La Decima MAS a teatro

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CONEGLIANO/MANIAGO: DECIMA

(è quasi in divisa) "Vogliamo casa Savoia – noi siamo dei figli di troia – noi siamo della decima mass". Alle dipendenze dirette di Kesserling, Mussolini ci teme. La Spezia, Vittoria, Friuli ’44, Maniago… il castello di Conegliano Veneto, il "Castello delle urla strazianti", dopo le torture la maggioranza di quei pochi che sopravvivono vengono fucilati, come nella migliore tradizione della decima, alle spalle.

A Maniago nell’attuale palazzo della Pretura, hanno cancellato un gioiellino di stanza con le pareti dipinte di nero con in rilievo teschi, ossa e scene di torturati. I partigiani come entrano restano paralizzati.

Maniago, Conegliano… ombre ancor più care e meno lontane, ahimé dimenticate.

Non credo alla teoria sostenuta dal Procuratore Generale durante il processo contro il tenente Bertozzi che : "Il diavolo, per quanto sia nero, ha una pezzetto di pelle meno scura". E’ arduo, ci vuole grande impegno e convinzione ma c’è, c’è chi riesce ad essere veramente nero, fuori, dentro. Bertozzi, che invidia!

L’Ufficio I, Investigativo, in mano sua era un reparto veramente esemplare. Lui il tenente del principe non si tira mai indietro, fucilazioni novantuno qua, cento partigiani là, 61 fucilati dall’altra parte…

Piccolo, un po’ tozzo, cammina un po’ di sbieco, passo danzante da pederasta, lo era. Pure la faccia a causa di una leggera insufficienza del nervo, è asimmetrica e lo rende ancor più bieco. Il cognac, il cognac che tracanna seduto sul divano, frustino sempre pronto in mano, fa il resto. "Io non esito davanti all’omicidio" – dice – "La gente queste cose non le comprende, l’uomo comune si ribella. Bisogna assolutamente saper uccidere, quando è necessario".

C’è un lettino con carrucola, soprattutto per le donne, stese nude ovviamente. Una corda legata passa sotto la vita, si tira su, mani dietro il capo e piedi legati al lettuccio, rimangono ad arco fino allo svenimento. A volte si lasciano lì tutta la notte. E poi si violentano a turno e si alternano, calci, pestaggi e frustate.

Urla strazianti per un nerbo di bue arroventato che trafigge parti del corpo, per un anello di ferro a pressione che si stringe attorno al cranio, stesse diavolerie a Cuorgné e Conegliano. Urla per spilli sotto le unghie, per fiammiferi e pezzi di carta fra le dita dei piedi e per bruciacchiature con mozziconi sulle orecchie, narici; urla per lesioni ai timpani per la perdita dell’olfatto, della vista e degli occhi; urla per fratture di mani, gambe, costole, piedi.

Urla per finte fucilazioni con tanto di prete, confessione e scarica leggermente alta.

Urla per esposizione al gelo in pieno inverno, immersione nell’acqua gelata.

Urla per i testicoli che si strizzano in vario modo anche se il più divertente è piccoli strattoni con una cordicella.

Urla per la scarnificazione dei polpacci da parte di cani: in un caso riescono a mordere una settantina di volte lo stesso detenuto;

Urla per lo schiacciamento dei capezzoli delle donne con pinzette! Urla per tagli al costato e alle mammelle.

Urla per le nervate sotto le piante dei piedi; urla per bruciacchiature mediante piccole esplosioni di polvere pirica fatta stringere nelle mani.

Per tenere alto il morale la truppa costringe con scudisciate giovani inquisiti a percuotersi fra di loro: piccola arena, meno si menano e più son menati.

Al parroco di �itto davanti ai suoi genitori si affibbiano sonore staffilate in faccia seguite da scosse elettriche alle orecchie, bastonate al punto di non poter staccar la camicia dalla carne per il grumo e dulcis in fundo strappi ai genitali. I sacerdoti nel �ittoria e in Friuli sono stati fra i primi a pagare: del resto proteggono chi non si deve.

E poi razzie, incendi, spedizioni punitive, furti, saccheggi…

Ma le urla più belle sono quelle dovute all’incisione di piccole x sul petto e sulla schiena con pugnali o corrente elettrica e soprattutto… e soprattutto: una vergata precisa solca la schiena dalla spalla sinistra al fianco destro; un’altra dalla spalla destra al fianco sinistro. E così avanti finché non rimane nitida e incancellabile la sacra X.

C’è, c’è ancora in giro qualcuno che se va al mare senza maglietta, a tutt’oggi e a gratis, alla Decima fa propaganda.

(si mette la giacca e si pettina. Ormai manca solo il berretto e la cravatta nel caso di divisa della Decima)

CUORGNE'

Sono stanco. La mia mente è ormai quasi colma. Riesco a fare solo un ultimo piccolo passo. A Cuorgné, afa soffocante, estate ’44, piazza centrale, platani, tavolini di un bar, refrigerio, sollievo.

Oggi albergo con ristorante, allora Caserma Pinelli, nota come "Albergo Bertozzi".

Fra la metà di mille, il caso più significativo, viene rinchiusa, insieme ad un’altra decina di parenti, la nipote di un comandante partigiano accoltellato in un’imboscata. Mi ritrovo non per caso fra le mani questo foglio.

Ha soli diciotto anni la staffetta partigiana. E’ giovane e allora?. La ragazza sa nomi, cognomi, indirizzi, nascondigli? Certo, quindi o parla o… (ridacchia) diciotto o non diciotto si proceda lo stesso. Violentata sul serio, uno alla volta, a turno, fuori c’è la fila. La lingua si scioglierà dopo una giornata come questa? Dopo due nemmeno? Dopo tre, quattro cinque giorni una settimana ancora niente? E allora avanti per due settimane, avanti per tre settimane… avanti per un mese continuo.

Questa è la fotocopia dell’originale!

(ridacchia poi legge)

"Commissione Medica per le pensioni di guerra. Estratto del verbale di visita subita dall’ex militare partigiano nome, cognome eccetera. Residente eccetera figlia di eccetera… presso Commissione Medica gennaio 1964. Infermità riscontrata: "Psiconevrosi ansiosa con note depressive in soggetto che ha subito violenza carnale e isteromizzato". Isteromizzato… troppo tecnico come termine, era più giusto scrivere utero infetto di staffetta partigiana esportato del tutto.

Patrioti? I figli di troia hanno dato e fatto molto di più e molto di peggio.

Personalmente faccio parte di un comitato promotore di un nuovo corpo di volontari. Negri, viados, puttane dell’est, drogati, zingari, slavi, albanesi, marocchini, africani, omosessuali. Camice verdi, nere, bianche non è il colore conta ma intendersi bene sugli intenti finali. Per il momento ma solo per il momento ci limitiamo semplicemente presidiare e a intimidire. Ma appena ce lo consentiranno… perché tanti sono i sintomi positivi in giro.

Sabato e Domenica 22 e 23 gennaio, Gorizia città medaglia d’oro per la resistenza, ci ha accolti con tutti gli onori e tutti i nostri gonfaloni. Primeggiava il teschio con la rosa in bocca a ribadire che per noi la morte ha il profumo di un fiore! Viva quel sindaco coraggioso!

Dall’Austria vengono le idee migliori. Cerca alleanze per dare finalmente un Nuovo Ordine Europeo. Nel Veneto non si aspetta altro e anche da noi nel lombardo ci sono tutti i presupposti per poter fare bene.

Ho letto di quell’imprenditore che ha bruciato un extracomunitario perché gli chiedeva l’aumento e di quel sindaco che voleva spargere di merda un campo di zingari? Perché non l’ha fatto? Tanto nessuno protesta, non una interpellanza, di cortei neanche l’ombra. Mai la situazione è stata così favorevole per un nostro rientro alla grande.

Dobbiamo essere lesti, gagliardi, fieri. A quel sindaco e a quell’imprenditore devo spedire le nostre riviste, opuscoli vari, invitarli tutti ai nostri raduni sul lago, comunicare il sito.

(si pettina e lucida gli scarponi. Adesso è vestito completamente da Decima Mas o repubblichino).

E anche dal nostro capoluogo… chi se frega se il figlio o il nipote di Vittoriani protestano perché non si è rispetta quanto con loro concordato. Errore? Malafede? Non ha importanza. La parola antifascista deve sparire da ogni targa celebrativa, da ogni vocabolario! Avere il coraggio di fare come con le motivazioni di certe benemerenze passate sotto il più assoluto silenzio.

Solo con il ceffone e il bastone si può raddrizzare una genia smidollata, nata stanca.

"La guerra è lo stato naturale dell’uomo maschio".

"Le parole volano, l’esempio trascina".

"Siamo cento e cento e cento

siamo forti arditi e sani

il fior fior degli italiani

C’è a chi piace far l’amore

c’è a chi piace far denaro

ma a noi piace far la guerra

con la morte paro a paro"

"Tu vivi di illusioni vigliacche popolo italiano se pensi di poter uscire presto dal tuo inferno!".

"Noi la Patria la portiamo nel sangue e siamo pronti per lei ad ammazzare la nostra stessa madre e ad inchiodare Cristo ad una seconda croce"…

(Mentre continua con motti e versi di questo tipo la luce si spegne)
 

copyright 2000 Renato Sarti & Maratona di Milano
 

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