AUSCHWITZ
Nel brano Auschwitz-Birkenau: il silenzio di Elisa Springer, sempre tratto da "Sotto il cielo d'Europa", la protagonista è Elisa, una ragazza deportata nel campo di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau, in Polonia. Quando il suo treno arriva alla stazione, non è previsto, così assieme ai prigionieri del suo convoglio, viene accompagnata in un bosco di betulle. Molti di loro, avendo sete, immergono la faccia nelle pozzanghere per bere. Alla stazione incontrano degli uomini in una veste a righe grigio-blu che aiutano gli ebrei a trasportare i bagagli e forniscono loro consigli senza farsi notare dai soldati delle SS. Giunta l'alba i prigionieri accampati nel bosco, sono costretti a dirigersi verso un grande edificio costruito in mattoni rossi con un gigantesco camino da cui esce continuamente del fumo: il crematorio numero quattro. Alcuni detenuti danno consiglio ad Elisa dicendole di mostrarsi in buona salute davanti al dottor "Morte", il medico che esamina le persone per circa 10 secondi. Elisa è divisa dalla sua amica Herta perché essa ha due bambini che le avrebbero impedito di lavorare. Da quel momento iniziano le sofferenze di Elisa; la portano nella sauna dove le fanno fare una doccia assieme ad altre 300 donne, la depilano dappertutto e le tagliano i capelli. Poi le viene tatuato nell'avambraccio il suo numero di riconoscimento: A-24020. Vive nella baracca 12, costruita in legno lunga 80 metri, senza finestre e con due porte. All'interno si trova una stufa che non ha mai visto accesa, mentre alle pareti vi sono dei tavolacci a castello su tre piani separati a distanza di un metro. Così le prigioniere non possono mai stare sedute in posizione eretta. Sono costrette a dormire in dodici su questi ripiani lunghi un metro e larghi due. Ogni giorno la sveglia è all'alba e devono presentarsi all'appello costrette a rimanere in piedi anche per ore. In caso contrario le punizioni che avrebbero ricevuto sono molto severe: si passa dalla bruciatura con ferri ardenti allo strappo delle unghie, ai calci e alle bastonate, la più orribile è quella di rimanere in ginocchio per ore con in mano un mattone.
Campo di concentramento e sterminio di Auschwitz
(Polonia)
Il campo Auschwitz venne aperto nel maggio del 1940, nei sobborghi di Oswiecim, un villaggio polacco vicino a Cracovia.
Nel gennaio del 1942 venne completata la costruzione di un nuovo campo dipendente da esso, il campo di Auschwitz-Birkenau, che divenne il più grande campo di sterminio d'Europa.
Il sistema Auschwitz comprendeva tre nuclei principali e più di quaranta sottocampi di lavoro.
Qui furono deportate 1.613.455 persone, in prevalenza ebrei.
Lo sterminio di massa ebbe inizio nel gennaio del 1942 e venne attuato con quattro grandi camere a gas con annessi forni crematori; si uccidevano fino a 15-20.000 ebrei al giorno.
Vi furono deportati ebrei da tutta Europa, prigionieri russi, politici polacchi, zingari.
Il 27 gennaio 1954 l'armata rossa entrò nel campo liberandolo; nei vari settori c'erano ancora 9000 internati.
Si calcola che i bambine e i ragazzi ebrei internati siano stati più di 220.000; oltre a 11.000 ragazzi e bambini zingari.
Il giorno della liberazione , i bambini di età inferiore ai 14 anni erano 400, ammalati e debilitati dalla fame, dal lavoro e dagli esperimenti.

Auschwitz
(La canzone del bambino nel vento)
di Francesco Guccini

Son morto con altri cento,
son morto ch'ero bambino:
passato per il camino,
e adesso sono nel vento.
Ad Auschwitz c'era la neve:
il fumo saliva lento
nel freddo giorno d'inverno
e adesso sono nel vento.
Ad Auschwitz tante persone,
ma un solo grande silenzio;
è strano: non riesco ancora
a sorridere qui nel vento.
Io chiedo come può l'uomo
uccidere un suo fratello,
eppure siamo a milioni
in polvere qui nel vento.
Ancora tuona il cannone,
ancora non è contento
di sangue la belva umana,
e ancora ci porta il vento.
Io chiedo quando sarà
che l'uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare,
e il vento si poserà.