I dolori di un giovane parrucchiere.

 

Ormai sono stanco e vecchio,  tanti anni sono passati, ma ricordo ancora perfettamente il giorno in cui ebbi la sfortuna di imbattermi nel maestro dei cinque picchi e del suo capelluto discepolo.

Era un giorno come tanti, in una soleggiata mattina d’estate e mentre mi riposavo in un paesino della Cina mi ritrovai davanti una graziosa fanciulla in lacrime.

Poiché ero (e sono tuttora) un gentiluomo decisi di aiutarla…. Fu il più grande errore della mia vita.

La ragazza aveva  un grande problema: si doveva sposare ma i capelli del suo ragazzo era un tantino in disordine

Lì per li credevo che scherzasse: insomma come  potevo credere che un uomo avesse una capigliatura che assomigliasse ad una capra riccia?

Dopo una scarpinata immane arrivammo in una valletta tra le montagne, dove vidi una cosa che non credevo esistesse: un puffo! Poi però mi dovetti ricredere: i puffi sono notoriamente tutti blu, mentre l’ometto aveva lo stesso colore e la stessa pelle rugosa di una prugna secca. Inoltre non doveva starci tutto con il cervello perché continuava a urlare a qualcuno “più forte! Trova la forza che è in te” a qualcuno mentre sfogliava con occhietto vispo una rivista che assomigliava tanto a play boy! Furbo il vecchietto!

E poi lo vidi… aveva una capoccia grande quanto Et ma con  con una cosa dietro che sembrava una scopa vecchia e invece scoprì che erano i suoi capelli. Praticamente erano la copia dello scopino del bagno.

Guardai con orrore la graziosa ragazza vicino a me e poi il puffetto che mi disse: “buona fortuna! E’ stato più facile convincerlo a scraniarsi contro una cascata che non tagliargli le doppie punte”

Doppie punte? Quello lì con le doppie punte ci faceva il delta del Po (sapete sono italiano).

Mi armai di coraggio e presi uno di quei forbicioni per tagliare le siepi, poi lo convinsi ad entrare in casa e lo immobilizzamo.

Inizò a disperarsi come un matto: “ Voi non sapete chi sono io! Io ho la sacra spada d’oro di Excalibur!”

“E non la potevi usare per darti una spuntatina a questo cespuglio?!”- gli dissi.

“Ma il mio compito divino…”

“ Si, si, hai ragione,come no. Ora però non vorrai che la tua ragazza si sposi con l’abominevole uomo delle nevi, no?”. Provai a convincerlo.

Inizia con il lavargli i capelli: lo misi direttamente sotto la cascata dicendogli che era “l’ultima prova”.

La cascata cambiò corso da sola.

“Maestro, ora ci riesco anche senza rompermi le p… gambe!”- esclamo il re leone tutto contento

il vecchietto lo guardò con aria compassionevole da dietro il paginone centrale del famoso giornale: “tutto merito della volontà, Sirio”

Dopo che i capelli furono puliti cominciai a lavorare di forbice, ma al primo colpo non riuscii a tagliare nulla.

Non riuscivo a comprendere come mai: va bene che i “Cugini di campagna” in confronto erano calvi però a tutto  c’è un limite! Incuriosito tirai fuori dalla tasca una lente di ingrandimento .

Dentro ai “capelli” di quell’uomo c’era l’Eldorado delle pulci! Ce n’erano due che giocavano a ping pong da una parte all’altra, sotto lo sguardo vigile dei genitori che li osservavano in una mansardina costruita con i nodi dei capelli.

Ricorsi ad un rimedio drastico: Usai una motosega ma prima avvisai le bestioline: “A tutti gli ospiti del Pulcipark, vi avvisiamo che se entro cinque minuti non uscite da lì e sgombrate io vi faccio vedere tutta la serie di Kojak, senza un capello!”

 A frotte gli animaletti si fondarono giù, dando addio a quel caro luogo, alcune erano anche commosse.

La motosega tagliava e tagliava alla fine l’uomo sotto ai capelli venne alla luce.

Gli avevo tagliato i capelli corti corti, in modo che quella povera ragazza avesse un po’ di respiro almeno per qualche anno.

I due si sposarono e tutt’oggi sono felici e contenti.

Il mio dramma qual è? Il vecchietto mi tiene in ostaggio e devo tagliare i capelli ai bambini di Sirio e Shunrei…. E tutti hanno la stessa capigliatura del padre!

­nebbulit-

 



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