(24 febbraio 1997) __________________________________________________________________________ E-MAIL APERTA NO.2 c.a. Edoardo Giammarughi, redazione de "il manifesto" e-mail: redazione@ilmanifesto.mir.it Ciao Edoardo, ricorre oggi un mese ed un giorno dalla pubblicazione del pornografico articolo di Giulia Fossa' "Gente di Pristina" (il manifesto, giovedi' 23 gennaio 1997), riguardante la questione-Kosovo (o Kosova, come piu' vi piace). Il giorno stesso dell'uscita dell'articolo intervenimmo come Coordinamento con una "e-mail aperta" (che riproduciamo nel seguito) tesa a smontare pezzo per pezzo quel capolavoro della disinformazione di guerra: anzi, della disinformazione PER la guerra, in quanto mirata, come negli anni passati, a costruire il teorema dell'aggressione nazional-serbista come chiave unilaterale - dunque falsata - di lettura delle guerre jugoslave (che viceversa sono state a nostro parere guerre civili inter-jugoslave ed anti-jugoslave insieme), e dunque a far passare come qualcosa di inevitabile lo sfascio della Jugoslavia multietnica, multinazionale, internazionalista. In seguito ad una tua sollecitazione, ed al parere favorevole di compagni e sostenitori del Coordinamento all'uopo interpellati, abbiamo riscritto un po' controvoglia quella lettera in modo che fosse "pubblicabile" nello spazio della corrispondenza del tuo giornale. Riproduciamo nel seguito anche questo secondo intervento. Probabilmente esso risulta troppo lungo per i modesti spazi del giornale: se c'e' bisogno di tagliare, ti suggeriamo di tagliare nella parte finale dove, presi dalla rabbia e dalla sconforto, ci siamo lasciati andare a nere previsioni sul futuro della Repubblica Federale di Jugoslavia - quella che sopravvive oggi. Non foss'altro che per scaramanzia, preferiremmo non avere scritto quelle frasi. Dopodiche' ci siamo messi ad aspettare, in attesa di vedere pubblicato il nostro intervento. Aspetta e spera. Siccome poi ci e' toccato comprare ogni giorno il "manifesto" per vedere se usciva la lettera, ci siamo anche presi la briga di indagare giorno per giorno su eventuali "correzioni di tiro" redazionali, o su articoli successivi che ponessero rimedio. Niente di niente, a parte un accenno teso a fare distinzione tra gli albanesi nonviolenti (di Rugova) e quelli violenti, che rinnegherebbero Rugova e vorrebbero la lotta armata. Sull'articolo di Giulia Fossa' nessun intervento, silenzio. La frittata e' stata fatta, insomma, ed e' passata come acqua fresca. Per inciso, in seguito a ricerche successive l'autrice dell'articolo si e' rivelata essere un'attrice, improvvisatasi regista per questo osceno reportage-Kosova/o, poi effettivamente trasmesso in ultima serata su RAITRE. Ovvero: come fare carriera sfruttando la sofferenza altrui, e l'ignoranza del pubblico. Un bell'esempio di giornalismo rampante, anzi di sciacallaggio, degno dei personaggi di quell'infame film su Sarajevo assediata di cui vanno trasmettendo i "trailers" alla TV, tra le tette di una soubrette ed un servizio sulla bicamerale. Insomma: pornografia su pornografia. La scorsa settimana una compagna del Coordinamento ti ha telefonato per sapere cosa ne e' stato della nostra lettera. Le hai risposto gentilmente che state aspettando "un pretesto" per poterla pubblicare (visto che "il manifesto" e' un giornale quotidiano che sta sul mercato e dunque non puo' permettersi di andare troppo controtendenza?). Ora, e' chiaro che tra qualche settimana o mese o anno le cose scritte nella lettera avranno perso molto di attualita', per cui sara' facile rispondere ad una nostra futura telefonata: "Ma sapete, e' passato tanto tempo, noi siamo un giornale quotidiano ecc. ecc. ecc.". Per di piu', non ci risulta che le lettere pubblicate sul "manifesto" siano tutte di bruciante attualita'; ci risulta viceversa che spesso sono le lettere che arrivano che forniscono "il pretesto" per parlare di qualcosa. Se poi servono pretesti, beh c'e' stato il congresso della Lega Nord, c'e' stato l'omicidio di quell'altoatesino. Pensi che siano cose scollegate? In passato e' capitato ad altri compagni di sottoporre al "manifesto" documentazione (ad es. sulle ragioni dei serbi di Bosnia), interviste attualissime (ad es. ai comunisti di Belgrado), articoli (ad es. quelli di Jasna Thalec), dei quali non avete fatto nulla. Ci e' anche capitato di leggere (insieme a tante cose interessanti) pezzi assurdi: va detto che questo di Giulia Fossa' e' solo l'ultimo di una serie di cose sul Kosovo, che possono dare l'impressione che il vostro giornale sia favorevole alla secessione. Noi pero' siamo persone fiduciose e piene di speranza per l'avvenire, dunque non ci allarmiamo ed aspettiamo con ansia e cordialita' di vedere pubblicata la lettera, per la quale sei stato tu ad insistere... O almeno facci sapere che cosa vi passa per la testa! Coordinamento Romano per la Jugoslavia, 24 febbraio 1997 ____________________________________________________________________________ PS. Nella prima lettera, che riportiamo di seguito, abbiamo commesso un errore clamoroso. La festa nazionale jugoslava non e' il 25 novembre, e nemmeno il 28. A chi indovina la data esatta invieremo come premio un numero di BALCANICA, la rivista semestrale che riporta documentazione e commenti sulle vicende jugoslave! ____________________________________________________________________________