LA MECCANICA

Il Pianoforte, per la sua storia, per le sue musiche che ad esso sono state dedicate e per le sue funzioni che ha svolto nella cultura musicale degli ultimi due secoli e mezzo, e' senz'altro da considerare il piu' importante degli strumenti a tastiera.
Il suono dello strumento viene prodotto da una serie di martelletti, uno per ogni tasto, che attraverso una serie complessa di leve e respingenti (la cosidetta meccanica) vengono spinti a percuotere le corde dalla pressione applicata sul tasto dall'esecutore.
Variando la pressione sui tasti, il martelletto colpisce le corde con maggiore o minore velocita', producendo suoni di intensita' differente (e cioe' i suoni "piano" e "forte", che hanno dato il nome allo strumento).
Il Pianoforte possiede normalmente due pedali: quello di destra solleva tutti gli smorzatori (dei feltrini che si appoggiano sulle corde per fermare il suono quando il tasto viene rilasciato), producendo una sonorita' piu' piena e ricca; quello di sinistra attutisce invece leggermente il suono, facendo si che i martelletti colpiscano una soltanto delle tre corde esistenti per ogni nota (in realta' ci sono tre corde solo nella parte acuta dello strumento, due nella parte centrale ed una sola di grosso spessore nella parte bassa).
Il Pianoforte, oltre che nella normale versione "a coda", viene costruito anche di tipo "verticale", piu' comodo e meno ingombrante in una collocazione domestica.
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La Storia

Le origini del Pianoforte non sono avvolte nel vago come accade per quasi tutti gli altri strumenti: se ne conosce l'inventore (Bartolomeo Cristofori, cembalaro alla corte medicea di Firenze) e la data esatta di nascita (1698-1700).
Fino alla meta' del Settecento, pero', lo strumento non ebbe alcuna fortuna: il "grancembalo col piano e forte" inventato da Cristofori fu preso soltanto come una curiosita' ed i musicisti continuarono usare tranquillamente il clavicembalo , la cui sonorita' rispondeva molto meglio agli ideali acustici dell'epoca.
Il nuovo strumento incomincio' invece ad affermarsi verso la meta' del secolo, arrivando in breve tempo a soppiantare del tutto il clavicembalo e aprendo una nuova stagione della musica tastieristica.
L'ascesa del Pianoforte venne infatti a coincidere con due grossi rivolgimenti di natura socio-musicale, che ne facilitarono enormemente la diffusione: la nascita dei concerti pubblici, con l'affermazione di un nuovo tipo di virtuosismo strumentale; e la crescita del dilettantismo musicale, che trovo' proprio nel Pianoforte il suo strumento privilegiato.
Gia' all'epoca di Mozart, nella seconda meta' del Settecento, il Pianoforte poteva essere considerato lo strumento di maggior spicco nel panorama musicale e lo fu sempre di piu' con il passare del tempo, grazie soprattutto all'azione costante che gli dedicarono le generazioni successive di musicisti.
Ancor oggi, nel pieno sviluppo dell'era degli strumenti elettronici, il Pianoforte continua ad essere considerato lo strumento di base per qualsiasi musicista e per qualsiasi tipo di musica, come dimostrano, se non altro, gli sforzi della stessa industria musicale, volti a realizzare "pianoforti elettronici" sempre piu' perfezionati ed affidabili.


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