Parte n° II – FASI CRONOLOGICHE – VALUTAZIONE 

 

Altre schede utilizzabili in questa rubrica:

 

 

– Programmazione 3/3.

– Recupero 1/2.

– Metacognizione 4/4.

 

SCHEDA N°1/3

 

Paese

L1

L2

Livello

Durata

Contatore

Francia

francese

spagnolo

4e anno

 

 

 

 

Scheda che può essere utilizzata anche in:

 

 

– Programmazione.

– Obiettivi.

 

CONTESTUALIZZAZIONE

 

 

Si tratta di una classe di 22 studenti (21 ragazze, 1 ragazzo) di un penultimo anno di un Liceo polivalente francese (1.200 studenti) in cui la pedagogia differenziata non è abitualmente utilizzata. L’insegnante in questa sequenza si serve di un testo preso dal libro di testo in adozione, una poesia di Gabino Palomares che racconta i primi contatti tra il Conquistatore spagnolo Hernan Cortes e gli Aztechi. Prima di questa sequenza, i quattro gruppi hanno lavorato ognuno su di una parte della poesia.

 

 

TrascriZionE originale

francese L1, spagnolo L2

 

TRADUZIONE

 

 

A. – En este poema de Gabino Palomares, en la primera estrofa, los aztecas son los hermanos emplumados, y los hombres de la tripulación de Cortes son los hombres barbados.

Cortes y su tripulación llegaron por el mar con la intención de conquerir México. Los aztecas, al ver Cortes, pensaron que era Quetzalcoalt, porque Cortes había una barba blanca.

Cortes y sus hombres habían robado, matado y destruido todo el pueblo. Los aztecas se revoltaron porque se dieron cuenta que Cortes no era Quetzalcoalt. Los aztecas habían hecho un error, y a causas de este error habían perdido todas sus riquezas, y quedaron esclavos de los Conquistadores españoles.

Así los aztecas se sienten traicionados por los españoles.

(…)

P. – El vocabulario… ¿Palabras incorrectas?

A. – Ella ha dicho “había barba” y era “tenía barba”.

A. – (…) Ha dicho “Malincha”.

P. – “Malincha”, y es…

A. – “Malinche”.

P. – ¿Como ha dicho conquérir? (…) No, no se dice así… Es: “rebelarse”.

A. – (…) dans le dictionnaire (…).

P. – ¿Has encontrado “revoltar”? Luego veremos nosotros la diferencia, ¿eh?… Por ejemplo, una persona se rebela, por ejemplo, contra un régimen. Bien, ¿cómo se dice en espagnol à cause de?

A. – “Por culpa de”.

P. – “¿Por culpa de”?… “¿por culpa de”?… “a causa de”.

(…)

A. – Dos…

A. – Dos…

P. – ¿Perdón?…

A. – Dos…

(…)

P. – (…) ¿Son faltas cómo?…

A. – (…).

P. – Por ejemplo, como estaba nerviosa... Por ejemplo “Malincha”, es una falta que no es muy grave. “Malincha” por “Malinche”, no. Bueno, “revoltarse” por “rebelarse”, aunque tú dices que está en el diccionario, no podemos discutir esa falta. Sin embargo, (…) “había” en lugar de “tenía”, no. Entonces, “dos”.

¿Y los verbos? ¿Cuál es el problema de los que hay? Había en lugar de “tenía”… ¿El tiempo está bien? Lo que occurre es que como el verbo no es correcto. Así que ¿cuánto le vamos a poner a los verbos?… (…)

¿Y las frases?… ¿Son simples?

A. – Sí… Sí…

 

S. ‑ In questa poesia di Gabino Palomares, nella prima strofa, gli Aztechi sono i fratelli con le piume, e gli uomini dell’equipaggio di Cortes sono gli uomini con la barba.

Cortes e la suo equipaggio arrivarono via mare con l’intenzione di conquistare il Messico. Gli Aztechi, vedendo Cortes, pensarono che fosse Quetzalcoalt, perché Cortes aveva la barba bianca.

Cortes e i suoi uomini avevano rubato, ucciso e distrutto tutta la città. Gli Aztechi si ribellarono perché si resero conto che Cortes non era Quetzalcoalt. Gli Aztechi avevano fatto un errore, e a causa di questo errore avevano perso tutte le loro ricchezze, e rimasero schiavi dei Conquistatori spagnoli. Così gli Aztechi si sentono traditi dagli spagnoli.

(…)

P. – Il lessico… Parole sbagliate?

S. – Ha detto había la barba e si dice tenía la barba.

S. – (…) Ha detto Malincha.

P. – Malincha, e si dice…

S. – … Malinche.

P. – Come ha detto “ conquistare ” ? (…) No, non si dice così… Si dice rebelarse.

S. – (…) nel vocabolario (…)

P. – Hai trovato revoltarse? Vedremo dopo la differenza, eh? Per esempio una persona si ribella, per esempio, contro un regime . Bene, come si dice in spagnolo “ a causa di ”?

S. – Por culpa de.

P. – ¿Por culpa de?… ¿por culpa de?… a causa de.

(…)

S. – Due…

S. – Due…

P. – Prego?

S. – Due…

(…)

P. – (…) Sono errori come?…

S. – (…)

P. – Per esempio, perché era nervosa. Per esempio, Malincha, non è un errore molto grave. Malincha invece di Malinche, no. Bene, revoltarse invece di rebelarse, anche se dici che è nel vocabolario, non si può discutere questo errore. Tuttavia (…) había invece di tenía, no. Allora, due.

E i verbi? Che problema c’è con i verbi? Había invece di tenía… Il tempo va bene? Abbiamo un verbo che non è giusto... Allora, quanto metteremo per i verbi? (…)

E le frasi?… Sono semplici?

S. – Sì...Sì…

 

 

AUTOFORMAZIONE

 

 

SOLUZIONI

 

 

FORMAZIONE

 

 

1. Visionate la sequenza: quali sono le due grandi attività che vi si possono individuare? Definitele brevemente.

 

1. Le due attività sono le seguenti:

a) Lettura fatta da una studentessa, probabilmente la portavoce, del testo prodotto dal suo gruppo.

b) Valutazione collettiva della prestazione che riguarda tre aspetti: il lessico, i verbi, le frasi.

 

2. Osservate nell’Allegato la scheda di valutazione che gli studenti avevano sotto gli occhi: quali informazioni supplementari ci offre?

2. Informazioni supplementari offerte dalla scheda di valutazione:

a) La valutazione collettiva è fatta per ciascuno dei quattro gruppi.

b) I tre aspetti che si vedono trattare nella sequenza sono i primi di un insieme di criteri suddivisi tra “ contenuto ” e “ esposizione e comunicazione ”.

 

3. Che cosa pensate del punteggio utilizzato (12 per la correttezza della lingua e 8 per la qualità dell’espressione e della comunicazione)?

3. Dato che la valutazione riguarda un compito che è un’esposizione orale di fronte ad un pubblico, ci saremmo potuti aspettare che lo stesso numero di punti - almeno - fosse attribuito sia alla correttezza della lingua che alla qualità dell’espressione e della comunicazione.

Si potrà chiedere di interpretare il privilegio qui accordato dall’insegnante alla correttezza linguistica in rapporto all’efficacia comunicativa: è probabile che l’insegnante non faccia lavorare regolarmente gli studenti in questo modo.

4. Leggete attentamente del Glossario il testo che corrisponde al termine “ valutazione ” Visionate di nuovo la sequenza, se necessario, per rispondere alle seguenti domande:

 

 

4.1 Quali sono le tre attività successive rintracciabili all’interno del processo di valutazione qui realizzato?

4.1 Si tratta del rilevamento degli errori, della discussione sulla loro gravità e infine dell’attribuzione di un voto.

 

4.2 Si può parlare in questo caso di “ autovalutazione ”? Perché?

4.2 No, per due ragioni:

a) La portavoce non interviene nel corso della valutazione, e probabilmente nemmeno gli altri membri del gruppo: si tratta dunque di una valutazione tra pari (gli altri studenti) più che di un’autovalutazione.

b) L’insegnante interviene molto attivamente in tutte le componenti del processo (vedere sopra): riguardo all’insieme della classe, si può parlare dunque di “ co-valutazione ” (valutazione fatta congiuntamente dall’insegnante e dagli studenti).

 

4.3 I criteri utilizzati per questa valutazione sono di realizzazione (procedurali), o di riuscita?

4.3 L’aspetto “ contenuto ” è valutato con criteri di riuscita, dato che viene giudicata la correttezza linguistica del testo redatto in gruppo. La stessa cosa vale per l’aspetto “ espressione ” (si giudica la qualità della verbalizzazione del testo: pronuncia e articolazione). L’aspetto “ comunicazione ”, invece, è valutato con criteri di realizzazione, dato che le componenti che sono prese in considerazione corrispondono ai vari compiti parziali da effettuare (pronunciare bene e articolare chiaramente, non leggere costantemente gli appunti, utilizzare la lavagna, comunicare con il pubblico, parlare ad alta voce) affinché la comunicazione sia veramente efficace.

In sede di formazione con i corsisti, non sarà certo inutile farli esercitare inizialmente, sulla base di alcuni esempi, sulla differenza tra i “ criteri di realizzazione ” e i “ criteri di riuscita ”.

Dall’analisi fatta si può concludere che era certamente meglio separare, nella scheda di valutazione, l’aspetto “ espressione ” dall’aspetto “ comu-nicazione ”.

5. L’insegnante ha fatto precedentemente in modo che gli studenti condividessero questo modo di valutare. Come ha fatto secondo voi?

5. Durante una lezione precedente l’insegnante ha chiesto agli studenti di riflettere su ciò che consideravano importante in un’esposizione orale. Gli studenti hanno dato alla rinfusa gli elementi di risposta che sono stati scritti alla lavagna e poi messi in ordine sotto la guida dell’insegnante. Essi hanno quindi partecipato attivamente all’elaborazione della scheda di valutazione che utilizzano in questa sequenza.

 

 

Si sarebbero potute riportare anche le indicazioni concernenti le condizioni di realizzazione: tempo assegnato, materiale autorizzato (libro di testo, vocabolari, schede metodologiche...), ecc.

Si potrà chiedere ai corsisti quali altre indicazioni avrebbero potuto essere indicate su questa scheda per favorire l’autonomia degli studenti.

 

La correzione in gruppo favorisce la presa di distanza: permette di porre una distanza tra il proprio lavoro e se stesso. Il fatto di essere correttore e il ricorso al gruppo concentra l’attenzione sul compito e non sull’autore del compito, e così l’errore è “ sdrammatizzato ”.

Altra domanda possibile: Quali sono i vantaggi della correzione in gruppo?

6. Si può parlare in questo caso di differenziazione della valutazione?

6. No, dato che tutti i gruppi sono valutati a partire dalla stessa scheda e dallo stesso punteggio.

 

7. Prendendo spunto da questa sequenza quali modi di applicazione di una valutazione differenziata potete immaginare?

7. Si può immaginare che ogni gruppo elabori i propri criteri e il proprio punteggio.

 

 


ALLEGATO

 

 

Ficha de evaluación de una exposición oral

Documento : “ La maldición de Malinche ”

 

Elementos de evaluación de una exposición oral

Grupo 1

Grupo 2

Grupo 3

Grupo 4

A. Contenido

- Vocabulario correctamente utilizado (3) ………………………………………..

- Conjugar bien los verbos (3) …………………………………………………….

- Utilizar frases simples (3) ……………………………………………………….

- Comentario organizado (3)………………………………………………………

 

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       B. Expresión y comunicación

- Pronunciación y articulación correcta (2)………………………………………..

- No leer constantemente los apuntes (2) …………………………………………

- Utilizar la pizarra (1) …………………………………………………………….

- Comunicación con el público (1) ………………………………………………..

- Hablar alto (2) …………………………………………………………………...

 

 

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……………

TraduZioNE

Elementi di valutazione di un’esposizione orale

A. Contenuto

- Lessico utilizzato correttamente (3)

- Verbi ben coniugati (3)

- Utilizzazione di frasi semplici (3)

- Commento organizzato (3)

B. Espressione e comunicazione

- Pronuncia e articolazione corrette (2)

- Non leggere costantemente gli appunti (2)

- Utilizzare la lavagna (1)

- Comunicare con il pubblico (1)

- Parlare ad alta voce (2)

 

 

 

SCHEDA N°2/3

 

Paese

L1

L2

Livello

Durata

Contatore

Francia

francese

spagnolo

5e anno

 

 

 

 

Scheda che può essere utilizzata anche in:

 

 

– Ambiente.

– Autonomizzazione.

– Recupero.

 

CONTESTUALIZZAZIONE

 

 

Si tratta di una classe di spagnolo seconda lingua (5° anno), in un liceo polivalente con 1200 studenti. La sequenza ha come obiettivo la preparazione della prova orale di spagnolo all’esame di stato, che consiste, per gli studenti di questo indirizzo (economico e sociale) in un’interrogazione su testi già studiati in classe.

Dopo la sequenza che proponiamo, l’insegnante fa una correzione orale sistematica, in spagnolo, dei contenti del commento orale dello studente.

 

 

TrascriZionE originale

francese L1, spagnolo L2

 

TRADUZIONE

 

 

A. – (…) [Commentaire oral du texte par l’élève]

P. – Bueno. Vamos a pararnos ahí.

En cuanto a las faltas de vocabulario o a las faltas de gramática, las he apuntado, y luego te daré un cuadro en el que apuntaré tus faltas. Tú tienes que corregir ; te dejaré que busques sólo dónde están las faltas ; si no las encuentras, en una segunda corrección, yo te señalo donde está la falta, y tienes que corregir en el segundo cuadro. Pero esto te lo daré la proxima vez..

El comentario… está muy completo. Has empezado bien anunciando el tema, introduciendo el texto, y sobre todo anunciando el tema. El tema está bien, pero no has dicho cómo está organizado tu comentario.

 

S. – (…) [Commento orale del testo fatto dallo studente]

P. – Bene. Ci fermiamo qui.

Per quel che riguarda gli errori di lessico o gli errori di grammatica, ne ho preso nota, e poi ti darò una tabella dove avrò annotato i tuoi errori. Sta a te correggerli; ti lascerò cercare solo dove si trovano gli errori; se non li trovi, in una seconda correzione ti indico io dov’è l’errore e tu devi correggerlo nella seconda tabella. Ma questa, te la darò la prossima volta.

Il commento... E’ molto completo. Hai cominciato bene annunciando il tema, introducendo il testo, e soprattutto annunciando il tema. Il tema, bene, ma non hai detto come è organizzato il tuo commento.

 

 

AUTOFORMAZIONE

 

 

SOLUZIONI

 

 

FORMAZIONE

 

 

1. Descrivete brevemente le due fasi di questa sequenza: in che cosa consistono? (Riferitevi alle indicazioni date in “ Contestualizzazione ”.)

 

1. Nella prima fase lo studente presenta il suo commento orale all’insegnante, come se si trovasse davanti a un’esaminatrice il giorno dell’orale dell’esame di stato (si tratta di una simulazione della prova, e per questa ragione l’insegnante non interviene).

Nella seconda fase interviene solo l’insegnante per la correzione.

 

2. Perché l’insegnante non interviene mai durante il commento dello studente?

2. Dato che si tratta di una simulazione, l’insegnante cerca di mettere lo studente in condizioni simili a quelle della prova dell’esame di stato, per prepararlo meglio: nelle consegne date agli esaminatori si richiede loro infatti di non interrompere il commento dei candidati.

 

3. Per ogni fase di questa sequenza dite qual è la funzione della valutazione (diagnostica, formativa o sommativa: vedere il Glossario).

3. La prima fase è una simulazione di valutazione sommativa (la prova di commento orale all’orale dell’esame di stato). Ma, più precisamente, è utilizzata, nella seconda fase, come supporto di valutazione formativa: ha l’obiettivo di far giungere lo studente a “ individuare gli ostacoli che rimangono ancora da superare ” per prepararsi meglio all’esame finale.

 

4. Si può parlare in questo caso di “ massima differenziazione ” della valutazione?

4. Sì, dato che è totalmente individualizzata.

In ogni caso si potrà segnalare - come sanno tutti gli insegnanti che sono stati esaminatori all’esame di stato - che ciò che viene valutato nel commento di un testo preparato in classe... è anche, in parte, la qualità del commento dell’insegnante!...

5. Si può pensare che, come nella sequenza precedente, i criteri di correzione siano stati elaborati con la partecipazione degli studenti?

5. Certamente no. Poiché si tratta di una simulazione di valutazione istituzionale (l’esame di stato), l’insegnante utilizza molto probabilmente i criteri che pensa siano generalmente utilizzati dagli esaminatori.

 

6. Rileggete la trascrizione dell’intervento dell’insegnante. In che cosa consiste l’originalità del suo dispositivo di correzione? Descrivetene le varie fasi.

6. La correzione si farà in più tempi, con un sistema di va e vieni tra insegnante e studente.

In un primo tempo, l’insegnate consegna allo studente una tabella con l’elenco delle espressioni in cui ha fatto un errore durante l’esposizione orale, e lo studente deve individuare da solo l’errore e correggerlo. Questa prima correzione-studente è corretta dall’insegnante che, questa volta, segnala l’errore se non è stato individuato. Lo studente fa allora una nuova correzione, corretta di nuovo dall’insegnante.

 

7. Perché l’insegnante ha scelto questo tipo di dispositivo?

7. Si tratta di fare in modo che gli studenti si correggano da soli quanto più è possibile, prima individuando i loro errori, e, se non ne sono stati capaci, ritrovando la forma corretta che corrisponde alla forma errata che l’insegnante ha segnalato loro. L’obiettivo è quello di formare gli studenti all’autocorrezione, competenza che sarà anch’essa valutata il giorno della prova orale dell’esame di stato.

Si farà notare che si potrebbe chiedere allo studente di individuare da solo i suoi errori riascoltando la registrazione orale del suo commento.

8. Immaginate come possa essere stato organizzata dall’insegnante la tabella data alo studente. Verificate poi riferendovi alla riproduzione di una di queste tabelle in Allegato.

 

 

9. Osservate la tabella di correzione: come sono segnalati allo studente le cose ben fatte e gli errori?

9. Le cose ben fatte sono segnalate con il segno “ Ö ”. Gli errori con la sottolineatura e con un codice che rimanda al tipo di errore,; in questo caso, “ prep. ” (= preposizione sbagliata) e “ ort. ” (= errore di ortografia).

 

 

Fra gli inconvenienti possibili:

- Si tratta di un dispositivo pesante, costoso in tempo tanto per lo studente che per il professore.

- Alcuni studenti possono essere scoraggiati dall’elenco dei loro errori. (Si potrebbe forse compensare questo effetto indicando anche le cose fatte bene... ma si appesantirebbe ancor di più il dispositivo!)

- Alcuni studenti possono non essere in grado di scoprire da soli molti dei loro errori (Si potrebbero immaginare modi per orientarli più precisamente sulla correzione, segnalando loro per esempio la regola di grammatica da applicare.)

Si potrà far discutere sui possibili inconvenienti del dispositivo di autocorrezione adottato da questa insegnante.

 

Esempi di attività che hanno dato buoni risultati:

- Gli studenti verificano a gruppi prima la prima e poi la seconda correzione dei compiti. (Si potrebbe anche immaginare un ascolto critico, sempre in gruppo della registrazione orale dei commenti.)

- Gli studenti si scambiano i compiti, poi confrontano le loro correzioni e i loro commenti. (In questo caso si possono prevedere dei fogli con colonne diverse per i testi scritti e le correzioni.)

- Si fotocopia il compito dello studente migliore e si chiede agli altri studenti, in gruppi, di giustificare il voto secondo i criteri stabiliti. Nel frattempo questo studente riflette sul modo in cui ha lavorato, per spiegarlo dopo alla classe intera. Questo tipo di attività risulta molto efficace, perché gli studenti più deboli vedono concretamente ciò che ci si aspetta da loro, e prendono coscienza del fatto che un buon compito non è il risultato di un “ dono ”, ma di un lavoro organizzato coscientemente.

Si potrà chiedere anche di immaginare dei dispositivi che integrino il lavoro di gruppo e/o lo scambio di compiti.

 

Il lavoro effettuato avrà forse permesso (in ogni caso questa era l’intenzione degli autori di queste schede):

a) di definire diversamente lo statuto dell’errore, che deve essere considerato un passaggio obbligato verso il sapere, come se dipendesse da una logica di funzionamento caratteristica del soggetto;

b) di convincersi che, per mettere lo studente in condizione di riuscire, bisogna lavorare con lui in modo trasparente, il che suppone che tutto sia esplicitato. Bisogna dunque lavorare con gli studenti a partire da obiettivi ben chiariti e comunicando loro preventivamente i criteri di valutazione;

c) di modificare le proprie rappresentazioni sullo statuto del discorso pedagogico: spiegare più volte ciò che si deve fare non è molto efficace: le conoscenze strumentali si acquisiscono con l’attività del soggetto, e per far comprendere i criteri di valutazione, per esempio, è meglio farli applicare dagli studenti stessi in compiti di auto o co-valutazione;

d) di ammettere che insegnare non è soltanto un’arte, ma anche un mestiere: l’insegnante deve considerarsi e agire come un professionista dell’apprendimento.

Si potrà chiedere ai corsisti se il lavoro su questa scheda e sulla precedente a permesso loro di modificare il punto di vista che avevano sul problema della valutazione e di chiarire ciò che ormai ritengono necessario prendere in considerazione nelle loro attività pedagogiche.

 


 

 

 



 

 

SCHEDA N° 3/3

 

Paese

L1

L2

Livello

Durata

Contatore

Portogallo

portoghese

inglese

intervista insegnante

 

 

 

 

Scheda che può essere utilizzata anche in:

 

 

– Metacognizione.

– Autonomizzazione.

 

CONTESTUALIZZAZIONE

 

 

Si tratta dell’intervista ad una collega portoghese che insegna l’inglese nella scuola secondaria Ibn Muncana.

 

 

TrascriZionE originale

portoghese L1, inglese L2

 

TRADUZIONE

 

TV. – Some words about evaluation. Who usually evaluates ? You, the teacher, you with the students ? How do you evaluate ?

TH. – In our school we have developed for one couple of years self-evaluation by the students. So, there is a part of the evaluation that is definitely done by the teacher who resolves the tests so they can’t do anything about that (...) and it’s the responsibility of the teacher. But when it comes to the participation in classroom, they have a reader which should be followed at the end of each term and they give their own opinion about their involvement in the class without being asked by the teacher, or if they are asked by the teacher to answer, or about homework, or about attitudes in the class when they interact with other pupils. So they can give their own opinion and then there is a moment, when, individually I discuss with them if I agree or not. Sometimes I agree, sometimes I don’t agree, sometimes they are more vigilant than I am. And then I explain why it is more or why it is less. It’s a sort of conversation, about this area, concerning participation in the classroom. What they also must be aware of what they are doing in classroom. When they know it is the end of term, they know there is this little process of the evaluation, they know they have to do something on their own. So they know what they are doing at the end. And then this week we’ve turned it into a mark, and then they all know what they have, but it is a sort of sharing.

TV. – So, what it is your idea of the teaching-learning process ? And what is the idea of the teacher learner process which is behind the defence or which is behind encouraging students to do self evaluation?

TH. – I think we can differentiate a learning. It depends totally on the teacher, what he knows, the variety of strategies he has acquired during his or her training or professional life.(...) So we have to have a back of strategies to help the students. It is something we have inside us, stored, and when it comes to a particular need for a grup of persons, we have to use. So, I don’t  (think ?) there is a teaching strategy for differentiation that comes from top-bottom, I think it comes from bottom-up, so the pupils show they aren’t even.(...) And we have the weapons you can say that to help them to be more proficient.

PV. – Qualche parola a proposito della valutazione. Chi valuta di solito? Lei, professore, lei con gli studenti? Come valuta?

PO. – Nella nostra scuola, da due anni, abbiamo sviluppato l’autovalutazione fatta dagli studenti. Dunque, c’è una parte della valutazione che naturalmente è fatta dall’insegnante, che corregge i compiti, dunque loro non possono far niente in questo caso (...) il responsabile è l’insegnante. Ma quando si tratta della partecipazione alla lezione, gli studenti hanno un libro di testo di lettura che deve essere seguito e rispettato alla fine di ogni trimestre e su cui danno la loro opinione a proposito della loro partecipazione alla lezione senza essere interrogati dall’insegnante, o se sono interrogati dall’insegnante, o sui compiti a casa, o sul loro atteggiamento in classe quando si trovano ad interagire con altri studenti. Così possono esprimere la loro opinione. Poi c’è un’altra tappa in cui parlo con loro, individualmente, per dire se sono d’accordo o no. Alcune volte lo sono, altre no, a volte sono più attenti di me. E spiego loro perché meritano di più o perché meritano di meno. E’ una specie di discussione a proposito di questo argomento che riguarda la partecipazione alla lezione. E quando sanno che siamo alla fine del trimestre, sanno che c’è questo piccolo processo di valutazione, sanno che anch’essi devono fare qualche cosa. Così sanno quello che fanno alla fine. Poi, questa settimana abbiamo trasformato tutto ciò in un voto e lo sanno tutti, ma è una specie di condivisione.

PV. – Che cosa pensa dunque del processo di insegnamento/apprendimento? E qual è l’idea del processo di insegnamento dell’insegnante che sta dietro all’interdizione o all’incoraggiamento degli studenti all’autovalutazione?

PO. – Credo che un apprendimento si possa differenziare. Dipende completamente dall’insegnante, da ciò che sa, dalla varietà delle strategie che ha acquisito durante la sua formazione o durante la sua vita professionale. (...) Abbiamo così un bagaglio di strategie per aiutare gli studenti. Si tratta di qualche cosa che abbiamo all’interno di noi stessi, immagazzinato, e quando ci ritroviamo di fronte ad una domanda particolare da parte di un gruppo di persone, ne facciamo uso. Non penso dunque che per la differenziazione ci sia una strategia che va dall’alto al basso [dall’insegnante agli studenti], penso che vada dal basso all’alto [dagli studenti all’insegnante]. In questo modo gli studenti ci dimostrano che non sono omogenei..(...) E disponiamo delle armi che lei dice per aiutarli ad essere più competenti.

 


 

AUTOFORMAZIONE

 

 

SOLUZIONI

 

 

FORMAZIONE

 

 

 

 

 

Questa intervista si presta perfettamente ad una riflessione sul rapporto insegnamento/appren-dimento nel quadro della pedagogia differenziata. Per far lavorare i corsisti su questo tema esse4nziale, ci si potrà riferire all’articolo di P. Bertocchini e Ch. Puren. Proponiamo inoltre nella parte autoformazione un lavoro a partire da uno schema contenuto in quell’articolo concernente i vari tipi di rapporto che si devono considerare fra il processo di insegnamento e il processo di apprendimento durante la lezione di lingua.

 

1. Visionate una prima volta la registrazione intera. Poi andate alla trascrizione della prima parte (risposta alla prima delle due domande).

 

 

 

1.1 In questa prima parte quali sono le parole che appartengono al campo lessicale della valutazione? Individuatele.

1.1 “ Valutazione ” , “ valutare ”, “ autovalutazione ”, “ correggere i compiti ”, “ dare la propria opinione ”, “ il voto ”, “ il processo di valutazione ”, “ meritare di più, meritare di meno ”, “ processo di valutazione ”, “ voto ”.

 

 

1.2 Si tratta di valutazione diagnostica, formativa o sommativa? Giustificate la vostra risposta e individuate in questa prima parte le parole corrispondenti.

1.2 Si tratta di valutazione sommativa, dato che si colloca alla fine di una sequenza di apprendimento ( “ alla fine di ogni trimestre ”, “ è la fine del trime-stre ”, “ ciò che fanno alla fine ”) e che dà luogo ad un voto fornito all’amministrazione.

Parole corrispondenti: “ correggere i compiti ”, “ meritare di più, meritare di meno ”, “ voto ”.

 

 

1.3 Quali elementi sono considerati in questa valutazione?

1.3 La valutazione considera il lavoro a casa, la partecipazione spontanea, le risposte alle domande fatte, l’atteggiamento, il comportamento nei confronti degli altri studenti.

 

 

2. L’insegnante adopera la parola  “ autovalu-tazione ”.

 

 

 

2.1 In questo caso si tratta veramente di autovalutazione o no? Chiarite la vostra opinione.

2.1 Non si tratta proprio di un processo di autovalutazione. Infatti:

a) L’intervento degli studenti si limita a un solo criterio di valutazione, quello della partecipazione alla lezione.

b) Gli studenti partecipano all’attribuzione del voto fatta dall’insegnante solo “ dando la loro opinione ”. Su questo voto si discute, ma è l’insegnante che si riserva la decisione finale (“ Spiego loro perché meritano di più o perché meritano di meno. ”).

 

 

2.2 Che cosa pensate di questa scelta fatta dall’insegnante?

2.2 Il fatto di constatare che l’insegnante limita così la responsabilità degli studenti non implica assolutamente una critica nei confronti della sua scelta:

a) Per un insegnante, giustificare un voto, far prendere coscienza agli studenti di ciò che fa e del perché e del come lo fa corrisponde ad una concezione molto positiva, attiva e dinamica della pedagogia.

b) Questa partecipazione degli studenti alla loro valutazione sommativa è certamente una prima tappa indispensabile nella formazione a una reale autovalutazione.

c) Dato che si tratta di valutazione sommativa, la responsabilità istituzionale dell’insegnante limita fortemente quella che lei può attribuire agli studenti stessi.

A proposito del lavoro su questa domanda, è essenziale far capire ai corsisti la natura dell’analisi didattica che è essenzialmente comprensiva: consiste - come proponiamo qui nella “ soluzione” - nel comprendere le ragioni per le quali un insegnante ha scelto un obiettivo, un metodo, un supporto, un dispositivo, ecc.

 

2.3 Che cos’altro potrà fare l’insegnante per portare avanti l’autonomizzazione degli studenti in questo settore della valutazione della partecipazione alla lezione?

2.3 La valutazione di questa partecipazione potrà essere fatta in vari momenti del trimestre (in modo da darle una dimensione formativa) e chiarendo agli studenti i criteri da utilizzare (in modo da dar loro gli strumenti di una valutazione autonoma).

 

 

 

La partecipazione degli studenti alla lezione può variare naturalmente secondo i diversi momenti della lezione stessa.

Si dovrà dunque valutare diversamente:

- la ripresa della lezione precedente: frequenza degli interventi, reimpiego delle strutture e del lessico recentemente introdotto, esposizione di un testo o di un documento precedente;

- la partecipazione generale alla lezione: frequenza degli interventi, ascolto reciproco, autocorrezione e correzione reciproca;

- i contenuti: lingua, ritmo, pronuncia, fluidità, correttezza grammaticale.

- le idee: comprensione, pertinenza, cultura, originalità del pensiero,...

Si potrà far riflettere i corsisti su questi vari criteri, in particolare sulla loro modifica in funzione delle varie fasi possibili di una lezione.

 

 

Il punteggio sarà in evoluzione (nel corso di ogni anno scolastico e da un anno all’altro), dato che dipende per forza di cose dal livello di acquisizione della lingua: all’inizio, più punti per la pronuncia, l’ascolto, i comportamenti, in seguito, più punti per la padronanza della lingua e dell’espressione.

Questo lavoro potrà portare alla definizione delle grandi linee di una griglia di valutazione della partecipazione orale, che dovrebbe essere elaborata con gli studenti fin dall’inizio dell’anno scolastico e a una votazione corrispondente.

 

3. Seconda parte dell’intervista dell’insegnante (risposta alla seconda domanda: “ Che cosa pensa del processo di insegnamento/apprendimento ? ”).

 

 

 

3.1 Riferitevi al modello di relazione insegnamento/apprendimento proposta nell’Allegato. Individuate in questa tabella il posizionamento (tra 1 e 5) di questa insegnante sul continuum insegnamento « apprendimento.

3.1 Il posizionamento corrisponde al n°4 nella tabella dell’Allegato, come si vede dall’utilizzazione, per due volte, del “ aiutare ” (l’apprendimento), e tutta la parte dell’intervento fra “ Non penso quindi… ” e “ … a essere più competenti ”.

 

 

3.2 Analizzate, confrontandole, l’idea principale che risulta dalla prima parte (da “ Credo che si possa differenziare l’apprendimento… ” a “ ne facciamo uso”), e quella che risulta dalla seconda (da “ Non penso dunque… ” a “ … a essere più competenti ”.

3.2 In tutta la prima parte della risposta alla seconda domanda dell’intervistatrice, l’insegnante pone decisamente il “ cursore ”, sul continuum insegnamento/apprendimento, dalla parte dell’inse-gnamento, e lo sposta con uguale decisione dalla parte dell’apprendimento nella seconda parte.

 

 

3.3 Che conclusione personale potete trarre da questa analisi?

3.3 La conclusione che se ne può trarre è che l’insegnante deve essere capace di posizionare il suo “ cursore ” nel luogo più adatto secondo la situazione (studenti, obiettivi, supporti, difficoltà, fasi, ecc.) che deve gestire.

In funzione della formazione e dell’esperienza dei corsisti, prendendo spunto dall’articolo di P. Bertocchini e Ch. Puren, ci si contenterà di farli riflettere sul continuum fra l’insegnamento e l’apprendimento, oppure si porteranno a riflettere su tutte le altre relazioni possibili fra questi due processi.

 

 


ALLEGATO

 

Processo di insegnamento

Processo di apprendimento

 

1

2

3

4

5

far

imparare

 

 

l’insegnante

applica

i suoi metodi

di insegnamento

(metodologia di

riferimento, tipo

e abitudini

di insegnamento)

 

insegnare

a imparare

 

 

l’insegnante

gestisce

con gli studenti

il contatto tra

i metodi

di apprendimento

e i suoi metodi

di insegnamento

 

insegnare

a imparare

a imparare

 

l’insegnante

propone

metodi

di apprendimento

differenziati

favorire

l’imparare

a imparare

 

l’insegnante

aiuta

ogni studente

ad acquisire

metodi

individuali

di apprendimento

 

lasciar

imparare

 

 

l’insegnante

lascia

applicare

agli studenti

i metodi

di apprendimento

che corrispondono

al loro tipo individuale

e alle loro abitudini

individuali

di apprendimento