Un'amica inglese

parte IV

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La sua decisione divenne presto operativa: quando Oscar prendeva una decisione, era abituata a realizzarla nel minor tempo possibile.

La prima cosa che si trovò a dover affrontare fu comunicare la situazione di André alla nonna. L’anziana governante rimase sconvolta: il suo piccolo André era in pericolo, ferito, malato…. E così lontano da lei!

Quando capì che Oscar aveva intenzione di andare a Londra, la cosa non la consolò affatto. Il viaggio sarebbe stato lungo, e anche Oscar avrebbe attraversato quelle regioni pericolose… ma Oscar rimase ferma sulle sue decisioni: sarebbe andata a curare André e lo avrebbe riportato a casa.

Anche suo padre rimase molto sorpreso. Il generale Jarjayes era affezionato ad André, ma non pensava che l’iniziativa di Oscar potesse essere utile, riteneva lady Pamela completamente in grado di aiutare e curare il loro ragazzo, e il dovere di Oscar era di rimanere con il Reggimento.

Quando tutto fu pronto, Oscar lasciò Parigi.

Era ansiosa: lady Isabelle aveva scritto che André era privo di conoscenza… André doveva resistere!

Tre giorni dopo la sua partenza, Oscar giunse a Calais. Mai, prima di allora, era stata così lontana da casa, ma, pensava allo stesso tempo, quale era la sua casa senza André?

La traversata verso Dover fu tranquilla. Il canale, con le sue increspature trasparenti, scorreva indifferente alle pene degli uomini che lo attraversavano…

Ci furono altri due giorni di viaggio, poi Oscar arrivò a Londra. Era una città molto differente da Parigi. C’erano molti uomini indaffarati per le strade, sembrava che ogni persona avesse qualcosa di molto importante ed impellente da fare. Oscar pensò che somigliavano a tante api in un alveare. Non era la gente di Parigi. Nelle strade vide molti meno mendicanti e, in generale, sembrava che la povertà fosse meno diffusa e più dignitosa.

La prima cosa che fece fu raggiungere la casa di sua sorella. Quando lady Isabelle la vide, le corse incontro festante.

“Oh Oscar! Che bella sorpresa averti a Londra! Ma… come mai questo lungo viaggio? Spero che tu non fossi preoccupata per me o per lady Pamela” disse.

“Cara sorella” le rispose Oscar sbrigativamente “il tuo messaggio mi ha rassicurato sulla tua salute, ma sono preoccupata per André. Sono venuta a causa delle sue condizioni… mi hai detto che è stato ferito… voglio vederlo”.

“Puoi stare tranquilla. Il nostro André è nelle mani migliori. Si trova nel palazzo di lady Pamela, alcuni medici molto abili si stanno prendendo cura di lui”.

“Oh… questa è davvero una bella notizia…” mormorò Oscar con un sospiro di sollievo, ma poi aggiunse decisa “Voglio vederlo. Devi dirmi dove posso trovare la casa di lady Pamela” .

Immediatamente dopo aver ottenuto da lady Isabelle l’indirizzo della sua amica inglese, Oscar uscì, per raggiungere il ‘suo’ André.

Quando arrivò davanti al vecchio ed imponente palazzo vicino Westminster, cominciò a tremare all’idea di trovarsi così vicina ad André.

 

Una giovane cameriera rispose ai suoi colpi.

“Sì, milord?” Chiese.

“Sono Oscar François de Jarjayes, colonnello della Guardia reale francese. Sono qui per vedere la vostra padrona, lady Pamela Gillygham.”

“Mi dispiace, milord, lady Pamela non è a Londra. Se volete, potete lasciare il vostro biglietto da visita” rispose la giovane.

“Ho fretta e devo incontrare lady Pamela. Ditemi dove posso trovarla” disse Oscar impazientemente, con il tono che utilizzava con i suoi soldati.

“Mi dispiace, milord. Non posso aiutarvi”, rispose la cameriera con un timido sorriso di scuse, “lady Gillygham ha bisogno di riposo. Mi ha detto che avrebbe incontrato i visitatori al suo ritorno.”

Oscar fu davvero contrariata, ma mantenne la calma per chiedere: “Potete dirmi se il suo ospite, André Grandier, è con lei, e come sta?”

La cameriera aveva una espressione dubbiosa. Non sapeva se poteva rispondere o no, ma, alla fine, disse: “Mister Grandier è con lei, e… beh… appena prima della loro partenza, i medici hanno detto che stava migliorando… ma la sua ferita era ancora molto grave, e, fin quando è rimasto qui, è sempre stato privo di conoscenza. Questo è tutto ciò che so sulle sue condizioni…” concluse, rispettosamente.

Oscar era sconvolta: André era seriamente ferito… privo di conoscenza… non era possibile! Doveva vederlo, scoprire dove l’avevano portato….

Tornò immediatamente a casa della sorella. Faticava a trattenere la sua agitazione quando chiese alla sorella: “Isabelle, sono stata al palazzo di lady Gillygham, ma non c’era nessuno, né lady Pamela, né André.”

Lady Isabelle rise: “E’ proprio tipico di Pamela! Vuole curare André da sola! Penso proprio che sia un po’ innamorata di lui…”

“Ma… ma Isabelle!” Balbettò Oscar “Cosa stai dicendo? Devi dirmi dove posso trovarli!” Esclamò furibonda.

“Oh, Oscar! Calmati. Penso che sia una grande occasione per André, e… beh, sono proprio una bella coppia. Dovresti essere felice per loro.”

“Sei proprio impossibile! Non sono felice. André è il mio attendente, il mio migliore amico, il mio….” A questo punto si interruppe e le voltò le spalle.

“Non capisco la tua ansia, ma, se è così importante per te… Il fatto è che non posso aiutarti” disse lady Isabelle, stringendosi nelle spalle.

“Ma… ci sarà pure qualcuno da cui possa sapere la sua attuale residenza…”

“Lord de Winter è un caro amico del suo avvocato…. forse…”

“Va bene”, la interruppe Oscar. “Quando sarà qui, Lord de Winter?”

“Oh, è andato a Edimburgo per affari… penso che sarà di ritorno entro una settimana… ma Oscar! Che ti succede? Perché sei così agitata? Non sei felice di stare a Londra? Potrò farti da guida in questa bellissima città. Saranno giorni indimenticabili per te…”

Sua sorella aveva ragione. Oscar non avrebbe mai potuto dimenticare quei giorni di attesa ed incertezza, ma passarono, e finalmente Lord de Winter fu di ritorno.

“Lady Pamela non è a Londra?” Replicò alle domande di Oscar. “Se non è qui, beh… probabilmente sarà nella sua residenza estiva, nello Yorkshire…”

“E’ lontano da qui? Quanto è lungo il viaggio?” Chiese lei immediatamente, di rimando.

“Le strade non sono in buone condizioni. Lo Yorkshire è una delle nostre regioni più selvagge. Probabilmente potreste impiegare quattro giorni… È una cosa molto importante?”

Oscar non rispose. La sua attenzione era già concentrata nell’organizzazione del viaggio.

Nella carrozza, attraverso strade dissestate, Oscar intraprese il suo viaggio. Ogni fermata del conducente per far riposare i cavalli la metteva di malumore. Voleva andare più in fretta, arrivare il prima possibile… quella terra ostile le causava tristi presagi ed essere così sola durante l’intera giornata rendeva i suoi pensieri ancora più tetri.

Non erano molto lontani dalla contea di lady Gillygham quando, mentre la carrozza attraversava una foresta scura ed isolata, furono assaltati da un gruppo di banditi. All’inizio Oscar, completamente persa nei propri pensieri, non capì la causa del loro arresto, ma poi, attraverso il finestrino, ebbe la visione di quattro uomini armati di pistole e fucili.[1] Lasciò il sedile appena in tempo per vedere il conducente inglese scappare come un fulmine attraverso la folta vegetazione. Era sola, ma era una persona in grado di reagire in situazioni pericolose. Un altro gruppo di banditi aveva ferito André e ora la sua rabbia era raddoppiata: doveva prendersi la rivincita su entrambi gli episodi, quindi sguainò la spada e aspettò i suoi avversari.

Talvolta, quando si ha troppa fiducia nella propria abilità e quando si è dominati dalle emozioni, non si considerano obiettivamente le situazioni. Oscar era una combattente abile e intelligente, soprattutto con la spada, me anche lei, opposta a quattro uomini abili quanto determinati, era destinata a fallire.

La sua rabbia divenne ancora più intensa poiché ella non considerava gli Inglesi combattenti molto astuti, ma, soprattutto, poiché era ormai così vicina ad André, e, invece, veniva di nuovo separata da lui.

Prigioniera in una cella fredda e umida, recriminava sulla propria malasorte: dopo tanti anni durante i quali era stata così vicina alla felicità, ma incapace di catturarla, quando finalmente tutto era diventato chiaro e lei aveva compreso la bellezza dell’amore… beh, da allora non aveva incontrato che un ostacolo dopo l’altro.

Una lacrima le scivolò lungo la guancia… un’altra seguì presto la compagna…

“André… ho bisogno di te… non vedi che non posso vivere lontano da te? Caro André, sapessi almeno se stai meglio… prego che la tua ferita non sia profonda… di poterti raggiungere presto… aspettami, André!” Urlò a quell’ostile cielo inglese che si affacciava da una piccola crepa nel muro.

 

In un’altra stanza scura e isolata, André si stava risvegliando dalla sua lunga battaglia contro la morte.

Una mano amorosa lo aiutò nei primi momenti di smarrimento, ma poi, dopo alcuni giorni durante i quali rimase sospeso tra la veglia e il sonno, egli recuperò le forze e cominciò a pensare ad un suo ritorno in Francia. Certamente era una pensiero prematuro, ma il suo desiderio di ritornare da Oscar era così forte da fargli ritenere che poche settimane fossero abbastanza per intraprendere il suo viaggio.

Quando comunicò a lady Pamela le proprie intenzioni, lei si mostrò completamente contraria. Provò a convincerlo a rimanere più a lungo a riposo o, ancora meglio, ad andare in Scozia con lei per continuare le sue cure.

Pochi giorni prima di questa conversazione, lady Pamela aveva ricevuto un messaggio da lady de Winter, nella quale la sua vecchia amica la avvertiva dell’intenzione di Oscar di raggiungerla nello Yorkshire. Solo a causa della precipitazione di Isabelle, che inviò il messaggio il giorno prima della partenza della sorella, lady Pamela ebbe la possibilità di fare ciò che fece.

Pochi mesi prima ella sarebbe stata incapace di organizzare un rapimento, ma… il troppo amore è capace di cambiare i più saldi principi, e lei arrivò a credere di non commettere una cattiva azione, poiché non avrebbe fatto del male ad Oscar, ma solo guadagnato un po’ di tempo per preparare la partenza per la Scozia.

Lady Pamela, infatti, pensava che più tempo André avesse trascorso con lei, più possibilità ci sarebbero state per un cambiamento dei suoi sentimenti.

 

Alcuni giorni dopo il rapimento di Oscar, proprio nel giorno della sua conversazione con André, accadde un evento imprevisto: il cocchiere della carrozza di Oscar arrivò a Thornfield per avvisare lady Pamela dell’imboscata.

Lady Pamela e André stavano prendendo il tè nella biblioteca, quando la cameriera annunciò l’arrivo del signor Manson. Lady Pamela non capì chi fosse finché egli non cominciò a raccontare la sua storia.

Disse che stava accompagnando un giovane ufficiale dell’esercito francese a Thornfield, da Londra, quando erano stati attaccati da una banda di fuorilegge. Il gentiluomo francese era stato rapito, mentre lui, dopo un lungo duello, era riuscito a scappare. In breve, il motivo della richiesta di un colloquio con lady Pamela era ottenere un rimborso per le spese del viaggio, poiché, beh… dopo tutto il passeggero era diretto a Thornfield!

“Un ufficiale dell’esercito francese?!” André ripeté in un sussurro, poi urlò con tutte le sue forze: “Com’era? Descrivetemelo immediatamente!”

“Oh, era un gentiluomo davvero di bell’aspetto… lunghi capelli biondi e occhi azzurri… una figura sottile… il suo nome era Jargette… Jarjais… qualcosa del genere” rispose l’uomo, molto felice di aver provocato tanto interesse nei suoi ascoltatori.

“Codardo! L’hai lasciata sola per salvarti la vita! Io ti uccido…” e André provò ad alzarsi in piedi. Girandosi verso lady Pamela esclamò: “Era Oscar! Ne sono sicuro. E’ stata rapita… dobbiamo cercarla… trovarla…” la forte emozione causò una sofferenza insostenibile nel suo corpo ancora debole, cominciò a respirare con difficoltà.

“André! Cosa ti succede, André….” urlò lady Pamela, chinandosi verso di lui. “Cameriera… cameriera! Dobbiamo trasportare Mr. Grandier nella sua camera… aiutatemi!”

 

Passarono due giorni prima che André potesse parlare ancora con lady Pamela. Le sue condizioni erano peggiorate, ma egli insistette per avere un colloquio con la sua ospite. Con voce tremante, quasi in un sussurro, le disse: “Lady Pamela… voi siete sempre stata molto gentile con me… avete cercato di salvarmi quando sono stato ferito… mi avete accudito… Nel nome di quella che credo di poter chiamare una amicizia…. vi prego: provate a salvare Oscar… voi conoscete molte persone in questa contea…. È impossibile che nessuno di loro possa aiutarci… Io… io…”

“André… non sforzarti… Capisco cosa mi vuoi dire… stai tranquillo…” rispose lei, con la disperazione nella voce.

“No… dovete ascoltarmi… salvate Oscar! Vi prego… io sarò felice di fare qualunque cosa vorrete, se… se potrete liberare Oscar… il resto della mia vita sarà nelle vostre mani… Pamela…” concluse, allo stremo delle forze.

Alcune lacrime apparvero negli occhi di lady Pamela. Le parole di André erano quelle che desiderava sentire, ma non era così felice come si era aspettata.

 

Oscar era prigioniera nella suo cella buia da due settimane. Nei primi giorni aveva provato diverse volte a fuggire, ma i suoi carcerieri, che aveva notato che, date le circostanze, la trattavano con molte attenzioni, erano riusciti ogni volta a sventare i suoi tentativi. Ma quella mattina ebbe una sorpresa: quando si svegliò, trovò la porta della sua stanza aperta e nessun segno dei suoi rapitori. Era stupitissima: non riusciva a comprendere perché fossero fuggiti e perché così improvvisamente, dopo che essi avevano spesso parlato di volere un forte riscatto per la sua liberazione. Ma un altro pensiero scacciò qualsiasi altro dalla sua mente: aveva perso già tanto tempo… doveva trovare André… sapere come stava. Erano quasi due mesi che egli aveva lasciato palazzo Jarjayes … mai, prima di allora, erano stati separati tanto a lungo.

Doveva raggiungere il villaggio più vicino, e questo richiese una lunga camminata, ma, finalmente, trovò un cavallo e raggiunse ****.

Non ebbe problemi a raggiungere Thornfield, la residenza di lady Gillygham.

Thornfield era un antico castello turrito che dominava un enorme parco, separato dall’esterno da un alto muro di pietre grigie.

Piena di eccitazione, suonò la grande campana posta sopra l’imponente cancello nero. Al suo lugubre suono non rispose nessuno. Solo l’eco risuonò nell’aria limpida di quella giornata di inizio estate.

Oscar cominciò a camminare lungo il confine della proprietà. Quel muro era così alto che era difficile pensare di poterlo scavalcare.

Era ormai completamente scuro quando terminò la sua ricognizione, doveva tornare alla locanda dove aveva deciso di prendere alloggio. Il suo sonno fu agitato, ma, insieme con l’alba, le giunse un lampo ispiratore: durante la sua perlustrazione aveva notato, nel lato più distante dal castello, una vecchia ed alta quercia, i cui rami arrivavano proprio sopra l’alto muro.. era l’unico modo che riusciva a vedere per entrare nella proprietà.

Era molto presto, nel cielo il sole combatteva ancora con la luna quando Oscar raggiunse il vecchio albero.

Non ebbe difficoltà ad arrampicarvisi e a scavalcarlo.

I campi erano ancora ricoperti dalla rugiada, quando si ritrovò in quel misterioso giardino. Non aveva un piano, ma i suoi passi la portarono verso un piccolo lago, nascosto dalla nebbia mattutina. Stava ancora pensando a cosa fare, quando vide una figura familiare sulla riva opposta. Un uomo era allungato su una poltrona da giardino, con una coperta a proteggere le gambe. Pazza di gioia, corse attorno alle sponde del lago.

“André!” Esclamò appena prima di gettargli le braccia attorno al collo.

“Oscar!” Rispose lui, sorpreso, provando inutilmente a nascondere la sua felicità. Quindi aggiunse, con finta indifferenza “Sono davvero felice di vederti… ma non dovevi intraprendere un viaggio così lungo… sto molto meglio!” Le sue parole erano in netto contrasto rispettivamente con l’espressione del suo viso e con le sue condizioni.

Oscar reagì con sorpresa.

“André, perché dici questo?! Ero molto in ansia per te… Dovevo sapere come stavi e…. Oh André… così non mi aiuti! Cosa ti succede… André, guardami…” disse disperata, mentre le lacrime le sgorgarono improvvisamente dagli occhi.

 

 

Continua...

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[1] Va bene, le strade sono tutte infestate di banditi… Passatemelo, ed andate avanti!