Altavilla Silentina. Tra feudi, fede e magia

Antiche leggende e pezzi di storia locale

Critiche esagerate Una supplica del Quattrocento al conte di Capaccio e Satriano, feudatario, rivela l'antica abitudine di scrivere lettere anonime. Gli altavillesi chiedevano di punire gli accusatori e non gli accusati, con l'esclusione - bizzarra e teneraria - di quelli che avevano definito il conte "ladro, figlio di puttana, adultero, cornuto, sodomita, ruffiano, mulo bastardo, traditore, omicidiario, spergiuro de mentirlo per la canna. Nei Cenni storici su Altavilla Silentina, stampato nel 1898, i baroni Alessandro e Antonio Ferrare esagerarono con le critiche, descriveno gli abitanti come "pungenti, litigiosi per eccellenza, devastatori di opere pubbliche, facili spacciatori di fosche verità, sballoni, sospettosi di tutto e tutti, proclivi al gioco". Menzogne, gustate l'ospitalità odierna, per smentire. Multati: la cicoria è dei cavalli reali Quando fu tracciata la strada della Macchia, gli altavillesi sfacchinarono in cambio di un pane di granturco al giorno. Per lenire la fame, coglievano cicoria nei prati, ma furono multati giacché avevano sottratto alimento ai regi cavalli. Scongiuri di nozze Nella rigida società rurale, i promessi sposi accumulavano tanta tensione da rischiare un flop nella loro prima notte. Così, il giorno fatale, la madre della sposa poneva oggetti anti-malocchio sotto il letto, dal lato di lui: falci, treppiedi, camastre... Una pezzuola di lino insanguinata, da esibire tra gli ammiccamenti, provava la missione compiuta. Tra fede e magia Un dolce parto e la sparizione delle vuccaine dalla bocca erano garantiti da un bacio all'anello di San Giuliano. Il mal di pancia svaniva con tre giri attorno alla chiesa di Sant'Egidio. Per ottenere pioggia, si portava in processione la statua di Montervergine; per farla smettere si frustava la statua di Sant'Antonio. San Biagio naturalmente risanava il mal di gola; quando un fulmine mozzò il suo campanile i paesani tremarono per il segno di sventura. I contadini mai avviavano la fatica il giorno 21, di martedì e di venerdì: attendevano la luna calante. Il maiale si ammazzava il 20 gennaio, giorno di San Sebastiano. Il 4 ottobre, San Francesco, proibito maneggiare l'uva, altrimenti il vino si sarebbe intorpidito. Con la luna piena, vietato preparare le conserve di pomodoro, bere vino o mangiare salumi. Il 13 e 14 dicembre, Santa Lucia e Sant'Aniello, le donne incinte si allontanavano da forbici e coltelli, toccarli avrebbe procurato malattie al neonato. E il 17 gennaio, nei falò di Sant'Antuono, bisognava stare ben attenti a non scottarsi, ché le ustioni difficilmente sarebbero guarite. L'ultimo menestrello Angelo Gargano u massaro fino a qualche decennio fa improvvisava in piazza filastrocche e canzoni in vernacolo. Facondo e irridente, metteva in berlina personaggi del paese, rivelava amori segreti, rievocava leggende. I suoi versi erano sempre densi di allusioni sessuali, come questi: Bella è la casa toia, ie nce so stato,/'nciaggio magnato, vippeto e durmuto.../'nciaggio lassato st'uosso mio spurpato,/trasite 'nnammurate: ca io me ne so assuto. Le case tra due paesi Bruno Ponte mangia ad Albanella, ma va a dormire - un metro più avanti - ad Altavilla, nel cui territorio ricade la camera da letto. La situazione accomuna una ventina di famiglie della contrada Fontana di Jacopo - al confine fra i due centri - e crea infiniti inconvenienti, dalle difficoltà burocratiche alle differenze fra le tasse comunali. I giganti dei campi I giganti di Altavilla altro non erano che enormi angurie rosse e saporiti, di quelle che mangi, bevi e ti lavi la faccia. Purtroppo il loro seme si è perduto da vari decenni. Minestra anti-moscerini Il primo maggio i tradizionalisti mangiano la cecciula, minestra a base di legumi. Una volta si consumeva nelle scampagnate, aveva il potere di tener lontani i moscerini.