L'8 settembre '44 il generale Wolff, plenipotenziario delle FF.AA. germaniche in Italia conferì al Comandante Borghese, a nome del Fuhrer, la Croce di Ferro di I classe "costituisce riconoscimento e attestazione dell'opera svolta dalla Decima Flottiglia Mas per la rinascita delle FF.AA. italiane a fianco dell'alleato germanico, e vuole premiare la fede, la lealtà e l'ardimento guerresco di tutti gli uomini della Decima che combattono per l'Onore d'Italia". (Giuseppe Rossi, "Junio Valerio Borghese, prefazione del prof. Augusto Sinagra, Ed. Circolo Territoriale di Alleanza Nazionale Tiburtino-Portonaccio")

Tra virgolette il commento di Borghese alla decorazione ricevuta dalle mani di Karl Wolff, generale delle SS, uomo di ghiaccio, quello che ironizza nelle sue memorie sulla nausea che colse il gerarca nazista Himmler (di cui era l'efficiente capo di gabinetto) quando durante una fucilazione collettiva a danno di intere comunità di ebrei nell'est europeo uno schizzo di materia cerebrale di lo raggiunse al volto, "... la sua faccia si tinse di verde ..." (Klaus P.Fischer Storia dell'Olocausto Newton & Compton Editori pag. 390). Da queste ispezioni nacque l'idea di rendere lo sterminio delle cosidette razze inferiori più efficiente e asettico per mezzo del gas, non certo per diminuire l'orrore delle vittime, ma bensì per ridurre l'onere psicologico dei carnefici. 

Ed è un uomo con tali referenze che decora personalmente Borghese per la sua attività antipartigiana, lo stesso che pur continuando a dare ordini perché fossero perseguitati senza pietà ebrei e antifascisti verso il finire del conflitto riesce segretamente ad accreditarsi tramite i canali diplomatici vaticani con gli Alleati, scambiando, tra l'altro, la mancata distruzione del Vaticano e altre concessioni con la salvezza personale propria e di Borghese. 

Fuggirà in Svizzera e come tanti altri, rimarrà impunito se consideriamo che per aver coordinato da alto livello gerarchico la strage di almeno 300.000 ebrei sconterà solo sei anni della mite condanna a quindici anni. Nel dopoguerra non incontrerà a causa del suo passato particolari difficoltà nel reinserimento sociale, mentre ad esempio di prassi diffusa, il traduttore in Germania di Primo Levi disertore dall'esercito aggregatosi in una formazione partigiana dell' Italia centrale (atto di grande coraggio, quando catturati la loro sorte era terribile) soffrirà discriminazioni in campo professionale (Primo Levi I sommersi e salvati Einaudi Tascabili pag 140-1). 

Borghese sarà invece tratto in salvo dagli Alleati nascosto in una divisa da tenente americano forse preparata quando ancora i suoi uomini infiltrati in abito borghese dietro le linee nemiche venivano fucilati dagli stessi Alleati.

Antola Alessandro                                                                  Torna all'introduzione