Andreas Kroeber ha partecipato in incognito - travestito da tartina imburrata al prosciutto - alla festa di Via Baldovinetti. Perché gli studenti di via Senese presenti si contavano sulle dita di due mani?

From:dp001768@flashnet.it
To: liceo_rodolico_fi@iol.it

Vedo che vi fanno anche i complimenti, si vede che per un po' mi sono assentata.
Ma ho voluto prendermi un po' di tempo per riflettere.
Per me, orgogliosa come sono, ammettere un errore sinceramente, è un po' difficile. Ma devo. So che ho esagerato. Ho agito in modo troppo impulsivo. Senza pensare al fatto che "certe cose non si fanno". Vince sempre chi si adegua (lo dice anche "Madre Natura" e il proverbio "Chi s'accontenta, gode"). Certo la voglia di "cambiare" (in meglio? in peggio? chi lo sa) è tanta.
Mi sono trovata io a dover difendere la mia classe. Mi sono sentita in dovere di ricevere risposte, non volevo apparire incapace.
E ho fatto la figura della scema. C'è da considerare anche che la colpa non sta mai da una parte sola, e se io ho un po' esagerato, non l'ho fatto così perché mi "era presa bene". Semplicemente non trovavo giuste certe cose.
Tutto qui.
Ho protestato, civilmente, mi pare. Certo, era una protesta, e come tale era scritta (male, lo ammetto, non sono una dattilografa e qualche errore di ortografia ce lo faccio sempre, quelli di sintassi, per lo più li ho fatti a posta).
Si cerca sempre una scuola migliore. Un insegnamento che sia il migliore. Ma forse non c'è (questo discorso lo faccio così, in generale). Nessuno è da "buttare". C'è chi preferisce un insegnamento duro, c'è chi preferisce far sorridere ogni tanto i ragazzi (e questo piace di più, di solito). Purtroppo non sempre si può avere quello che si vuole.
E ci si adatta. Sennò "sappiamo dove è la porta". That's life.
Ci sono dei professori che ci danno un insegnamento che non è basato solo sull'INTERROGAZIONE-VOTO-SPIEGAZIONE. Mi pare che si abbia anche un rapporto più maturo con loro (tutto relativamente, non abbiamo ancora 16 anni). E non è vero che danno solo tutte sufficienze, o che "sono materie relativamente semplici".
Questa è la scuola a cui si sta andando in contro. Ed è giusta, non c'è miglior modo per imparare (da parte nostra) se non quello di amare una materia e di riuscirci (anche una volta sì e una no, ma almeno cavarci fuori quel maledetto 6, che quando ti ci trovi sulla soglia fai i salti di gioia. "Classico voto mediocre di chi va male a scuola", no, "classico voto mediocre che non da stimoli" ma alla fine dell'anno si ringrazia ...)
PS. Spero che quello che ho fatto non mi metta nei guai. So che ho sbagliato e ho provato ad esprimere le mie ragioni.
E se è vero che si dice che la mia classe non studia, è altrettanto vero che io sui libri ci sto, nonostante trovi anche il tempo, ogni tanto, di vivere, e di dar voce alle mie idee.
PPS. Senza offesa ho scritto "sclero", che nel linguaggio dei ragazzi non ha niente a che vedere con la "alterosclerosi". Non sapevo che avesse questo significato.
Non so spiegare in italiano: provo a fare qualche esempio: se io dico, per esempio, mettiamo che sto facendo un compito e non mi riesce, e dico "io ci sclero", vuol dire che "mi sta fondendo il cervello". Oppure, in altre circostanze, "sono arrabbiato”. Oppure "dare di fuori", e anche su questo ci sarebbe da scriverci un libro (anche questo in senso di arrabbiatura), oppure avere comportamenti diversi dal solito. Non lo so di preciso quanti e quali altri significati ha la parola nel linguaggio dei ragazzi, è un po' quella parola usata quando non si sa che dire...
Niente di offensivo, a nostra voce.

Grazie per la collaborazione. Non vedo perché tu pensi di aver fatto la figura della scema. La voglia di cambiare (in meglio, per favore) la nostra vita è un diritto sacrosanto - a sedici come a cinquant'anni - e la scuola è una grossa fetta della nostra vita quotidiana.
Dai tuoi messaggi -  a partire dal primo - risulta evidente la tua voglia di tener fede a un impegno preso con i tuoi compagni e anche la tua voglia di amare lo studio (e magari di avere la soddisfazione di un sei). Ma, se permetti un consiglio, non cercare lo stimolo allo studio nei voti, ma nelle cose che studi: il sapere e la produzione degli uomini - siano essi poesie o teoremi di geometria - sono una fonte inesauribile di stimoli ... il voto poi viene da sé.
Usa ancora questo spazio e fallo usare ai tuoi compagni e ai tuoi professori: e un piccolissimo contributo che possiamo dare a fare una scuola diversa e un po' più libera. In rete sono ammessi anche gli scleri.
Grazie ancora
Andreas Kroeber

Da: chiccoz@tin.it
A: preside.rodolico@iol.it

avrei in mente un progetto: mi piacerebbe realizzare un database di tutti i libri che la scuola ha in biblioteca ( sede + succursale) da pubblicare poi in rete...che ne pensa?

Vorrei porle qualche domanda.
Il dubbio che mi assilla è il seguente: mi chiedevo come mai quando tutta la scuola aderisce ad una mobilitazione studentesca ci si limiti a stendere una lista dei "rivoltosi", mentre quando solo poche persone si assentano per protestare, la scuola impedisca loro di essere riammessi alle lezioni se non accompagnati dai genitori.
Allora mi chiedevo perchè, quando proprio per non comportarci come un branco di pecore manovrate da frange di estrema sinistra, agiamo singolarmente, protestando contro ciò che non ritieniamo giusto, dobbiamo essere puniti e non ammessi in classe.
Sembra quasi che il branco sia giustificato, che l'assenza di tutti sia ignorata, mentre la protesta di pochi singoli venga punita pesantemente.
Come lei saprà sicuramente in base al punto 3 dell'articolo 4 dello Statuto dei Diritti degli delle Studentesse e degli Studenti "La responsabilità disciplinare è personale. Nessuno può essere sottoposto a sanzioni disciplinari senza essere stato prima invitato ad esporre le proprie ragioni. Nessuna infrazione disciplinare connessa al comportamento può influire sulla valutazione del profitto".
Quindi mi chiedevo se il non permetterci di partecipare alle lezioni, se non accompagnati dai genitori, non sia una punizione disciplinare che, privandoci di ore di lezione a cui intenderemmo partecipare e pregiudicando il nostro profitto futuro, risulti in contrasto con l'articolo di cui sopra. Sempre in relazione a tale articolo, mi veniva da chiedermi perchè in seguito a questa azione disciplinare non sia stato a noi permesso di esporre le nostre ragioni.
Mi chiedevo inoltre come mai lei ritenga necessario l'accompagnamento dei genitori quando già la giustificazione scritta dovrebbe dichiarare che la famiglia è a conoscenza dell'assenza del figlio.
[...

chicco III B

From:dp001768@flashnet.it
To: liceo_rodolico_fi@iol.it

Volevo dire una cosa.
A proposito dello sciopero di venerdì.
Io in classe c'ero. Lo sapete, io sono in classe con quegli sciagurati che hanno "scioperato".
Ho sentito oggi il professore di educazione fisica. Ha detto che non faremo il "prova lo sci".
Capisco che uno sciopero non sia ammissibile, ma anche nel rispetto di chi in classe c'era...
non voglio subire per cose fatte da altri, e proprio per questo, io, non ho seguito la "massa".

21/12/1999 17:21 Da: "Sagittario" A: liceo_rodolico_fi@iol.it

Vorrei aggiungere anch'io qualcosa a proposito della manifestazione di venerdì, perché anche se sono stati in pochi ad accorgersene era una MANIFESTAZIONE contro la nuova legge, secondo la quale chi non ha frequentato un liceo non può accedere a diverse facoltà all'Università fra cui quella di lettere, e non uno sciopero.  Ma a chi aveva voglia solamente di fare forca, si sa, ha preferito dire "c'era sciopero".  Facendo parte della "classe di sciagurati" posso dire che ad andare alla manifestazione siamo stati in pochissimi, il resto sono tornati a casa.  Quindi sono d'accordo con la prof. Poggesi quando dice che le manifestazioni vanno fatte solo perché si crede in quello per cui si sta manifestando, e non per non venire a scuola.  E' una questione di priorità.  Non ha senso fare qualcosa esclusivamente per escluderne un'altra.  Riguardo a dp001768@flashnet.it avrebbe ragione a lamentarsi se avesse deciso dalle 8 di mattina di entrare a scuola, ma dicendo fino alle 9 "No, no, io non entro a scuola" e poi entrando quando tutti se ne erano andati, qualsiasi sia la sua giustificazione è stata veramente ipocrita nei nostri confronti. Se aveva intenzione di entrare poteva dirlo subito, dopotutto se pensava che le motivazioni per manifestare non fossero valide nessuno gli avrebbe sbarrato la porta all'entrata della scuola.  In ogni caso l'atteggiamento assunto dalla preside mi è sembrato esagerato (ma a Natale non si diventa tutti più buoni?): pensa forse che non ci saranno più manifestazioni perché ci è stata tolta la possibilità di andare a sciare, o perché siamo dovuti venire a scuola accompagnati dai genitori?  Mi fa veramente tristezza pensare che questo sia l'unica soluzione che venga presa in considerazione.  Non sarebbe più giusto organizzare una riunione con studenti, genitori e professori dove ognuno possa esprimere le proprie opinioni?  Forse è un progetto un po' ambizioso quello di riuscire a riunire tutti i docenti, genitori ed alunni in una volta sola, ma non vale neanche la pena tentare? Buone vacanze a tutti (con lo sfondo ho cercato di creare, almeno in rete, l'atmosfera natalizia che,nonostante l'alberello, non c'è a scuola) , e scusate se ho occupato tutto questo spazio.  P.S. Un'ultima domanda: l'Ardiccioni, studente del liceo classico Michelangelo e spesso "leader" dei manifestanti, è per caso figlio del professore Ardiccioni di scuola nostra? (per quello che ne sappiamo è proprio suo figlio)

Da: preside.rodolico@iol.it
A: chiccoz@tin.it

a) Penso che sarebbe un'idea magnifica e potresti coordinare il lavoro delle due bibliotecarie

b) E' vero che non esiste il diritto di "sciopero" o manifestazione per gli studenti, ma è pur vero che essi si atteggiano a lavoratori con tale diritto. I lavoratori entrano in sciopero quando le componenti sindacali indicono lo sciopero stesso, ne indicano in anticipo i motivi in modo che i lavoratori possano prendere meditate decisioni e soprattutto, avvertono le parti.
Gli studenti della II B sono stati sentiti e non sapevano neanche per cosa manifestavano. Lo so da Chicco che il motivo era la non ammissione la non ammissione all'Università senza preliminare esame di ammissione (anche per i liceali!). Gli studenti non hanno saputo dirmelo. Gli adulti hanno pensato fosse perché la polizia aveva caricato gli universitari alla facoltà di lettere, così hanno infatti riferito i genitori.
La legge sulle assenze degli studenti recita che quando il preside ritiene non accettabili le giustificazioni date per scritto dai genitori può sentirli personalmente. Il giorno giovedì 16 dicembre tutti gli studenti erano presenti. Il 17 erano tutti indisposti. E' coì che si insegna la coerenza ai figli? E' così che i figli "manifestano" per ciò che non ritengono giusto?

In particolare per "Sagittario" e dp001768 siamo stati generosi, voi avete sacrificato un giorno di lezione alla "causa", noi ve lo restituiamo sospendendo una giornata di allenamento allo sci.
Le riunioni docenti, genitori studenti si possono fare, basta organizzarle.
Anche chi è entrato a scuola, alle 8 o alle 9 non importa, ha poi perso la lezione regolare.

Grazie del colloquio e della fiducia.
Non c'è dubbio che io sono coerente
                                                                         La preside

Gennaio 2000

Data:	06/01/2000 00:58
Da:	"Famiglia Casini"
A:	liceo_rodolico_fi@iol.it

NON CI POSSO CREDERE!!! FRA 4 GIORNI L'INCUBO RICOMINCIA!!!