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STORIA

Trespaldum,    Ripalda del riso.......,     La Torre,    La chiesaSiamo qui,    Colli e PagliaiScavi archeologici....

 

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Tanto tempo fa si chiamava "Ripalda del riso, poi Ripalda sul Trigno, oggi Mafalda. In italiano corretto "Ripalta" (ripa alta), in dialetto locale "Ripalda", per via dello scambio della consanante "D" per "T" (es. vold per volta, aldre per altro, ecc.).Successivamente del riso, perchè lo si coltivava nella stretta piana del fiume Trigno, di ottima qualità, molto ricercato nella zona.Si racconta che nei periodi ivernali e primavaerili si aspettava la piena del fiume per arginare ed allagare le risaie.Il lavoro era molto faticoso e delicato, ed era necessario che la gente collaborasse, in sostanza lo spirito di cooperazione e collaborazione facevano parte dela vita quotidiana di quel tempo, nonostante la pressione economica e sociale delle famiglie ricche.Non coltivando più il riso e per la vicinanza al fiume Trigno, il nome viene cambiato in Ripalda sul Trigno, e nel 1903 in onore della figlia di Vittorio Emanuele III, cambiò di nuovo il nome in Mafalda.Il territorio all'origine ricoperto per la maggior parte da bosco, è stato reso fertile dal lavoro paziete degli abitanti, e oltre al riso si coltivava grano, olio, legumi, ortaggi, frutta, in particolare le ciliege. Uno dei prodotti tipici sinonimo del nome Mafalda erano i fichi secchi, ai quali veniva data la forma di "pupe, scerte, flette", ecc.

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In epoca Angioina (1266 - 1442) era detta "TRESPALDUM" , rimase disabitata fino all prima metà del XV secolo si dice per via delle ivasioni dei Saraceni e per calamità naturali.Per quanto riguarda la prima ipotesi non esistono testimonianze scritte, le notizie che sono giunte fino ai nostri giorni sono state tramandate oralmente, e la maggior parte delle storielle locali sono arricchite dalla fantasia di chi le racconta, a dire il vero si sente parlare molto spesso dai nostri nonni di una invasione di formiche rosse giganti le quali hanno mangiato tutto, persone, cose animali, persino le mura della Torre, attualmente Ripalda vecchia. La seconda ipotesi parla di un devastante terremoto del 1456, che rase al suolo il centro abitato. Per l'interessamento degli Evoli all'ora sigrori feudali, venne ripopolata portando gli slavi a coltivare la terra, e fino al 1500 si parlava la lingua slava.

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In riferimento alla nuova sitemazione del centro abitato dopo la distruzione, si sente parlare ancora oggi di una suddivisione di quartieri, nel nostro caso due,  "COLLI"  e "PAGLIAI", i primi rappresentano la parte più alta del paese, lo dice la parola stessa, e di conseguenza la zona sottostante, poichè era una sona di orti, nei quali venivano costuite delle vere case di paglia i cosidetti "PAGLIAI", prese il nome proprio da queste. Non si conoscono bene le vicende rivali, ma si racconta spesse volte di risse o delle vere e proprie battaglie. L' esagerazione naceva prima con gli insulti verbali, e arrivati al limite della sopportazione si passava alle mani. Questa rivalità per fortuna si fermava qui, finito il conflitto tornava tutto normale. Per i matrimoni non vi erano problemi, i giovani sposi, ai maschi in particolare veniva dato il così detto "passaporto" per avere accesso al confine.Questo passaporto veniva consegnato dai giovani più grandi del quartiere, e davano il consenso di espatrio, consisteva nel portare in tasca un "ceppo", simbolico il quale permetteva al giovane innamorato di attraversare il confine e finalmente vedere la proria ragazza

Colli:                                     Pagliai:

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La Torre meglio conosciuta come Ripalda Vecchia,  da quel poco che ne è rimasta, si pensa, si trattasse di un vecchio castello, ma in realtà è una delle tante Torri di avvistamento distribuite sul nostro territorio, probabilmete una delle prime che risalgono il fiume Trigno. Attualmente poco visitata, perchè non esiste un acesso sicuro, però la zona intorno offre tutto il necessario per appassionati dello sport e della natura. Nei boschi circostanti la maggior parte dei mafaldesi di dedica alla raccolta degli asparagi che sono molto abbondati, funghi (per chi li conosce), e anche qualche tartufo, si dice di buona qualità. Sotto il colle di Ripalda Vecchia, si trova un lagetto, (lago Mauro, meglio conosciuto come "lago di Mizzittaro") provabilmete di origine vulcanica, si dice che questo lago è molto profondo, molti pensano che sia collegato con il mare, si racconta che dopo un maremoto nei dintorni del lago sono stati ritrovati dei pesci, appunto di mare, cosa molto strana in quanto questo si trova a circa 300 mt di altezza, si racconta anche che vi siao finiti dentro un carro con i buoi, ed il padrone per salvarli c'è finito anche  lui. Scendendo ancora verso il fiume troviamo la "fossa delle morge", si tratta di una grotta molto grande dove si rifugiavano si nascondevano gli abitanti del vecchio centro, quando venivano attaccati dai saccheggiatori. Il paesaggio offre allo sguardo una piacevole sensazione di rilassamento, oliveti secolari, boschi di querce secolari, vallate piene di verde, colli, fontane, tutta la zona è molto bella vale la pena anche per noi del posto riscoprire il piacere di fare una passaggiatain questi meravigliosi posti. 

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La chiesa di San Andrea Apostolo, è situata nella parte alta del paese, ed è una delle maggiori opere di carattere storicho del posto. Il campanile è stato ricostruito, e tutta la chiesa ristrutturata, (si dice riedificata sulla precedente),  durante questi lavori, si è potuto constatare che prima i morti venivano seppelliti sotto di essa, sono state ritrovate molte ossa. Di grande valore sona la campana, ed il portone in bronzo. Attualmente il parroco è don Nicola Calvitti. La parrocchia dalle origini appartiene alla diocesi di Termoli.

La serie degli arcipreti fino ai nostri giorni:                                                                     

(1732 - 1735) Mastrangioli,

(1735 - 1747) Mancini Casimiro,

(1748 - 1756) D'aloisio,

(1757 -1780) Lamelza,

(1781 - 1793) Sorichilli Fortunato,

(1781 - 1793) Mastragostino Leonardo),

(1828 - 1860) Sparvieri Luigi,

(1860 - 1879) Sparvieri Angelo,

(1880 - 1908) Paolone Donato,

(1909 - 19..) Varrati Silvio,

(19.. - 19..) Irace Luigi,

(19.. -  19..) Calvitti Nicola.

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molise.jpg (40325 byte) Comune di Mafalda

Territorio: 32,62 km quadrati

alt. 460 mt. dal livello del mare

Popolazione al 31/03/2001: 1.524 (di cui 790 maschi e 734 femmine).

Notizie sulla popolazione.

Popolazione: Fuochi 65 nel 1532, - 67 nel 1545, - 108 nel 1959, - 50 nel 1648, - 35 nel 1669, - abit. 731 nel 1780, - 1053 nel 1835, -  2042 nel 1861, - 2582 nel 1901, - 2944 nel 1911.

 

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RIPALDA VECCHIA: (TRESPALDUM 1266 - 1422).

Una importante ricerca è stata eseguita nei pressi della " TORRE " o meglio Ripalda Vecchia, si sono interessati degli scavi, sotto suggerimento dell'amministrazione comunale,un gruppo di studenti, e professori dell'Università "G. D'Annunzio di Chieti, fra questi anche la nostra paesana Katia Di Penta.

L'interessamento dei ricercatori ha suscitato notevole curiosità da parte della popolazione, tant'è che l'ultimo giorno di studio è stato dedicato a una visita guidata, a cui hanno potuto partecipare tutti cittadini, fra questi c'ero anche io, e devo dire: "molto interessante". Cercherò di riassumere quello che ci è stato spiegato e illustrato. Come già sappiamo dai resti delle mura ancora visibili, la così detta "Torre", e dagli scavi esegui nei pressi della stessa, si è potuto dedurre che la zona detta Ripalda Vecchia, era una rocca medievale, databile intorno al XII-XIII secolo, costruita sopra altri insediamenti. Come tutte le città medievali, era cinta da mura, le quali alla base erano larghe all'incirca 70 - 80 cm. e  l'altezza era di circa 6 - 7 mt. Gli scavi hanno dimostrato questo, e si è potuto così delimitare l'ampiezza del centro abitato, all'interno del quale si è stimato che poteva ospitare fino a 2000 abitanti. La parte esposta a sud era quella abitata, perché più calda; la parte a nord, più alta e fredda, era la così detta piazza, nella quale veniva conservato il cibo, (le città medievali dovevano garantire alla popolazione almeno un mese di scorte in caso di guerra o di assedio.)

Nelle vicinanze della torre, vi sono tracce inequivocabili di una chiesa, tant'è che scavando sono state trovate ossa umane. Ancora affianco alla torre doveva esserci il palazzo o castello, questo è stato dedotto da un sopralluogo in superficie.

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I ricercatori hanno individuato il così detto "immondezzaio", in questo caso era il fosso situato nella zona a sud, dove la gente l'immondizia la buttava direttamente nel fosso dalle mura di recinzione ("il butto"), senza dovere uscire dalla Rocca. Dal recupero di materiale archeologico individuato in questi primi sopralluoghi in superficie, nelle mura e nell'immondezzaio sarà possibile individuare i vari insediamenti, le varie fasi della vita, l'alimentazione ecc.ecc.

Ho trovato questo studio molto interessante, e spero che lo sia anche per gli addetti ai lavori. Bisogna sapere che nella zona questo tipo di insediamento medioevale non era mai stato trovato, in quanto tutti i paesi costruiti in quel periodo, si sono adattati con il passare del tempo alle esigenze della gente che ci viveva. Nel caso di Ripalda Vecchia, essendo stata abbandonata, in seguito ad una possibile calamità naturale, la struttura del centro abitato è rimasta intatta. Questo potrebbe essere molto interessante per eventuali studi e ricerche future sugli insediamenti nel nostro territorio.

BUON LAVORO!!!!                                        HOME

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