Lettera
a tutti i genitori: i vostri figli occupano per non «far niente»
Lettera a tutti i genitori: i vostri figli occupano
per non «far niente». Il grido d'allarme è quello della preside del
liceo scientifico Rodolico, Erina Cini, che ha fatto recapitare a mamme e
papà una missiva per informarli su ciò che sta succedendo all'interno
dell'istituto, attualmente gestito, giorno e notte, da un gruppo di
studenti della stessa scuola. Nel testo la Cini descrive scene di bivacco
conseguenti a un'interruzione immotivata delle lezioni, voluta da pochi
organizzatori, anche se «la maggior parte li segue», scrive la capo
istituto. Secondo lei l'occupazione in corso è solo un atto di rivalsa
contro docenti e scuola, da parte degli studenti più asini, «con pessimo
curriculum e che meno profittano delle lezioni», per amor di precisione.
La preside, per la verità, in passato si è sempre contraddistinta per il
dialogo che sapeva instaurare con gli studenti.
E anche questa volta aveva messo sul piatto la sua offerta, concedendo
quattro giorni dedicati all'approfondimento di temi pregnanti e legati
all'attualità, come su indicazione degli studenti. E invece, prosegue, «ha
prevalso la linea 'del non far niente'», quella dura dell'occupazione.
Poi i ragazzi sono accusati «di infantilismo che arreca avvilimento al
corpo docente» e che potrebbe sfociare anche nell'illegalità, visto che
è stata imposta l'interruzione delle lezioni. E a questo proposito li si
mette in guardia perché il collegio dei docenti attuerà «sanzioni
disciplinari nei confronti degli studenti sicuramente responsabili
dell'accaduto». La lettera fu spedita, due lunedì fa, al primo cenno di
subbuglio e di certo non ha contribuito a svelenire gli animi. Infatti fra
venerdì e sabato, agenti delle forze dell'ordine hanno dovuto presentarsi
almeno un paio di volte. La prima nella sede distaccata in via
Baldovinetti e l'altra in sede centrale.
Sebbene il primo blitz risalga al pomeriggio di lunedì 18 novembre, primo
timido tentativo di occupazione, subito fatto rientrare dalla Digos.
Tuttavia la voglia di protesta non è stata sradicata ed è rimasta in
sonno per altri due giorni. Dopodiché è esplosa di nuovo mercoledì,
giorno in cui il Rodolico è passato tutto nelle mani dei ragazzi
(presidenza e segreterie escluse, ovviamente). Gli occupanti si difendono
dalle accuse mosse dalla preside sfoderando un'agenda fitta di assemblee,
dibattiti e confronti organizzati un po' all'interno della scuola e un po'
alla casa del popolo delle Due Strade. «La preside – ribatte Giulio –
non ha voluto ascoltarci e ci ha chiesto di autogestirci per quattro
giorni di seguito, da recuperare utilizzando quelli concessi per le
assemblee mensili. Ma così, da ora a marzo, non avremmo più avuto modo
di riunirci». Comunque qua e là almeno un accenno di par condicio i
ragazzi lo hanno voluto dare. Infatti nonostante che ai dibattiti
partecipino per lo più esponenti di associazioni o partiti legati alla
sinistra, in un paio di occasioni sono stati invitati anche rappresentanti
di Forza Italia. Oggi dalle 10 a mezzogiorno è in calendario un
approfondimento sul tema della giustizia. E al circolo delle Due Strade,
se tutto va bene, dovrebbero arrivare Pancho Pardi, Paolo Cocchi dei Ds e
Lucia Tanti di Forza Italia. «Alle nostre iniziative – aggiunge Giulio
– sono invitati tutti i settori della scuola, docenti, personale Ata,
studenti e genitori».
All'occupazione è stato dato comunque termine che sarebbe venerdì
prossimo. «Non andremo oltre – conferma lo studente – e l'ultimo
giorno sarà dedicato alla pulizia di aule e corridoi, perché da lunedì
deve essere tutto in ordine». E forse ci sarà bisogno anche di
sostituire il vetro di una porta secondaria, mandato in frantumi da alcuni
esterni che durante la notte di sabato hanno tentato di irrompere
nell'edificio, senza riuscirci.
Michele Ontanetti
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E sulla pantera si
dividono anche le famiglie
La lettera firmata dalla preside ha già messo in
allarme parte dei genitori dello scientifico Rodolico.
Una preoccupazione rafforzata anche alle lamentele di alcuni studenti
estranei alla protesta in atto e che preferirebbero di gran lunga
continuare a fare lezione.
In particolare sarebbero i ragazzi di prima e seconda, a soffrire di più
del fatto che la didattica sia stata interrotta senza motivi
sufficientemente convincenti, come sostiene la preside Erina Cini.
La quale nel messaggio inviato alle famiglie afferma che per lo più sono
i ragazzi delle prime classi a cadere nella tentazione «del non voler far
niente».
Mentre sono proprio loro, prosegue la Cini, ad aver bisogno di lezioni
regolari, che li aiutino a superare le difficoltà dell'impatto del
passaggio dalle medie inferiori alle superiori.
Anche in questo caso gli occupanti replicano puntualmente, sventolando
un'altra lettera di segno contrario a quella della loro capo istituto e
firmata «un gruppo di genitori».
Che preferiscono però non riportare i propri nomi per il timore,
scrivono, che qualcuno possa rivalersi sui loro figli. |
«Mio figlio è
andato ma anche oggi non c'è lezione...»
Ho ricevuto anch'io, come gli altri genitori dei
ragazzi del Rodolico, la lettera della preside Cini. Prima impressione: il
clima dev'essere davvero teso se il responsabile dell'istituto scrive con
questo tono alle famiglie degli alunni.
Seconda reazione: vorrei capire qualcosa di più da mio figlio, visto che
dopo tre giorni (la lettera è arrivata il 20 novembre) non ha ancora
saputo spiegarmi come mai non c'è scuola.
Ho l'impressione che non l'abbia capito neanche lui, eppure ha
un'intelligenza perlomeno media. So che ha provato a entrare tre volte e
poi ci ha rinunciato, perché «tanto c'è solo casino, i banchi sono
accatastati, i professori ci sono, ma non fanno lezione, comandano i
ragazzi più grandi». E voi delle prime classi che fate? «Ci hanno solo
fatto spillare un po' di volantini, poca roba, io mi sono annoiato».
Mi è sembrato di capirlo, perché dopo il primo giorno non è più
rientrato a scuola. Esce la mattina alle sette, vede che aria tira e poi
torna a casa: «Babbo, anche oggi nulla...». Il tono è dispiaciuto, ma
poi — invece della scuola — lui corre a occupare la postazione della
Play Station.
Un genitore |