Autoparodia di Anni II parte 6

 

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Per il Sommo re Erode da uno Spirito Maligno, o forse un Folletto dei Boschi

 

C’è chi canta, chi suona, chi balla… a ma piace fare tutte e tre le cose, molto male tra l’altro, ma a prendermi in giro da sola riesco piuttosto bene…. Diciamo che mi sono divertita a scherzare su una scena di Anni II che – dovendo essere emozionante e pregnante- rischiava di essere sovraccarica e involontariamente ridicola, specie alla prima stesura, quindi sulle mie difficoltà, i miei scivoloni… Invito a sorridere, e a farsi coraggio… le fanfic non si scrivono da sole! Dedicato, con affetto e un sorriso, a re Erode dalla grande pazienza

 

Oscar è seduta tra una pila di fogli. Bussano. Lei, in silenzio, guarda André con i suoi occhi tanto belli, tanto azzurri da dirti senza bisogno di parole “Se non ti alzi ad aprire la porta  ti spiezzo in due”…

Lui, pigro, accoccolato in un plaid davanti al camino, con una mela nella mano sinistra e un giornale nella destra, alza lo sguardo come per dire “Ao’ che vuo’?”

-         Che vita uguale, che uguale vita… Non succede mai niente sai! Io e tu, tu e io… sempre la stessa storia! Potresti pure alzarti, ogni tanto!-

Lui, convinto di leggere il giornale, sta leggendo la mela e pensa che gli occhiali ormai andrebbero cambiati perché vede solo il giallo e il rosso… ma ci dovrebbero essere anche le altre squadre…

-         Oscar, c’è gente che ama una persona per tutta la vita, per lei ci perde anche un occhio, e poi neppure ti fa leggere in pace il Corriere dello sport. Per ora lo stipendio fisso è il mio e l’abbonamento alla curva sud te lo pago io!-

-         Laziale che non sei altro!-

-         Laziale a me?! Me possino cecamme, Oscare[1]… com’è vero che mi chiamo André e segno pure i gol alla Lazio![2] Ora zompo alla porta e faccio centro!-

-         No, no… vado io…-

Lui praticamente, è già in posa plastica da “Prigione” di Michelangelo che emerge dal roccioso plaid stiracchiando come un gatto la sua muscolatura. E resta bloccato.

-         … E’ che oggi sto girata. La Senna si è riempita di papere.[3] Al limite prima c’erano barche e barcaroli, chiatte e chiattone… ma le papere… l’anitra reale razza MA, il germano imperiale razza Swedish… roba da fa bird watching! Tutti ‘sti pennuti mi ricordavano Versailles …Guarda, loro e Fersen camminano uguale… Intelligenza pure, poi…-

 

Aprono la porta dopo un’intera puntata di casa Vianello e, ibernato dalle miti temperature – che favoriscono la produzione locale di rose… ma tante, a fiotti e carretti…- appare Alain.

-         C… C… C…- balbetta lui.

-         No, Alain, non devi più chiamarmi Comandante!- dice lei, dolcemente e anche con una punta di lecito orgoglio… è rimasta nel cuore dei suoi uomini!

-         C… C… Che ca** vi ci vuole ad aprire una porta?!?!- balbetta lui, togliendosi il ghiaccio dalle gengive. Che apparizione! Sembra uscito dal cast del Titanic… sì, dal ruolo di Iceberg…

Ma, visto che siamo in tema cinematografico, mentre il trio si sprescia in abbracci con tanto di gambetta alzata che fa molto filmone anni ’50, Alain inizia a sentire il ghiaccio sciogliersi dalle caviglie. Che bella sensazione… troppo bella e dolce…fa un po’ troppo caldo…

-         Ao’, sto sbalzo di temperatura mi fa venire i geloni!!- si guarda la caviglia.

Con una faccia uscita da “The Blair Witch Projetc”, illuminato sinistramente dalla fiaccola che tiene in mano, c’è un mezzo metro con gli occhi verdi e i capelli biondi pieni di sinistri riflessi luminosi.

-         Miiiiiiii! Mmmmariaaaa, non ci possoooooo creeeeedeeeereeee!!!!!!!!!! - esclama Alain trasformandosi in Aldo Baglio e tirando una capocciata sulla fronte di André per l’emozione.[4]

-         Fuoco… ghè!- dice il piccolo

-         Sembra uscito da “Il villaggio dei dannati”…- dice Oscar, con sufficiente rabbia da trasformarla in un mostro schiumante quando si accorge che la fiaccola del bambino è fatta dai suoi ultimi salari. - La senti, bimbo satanico, questa atroce ninna nanna di agonia?![5]- parla come il grande Bejelit di Berserk.

-         Sì…. Che bella… sento il rumore delle spade!- aria sognante, appizzando le orecchie simili a quelle di Spock.

-         No, quello che senti so’ le ghigliottine a du’cento metri da qui… quindi o la smetti di squagliarmi il soldato oppure, per Natale, non ti regalo la ghigliottina della famiglia Addams.-

-         Nemmeno Mano?-

-         No!-

-         Nemmeno il cofanetto coi DVD di “Nightmare” e “Venerdì 13”???-

-         Noo - oo!! Ti regalo “Autumn in New York”…-

-         AAAAHHHHH!!!!!!!- il piccolo viene colto da un attacco di paura.

-         Ma suvvia, comandante, non si fa paura ai pargoli…- Alain lo raccatta, o meglio… quel che resta di Alain dopo aver vissuto l’emozionante esperienza di un iceberg  che viaggia dal buco nell’ozono all’effetto serra, per poi sciogliersi ne El Niño – Devo dire che somiglia davvero a tutti e due…- constata a denti stretti quando il piccolo, urlando “Mirate alla parte alta della fortezza”, gli si appende all’amato fazzoletto che ricorda tanto un nodo scorsoio, indossato per sentirsi più vicino alla sorellina…

 

Intanto André rinviene dalla craniata e inizia a chiedersi se è felice (“Per adesso so’ solo annebbiato, sul felice si vedrà…[6]”).

-         Certo, André, che somiglia anche a te questa… dolce creatura, eh?!- fa Alain, scazzatissimo, sarcastico, mentre si arrende a terra con il pargolo addosso che gli strappicchia la camicia migliore, con somma soddisfazione.

“Che faccio?! Lo impicco?” poi, al pensiero, si porta pollice in bocca e si appende al proprio lobo dell’orecchio, come il Principe Giovanni di “Robin Hood” della Disney, gemendo il nome della sorella.

Potrebbe anche sparargli, ma non è il caso. Poi semmai Oscar si mette a duellare con lui. Già una volta- ah, bei tempi quelli dell’esercito!- lo stava aprendo come una cozza in duello, ci manca solo che lo buca come un groviera e mettiamo su uno spaccio agro alimentare vivente…

-         Suvvia, Alain, c’è sempre una via di fuga…- gli dice André, avvicinandosi…

-         Ma come?! Non eri tu  a dire che fuggire non è mai una soluzione?!-

-         Aspetta, dipende dalla via di fuga…- Oscar e André si guardano complici, come per espletare qualche mirabolante impresa ben rodata…

 

… Due ore dopo il trio è steso a terra, del tutto sbronzo, e canta tutte le canzoni più colte… cori da stadio, canti popolari, folklore locale, parodie di canzoni famose.

Pierre, il bambino satanico, è sul cornicione,[7] con un bel guinzaglio al collo e, instancabile, sfodera il suo repertorio di canzoni tra cui spicca “Solo una sana e consapevole libidine salva il pargolo dallo stress e dall’azione cattolica uuuh!” (se i genitori lo sapevano si risparmiavano 37 puntate!), per poi passare a Marylin Manson, Eminem, e vari rapper bianchi che usano più o meno un “fuck” ogni 0.5 parole.

Per una volta che non è stata buona la prima,[8] l’ennesima si è rivelata micidiale… Tutta colpa dei  satelliti americani guidano pure gli spermatozoi! Lo dicono tutti che le onde elettromagnetiche, elettroniche, atomiche e di Kamehameha ecc. fanno male…

 

 

Continua...

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[1] Onore e lode a chi ha scritto i dialoghi del doppiaggio casalingo e casereccio.

[2] Da una battuta di Fabio, letta al volo al volo… prima di segnare un gran gol (Fiera di Lucca).

[3] Prima di correggermi, non so perché, avevo messo una papera a sguazzare nella Senna… temporanea infermità mentale?

[4] “Chiedimi se sono felice”, ovviamente…

[5] Berserk, vol. 41.

[6] Come in Anni1… pare che il fatto che André sia, per bocca di Oscar “annebbiato ma felice” sia piaciuto. Solo perché voi non siete miopi ;_;

[7] Sempre da Anni1… rivedere… Rivedere anche una nota di Rape…

[8] Dicesi in relazione alla scena d'amore dell'ep. 37 e alla fertilità media dei personaggi nell’immaginario delle fan… ^^;;;