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[riflessioni di una studentessa: bush, bin laden e molto altro]

(10 ottobre 2001, in sottofondo sangue su sangue di de gregori)

 
They are dedicated. they are honorable. They represent the best of our country, and we are grateful/
Dio li benedica, e conceda loro un posto supremo in Paradiso, poiché Egli è l'unico che ha la capacità e il diritto di farlo.
The objectives are clear
Io sostengo che il problema è molto chiaro
We ask a lot of those who wear our uniform. [..] even to be prepared to the ultimate sacrifice of their lives. [..] Since September 11 Americans have gained new understanding of the value of freedom and its cost and duty and its sacrifice/
Ogni musulmano dopo questi fatti dovrebbe combattere per la propria religione
The United States of America is an enemy of those who aid terrorists [..] This military action is part of our campaign against terrorism/
Loro, gli americani, sostengono questa bugia mondiale, che combattono contro il terrorismo
In this conflict, there is no neutral ground/
Dico loro che questi fatti hanno diviso il mondo in due campi: quello di chi ha fede e quello degli infedeli
We defend the freedom of people everywhere to live and raise their children free from fear/
Ogni musulmano deve sollevarsi e difendere la propria religione
The battle is now joined on many fronts. We will not waiver, we will not falter and we will not fail/
Il vento della fede e il vento del cambiamento stanno soffiando per estirpare il male dalla penisola di Maometto, la pace sia con Lui.
There can be no peace in a world of sudden terror.[..] the only way to pursue peace is to pursue those who threaten it. [..] Peace and freedom will prevail.
giuro su Dio che l'America non vivrà in pace sinché la pace non regnerà in Palestina
May God continue to bless America/
Dio è grande, sia gloria all'Islam".
 
questi alcuni punti in comune fra i discorsi di Bush e Bin Laden
[chi è che attacca l'altro se entrambi usano la parola difendere? da che parte sta dio se esiste (e se non esiste ci fa una figura migliore)? ]
 
Di paralleli se ne potrebbero fare diversi, fra discorsi del tipo Bush padre/Bush figlio, gli articoli Fallaci/Maraini, ma per cosa poi? Riguardo al discorso di stamattina (chiedo scusa a chi non capirà perchè non era presente), non so, mi sembra abbastanza logico e lineare in teoria e non conveniente e naturamente quindi inattuabile, se non altro perchè, prendendo ad esempio una nazione qualsiasi come l'Italia, possiamo osservare che ha vinto Berlusconi (e, nonostante la mia fiducia nella non stupidità della gente, stando ai sondaggi il 56% degli italiani è soddisfatto del nostro presidente del consiglio). Voglio dire che, volendo molto sintetizzare e semplificare tutto quanto, le elezioni il nostro amato cavaliere le ha vinte promettendo aumenti delle pensioni e meno tasse, mi pare. Quindi la maggioranza della popolazione, stando a questi dati di fatto, non mi sembra esattamente propensa a guadagnare e spendere meno soldi, ma anzi a quanto pare siamo tutti d'accordo e volenterosi quando si tratta di mandare avanti e ingigantire quella bella macchina piena di ingranaggi di cui parlavamo, il produci-vendi-guadagna-e-compra beni di consumo. E non credo che il resto dell'Occidente sia molto più altruista dell'Italia, quando si inizia a parlare di percentuali di entrate che scendono o di valori mibtel e nasdaq in negativo. E per quanto possiamo schifarci e indignarci al pensiero della situazione economica politica mondiale in generale, o smettere di spendere quelle dieci venti trentamila lire al mese per cinema caffè sigarette macchine nuove, ho qualche difficoltà a credere che questi atteggiamenti possano realmente incidere in qualche modo, anche minimo, su quelle immagini di bambini in Irak a cui fanno appello sia Bush che Bin Laden, e allora rieccoci punto e a capo. La domanda iniziale era cosa possiamo fare noi di pratico per fare qualcosa oltre a parlare, e mi dispiace ma la sua risposta di una graduale ridistribuzione delle ricchezze a livello internazionale non mi sembra realizzabile. Funziona in teoria, ma non in pratica (Giulio forse ora citerebbe Zenone..?). Per quasi tutto l'11 e anche un po' del 12 settembre c'è stata pochissima pubblicità su praticamente tutti i canali televisivi, in compenso la Borsa è stata riaperta il lunedì successivo, anche se erano senza acqua corrente e senza telefoni, tanto per far vedere ai loro nemici che l’accumulazione della ricchezza sarebbe andata avanti senza intoppi. Non sono d'accordo sulla inutilità delle manifestazioni, in quanto credo che sia in ogni caso un bene che i BBBB (Bush, Bin Laden, Blur, Berlusconi) & company siano a conoscenza che esiste una bella fetta di gente che non ha nessuna voglia di sentirsi dire che 'in this conflict, there is no neutral ground', però viene il dubbio che sia possibile sul serio fare qualcosa, a parte obbligare le persone a pensare.
Quindi giro la domanda a chiunque possieda un senso pratico leggermente più sviluppato della sottoscritta, e allego qualche farmmento di e-mail o pensieri secondo me interessanti.
'notte, tina
 
"[..]the economy is in a huge mess. since bombing only greenspan's artificial price support system of dropping interest rates is buying time for the world. a worldwide recession has to ensue since the us is the largest consumer of goods and we arent buying. nobody is going to the baseball, basketball, symphony, museums etc. people are staying home and not consuming. newspapers say this will be the worst Xmas since 1933. lots to look foreward to huh? will war rebound the economy? i guess the U.S. will no longer be accused of exploiting other countries if it stops buying products. some other wonderful philanthropic country like Libya can  now assume that role. can you imagine? Let's all eat, drink, and be merry, because you never know when the roof will cave in." 
 
"[..] «...ma nessuno vuole riflettere, nessuno vuole evitare la prossima guerra, nessuno vuol risparmiare a se' e ai propri figli il prossimo macello di milioni di individui. Rifletterci un'ora, chiedersi un momento fino a qual punto ognuno è partecipe e colpevole del disordine e della cattiveria del mondo: vedi, nessuno vuol farlo. E così si andrà avanti e la prossima guerra è preparata giorno per giorno con ardore da molte migliaia di uomini.[....] Non ha scopo pensare pensieri umani e dirli e scriverli, non ha scopo rimuginare in testa pensieri di bontà: per due o tre persone che lo fanno ci sono in compenso ogni giorno migliaia di giornali e di riviste e discorsi e sedute pubbliche e segrete che vogliono il contrario e lo ottengono.»
H. Hesse, Il Lupo della steppa, 1927
 
Ma, nonostante il pessimismo della ragione, vogliamo credere che abbia scopo pensare pensieri umani e dirli e scriverli. Vogliamo continuare a credere che le voci che chiedono la pace siano tante e ottengano di essere ascoltate." (Emergency)
 
"Ognuno di noi ha il diritto di mostrare e sventolare la bandiera che preferisce. Le bandiere delle nazioni portano il peso (nel bene e nel male) della storia, della politica, degli ideali, delle intenzioni dei paesi che rappresentano.
[..] Per cui non mi sorprende che ci siano persone che hanno idee diverse dalla mia sull’opportunità dello sventolare una bandiera. Perché lo sventolare la bandiera e il patriottismo li ritroviamo soltanto durante le guerre o gli eventi sportivi internazionali (in cui ci dimostriamo più bravi delle altre nazioni), e non durante imprese pacifiche come la costruzione di un ospedale o il salvataggio di una foresta? Devo aggiungere che questo fenomeno non coinvolge solo gli Americani.
Io credo che il fatto che delle persone manifestino intorno ad una qualsiasi bandiera, in un contesto di rabbia, dolore e guerra possa parzialmente unire una nazione, ma alla fine riuscirà a dividere il mondo. Al nostro concerto di domenica, ho suggerito che invece di una bandiera avremmo potuto usare come nostro simbolo un grande palloncino blu con un mappamondo disegnato sopra, per rappresentare la nostra unità. Una signora infatti ne aveva portato uno al concerto e lo aveva appoggiato sul palco… Essendo una persona che viaggia per il mondo, so che fuori dagli stati uniti la bandiera americana rappresenta la politica estera del nostro paese, e che quella politica è studiata essenzialmente per difendere gli interessi economici degli Stati Uniti invece degli interessi umani o ambientali di tutto il mondo; siamo nel migliore dei casi i più temuti, nel peggiore i più odiati. Manifestare intorno alla bandiera e dire che saremo uniti “da buoni Americani” mentre facciamo il nostro ingresso nella prima guerra del 21esimo secolo come dice George W. Bush non è un messaggio che voglio condividere. Io voglio fare parte della famiglia mondiale, della famiglia umana, la famiglia che è legata fisicamente e spiritualmente a ognuno di noi e a quell’organismo vivente che chiamiamo terra. Una famiglia che si impegna per la pace. Sono anche consapevole del fatto che la bandiera è stata usata come simbolo di lutto per onorare le vittime scomparse nel WTC, nel Pentagono, sull’aereo caduto in Pennsilvania. E’ presuntuoso da parte mia pensare che tra tutti coloro le cui vite sono state troncate tragicamente non c’erano solo americani? Specialmente quando l’edificio coinvolto nell’attentato si chiama WORLD Trade Center? Centro Mondiale di commercio? Forse dovremmo mostrare orgogliosamente tutte le bandiere delle nazioni che hanno avuto delle vittime in questa tragedia? Il fatto che la bandiera americana sia legata oggi a nuovi discorsi di maggiore impegno militare e sicurezza domestica, e non al protocollo di Kyoto sul surriscaldamento del pianeta, e che non sia stata rappresentata alla conferenza mondiale sul razzismo di due settimane fa a Durban, credo sia sufficiente per farmi pensare che la bandiera americana sia un simbolo troppo controverso per poter unire il mondo intero. Mi sono sbagliato pensando che una raffigurazione del pianeta potesse unirci…forse dovremmo manifestare intorno a qualcosa con cui chiunque si può rapportare…il respiro forse…
stay human"
(Michael Franti)
 
"Puesto que las guerras nacen en la mente de los hombres, es en la mente de los hombres donde deben erigirse los baluardos de la Paz"