LA STORIA

Il dobermann comparve per la prima volta nel 1870 circa in Germania. Karl Friedrich Luis Dobermann era un assiduo frequentatore del "mercato dei cani", un'esposizione che era più che altro una fiera di mercato dove erano presentati esemplari di vario tipo.

K. F. L. Dobermann era un appassionato di un tipo di pinscher molto comune al tempo; comperava, allevava e vendeva questi esemplari, non omogenei dal punto di vista morfologico, ma dotati di un carattere molto forte.

Luis e Robert, i due figli del sig. Dobermann raccontarono che tra i vari lavori svolti dal padre vi furono anche quelli di guardiano notturno, esattore delle tasse ed esecutore di sequestri giudiziari.
Proprio per la pericolosità di questi lavori, sentì l’esigenza di selezionare cani che avessero come doti di carattere l’aggressività, il coraggio e la tempra.



Accoppiando due esemplari di questo tipo Luis Dobermann produsse Bismarck, la capostipite della nostra razza, una femmina molto grande, se si paragona ai pinscher dell’epoca, nera, con focature gialle e con quel temperamento da lui tanto ricercato.

Il nome Bismarck fu poi cambiato in Bisart, dato il ruolo del cancelliere Bismarck, troppo importante all’epoca per avere lo stesso nome di un cane, anche se capostipite di una razza.

Bisart fu accoppiata più’ volte e produsse sempre soggetti neri focati, con macchie bianche e sottopelo grigio; coraggiosi,

aggressivi e sicuri di se’.

Con certezza non si conoscono tutti i tipi di cane che hanno contribuito ad originare l’attuale dobermann; indubbiamente grande influenza ha avuto il "cane da macellaio" progenitore dell’attuale rottweiller, usato come bovaro.

Un altro cane che probabilmente contribuì alla formazione della razza fu il pastore della Beauce, di origine francese, infatti, non può passare inosservata la somiglianza esistente ancora oggi fra il beauceron e il dobermann, sia per quanto riguarda la forma della testa che per il colore nero focato del mantello.

Intorno al 1865 era molto diffuso in Germania lo stoppelhopser, un cane oramai estinto, progenitore dell’attuale pastore

tedesco: non è quindi improbabile che anche questo sangue scorra nelle vene dell’attuale dobermann.

Senza ombra di dubbio dal 1900 fu introdotto nella genealogia del dobermann il manchester black and tan terrier, documentato dal pedigree di Fedor v. Aphart, soggetto marrone focato, nato il 6 maggio 1906 da Tell e da Tina v. Aphart, la cui nonna paterna, Lady, era la figlia di un manchester terrier. L’uso di questi terrier nella selezione del dobermann è stato indubbiamente positivo perché ha portato alla scomparsa del pelo eccessivamente lungo e del sottopelo, ha dato un colore più intenso alle focature, ha allungato la testa, ha reso i piedi più raccolti, ha fatto sì che il tronco divenisse più compatto e ha migliorato le angolature.

I problemi portati da quest’incrocio è stato il carattere, eccessivo nervosismo, e in secondo luogo, un danno alla robustezza della razza.

Nel 1909, Stella, figlia di un greyhound nero, fu accoppiata con il dobermann Lord v. Riet, e ne nacquero la campionessa tedesca Sibilla v. Laugen e il campione austriaco Roland v. Derheide.

La razza dobermann fu ufficialmente riconosciuta nel 1898.

Il sig. Otto Goller, appassionato studioso della razza, giudice nelle esposizioni tedesche e attivo membro del Dobermann Club di Apolda che allevava con affisso v. Turingen iscrisse i suoi due dobermann nel libro genealogico: Graf Bellinga v. Gonlande Gerhilde v. Gronland.

La selezione subì una battuta d’arresto allo scoppio della prima guerra mondiale, ma i dobermann si erano ormai imposti per la loro fermezza di carattere e per il loro coraggio.

I dobermann nelle armate tedesche erano addestrati per tre differenti attività: portare ordini al fronte, ricercare persone ferite o disperse, fare la guardia ai depositi militari e ai campi di prigionia.

Il dobermann incomincio’ a fare una timida e incerta apparizione in Italia negli anni Venti, ma era poco conosciuto anche dagli esperti e i soggetti, presenti alle prime esposizioni, erano in realtà di qualità molto scadente.

Fu solo dal 1967, anno in cui fu fondato il Dobermann Club (AIAD), che la maggior parte degli allevatori incominciò a aderire all’associazione, a darsi delle direttive più precise e a operare delle scelte anche a costo di notevoli sacrifici.

L’AIAD, da parte sua, ha svolto un importante lavoro soprattutto nell’ambito della tutela del carattere, istituendo il Campionato Sociale di Bellezza, lo ZTP e il Campionato Sociale di Addestramento.