Un Inganno
5° parte - finale
 

<<Il signore ha altri ordini?>>
<<No, Baptiste, puoi andare, finirò da solo>>
<<Bene signore>>
Quando il maggiordomo si fu ritirato, Jean Paul si osservò allo specchio con aria critica.
Un abito nero di velluto, lo jabeau rosso rovesciato sul petto, il cameo dorato che risaltava sotto il mento, reso pallido dalla cipria. Mancavano solo la maschera e il cappello a tricorno.
Si spalmò ancora un poco di cipria sulla fronte e si dipinse un neo sulla guancia.
Il risultato finale lo soddisfò.
Prese il mantello nero e si chiuse la porta della camera alle sue spalle.
Era la sera del ballo presso la residenza di Madame Elizabeth.
<<Se il signore è pronto, la carrozza lo attende>>
<<Bene, buonanotte>> disse il padrone di casa uscendo in cortile.
Si accomodò sul sedile vellutato della sua carrozza e diede ordine al cocchiere di partire.
Mentre procedeva verso Versailles, Jean Paul frugò nella tasca del mantello per assicurarsi che non avesse dimenticato nulla.
Trovò quello che cercava.
Estrasse la bottiglietta con il liquido che Cagliostro gli aveva dato e la osservò con aria pensierosa; la rigirò fra le mani, …poche gocce nel vino…e…, ma nel suo intimo c’era qualcosa che lo rendeva titubante.
Ripensò allora ad una settimana prima, quando lei gli si era presentata a casa…e alla sera che l’aveva vista tra le braccia di quell’uomo….
Voleva a tutti i costi convincersi che quello che voleva fare era giusto.
Voleva dare una lezione a quella donna così altera e superba, farle capire che lei era solo una donna e che soprattutto non poteva prendersi gioco di uno come lui.
Rimise la boccetta nel mantello, nel frattempo era arrivato a destinazione.

Il salone era gremito di gente.
Un vociare quasi assordante.
Mille volti ignoti che scrutavano altri volti mascherati, per provare ad indovinare chi si nascondeva dietro la maschera.
Che ipocriti!
Tutti riconoscevano tutti, ma facevano finta di nulla, era un buon pretesto per parlare male gli uni degli altri.
Si mischiò alla gente.
Molti sguardi ammirati di fanciulle mascherate si rivolsero verso di lui.
Era indubbiamente un bell’uomo e l’abbigliamento che aveva scelto faceva risaltare ancora di più il suo aspetto.
Jean Paul odiava la parrucca e non la indossava mai, ma quella sera aveva optato per portarla.
Il colore cinerino dei capelli finti e il nero del suo abito creavano un effetto quasi surreale.
Il bianco della cipria sul suo viso e lo jabeau rosso risaltavano il colore purpureo delle sue labbra.
Poco rossetto, il minimo indispensabile.
All’improvviso, come rispondendo ad un muto richiamo, si voltò e il suo sguardo andò a incrociare quello di lei.
Alta uniforme di gala, bianca come la neve.
Oscar Francois de Jarjayes quella sera era di una bellezza sconvolgente.
Non aveva la maschera, non ne aveva bisogno, ma anche se l’avesse avuta, lui l’avrebbe riconosciuta immediatamente.
Era appoggiata al muro, a pochi passi da lui.
<<Siete elegantissima, Madamigella Oscar>>
Lei si voltò, come se quelle parole la riportassero indietro dai suoi pensieri alla realtà.
Lo osservò per una frazione di secondo, cercando di mettere a fuoco quegli occhi che la osservavano da dietro la maschera.
Capì immediatamente chi era il suo interlocutore, benchè costui celasse il viso dietro una maschera nera.
<<Buonasera monsieur>>. Tono freddo ma inaspettatamente cordiale.
<<Non avrei mai pensato di potervi vedere un giorno in alta uniforme, madamigella,  - continuò Jean Paul - ne sono piacevolmente sorpreso>>
<<Conte de Prés, molte fanciulle farebbero a gara per rimanere a parlare con voi solo per qualche minuto….e perdete il vostro tempo con me?>> sorrideva mentre pronunciava questa frase…
Jean Paul non poteva crederci.
Era la prima volta che si rivolgeva a lui col sorriso sulle labbra.
La osservò e sembrava sincera, non fingeva.
Questo piccolo fuori programma gli riempì il cuore di gioia, sembrava tornato ragazzino quando il più piccolo complimento, lo rendeva felice.
<<Oscar, voi siete la ragione per cui questa sera mi trovo qui... - si arrischiò, sperando di non infastidirla troppo - devo dire che il sorriso vi dona..dovreste sorridere più spesso sapete…>>
Lei abbassò gli occhi, come se fosse preda di qualche emozione.
<<Ma non voglio importunarvi - continuò lui -  anzi, vi chiedo cortesemente di perdonare tutto il mio ardore di questi giorni…prometto che….prometto che non vi infastidirò più>>
Sembrava sincero.
Per una volta - pensò Oscar - i suoi occhi non tradiscono secondi fini.
<<A cosa devo questa decisione, conte?>>
<<Mi sono semplicemente accorto di aver esagerato con voi. Riconosco che il mio comportamento è stato al limite della vostra sopportazione, sono stato quanto mai maleducato e vi porto troppo rispetto per continuare a darvi fastidio.>>
Ma lei pareva non ascoltarlo, come se avesse altri pensieri.
<<Mi posso permettere di chiedervi se qualcosa vi turba, Oscar? Non mi sembrate dell’umore solito..>>
Oscar non era avvezza a confidarsi, meno che meno con la persona che aveva davanti.
<<Conte de Prés…- sembrava imbarazzata - lasciamo stare, ve ne prego…>>
Si allontanò da lui.
Questa sera sembrate un’altra persona, Oscar, dov’è finito il militare imperturbabile? Siete fragile anche voi, come le altre donne, no, forse lo siete di più perché non ve ne rendete conto.
Sarebbe facile adesso potervi fare del male, sarebbe facile obbligarvi a fare qualcosa che non volete fare….
Ma io non lo farò.
No.
Non lo farò, perché vi porto troppo rispetto, perché vi amo.
La osservò mentre si dirigeva verso la terrazza del palazzo.
La seguì piano, senza farsi notare.
Lei appoggiò le mani sul parapetto e fissò un punto nel buio.
La brezza della notte giocava con i suoi capelli e sembrava quasi lenire le sue sofferenze.
Doveva subire dei profondi travagli interiori, pensò Jean Paul, non doveva essere assolutamente facile per lei capire esattamente cosa voleva fare della sua vita.
Donna/uomo/donna.
E lui, con il suo comportamento aveva ulteriormente aggravato il suo tormento.
Era stato egoista, ora se ne rendeva conto, aveva pensato solo ed esclusivamente al suo piacere personale.
Jean Paul si voltò e uscì dalla sala.
Si ritrovò fuori, nel parco di Versailles a camminare lungo il Grand Canal.
Estrasse dalla tasca la bottiglietta e la strinse nel palmo della mano, aveva preso la sua decisione.
Questa non mi serve più.
Con un lungo lancio, la gettò nel lago e questo gesto gli procurò sollievo.
Gli tornarono alla mente le parole di Cagliostro “l’amore non si può comperare”.
In fondo ci aveva sempre creduto anche lui…
Quando si voltò per tornare alla reggia, lei era ancora nella stessa posizione di quando l'aveva lasciata: appoggiata allo stesso balcone.
Senza che lei lo vedesse, lui la salutò con la mano, e le inviò un bacio con le dita.
Addio, amor mio. Partirò perché è troppo doloroso vivervi accanto senza potervi toccare. Ma grazie a voi ho imparato qualcosa di importante e di questo non so veramente come potervi ringraziare.
La prima, vera decisione della sua vita, l’aveva presa in quel momento.

EPILOGO

Una mattina di qualche mese dopo, Oscar si avviava come di consueto alla caserma della guardia reale.
Passò sotto il porticato della piazza d’armi e scorse una figura sull’attenti.
Sicura si trattasse del Conte de Prés, quasi ne fu tranquillizzata perché era già da qualche mese che nessuno lo vedeva più in giro e le chiacchiere cominciavano a prendere piede.
Era pronta a dargli il solito saluto ma quando fu abbastanza vicina, si accorse che invece si trattava di Girodel.
Del conte Jean Paul de Prés non se ne seppe più nulla per qualche tempo.
Si venne successivamente a conoscenza che egli aveva raggiunto suo padre a Napoli, si era sposato con una nobildonna italiana e aveva ereditato la carica di ambasciatore, alla morte del genitore.
Il conte Jean Paul de Prés, da allora, era stato pressoché dimenticato dall’intera corte.
Anni dopo, alcuni ambasciatori provenienti dall’Italia, portarono notizie secondo le quali Cagliostro, il noto "ciarlatano" che aveva fatto parlare di se' per molto tempo in Francia, e che era stato coinvolto nello scandalo della collana, era stato rinchiuso nella fortezza papale di San Leo, nelle Marche (1) , assieme a Serafina, sua moglie, con l'accusa per entrambi di eresia e di aver cospirato contro lo Stato della Chiesa e il potere temporale.
Assieme a loro fu arrestato anche il Jean Paul de Prés, accusato anch’egli degli stessi crimini e privato di tutti i suoi averi e del suo titolo. Da quel momento, alla corte di Versailles,  il nome dei de Prés fu nuovamente sulla bocca dei pettogoli, finchè ricadde nel dimenticatoio dopo che si seppe che Jean Paul morì in prigione per sfinimenti, qualche anno dopo Cagliostro.
 

Fine
 

(1) Questo è vero. Si veda, per ulteriori informazioni in proposito, la sezione su questo sito, dedicata a Cagliostro.
 

                                                                                                                                   Alex
 
 

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