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LA TRAGEDIA DI MOSCA/CONTRO PUTIN Quando la Cecenia non è uguale per tutti |
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L’indipendentismo non può essere a volte legittimo (Kosovo) e altre «terrorismo» |
All’indomani
del cosiddetto blitz delle forze speciali, tutti i governi si sono precipitati
a porgere le loro congratulazioni e la loro solidarietà a Putin. Ma quali
congratulazioni, quale solidarietà. Il blitz
ha ucciso più ostaggi di quanti ne avrebbero probabilmente ammazzati i
guerriglieri se si fossero fatti saltare in aria, e con una sostanza chimica
che meriterebbe forse una qualche ispezioncina dell’Onu.
Ma
le responsabilità di Mosca nella tragedia del teatro Dubrovka è ben più
profonda, riconosciuta dalla stessa popolazione russa se è vero che in un
sondaggio solo il 15% addebita quanto è successo ai guerriglieri
ceceni. Sono più di dieci anni che la Russia soffoca le aspirazioni
all’indipendenza della Cecenia, occupandola militarmente e avendo fatto più
di lOO mila vittime civili. Le aspirazioni cecene sono sacrosante perché
basate sul «diritto all’autodeterminazione dei popoli» sancito a Helsinki
nel 1975 e sottoscritto da quasi tutti i governi del mondo, russo
compreso. Il diritto all’indipendenza della Cecenia non è meno valido di
quello vantato da sloveni e croati per secedere alla Jugoslavia e molto più
solido di quello degli albanesi kosovari, perché il Kosovo è da sempre terra
serba, abitata per secoli da serbi, dove solo negli ultimi decenni si è
formata, per ragioni demografiche, una maggioranza albanese; mentre la Cecenia è cecena, abitata da sempre da ceceni.
La
Russia non cede sulla questione cecena per le solite ragioni di egemonia, di
‘onore’ e di ‘dignità’ nazionali (in realtà di pseudoonore e di
pseudodignità) chi accomunano tutte le grandi potenze mondiali pronte di
fatto a spalleggiarsi quando tale egemonia viene intaccata dallie aspirazioni
di popoli ‘minori’ (si tratti di ceceni o di tibetani o di curdi o di
palestinesi). Di fronte a un simile blocco di forze e al loro strapotere
militare e tecnologico quali possibilità hanno le popolazioni oppresse?
O
i Grandi della Terra, invece di congratularsi l’un l’altro, capiscono alla
svelta che se vogliono davvero un ‘nuovo ordine mondiale’ e se hanno
davvero a cuore la sicurezza dei propri cittadini, devono quantomeno
ammorbidire le antiche logiche di potenza, di ‘onore’, di ‘dignità’,
di prestigio, per lasciar qualche spazio anche ai diritti degli altri popoli,
o la regola diventerà il Terrore. Locale e internazionale, saldamente uniti.
Massimo
Fini
[da La Nazione, 29 Ottobre 2002, pag. 2]