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ALBUM Brave New World RECENSIONI 1 VOTO MEDIO
1 Finalmente sono tornati Luca Krelli Ultimamente , quando ascoltavo un cd degli Irons , solo dopo averlo ascoltato numerose volte iniziava a piacermi , ma ciò era dovuto probabilmente dal fatto che gli ultimi cd degli Irons ( quelli con Blaze Bailey) erano effettivamente molto noiosi ed erano poche le cose da salvare. Con Brave New World le cose sono cambiate e di molto! Appena ho ascoltato la prima traccia mi sono esaltato ed ho ascoltato il cd tutto di un fiato emozionandomi come da tanto tempo ormai non mi accadeva! Ebbene si , siamo di fronte ad uno degli album più belli , che regge il confronto con i vari POWERSLAVE , THE NUMBER OF THE BEAST , se mentre state leggendo non siete ancora corsi a comprarlo ( sempre se lo trovate ancora..) vediamo più da vicino le varie canzoni: The Wicker Man si presenta come un' ottima apripista , molto veloce e non eccessivamente complessa , con un bel coretto che si ripete più volte e che mette in luce le grandi doti canore di Bruce ( finalmente è tornato! ) Ghost of the Navigator si propone come una moderna Alexander the Great , però molto più entusiasmante , con fantastici cambi di tempo e galoppate puro stile maiden! Veniamo a Brave New world il cui ritornello mi suona nella testa in continuazione perchè è troppo bello! La canzone inizia lentamente con un bel riff ovattato per poi crescere a dismisura nell'incontenibile ritornello. Blood Brothers è una canzone molto triste dedicata da Steve Harris a suo padre , una canzone molto densa di significati con una splendido accompagnamento col basso e un melanconico quanto efficace riff di chitarre. Dream of Mirrors ricorda all'inizio Mother Russia ma poi diventa qualcosa di incontenibile un pieno di Energia e Potenza che ricorda le mitiche cavalcate di Run to the Hill. The Mercenary è un po sullo stile di The Wicker Man e presenta un ritornello particolare per sonorità. Fallen Angel e Out of the Silent Planet mettono in mostra le prodigiose capacità dei chitarristi ( tre!) e sono accompagnate da coretti fantastici ( è arduo decidere quale sia il più bello). The Nomad si presenta secondo me come una delle canzoni più belle degli Irons. Il suono delle tre chitarre richiama incredibilmente i ritmi orientali e la canzone da davvero l'impressione della marcia triste e solitaria di un nomade nel deserto. Chiudiamo con The Thin line.. che riprende la scia di The Unbeliever proponendo difficili cambi di tempo ( per noi mortali!) e un incredibile alternarsi di parti armoniche e casinare. VOTO
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