IL MEDAGLIONE DI NEMESI

I CAVALIERI DI APOLLO

VENTIQUATRESIMO CAPITOLO

 

Uno spettacolo desolante appariva agli occhi dei cavalieri. Il luogo in cui si trovavano era diverso da qualsiasi cosa mai vista o immaginata

Io ho visto le porte di questo luogo, ma non immaginavo……

Le parole di Shiryu morirono in gola, Death Mask gli aveva mostrato le porte degli inferi durante il loro scontro, ma quello non era nulla rispetto a ciò che vedeva ora.

Centinaia, migliaia di anime senza volti, senza nomi, senza ricordi vagavano per tutto l'immenso territorio che si stendeva a perdita d'occhio. La terra era nera, ricoperta da rocce corvine e rossastre. Sembrava quasi che quel terreno avesse assorbito tutto il sangue, tutta la vita delle anime dei morti.

Improvvisamente percepirono un cosmo immenso, sterminato. Mai…mai avevano percepito un cosmo simile. Mai. La paura l'invase. Come avrebbero potuto battere un essere tanto potente?

L'unico a non avere più dubbi era Hyoga. Rix gli aveva rivelato il suo segreto, e lui si fidava di lei più di quanto facesse la sacerdotessa stessa.

Dobbiamo muoverci. Ormai saprà di noi, non facciamolo aspettare.

Il gruppo si mosse compatto verso nord, o almeno così sembrava. In quel luogo era quasi impossibile orientarsi.

Avevano percorso si e no dieci km quando una voce, confusa tra gli spiriti, s'impose sui loro pensieri.

Cavalieri. Cosa vi spinge qui, nelle terre degli inferi?

Chi sei?

 

Un cavaliere si fece aventi verso la sacerdotessa, che guidava il gruppo. Era un guerriero di basso rango, infatti, aveva l'armatura rosso splendente, ma il suo sguardo e il suo tono di voce imponevano rispetto.

Io sono Calcar, cavaliere del dio Ares

Calcar……

Dicendo questo nome un amaro sorriso si dipinse sul volto di Rix.

…sacerdote di Apollo.

No. Non più da quando il dio Ares mi ha aperto gli occhi.

Oppure da quando ti ha oscurato la mente.

Basta! Dalle tue parole irriverenti comprendo che siete qui per battervi. Allora fatelo!

Con uno schiocco delle dita fece alzare un vento impetuoso che spazzò via tutte le anime. Placato il vento fecero la loro comparsa tredici cavalieri con le armature rosso fuoco.

Tutti si misero in posizione di difesa: Shun posizionò le sue catene, Shiryu e Shaka si concentrarono, Hyoga iniziò a richiamare a sé le energie fredde, Seiya si concentrò su Atena e sul loro obiettivo, Megrez, Alcor, Mizar, Thor e Artax pensarono intensamente a Hilde, ad Asgard e ad Odino; e Rix pensò a suo padre……se così si poteva chiamare……

Gli ex cavalieri di Apollo si disposero a semicerchio. Non sapevano leggere nel pensiero e, forte di questa situazione Rix avvisò gli altri:

Lasciateli a me!

No!

La voce che l'aveva bloccata proprio quando stava per lanciarsi contro Calcar era quella conosciuta di Minia.

Minia! Che c'è? Paura di perdere il tuo esercito?

No. Ma voglio avere io l'onore……

Estrasse una spada gialla da un fodero corvino

…di piantarti questa nel cuore!

Come preferisci.

Bellatrix e Minia si ritrovarono faccia a faccia. Non si erano mai sopportate, Minia non piaceva a Rix perché aveva sempre sentito nel suo animo qualcosa di strano, qualcosa di oscuro; e Rix non piaceva a Minia perché gli aveva portato via un sogno…… Mentres.

Ora ho l'occasione di vendicarmi di chi ha portato via il promesso sposo ad una guerriera.

Io non ho portato via niente a nessuno. non sono affari miei se Mentres ti ha mollato.

NON E' VERO!! E' STATA COLPA TUA……

Non ti arrabbiare, che poi ti vengono le rughe!!

Su questo commento amaramente sarcastico iniziò lo scontro.

Ma nessuno riuscì a vedere molto bene quello che accadde tra le due perché furono subito attaccati dai cavalieri di Ares.

In un primo momento i quattordici guerrieri si confrontarono uno contro uno con i guerrieri di Ares. Questi ultimi avrebbero avuto subito la peggio se il cosmo di Ares non li avesse supportati da subito. Ora erano pericolosi ma i cavalieri non si lasciarono certo impressionare.

Il più forte tra i guerrieri del male era sicuramente Calcar, ma non era forte nello spirito quanto lo era nel corpo. Evitò il più possibile lo scontro diretto e quando si trovò difronte Shaka, che aveva sconfitto senza il minimo problema il suo avversario, tentò la fuga.

Shaka lo bloccò con i suoi poteri mentali, ma il cosmo di Ares annullò il suo potere. Calcar dopo essere sfuggito a Shaka chiamò tutti i suoi compagni con un fischio acutissimo.

guerrieri del dio Ares. Pronti a vincere questi infedeli?

Si radunarono in un semicerchio e iniziarono ad emanare il loro cosmo.

Ora non attaccavano singolarmente, ma tutti in gruppo con un colpo chiamato "onda di carica". E in effetto il colpo consisteva essenzialmente in una "carica"; che in un primo momento sorprese i bronze e gli altri, ma vista le semplicità e la ripetitività del colpo riuscirono benissimo a contrastarli e a batterli.

Una volta colpiti la maggior parte di loro scomparve nel nulla, solo Calcar non scomparve.

Perché lui è ancora qui? Questa storia non mi piace.

L'ho trattenuto io.

Shaka! Perché?

Se riesco a infiltrarmi nella sua mente potremmo sapere le disposizioni dell'esercito…

Sarebbe un'ottima idea se l'amico, qui, non fosse morto!

Non è ancora morto.

Hyoga si era staccato dalla discussione. Era impegnato ad osservare le due ragazze. Non usavano colpi segreti, perché ognuno conosceva alla perfezione quelli dell'avversaria e sarebbe stato inutile sprecare energie per colpi inutili. Quindi lo scontro era basato essenzialmente sul piano fisico.

Non per questo i colpi erano più leggeri. Rix era riuscita a distruggere per la seconda volta l'armatura di Minia pezzo per pezzo, mentre l'armatura sacra della freccia era intatta.

Hyoga si soffermò un attimo ad osservare Minia. Sacra guerriera della spada. Non era un granché, bionda con gli occhi verdi, sicuramente con un bel fisico, ma era scialba, non aveva sapore, dai suoi occhi traspariva solo rabbia, non voglia di battersi, non bramosia di potere, semplicemente rabbia.

Lo scontro finì, com'era facilmente prevedibile, con la morte di Minia.

Rix era riuscita, infine, a levarle la spada di mano con un potente calcio al braccio. La spada giallognola librò nell'aria per un breve tratto, Rix spiccò un balzo all'indietro e la recuperò in volo. Atterrò con un solo piede e diede lo scatto finale con cui colpì Minia, frontalmente, con la sua stessa spada.

Si girò subito lasciandosi alla spalle il cadavere della ragazza. Avevano già perso troppo tempo, era ora di andare.

Ragazzi ci sono riuscito. Per evitare la maggior parte dell'esercito dovremmo recarci verso nord-est.

Non mi è mai piaciuto fuggire. Senza contare che se non li battiamo adesso ce li troveremo davanti al ritorno, più arrabbiati per che gli abbiamo ucciso il capo.

No. Se uccidiamo Ares il controllo mentale sull'esercito si annullerebbe. In oltre non possiamo batterci con tutto l'esercito al completo…

…Ares è troppo forte e non possiamo permetterci di sprecare energie per ostacoli facilmente evitabili.

Rix e Alcor hanno ragione. Per batterci con Ares abbiamo bisogno di tutte le nostre energie.

E poi sarebbe ingiusto uccidere tutti quei cavalieri se sono sotto un controllo mentale.

Ok, ok. Mi avete convinto. Allora da che parte si va?

Nord-est

Chiuse con tono quasi scocciato Shaka. Il gruppo si diresse nella direzione indicata mentre le anime dei dannati tornavano ad affollare la zona.