti che se ne vanno. Al deposito il sole è tornato. Il giorno dopo Battista è sommerso di lettere e fax che affermano che le statue si sono mosse e marciano verso il deposito. Giorni dopo, alla televisione, si viene a sapere che le statue si sono immerse nell'Oceano. La paura è tanta e Paperone chiede aiuto alla città ma gli viene negato adducendo il fatto che solamente Paperone e il suo deposito stanno rischiando e non tutta la comunità. Tornato al deposito, Paperone inizia i turni di guardia con Battista. Giorni dopo, presso l'Oceano, Paperino e i nipoti scoprono che gli inerti stanno riaffiorando dall'acqua e, una volta avvertito Paperone, questi contatta Cassandrus che afferma che l'unico modo che ha di fermarli è ricoprire tutte le statue d'oro. Paperone firma e queste si fermano. Una volta rimpatriate tutte le statue, al deposito, Paperino si ferma per riscuotere i suoi crediti e il vecchio zio è costretto a capitolare. Tempo dopo, dal deposito, è in costruzione un locale che, secondo le parole di Paperone a Paperino e nipoti, servirà per studiare a come evitare i lamenti della terra mentre lui ricomincerà a scavare imparando, come suo solito, dagli errori commessi.

 

NOTE:

I due gattini che Luciano Gatto inserisce nella storia per richiamare il suo cognome sono, il primo all'undicesima tavola, di fronte a casa di Paperino e il secondo nell'ultima tavola, appoggiato sulla parola FINE.

 

Personaggi e Interpreti:

 

Alcuni protagonisti della storia in questione: Zio Paperone, Paperino e Qui Quo Qua.

Partecipa anche Battista, il maggiordomo di Paperone.

 

COPERTINE:

da Topolino 2395 del 23 ottobre 2001

 

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