La risoluzione del Polo sulla giustizia


Premesso: che le polemiche ricorrenti sul tema della giustizia, divenute più aspre nell'ultimo periodo, hanno allarmato l'opinione pubblica;

Che i recenti provvedimenti giudiziari hanno disatteso una sentenza della Corte costituzionale, per di più risolutive di un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato;

Che le suddette decisioni hanno creato disorientamento ed un clima di accese polemiche che rendono difficoltoso lo svolgimento dei processi in corso, impropriamente caricati di significati politici che sembrano alterare il corretto esercizio delle funzioni giurisdizionali; che si sono svolte riunioni di magistrati e, cosa ancor più grave, di magistrati della magistratura giudicante con quelli della magistratura inquirente e requirente, finalizzate a cercare mezzi e modi per disapplicare una legge dello stato, e che a tale risultato si è pervenuti appellandosi a una non dimostrata e non dimostrabile prevalenza di asseriti principi e convenzioni di diritto internazionale sul diritto nazionale e sovvertendo così la gerarchia delle fonti stabilita dalla costituzione e dalla legge e sostituendosi così di fatto e di diritto al legislatore.

Rilevato: che un membro del governo ha stigmatizzato, sia pure con toni esasperati, ma con rigorose argomentazioni giuridiche un comportamento non lineare di un collegio giudicante;

Che violente e pericolose dichiarazioni di alcuni magistrati rese sull'argomento senza averne titolo rischiano di comprometterne l'indipendenza e comunque la credibilità;
che le intervenute dimissioni dal governo del sottosegretario Taormina dimostrano alta sensibilità istituzionale che non può non avere apprezzamento e rispetto; che per la fiducia che i cittadini debbono riporre nella giustizia, è improcrastinabile che l'organo di autogoverno della magistratura eserciti appieno le proprie prerogative di cui all'art.105 Della costituzione e valuti le tante dichiarazioni rese dai magistrati per valutare la loro compatibilità con l'esercizio delle funzioni esplicate.

Ritenuto: che la magistratura italiana, nella sua stragrande maggioranza, merita rispetto e riconoscenza per l'impegno strenuo - giunto a volte fino all'eroismo ed al sacrificio della vita - che profonde con coraggio e determinazione contro le mafie, il terrorismo e tutte le altre forme di criminalità che insidiano ed opprimono il nostro paese;

Che una piccola parte della magistratura, operando in tutte le sedi, ha tentato e tenta ancora oggi di usare l'alto mandato con le relative prerogative previste dalla costituzione, a fini di lotta politica, fino ad interferire nella vita politica del paese utilizzando, in maniera strumentale i più svariati capi di accusa di sapore chiaramente illiberale;

Che per tali ragioni ed in ottemperanza ai messaggi del presidente della repubblica è necessario che tutte le forze politiche rappresentate in parlamento si impegnino a non affrontare nuove polemiche che costringano ad una forte contrapposizione, ma a far prevalere uno spirito di collaborazione istituzionale che salvaguardi il valore della giustizia, delle istituzioni che la presiedono e la centralità del parlamento unico depositario della sovranità popolare;

Che i problemi della giustizia e del corretto rapporto tra i poteri dello stato sono fondamentali in Italia ed in Europa per la credibilità delle istituzioni e per il consolidamento della democrazia moderna che si basa sul corretto ruolo della giurisdizione, intesa come funzione attribuita ai singoli giudici regolarmente costituiti e che insieme formano un ordine autonomo e indipendente e non un potere dello stato, poiché non emanato né direttamente né indirettamente dalla sovranità popolare, con il conferimento di un mandato espresso in libere elezioni dai cittadini;

Che l'esercizio della giurisdizione deve essere svolto liberamente dal giudice, ma proprio per la sua accresciuta importanza deve essere svolto nella leale e costante soggezione alle leggi votate dal parlamento e dalle altre assemblee espressioni della sovranità popolare ed alle pronunzie della corte costituzionale;


Che è necessario potenziare il ruolo della magistratura e garantire la sua funzione, la sua professionalità e soprattutto la sua autonomia, la quale nonostante i ripetuti proclami degli ultimi anni, è stata messa in forse non rispettata da chi ha accettato e accetta di fatto il ruolo politico della magistratura e in definitiva a garantire un'organizzazione giudiziaria che inserisca l'Italia nello spazio giuridico europeo nel quale siamo già chiamati ad operare;

Che in definitiva occorre restaurare con urgenza i valori sanciti dalla nostra costituzione, che, insieme con l'indipendenza della magistratura, assicurano a tutti i cittadini la presunzione d'innocenza, il giusto processo dinanzi al giudice naturale con una certa ed effettiva distinzione tra funzione giudicante e funzione inquirente e requirente al fine di garantire la terzietà e l'imparzialità del paritetico contraddittorio tra le parti; che, inoltre, la ragionevole durata del processo dipende soprattutto dalla corretta ed immediata applicazione delle norme che lo disciplinano, talché è essenziale che i rimedi giuridici in proposito siano tempestivi e non differiti nei tempi lunghi delle impugnazioni di merito, affinché, nel rispetto dei principi costituzionali, siano costantemente perseguiti gli obiettivi della certezza del diritto, della tutela delle vittime dei reati e della effettività della pena e realizzati in forma istituzionale ed organizzativa considerato che per la ripetuta violazione di questi principi lo stato italiano ormai da lungo tempo viene condannato nelle corti europee;

Che il processo di integrazione europea nella prospettiva della creazione di uno spazio giudiziario europeo ha subito, dal vertice di Tampere in poi, un'accelerazione specialmente con riguardo al superamento di meccanismi classici della cooperazione penale in tema di mutuo riconoscimento di titoli giudiziari tra gli stati membri ed alla creazione di centri comuni di coordinamento delle investigazioni quali Olaf ed Eurojust;

Che i recenti avvenimenti relativi al terrorismo internazionale giustificano una intensificazione della collaborazione tra i membri della Ue per una risposta adeguata ed urgente;

Che, tuttavia, tale specifica esigenza può essere soddisfatta con tempestività per ulteriori progressi che si possono raggiungere nell'ambito della cooperazione europea.

Altre tematiche più specifiche, quale il blocco dei beni esteso ad ipotesi di illeciti, il mandato di arresto europeo esteso ad una serie di ulteriori reati, devono avere ulteriori approfondimenti perché non possono non essere armonizzati con il nostro ordinamento e con le modalità di svolgimento dell'azione penale del nostro paese.

Individua: alcuni punti di riforma, indispensabili per delineare un quadro normativo ed organizzativo idoneo a dare un nuovo impulso alle tematiche della giustizia ed al rapporto tra il potere legislativo e l'ordine giudiziario, ad una nuova trasparenza istituzionale, per i quali impegna il governo ed in particolare:

A) introduzione di modifiche nel processo civile con forme stragiudiziali di soluzione delle controversie al fine di prevedere l'azione del giudice, quando le parti hanno esaurito tra loro il contraddittorio, in modo da ridurre drasticamente i tempi della giustizia;

B) l'attuazione della riforma dell'ordinamento giudiziario nel quadro della distinzione funzionale e organizzativa delle funzioni inquirenti requirenti e delle funzioni giudicanti;

C) l'attuazione di puntuali, periodiche verifiche circa la quantità e la qualità del lavoro dei magistrati, ai fini della valutazione della progressione nei ruoli e nelle qualifiche;

D) la modifica del sistema elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura. Approvata dal consiglio dei ministri, la quale non deve solo individuare una nuova modalità di voto, ma deve contribuire a determinare un modo nuovo di essere della magistratura, senza schieramenti che riflettano contrapposizioni di carattere meramente politico e soprattutto senza contrapposizioni ideologiche;

E) l'attribuzione della materia disciplinare - opportunamente rivista in base al principio di tipicità delle condotte - nei confronti dei magistrati ad un apposito organo elettivo composto da magistrati con lunga esperienza giudiziaria e da giuristi laici di chiara fama;

F) l'introduzione del principio della temporaneità delle funzioni direttive;

G) ferma restando l'obbligatorietà dell'azione penale e seguendo le raccomandazioni indirizzate agli stati membri della Ue dal comitato dei ministeri del 17 settembre 1987 (delibera n.R87-18) e da molti altri successivi interventi, prevedere l'introduzione di criteri di priorità nel suo esercizio, stabiliti dal parlamento, su proposta del ministro della giustizia e del procuratore generale della repubblica presso la corte di cassazione; h) la netta distinzione organizzativa e funzionale dell'attività di polizia giudiziaria dall'attività inquirente del pubblico ministero nel quadro dell'art.109 della Costituzione, con ripartizione chiara delle competenze per quanto attiene contenuti, forme e tempi, anche processuali;

I) la previsione che, salvo provvedimenti provvisori di cui all'art.13 della costituzione, la privazione della libertà personale debba essere decisa da un collegio di giudici;

L) l'auspicio che il governo, in tema di lotta al terrorismo internazionale, intensifichi la collaborazione con gli stati membri della Ue, riconoscendo che il processo di costruzione dello spazio giudiziario europeo non può essere anteposto alla armonizzazione delle costituzioni e dei sistemi giudiziari dei paesi membri data la profonda differenza tra gli stessi, soprattutto per quanto riguarda il sistema sanzionatorio ed il diverso status costituzionale dei pubblici ministeri;

M) la riforma di alcune norme del codice di procedura penale per renderle più omogenee a quelle degli altri paesi europei e per l'attuazione dei principi sanciti dall'art.111 della Costituzione;

N) riforma del codice penale che tenga in adeguato conto le esigenze di razionalizzazione della normativa.

(4 dicembre 2001)

 

 

 

 

 

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a cura di magistratura democratica romana


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