UNA SERATA AL RODOLICO

Testimonianza dell’occupazione

DI FRANCESCO BARBIERI

Come faccio ad entrare all’ occupazione del Rodolico in Via Senese? Beh…o sono un interno, oppure dovrei stare molto simpatico al Popolizio, il nostro grande presidente del Comitato di Sorveglianza, perché arrivato all’entrata ho trovato il cancello ben custodito da uomini di grossa corporatura,  che appena fatto pochi metri mi hanno lanciato occhiate minacciose e diffidenti.

Per fortuna sono rappresentante d’Istituto e non ho avuto difficoltà ad entrare (anche se gli occhi penetranti del Fagnini per un momento mi hanno fatto rabbrividire…).

 

Bene, sono salito in palestra, e cosa trovo?…Una situazione che ad ogni ora del giorno (e di notte) non è mai stata assente (chissà perché…): un monte di gente che gioca sia a calcio che a pallavolo (a volte anche simultaneamente); e ciò è positivo, perché dopo ore passate in una stanza a discutere di come organizzare la giornata seguente il pensiero di trovare sempre gente in palestra che gioca e che magari possa sfogarmi facendo due tiri (di pallone) mi fa sempre piacere …
Gente che gioca a pallavolo non è la sola cosa in palestra che mi rende felice; infatti mi giro verso gli strumenti da palestra e cosa vedo??…la bella Laurina che apprezza il mio servizio cinematografico stampando in primo piano una bella pernacchia. Birboncella…
Bene, sono entrato nella vera e propria scuola e chi trovo in corridoio? Il mitico Bigazzi che impegnato nel suo ruolo di capo, è riuscito a concedermi un attimo di evasione accogliendomi a braccia aperte. Che ragazzo disponibile…
Non c’è occupazione senza un concerto. Ed il Rodolico ha pensato anche a questo. Infatti entro in un’aula (credo sia la 1°A) e trovo un complesso formato da chitarristi e cantanti che intona una canzone di Ligabue. Beh, non è un concerto vero e proprio, ma ragazzi, credetemi vedere gente che suona e che canta ad alto volume in un’aula che aveva sentito come volume più alto una professoressa incazzata è veramente emozionante…
Salgo al terzo piano, ed è silenzio. D’altronde, l’occupazione non è solo un momento di confusione e casino, ma anche il momento giusto di godersi il silenzio e la strana atmosfera di un corridoio senza professori o bidelli vaganti…
Come poteva mancare l’avvento improvviso della “mamma dell’occupazione” Camilla? Il suo intervento provvidenziale ha dato un tocco di movimento al servizio che senza la presenza della donna che si è presa cura di tutti gli studenti occupanti si stava rendendo “incompleto” …
E’ arrivato il momento di andar via. Ma per uscire devo passare dalla palestra e qui trovo ancora più gente di prima ed alcuni lanciano con sentimento messaggi di protesta; a chi, naturalmente, non posso dirlo, ma siano sbagliati o no, significa che questo occupazione è sentita veramente …
Sono uscito dalla scuola, e prima di spengere la telecamera do un ultimo sguardo alla mia scuola: stasera ho trovato sicuramente qualcosa di diverso e spero che il cambiamento voluto dai miei compagni verso la nostra scuola non si riferisca solo a queste emozionanti sere…