Una donna afgana saluta i
manifestanti: "Basta con la guerra" Gli organizzatori: "Sparite
le polemiche della vigilia"
Assisi, 250 mila persone per dire no alla guerra
Una marcia imponente sorvegliata dagli elicotteri Solo qualche fischio per i
politici
PERUGIA - Sono
arrivati in tanti, più degli anni passati. Un sole accecante li ha accompagnati
da Perugia ad Assisi. In duecentocinquantamila
in marcia per la pace. A salutarli alla partenza, una donna afgana. Il suo
messaggio è semplice: "Basta con la guerra, non vogliamo più vedere i
nostri figli morire". Ad accogliere la testa del corteo che alle 15.30 si
affaccia sul piazzale davanti alla Rocca Maggiore di Assisi, una Coca Cola
"no-global", un'aranciata senza logo, cioè rigorosamente fuori dalle
grandi catene di distribuzione. E' una marcia diversa da quella delle origini,
25 chilometri ininterrotti di gente di diverse estrazioni: cattolici, laici, no
global e tante gente comune. La testa del corteo arriva alle porte di
Assisi verso mezzogiorno e oltre sei ore dopo le radio della polizia gracchiano
che la coda è ancora lontana. Si suda, il popolo della pace cerca riparo all'
ombra, ma non si ferma. A Ponte San Giovanni i manifestanti invadono anche la
superstrada. Ma, dopo i tanti timori della vigilia per l'ordine pubblico, tutto
fila liscio. Ci sono le "Donne in nero": una indossa un burqa, il
vestito che copre le donne afgane, per ricordare quello che accade in quel
paese. C'è chi chiede il rispetto dei diritti del popolo curdo e chi sventola
una bandiera con la foto di Ocalan.
Quando i boy scout che aprono il corteo, hanno già percorso venti chilometri,
svaniscono anche le polemiche
che hanno accompagnato la vigilia di questa quarantesima maratona per la
pace. Ne è convinto Flavio Lotti, portavoce della Tavola della pace,
l'organismo che ha promosso la manifestazione. "La partecipazione di oggi -
dice Lotti - ha fatto piazza pulita delle polemiche". E ne è convinto
anche Giovanni Berlinguer: "Le polemiche si assopiscono quando si vedono
tantissimi giovani entusiasti marciare insieme per la pace". Certo qualche
fischio accoglie i politici. Contestati Massimo D'Alema e Francesco Rutelli, ma
sembra prevalere tutto sommato una serena e tranquilla indifferenza.
Uniti hanno marciato Rutelli, D'Alema, Fassino, Berlinguer, Bordon, Bertinotti,
Diliberto, Francescato, Bindi, Cofferati e anche Casarini ed Agnoletto. Un
corteo compatto, fino a mezzogiorno, quando un centinaio di manifestanti si
stacca e devia dal percorso. Invade la statale E45, tra le proteste degli
automobilisti, bloccati sulla strada. Gli altri proseguono. Ci sono i Verdi, che
sfilano con le bandiere degli Usa e dell'Islam sulla stessa asta e una grande
scritta su uno striscione: "Pace subito".
Francesco Rutelli è in prima fila, nonostante il timore di contestazioni da
parte dell'ala più radicale del movimento no global. "Terribile", per
Rutelli il fatto che i bombardamenti angloamericani della scorsa notte abbiano
provocato vittime civili. "Purtroppo è successo. Siamo tutti impegnati -
aggiunge Rutelli - perché "il conflitto finisca prima possibile. Ma
l'intervento militare è doveroso, indispensabile per combattere il terrorisimo".
Olivero Diliberto, dei Comunisti italiani: "Questa marcia - ha detto - vede
una partecipazione straordinaria. Mi dicono quattro volte superiore a tutte le
altre. E' il segno che il popolo dell'Ulivo, la sinistra sono contro la guerra.
E meno male che qualcuno dell'Ulivo ha presentato in parlamento una risoluzione
diversa". E poi c'è Walter Veltroni, il sindaco di Roma, con indosso la
fascia tricolore. "Non ci sarà pace finchè il terrorismo non sarà
sconfitto".
Uno scriscione del Genoa social forum apre invece il settore nel quale sono
confluiti i giovani antagonisti della globalizzazione. A sorreggerlo ci sono
anche Francesco Casarini e Vittorio Agnoletto. Nessuno però ha scelto di
indossare le tute bianche. "Le polemiche - ha detto Agnoletto - sono chiuse
dal sentire comune dei tanti che sono qua. Il 99 per cento dei presenti sono
infatti, senza dubbio, contro questa guerra e contro il terrorismo. Ne devono
prendere atto tutti, a cominciare dai partiti del centro-sinistra".
(14 ottobre 2001)
Caruso, portavoce del
movimento: "Gli uomini del centro sinistra contestati non da noi, ma dal
popolo della pace"
I no global: "I ceffoni? Provocazione riuscita"
PERUGIA -
Orgogliosi e diversi. Così si sentono i no global mentre si uniscono ai
pacifisti della Perugia-Assisi, la maratone della Pace. "Mi sono emozionato
quando siamo arrivati a Ponte S.Giovanni tra gli applausi della gente - dice
Francesco Caruso, portavore dei no-global -. E' significativa questa differenza:
noi immersi nel corteo della pace e i signori che hanno votato a favore della
guerra costretti ad isolarsi da questo stesso popolo della pace. Ho sempre visto
questo appuntamento con distacco e non fa parte del mio background politico - ha
aggiunto Caruso - ma venendo qui ho scoperto che ci sono nei
boy-scout, nei gruppi cattolici ma anche nei militanti di sinistra di cui tanto
critichiamo i dirigenti, persone che dicono basta alla guerra senza se e senza
ma".
Francesco Caruso torna anche sulla polemica innescata dai "ceffoni
metaforici" promessi dai no global ai leader del centro sinistra. I
"ceffoni" e le "tirate di orecchie", spiega, erano solo una
provocazione "ed è riuscita perché sono stati contestati non da noi ma
dal popolo della pace. In una festa così colorata non abbiamo avuto tempo di
pensare a loro".
Diverso il punto di vista di Vittorio Agnoletto, leader del Genoa social forum,
che non risparmia critiche al centro-sinistra e ai suoi leader manda un chiaro
messaggio. "Fermatevi - dice Agnoletto - avete perso la bussola.
Attenzione, il vostro popolo non vi segue più e va da un'altra parte.
Chiudetevi in casa e riflettete, chiedete la riconvocazione del Parlamento e
votate contro la guerra".
Il leader del Genoa social forum aggiunge anche di non essere stato affatto
"emarginato" dal movimento, come dichiarato da un'emittente, e fa
presente che "il popolo che è sceso in piazza oggi è lo stesso che a
luglio manifestava a Genova. "La differenza - osserva - è che oggi in
piazza c'era solo il movimento, non c'erano i Black Blok e le forze di polizia.
E' un movimento serio, che ha una sua dignità. Oggi ha dimostrato in pieno la
sua anima pacifica e tollerante".
Il leader dei no global è a Santa Maria degli Angeli, dove c'è la "piazza
tematica", cui prendono parte il Genoa Social Forum, i Cobas e i militanti
del Campo Antimperialista di Assisi. Su tutta la piazza spiccano alcuni
striscioni "contro la guerra globale di Bush e Bin Laden" e "Intifada
contro la guerra".
(14 ottobre 2001)