Giornata della memoria 2002
[da La Repubblica, 28.1.2002]
Al teatro di Rifredi
la cerimonia finale del concorso riservato alle scuole la premiazione
Tanti piccoli poeti al lavoro per non dimenticare
Anna Frank
ELISABETTA BERTI
Sono stati premiati nella Giornata della memoria, in un affollato Teatro di Rifredi, i giovani vincitori del concorso «1942-2002: 60 anni per non dimenticare», manifestazione che proprio il Teatro di Rifredi, con la comunità ebraica di Firenze, aveva indetto per promuovere nelle scuole una riflessione sulla memoria storica della Shoah. Dei 205 contributi creativi pervenuti, per totale di 648 studenti concorrenti, la giuria ne ha selezionati sette che hanno ricevuto una targa di riconoscimento abbinata ad altri premi offerti dalla comunità ebraica, dall'ambasciata di Israele, dalla Provincia di Firenze e dallo stesso teatro. La classe IIIa F della scuola media Marconi Frank di Pistoia è stata premiata per un diario di cui ciascun studente ha realizzato una pagina, la IVa A e la IVa B dell'Istituto professionale Pacinotti di Pontedera invece, per un cdrom con documenti inediti sul destino degli ebrei in Italia e in Europa; Costanza Cavicchioli della Va F del liceo scientifico da Vinci di Firenze ha anch'essa presentato un cdrom, mentre Martina Marmi della Ia B dell'istituto Petrocchi di Pistoia ha realizzato un disegno. Il premio dell'emozione va certo a Elisa Belli della Va B dell'Istituto magistrale Pascoli di Firenze per la canzone che ha composto ed eseguito, ma la vera sorpresa è arrivata con i componimenti di due giovanissimi. Quello di Guglielmo Mazzolini, 11 anni (che pubblichiamo sotto), premiato fuori concorso perché frequenta la quinta elementare, che ha rivisitato il dramma di Anna Frank attraverso gli occhi del soldato nazista che l'arrestò, e la poesia «ermetica» del tredicenne Igor Magni dal titolo «Il Buio» e composta da soli due versi: Ho dimenticato il futuro/dei miei sogni di bambino.
Uno studente di 11 anni
immagina di vivere i sentimenti del soldato nazista che catturò la ragazzina
ebrea il racconto
"Feci irruzione in quella soffitta non riesco a
cancellare i tuoi occhi"
GUGLIELMO MAZZOLINI
Il sole illuminava
debolmente la Prinsengracht e quell'edificio grigio, che è stato silenzioso
custode dei tuoi ultimi sogni. Non era un'estate calda: era piovuto a lungo e i
campi erano verdi. Ma le corolle dei tulipani erano piegate, stanche, oppresse
dal lungo vento della guerra. Sono stato io, Alberto, oppure Heinrich oppure
ancora Hans o Wolfgang... sono stato io a fare irruzione nella tua soffitta e
nel calendario senza fine delle tue speranze.
Era un giorno come tanti altri ed era un lavoro abituale: si trattava di
difendere il nostro paese dagli ebrei, come ci avevano insegnato e io eseguivo
fedele alla patria.
Il generale ci ricordava sempre che gli ebrei inondavano come piccole formiche
il nostro Stato e noi li dovevamo sterminare, per difendere la nostra razza e,
con la stessa naturalezza e spietatezza con cui eliminavamo i parassiti, così
abbiamo cercato di fare con voi.
Adesso io vivo in Sudamerica, con mia moglie e quattro figli e il sole che sorge
ogni mattina sulla mia casa, sul mio giardino, sull'apparente normalità dei
miei sogni, è un sole luminoso, vivo, impietoso nel suo calore.
Eppure, questo sole non riscalda il mio cuore, non scioglie la nebbia dei miei
ricordi. Sono passati tanti anni una delle mie nipotine ha forse la tua età di
allora i tuoi occhi. I suoi occhi, forse è questa la mia punizione la mia
condanna, il non poter guardare una bambina negli occhi, senza dover abbassare
lo sguardo.
Non riesco a sostenere l'innocenza di quegli occhi....
Ho provato a cancellare a dimenticare i suoni, le voci di quegli anni, ma non ci
sono riuscito nemmeno sotto questo sole che abbaglia e che confonde i contorni
delle cose; i miei pensieri e i miei ricordi, rimangono nitidi nella coscienza.
Soffia un vento caldo, il mare e il cielo sono sempre di un azzurro irreale,
eppure i tulipani nel mio giardino, chinano sempre la testa