9 marzo 2002
Una preside racconta: così ho visto cadere i ragazzi più fragili | |||||||||||
|
|||||||||||
Coloro che «partono» alla
prima fiala appartengono alla categoria di quelli che una volta provata
una sostanza sia essa tabacco, hashish, droga pesante di ogni tipo cade
subito in assuefazione e nessuno di noi, prima di provare, può sapere a
che categoria appartiene e, continuò, voi che operate nella scuola ditelo
ai vostri studenti. Io non ho fatto che dirlo e ripeterlo perché a questa categoria appartiene il 7% di coloro che si avvicinano a queste sostanze. Tutti noi conosciamo persone che non possono smettere di fumare anche se affette da enfisema polmonare o da grossi problemi al cuore e le droghe leggere nel 7% dei casi catturano chi le usa con necessità sempre maggiori. Ho conosciuto abbastanza studenti che hanno cominciato come tutti i loro compagni come per rito di iniziazione a farsi una «canna», e mentre per gli altri restava un rito saltuario, qualcosa che si poteva abbandonare in qualunque momento, per loro diventava una necessità sempre più pressante ed era necessario uscire di classe arrivavano sempre più tardi sempre più strani. Diminuisce infatti il potere di concentrazione e la capacità di impegno, diminuisce il potere di inibizione con conseguenze diverse a seconda del carattere personale dello studente. Allora cominciano ad avere un profitto sempre più scarso, ma con un po' di roba non importa più tanto. Non è difficile individuare la causa di questo cambiamento e allora si mobilitano i docento, i C.I.C., si coinvolgono i genitori ma quel "7%" continua ad avere un rendimento sempre più scarso e alla fine la scuola non può più promuoverli, non può più aiutarli anche perché spesso smettono di venire. Ho sentito una volta don Stinghi sostenere ad un'assemblea degli studenti che spesso i giovani si rifugiano nella droga perché la scuola li ha emarginati. E' un gatto che si morde la coda: è la droga anche leggera che avvia il decadimento del profitto, e il decadimento del profitto e gli infiniti problemi che nascono sempre li spingono sempre più verso la droga. I giovani si sentono onnipotenti, ognuno di loro è convinto di provare e di smettere in ogni momento ma non è così, i più fragili cadono, individuare di chi è la colpa non è facile. Erina Cini Bandini Preside del liceo scientifico «Niccolò Rodolico» |
|||||||||||