Parte n° II – FASI CRONOLOGICHE - RECUPERO

 

 

Altre schede utilizzabili in questa rubrica :

 

 

– Obiettivi 3/0.

– Aiuti e guide 1/1.

– Valutazione 3/3.

 

SCHEDA N°1/2

 

Paese

L1

L2

Livello

Durata

Contatore

Belgio

francese

spagnolo

2e anno

 

 

 

 

Scheda che può essere utilizzata anche in:

 

 

– Valutazione.

 

CONTESTUALIZZAZIONE

 

 

Si tratta di una classe di secondo anno di lingua in cui l’insegnante ha previsto una sequenza di recupero per gli studenti che non sono riusciti a raggiungere l’obiettivo ”imparare a raccontare avvenimenti passati”.

 

 

TrascriZionE originale

francese L1, spagnolo L2

 

TRADUZIONE

 

 

1.

P. – ¿Os habéis dado cuenta de las dificultades que habéis tenido?

Antonces os voy a dar una ficha… una ficha de autoevaluación que va a servir para toda la secuencia, porque la secuencia no está terminada. Y os voy a pedir de autoevaluaros en los… -¡Jean-Christophe, por favor! que no hables, ¿eh? Eso es una parte de ce que tu dois faire, hein?, donc parce que… vous allez le faire maintenant, tout de suite, parce que sinon après on aura oublié. Donc… os vais a autoevaluar los tres primeros puntos con respecto a la actividad que habéis hecho.

Es decir, el primero es “Conjugo correctamente el pretérito perfecto simple”. Se trata de ver si notáis, si sentís que domináis la conjugación, la conjugación del imperfecto, y si lo sabéis distinguir correctamente.

Alors…, tenéis cuatro posibilidades:

-la primera, “insuficiente”, es decir (…) c’est une simple (…) pour voir ce qu’on doit travailler;

-la segunda, “Sé conjugar el imperfecto”, ¿eh?. Si pensáis que la conjugación del imperfecto la domináis o no, donc, lo mismo: “insuficiente”, “regular”, “bien”, o “muy bien”;

-y la tercera, “Los alterno correctamente”, ¿eh?, la utilización del perfecto simple y del imperfecto.

 

[Le parti in corsivo sono in francese nel discorso dell’insegnante e degli studenti.]

1.

P. – Vi siete resi conto delle difficoltà che avete incontrato?

Allora, vi darò una scheda... una scheda di autovalutazione che servirà per tutta la sequenza, perché la sequenza non è terminata. E vi chiederò di autovalutarvi sui... - Jean-Christophe, per favore! - stai zitto, eh? Questa è una parte di quello che devi fare eh?, quindi, perché... lo farete adesso, subito, altrimenti dopo ce lo saremo dimenticato. Quindi… autovaluterete i primi tre punti rispetto all’attività che avete fatto.

Cioè, il primo è “ Coniugo correttamente il passato remoto ”. Si tratta di vedere se notate, se sentite che sapete bene la coniugazione, la coniugazione dell’imperfetto e se sapete riconoscerlo correttamente.

Allora, avete quattro possibilità:

- la prima, “ insufficiente ”, cioè (…) è una semplice (…) per vedere quello su cui si deve lavorare;

- la seconda, “ So coniugare l’imperfetto”, eh? Se pensate che sapete bene la coniugazione dell’imperfetto o no, quindi, la stessa cosa: “ insufficiente ”, “ accettabile ”, “ bene ”, “ molto bene ” ;

- e la terza, “ Li alterno correttamente ”, eh?, l’utilizzazione del passato remoto e dell’imperfetto.

2.

A. – (…)

P. – … c’est tout, en général, la conjugaison en général : dans l’exercice que tu viens de faire, est-ce que tu as rencontré des difficultés ? Pour conjuguer le passé simple, l’imparfait, et pour les distinguer.

A. – (…)

P. – Les distinguer.

At vous avez donc quatre choix: uno, dos, tres, cuatro.

Ca va ?

[…]

A. – “Con soltura”, c’est quoi ?

P. – Oui, “con soltura, “avec facilité”.

Voilà ! Donc, vous allez garder cette fiche pour la leçon suivante, parce que alors, à la leçon suivante, on va avoir… on va faire des activités différentes selon les difficultés que vous avez rencontrées.

2.

S. – (…)

P. – … tutto qui, in generale, la coniugazione in generale nell’esercizio che hai appena fatto, hai incontrato difficoltà? Per coniugare il passato remoto, l’imperfetto e per distinguerli?

S. – (…)

P. – Distinguerli.

E avete quindi quattro possibilità: una, due, tre, quattro.

D’accordo?

[…]

S. – “Con soltura”, che cosa significa?

P. – , “con soltura”, “ con facilità ”.

Ecco! Dunque, conserverete questa scheda per la prossima lezione, perché allora, nella prossima lezione, avremo... faremo attività diverse secondo le difficoltà che avete incontrato.

3.

P. – ¿Conjugación del passé simple? Uno… dos. ¿”Regular”?: tres… cuatro. ¿”Bien”?… (…) Y ¿”muy bien”?… ¡Ah, nadie!… ¿Sí?…

¿El imperfecto? A ver… ¿”Insuficiente”?… ¿”Regular”?… ¿”Bien”?… Y ¿”muy bien”?…

A. (plusieurs) – Ouais!! Ouais!!

P. – A ver… ¿Y la tres: distinguir, distinguir el uso de los dos. A ver… ¿”Insuficiente”?…: cinco. ¿”Regular”?…: tres. Y “bien”?… De acuerdo, bien.

Bueno entonces, para ayudarme para preparar la… la…

A. … el control!

P. – No, no es un control… la… la suite des événements…

A. – (à un autre élève) Ca te fait rire, hein ?

P. – … vous pouvez  me laisser la feuille, alors vous allez me laisser votre feuille.

A. – On met notre nom ?

P. – Oui (…) je vous la rendrai, hein ?

3.

 

P. – La coniugazione del passato remoto? : uno… due. “ accettabile “?: tre… quattro. “ bene “?… (…) E “ molto bene ” ?… Ah !, nessuno!… Sì?…

L’imperfetto? Vediamo… “ insufficiente ” ?… “ accettabile ” ?… “ bene ” ?… E “ molto bene ”?…

S. (parecchi) – Sì! Sì!!!

P. – Vediamo... E la tre: distinguere, distinguere l’uso dei due? Vediamo… “ insufficiente ”?… : cinque. “ accettabile ”?… : tre. E “ bene ” ?… D’accordo, bene.

Bene, allora per aiutarmi a preparare la… la…

S. … il controllo!

P. – No, no, non è un controllo… il… il seguito delle cose da fare...

S. – (a un altro studente) Ti fa ridere, eh?

P. – … potete lasciarmi il foglio, allora lasciatemi il vostro foglio.

S. – Si mette il nome?

P. – Sì (…) velo restituirò, eh?

4.

Bueno… vamos a ver… ¿Quién…? Los alumnos que tienen uno, o sea que consideráis que es “insuficiente”, conocéis de forma insuficiente la conjugación del pasado, los que tienen uno, os vais a poner allí, en el fondo de la clase. A ver… ¿Quién tiene uno…? ¿Quién se ha puesto uno? Laurent?

A. – Laurent (…).

P. – No, no… Vale… ¿Quién tiene uno? Uno en el uno? ¿Quién se ha puesto uno en el punto uno: “Conjugo correctamente el preterito perfecto simple”? ¿Quién ha puesto uno? Stéphanie, Cédric y… y Fabien. ¿No? Stéphanie y Cédric. Os ponéis allí en el fondo. D’accord?, là, au fond… (…)

Alors, euh… una persona que haya puesto dos pero que cree que es un dos que tiende hacia uno, que es “regular” pero digamos tirando a “insuficiente”. ¿Quién? Julie.

On attend une personne qui a mis alors deux mais qui considère quand même que c’est “regular” mais plutôt insuffisant. (…) Christophe, tu vas avec eux, alors.

Qu’est-ce ce que tu fais? Toi, c’est quoi, alors?

A. – Deux… deux

P. – Deux… Uno, dos…, uno, dos. ¿Quién tiene dos, también? ¿Los dos? Vais allí.

Non, non, ne vous mettez pas ici parce que (…) la table.

Alors, les deux… ¿eh? los dos os ponéis aquí.

4.

Bene… vediamo... Chi… ? Gli studenti che hanno uno, cioè se considerate che è “ insufficiente ”, non conoscete abbastanza bene la coniugazione del passato, quelli che hanno uno, si mettono laggiù, in fondo alla classe. Vediamo... Chi ha uno? Chi si è dato uno? Laurent?

S. – Laurent (…).

P. – No, no… D’accordo. Chi ha uno? Uno al primo punto? Chi si è dato uno al punto uno: “ Coniugo correttamente il passato remoto ”? Chi si è dato uno? Stéphanie, Cédric e… e Fabien. No? Stéphanie e Cédric. Voi vi mettete laggiù in fondo. D’accordo?, là, in fondo… (…)

Allora, euh… una persona che si è data due, ma che crede che sia un due che tende verso…, che è “ accettabile ” ma, diciamo, che tende verso “ insufficiente ”. Chi? Julie.

Si aspetta una persona che si è dato due , ma che tuttavia considera che è “accettabile” ma piuttosto insufficiente. (…) Christophe, allora vai con loro.

Che cosa fai? Tu, quanto hai, allora?

E. – Due… due…

P. – Due… Uno, due… uno, due. Chi ha due, ancora? Voi due? Andate laggiù.

No, no, non vi mettete qui perché (…) il banco.

Allora, i due… Eh? Voi due mettetevi qui.

5.

Bien, cuando consideréis… Vamos a ver, entre vosotros, ¿hay algunos que tenéis, en la conjugación del imperfecto… tenéis problemas, o no? En general lo tenéis todos… Tres… De acuerdo. Cuando consideréis que es “suficiente”, ¿eh?, que habéis demasiados “suficiente”, lo decís, ¿eh?

(…)

Vosotros vais a escribir, vais a componer un relato. Lo vais a intentar. (…) Podéis hacer marcha atrás… (…) Es un episodio de una serie radiofónica que se llama “Historias para no dormir”, que es algo que existe, es algo real. Vais a contar en lo que consiste la historia, ¿eh? No sé si era en la tele o en la radio. Entonces tenéis aqui el trozo de la historia, y vais a escuchar una serie de ruidos. ¿Vale? (…) O sea que lo primero que vais a hacer es escuchar dos veces o tres veces los ruidos. (…) Entonces a partir de los ruidos vais a tratar de reconstituir la historia.

5.

Bene, quando considererete… Vediamo, tra voi, c’è qualcuno che ha, nella coniugazione dell’imperfetto… che ha problemi, o no? In generale, avete tutti problemi… Tre, d’accordo. Quando considererete che è “ sufficiente ”, eh?, che è abbastanza “ sufficiente ”, lo dite.

(…)

Voi, scriverete, farete un racconto. Ci provate. Potete fare marcia indietro… (…) E’ un episodio di una serie radiofonica che si chiama: “ Storie che non stanno né in cielo né in terra ”, è qualcosa che esiste, qualcosa di reale. Racconterete in che cosa consiste la storia, eh? Non so se era alla televisione o alla radio. Allora, avete qui il brano della storia, e ascolterete una serie di rumori.. D’accordo? (…) Cioè, la prima cosa che farete è ascoltare due o tre volte i rumori (…) Allora, a partire dai rumori, cercherete di ricostruire la storia.

 

 

AUTOFORMAZIONE

 

 

SOLUZIONI

 

 

FORMAZIONE

 

1. Visionate una prima volta la sequenza video, senza guardare la trascrizione. Quante fasi successive individuate? Come potete caratterizzare ciascuna di esse?

L’attività seguente vi permetterà di autocorreggervi.

 

 

Questa prima attività è difficile da realizzare, e una visione collettiva della sequenza potrà dare l’occasione di scambi interessanti tra i corsisti.

2. Visionate di nuovo la sequenza video, aiutandovi con il testo della trascrizione e con la sua divisione in cinque parti. Caratterizzate di nuovo, questa volta in maniera più precisa, le cinque fasi corrispondenti di questa sequenza. Indicate ogni volta se si tratta della stessa ora di lezione o di un’ora successiva. In quante ore diverse di lezione sono stati filmati gli estratti presentati?

2. Questa sequenza video è stata filmata in tre diverse ore di lezione. Le 5 fasi sono le seguenti:

- Fase 1  (1a ora). L’insegnante, dopo aver distribuito una scheda di autovalutazione, spiega agli studenti come utilizzarla.

- Fase 2 (1a ora). Gli studenti completano la scheda; l’insegnante è sollecitata da parecchi studenti per avere spiegazioni complementari. Gli studenti conservano la loro scheda.

- Fase 3 (2a ora). L’insegnante, oralmente, fa un primo sondaggio sui risultati delle autovalutazioni. Questa volta raccoglie le schede degli studenti.

- Fase 4 (3a ora) Divisione degli studenti in gruppi.

- Fase 5 (3a ora). L’insegnante dà le consegne e spiega il lavoro ai gruppi che si sono formati.

 

3. Quale relazione logica esiste tra le diverse fasi?

3. La costituzione dei gruppi e le attività che sono assegnate a ciascuno dall’insegnante dipendono dai risultati dell’autovalutazione.

 

4. Quali fasi corrispondono a ciò che si chiama il “ recupero ” ? Che cosa faranno, in concreto, i gruppi che si vedono nel filmato? Spiegate in particolare il rapporto fra il lavoro richiesto all’ultimo gruppo e i contenuti dell’autovalutazione.

 

4. Sono le fasi 4 e 5 che corrispondono al recupero. Più gruppi lavoreranno sulla coniugazione dei tempi passati (passato remoto e imperfetto). L’ultimo gruppo lavorerà sull’espressione (probabilmente scritta e poi orale) a partire da rumori che permettono di ricostruire una storia. L’inizio della storia è dato, ed è certo redatto al passato, in modo da costringere gli studenti a continuare il racconto allo stesso tempo (dovranno dunque produrre loro stessi degli imperfetti e dei passati remoti).

 

Si potrà far osservare ai corsisti che in questo caso il recupero viene dopo una valutazione formativa.

5. Quale definizione dareste di “ recupero ”, a partire da ciò che osservate in questa sequenza?

5. Vedere la definizione di “ recupero ” nel Glossario.

 

6. In questo caso c’è differenziazione nel recupero?

6. C’è certamente differenziazione, dato che i gruppi non faranno le stesse attività di recupero: alcuni avranno un lavoro più facile e semplice (esercizi di coniugazione), altri un lavoro più difficile e complesso (produzione di un racconto con un’alternanza di verbi all’imperfetto e al passato remoto). I gruppi che si sono formati sono “ gruppi di livello ”.

 

7. Perché l’insegnante decide da sola il tipo di recupero sulla base della valutazione? Come si spiega la sua scelta? In che cosa può essere discutibile?

7. Sembra che l’insegnante ritenga che si debba conoscere bene la coniugazione dell’imperfetto e del passato remoto, prima di poterli alternare in un racconto (in applicazione del criterio di progressione dal più facile al più difficile). Da qui la sua scelta di un esercizio di coniugazione per i più deboli e di un esercizio di redazione per i più preparati. Ma questa scelta può essere discussa da vari punti di vista:

a) Gli studenti più deboli sono spesso i meno motivati e sono questi che in questo caso si ritrovano con il compito meno motivante.

b) Si può considerare che una buona pedagogia della grammatica consista nel far sorgere in un primo tempo il bisogno di esprimersi, prima di dare i mezzi linguistici e non l’inverso. Detto ciò, alcuni studenti possono avere la necessità (o sentire la necessità, il che per l’insegnante è la stessa cosa), prima o poi, di esercizi di grammatica di questo tipo.

c) Alcuni studenti possono sentirsi umiliati nell’essere indicati pubblicamente come deboli, e discriminati nel dover lavorare con altri studenti deboli.

 

 

 Effetti negativi: l’impressione che possono avere gli studenti più deboli di essere in gruppi “ ghetto ”, e l’aumento dell’eterogeneità nella classe.

La sola regola di base per la formazione dei gruppi è infatti una “ meta-regola ”, e cioè che si devono variare sempre le regole.

Nel caso osservato qui l’insegnante avrebbe potuto lasciare che gli studenti scegliessero le loro attività di recupero (cosa che inoltre sarebbe stata coerente con la fase precedente di autovalutazione).

Si potranno far riflettere i corsisti sui possibili effetti negativi di attività sistematiche per gruppi di livello. E far scoprire loro la sola regola di base da rispettare per la formazione dei gruppi.

8. L’insegnante che si vede in questa sequenza vi sembra esperta in autonomizzazione e differenziazione? Giustificate la vostra opinione.

8. Questa insegnate, in realtà, sperimenta da poco questo tipo di pedagogia: in particolare ci sono alcune esitazioni nel modo in cui spiega i criteri di autovalutazione (fase 1) e in cui forma i gruppi di recupero (fase 4). Si vede bene inoltre che i suoi studenti non sono ancora ben abituati a questo tipo di attività. Si può solo quindi rallegrarsi con lei che malgrado tutto ha accettato di farsi filmare... e ringraziarla.

Si potrà approfittare di questo per sviluppare il parallelismo tra le virtù dell’accettazione del rischio e dell’errore nell’apprendimento delle lingue... e nell’insegnamento delle lingue! Come ogni attività, la pedagogia differenziata richiede allenamento sia da parte degli insegnanti che degli studenti.

 

 

SCHEDA N°2/2

 

Paese

L1

L2

Livello

Durata

Contatore

Portogallo

portoghese

francese

intervista insegnante

 

 

 

 

Scheda che può essere utilizzata anche in:

 

 

– Metacognizione.

– Autonomizzazione.

 

CONTESTUALIZZAZIONE

 

 

Si tratta di un’intervista a un’insegnante della scuola secondaria Ibn Mucana, a Alcabideche in Portogallo.

Si troverà in Allegato la riproduzione parziale della tabella di autovalutazione appesa in classe, di cui parla l’insegnante nell’intervista.

 

 

TrascriZionE originale

francese

 

TRADUZIONE

 

PV. - Je voudrais te demander comment tu as organisé cette unité de travail pour la remédiation des problèmes que les élèves ont.

PH. -  D’accord. Alors, à partir d’un devoir ou d’un travail fait, ils réfléchissent sur les problèmes qu’ils ont individuellement. Puis, on consacre normalement une heure par semaine au moins, ou toutes les deux semaines, pour faire face à ces problèmes, pour remédier à ces problèmes… Et ils ont de grands classeurs avec des fiches sur tous les contenus morphosyntaxiques du programme. Ils décident, à partir de leurs difficultés individuelles… ils décident quelle est la fiche ou quelles sont les fiches qu’ils vont travailler ce jour-là. Bon, et ensuite…

PV. - Et il y a aussi des fiches d’auto-correction ?

PH. - Ah, oui, évidemment, toutes les fiches ont une auto-correction. Donc, ils s’auto-corrigent. S’ils ont des doutes, des problèmes, ils ont de quoi réfléchir individuellement et personnellement. Et, très souvent, je les aide à réfléchir, parce qu’ils n’ont pas l’habitude… pas encore l’habitude de travailler comme ça. Donc, très souvent, moi j’interviens pour leur apprendre à découvrir…

PV. - De manière à devenir plus autonomes ?

PH. - De manière à devenir plus autonomes, voilà. Ils vont travailler pendant une certaine partie de temps, et puis individuellement ils viennent mettre une croix. S’ils décident que ce point est positif, ou moins, s’ils décident que… Par exemple, celui-là, il trouve qu’il écrit encore mal, donc il met un “ moins ”. Celui-ci décide qu’il écrit bien. Donc c’est qu’ils doivent s’améliorer là où ils ont mis des “ moins ” ou des “ plus ou moins ”.

Et ensuite, quand ils ont par exemple… quand ils maîtrisent, je ne sais pas, moi…, les pronoms personnels, celui-ci, il a déjà mis un “ plus ” parce qu’il trouve qu’il maîtrise les pronoms personnels. Celui-là, par contre, va certainement refaire les fiches sur les pronoms personnels parce qu’il y a le “ moins ”. Quand il décidera que maintenant ça y est, qu’il connaît les pronoms personnels, il vient ici et il marque un “ plus ”. D’accord ?

PV. - Merci, merci beaucoup.

PH. -  Il y en a un qui n’a absolument rien marqué. C’est justement celui qui n’avait pas fait sa correction à la maison. C’est celui qui refuse en ce moment tout effort. Même l’effort de réfléchir sur son…. ses problèmes. Il ne le fait pas.

 

PV. - Vorrei chiederti come hai organizzato questa unità di lavoro per il recupero delle difficoltà che gli studenti incontrano.

PO. - D’accordo. Allora, partendo da un compito o da un lavoro fatto, riflettono sulle difficoltà che hanno individualmente. Poi, generalmente, si dedica un’ora alla settimana almeno, o ogni due settimane, ad affrontare queste difficoltà, per recuperare queste difficoltà … E hanno dei grandi classificatori con delle schede su tutti i contenuti morfosintattici del programma. Decidono, partendo dalle loro personali difficoltà… decidono qual è la scheda o quali sono le schede su cui lavoreranno quel giorno. Ecco, e poi...

PV. - E ci sono anche schede di autocorrezione?

PO. - Ah, sì, naturalmente, tutte le schede hanno un’autocorrezione. Quindi si autocorreggono. Se hanno dei dubbi, dei problemi, hanno il modo di riflettere individualmente e personalmente. E, molto spesso, io li aiuto a riflettere, perché non hanno l’abitudine... non hanno ancora l’abitudine a lavorare così. Quindi, molto spesso, intervengo per insegnare loro a scoprire...

PV. - In modo da diventare più autonomi?

PO. - Sì, in modo da diventare più autonomi. Lavoreranno per un po’ di tempo e poi individualmente vengono a mettere una croce. Se decidono che questo punto è positivo, o un meno se decidono che… Per esempio questo, pensa di scrivere ancora male quindi mette un “ meno ”. Quello decide che scrive bene. Quindi devono migliorarsi là dove hanno messo dei “ meno ” o dei “ più o meno ”.

E poi, quando hanno per esempio… quando sanno bene, che so, i pronomi personali, questo ha già messo un “ più ” perché considera di sapere bene i pronomi personali. Questo qua, invece, rifarà sicuramente le schede sui pronomi personali perché c’è il “ meno ”. Quando deciderà che ci siamo, che conosce i pronomi personali, viene qui e segna un “ più ”. D’accordo?

PV. - Grazie, grazie molte.

PO. - C’è un ragazzo che non ha segnato niente. E’ quello che non aveva fatto la correzione a casa. E’ quello che in questo momento rifiuta qualsiasi sforzo. Anche lo sforzo di riflettere sul suo... sulle sue difficoltà. Non lo fa.

 

 

AUTOFORMAZIONE

 

 

SOLUZIONI

 

 

FORMAZIONE

 

 

1. Visionate la sequenza sottolineando le varie caratteristiche del modo in cui l’insegnante a creato le attività di recupero nella sua classe, citando possibilmente alcune parti della sua intervista.

 

 

1.1 Su quali contenuti viene fatto il recupero? (Vedere “ contenuto ” nel Glossario.)

1.1 Sui contenuti linguistici, e più precisamente “ i contenuti morfosintattici del programma ”.

 

1.2 Chi sceglie questi contenuti?

1.2 Gli studenti stessi.

 

1.3 In quali occasioni?

1.3 “ partendo da un compito o da un lavoro fatto. ”

 

 

Si può pensare di no, che si tratti soltanto di lavori scritti: il procedimento adottato suppone che gli studenti abbiano individuato “ le difficoltà che hanno individualmente ”, e lo fanno probabilmente osservando le parti corrette dall’insegnante nei loro compiti.

Si potrà chiedere ai corsisti se pensano che questi lavori siano anche orali.

1.4 Con quale frequenza e con quale durata?

1.4 “ Un’ora la settimana almeno, o ogni due settimane. ”

 

 

Si può supporre, in particolare, che tutte le attività grammaticali siano ormai organizzate, in questa classe, partendo solo dai risultati dell’autovalutazione degli studenti.

Il tempo riservato a questa attività di recupero è molto importante: si potrà chiedere ai corsisti il perché.

1.5 Quali supporti sono utilizzati per questo recupero?

1.5 “ [Gli studenti] hanno dei grandi classificatori con schede su tutti i contenuti morfosintattici del programma. ”

 

1.6 In quale modo gli studenti correggono gli esercizi di recupero che hanno fatto?

1.6 Questi esercizi sono accompagnati da soluzioni (certamente preparate dall’insegnante).

 

2. In questo caso c’è differenziazione del recupero?

2. Sì, ogni studente sceglie gli esercizi di recupero sulla base delle proprie difficoltà.

 

3. L’obiettivo dell’insegnante è far diventare gli studenti “ più autonomi ”:

 

 

3.1 In che cosa sono autonomi questi studenti nel dispositivo di recupero che l’insegnante ha creato?

3.1 Autonomia degli studenti:

a) Si autovalutano, riportando essi stessi sulla tabella appesa i codici corrispondenti al livello che ritengono di aver raggiunto in vari settori.

b) Dispongono poi di schede di recupero che utilizzeranno come vorranno, e possono correggere da soli questi esercizi grazie alle soluzioni.

c) L’insegnante li lascia apparentemente liberi dal momento in cui stanno per fare il lavoro di autovalutazione. Lascia che decidano quanto tempo vi dedicheranno (“ Lavoreranno per un po’ di tempo. ”). Forse li lascia anche liberi di fare o no questo lavoro ( ?) dato che, in questa sequenza, si contenta semplicemente di constatare che uno studente non ha ancora fatto niente.

 

3.2 In che cosa il grado di autonomia degli studenti è qui limitato dall’insegnante - certo volutamente?

3.2 Limitazione del grado di autonomia degli studenti:

a) I settori che danno luogo all’autovalutazione (titoli delle varie colonne della tabella in Allegato) sono stati scelti apparentemente dall’insegnante. Infatti, nel corso dell’intervista, essa non parla di nessun intervento degli studenti a questo proposito.

b) Almeno per i punti di morfosintassi, gli studenti si contenteranno certamente di scegliere i settori corrispondenti agli errori individuati e corretti dall’insegnante nei loro compiti.

c) Le schede di recupero e le soluzioni sono state certamente elaborate dall’insegnante.

Si potrà segnalare ai corsisti che nella “ Pedagogia Freinet ”, sono previste schede di grammatica - con esercizi autocorrettivi - redatti dagli studenti stessi. Sai ricorderà (come si farà ogni volta che un’analisi può essere interpretata come una critica nei confronti dell’insegnante filmato) che la limitazione dell’autonomia accordata agli studenti è perfettamente legittima, dato che solo l’insegnante è in grado di giudicarne il grado più adeguato. Si potrà illustrare questa idea con la tabella in Allegato alla scheda Valutazione 3/3. In quest’occasione si potrà riprendere l’insieme delle idee dell’articolo da cui è tratta.

 

In particolare si potrà notare:

- che questi settori sono molto eterogenei, perché corrispondono a competenze ben definite (i vari punti di morfosintassi), ma anche complessi (l’espressione scritta o orale, per esempio, mette in gioco tutte le componenti della competenza di comunicazione), e quindi lasciano spazio a una certa soggettività nell’autovalutazione;

- che sono in parte intrecciati gli uni con gli altri  (la conoscenza dei punti di morfosintassi è messa in gioco per esempio nelle altre competenze).

Queste osservazioni potranno dar luogo, da parte dei corsisti, a diverse proposte di tabelle di autovalutazione.

 

Si potranno far riflettere i corsisti, partendo alla riproduzione della tabella in Allegato, sui criteri di scelta e di classificazione dei settori di valutazione adottati dall’insegnante.

4. Che cosa pensate del fatto che l’autovalutazione sia pubblica, mostrata su una grande tabella appesa al muro della classe?

4. Al di là delle reazioni personali, si può ritenere che questa esposizione al pubblico possa motivare alcuni studenti (fierezza, sfida nei confronti degli altri...) e, al contrario, dar fastidio ad altri, che potranno considerarla un’umiliazione.

CE’ quindi una tecnica da manipolare con precauzione, in quanto i suoi effetti dipenderanno tanto dai rapporti tra studenti e professore, che dai rapporti fra studente e studente.

Questa domanda costituisce una nuova occasione per spingere i corsisti ad un procedimento di base: cercare i vantaggi e gli inconvenienti potenziali di una tecnica, e cercare di trovare le ragioni per cui un insegnante ha fatto le scelte che ha fatto.

5. Confrontate le sequenze Recupero 1/2 e 2/2. Che cosa c’è di simile e di diverso nel modo in cui le due insegnanti hanno organizzato la valutazione e il recupero?

5. a) Similitudini tra le due sequenze:

- c’è prima di tutto autovalutazione;

- questa autovalutazione si riferisce a punti precisi di morfosintassi.

b) Differenze fra le due sequenze:

- imposizione da parte dell’insegnante degli esercizi e del momento del recupero nella sequenza ½; scelta autonoma degli esercizi e del momento nella sequenza 2/2;

- il recupero è puntuale nella sequenza 1/2; l’insegnante della sequenza 2/2 lo ha realizzato come un processo costante, lungo tutto il corso dell’apprendimento.

 

 

 

 

 

ALLEGATO

 

2e trimestre

Espressione scritta

Espressione

orale

Accordi

Lettura

Compiti

Inchieste

Verbi

Pronomi

Condizione

Tempo

 

 

 

 

 

 

 

1er gruppo

2e gruppo

3e gruppo

personali

relativi

possessivi

dimostrativi

en/y

 

 

David

-

+

+

-

-

+

+

+

+

-

-

+

-

+

+

+

Miguel

+

-

+

+

+

-

+/-

+/-

+/-

-

+

+

+

-

-

+

Diego

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Guillaume

-

-

-

-

+

+

+

+/-

-

+

+

+

-

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-

-