il GRILLO parlante
per un'informazione equa e solidale nell'Est veronese
@ periodico redatto dai lettori @
supplemento a " www.educare.it " - Aut. Trib. VR n.1418 del 21 novembre 2000
Direttore Responsabile ed Editoriale: Amedeo Tosi
Redazione:  località Praissola 74/b - 37047 San Bonifacio (VR)
«il GRILLO parlante» è consultabile anche nel siti della Biblioteca di Nogara (VR)

La responsabilità degli articoli e delle informazioni è tutta ed esclusiva dei rispettivi autori. il GRILLO parlante ospita volentieri ogni opinione e si assume la responsabilità degli articoli a cura della Redazione e di quelli non firmati. 

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DISCREZIONE
«Non si va a mendicare con un cesto»
(Proverbio: Duala - Nazione: Camerun )

APPUNTAMENTI DA NON PERDERE
Inviaci gli appuntamenti organizzati dalle associazioni del tuo paese! grilloparlante@mbservice.it

 
28 - 29 - 30/06/2002 -  Verona - FestAltroMercato

Prosegue la Festaltromercato, la prima festa del commercio equo e solidale a Verona, presso i Giardini di Porta Catena, dal  28 al 30 giugno 2002. Ingresso libero. PROGRAMMA dettagliato delle prossime iniziative:
SABATO 29 GIUGNO - Ore 15.00-17.00 - ANIMAZIONE PER BAMBINI Giro giro mondo! Giochi creativi, giochi di gruppo, socialità a cura dell’associazione Gaia. Partecipazione libera: bambine e bambini del mondo, unitevi!
Ore 19.00 - FINTI ILLIMANI SUL PALCO - Da Napoli alle Ande, quanto spazio c’è? E quante idee? Ma, soprattutto, quante suggestioni musicali? Diciassette  elementi compongono questo gruppo che non può essere spiegato, ma solo vissuto.
Ore 21.30 - DANIELE SEPE in concerto …non  solo  uno sperimentatore e cercatore di musiche e parole di ogni lato del mondo, ma anche un compagno di strada del commercio equo e solidale con Un’altra via d’uscita, fair-hit dedicata all’altro mercato.

DOMENICA 30 GIUGNO - A partire dalle 14.00 MERCATINO DEL BARATTO Partecipazione libera (iscrizioni al bar). A partire dalle ore 15.00 LIVE AND FAIR MUSIC - palco aperto con Wombat Didgeridoo Club Il Wombat Didgeridoo Club è un'associazione che si propone di promuovere la conoscenza della cultura aborigena australiana attraverso l'approfondimento di tutti gli aspetti pratici e teorici di uno degli strumenti musicali tipici di tale cultura: il didgeridoo. Nata nel 2002 l'associazione raggruppa suonatori fra Milano e Varese e oltre ad organizzare raduni, concerti, mostre e seminari si batte per un commercio di didgeridoo equo e solidale. owombat.didgeridoo.it wombat@didgeridoo.it
Kusum - E’ una band di 5 elementi che provengono dal Ghana e vivono a Verona da diversi anni. La loro musica è una calda miscela di ritmi reggae,funky e africani. Nei loro concerti riescono a trascinare il pubblico in sfrenate danze creando una coinvolgente atmosfera afrocaraibica....
Tradenotaid - Il gruppo nasce nel 1997.Il nome è un slogan degli anni Sessanta utilizzato dai primi movimenti legati al commercio equo solidale. Lavorano su pezzi propri studiando nuove sonorità e riuscendo a creare canzoni orecchiabili ritmiche ed aggressive. Altrettanto impegnata è la forma di comunicazione che alterna la forma espressiva del rap a pezzi molto melodici ottenuti anche attraverso l'intreccio di più lingue (inglese, italiano e spagnolo). Ultima esperienza: il tributo ai "Rage Against the Machine" che li ha portati a girare, durante tutto lo scorso inverno vari locali del nord - centro Italia. Recentemente il gruppo ha autoprodotto l’album "Performance to grow”. Componenti del gruppo: Andre (voce), Niko (chitarra), Alberto (basso) e Ricky (batteria). www.tradenotaidband.com info@tradenotaidband.com … e poi fino alle 21.00 la musica mondiale del DJ Leo!
ore 21.00 SPETTACOLO TEALTRALE Johan Padan a la descoverta de le Americhe testo e regia di Dario Fo. Con Mario Pirovano (unico interprete autorizzato dall’autore).

29 e 30/06/02 - Vicenza - FESTAMBIENTE 
 
Prosegue sabato e domenica 29-30 giugno 2002 – VICENZA - presso il PARCO fluviale RETRONE ZONA FERROVIERI: “FESTAMBIENTE 2002”. Per informazioni visita il sito http://digilander.iol.it/festambiente

 29 e 30/06/2002 - Verona- Incontri con Arturo Paoli: L’uomo di fronte al dolore e alla sofferenza

La Comunità cristiana di San Nicolò all’Arena (Verona) promuove una RIFLESSIONE – DIBATTITO con don Arturo Paoli sul tema: “L’uomo di fronte al dolore e alla sofferenza”  Sabato e domenica sarà ospite della nostra città don Arturo Paoli, un piccolo fratello di Charles de Foucauld, che da tanti anni vive come missionario in America Latina ed è conosciuto in tutto il mondo per i suoi scritti di spiritualità.  Sabato 29 giugno, alle ore 21, presso la chiesetta di San Domenico di via del Pontiere, terrà una riflessione sul tema:  “L’uomo di fronte al dolore e alla sofferenza”. Domenica 30 giugno alle ore 11 celebrerà l’eucarestia e terrà l’omelia nella chiesa di San Nicolò all’Arena. Con i suoi 89 anni, portati benissimo, don Arturo Paoli può essere considerato uno degli ultimi testimoni e profeti viventi della Chiesa del Concilio Vaticano II. E’ nato a Lucca nel 1912 ed è stato ordinato sacerdote nel 1940, dopo essersi laureato in lettere. Negli anni ’50, con Rossi, Carretto e il veronese Gianni Zanini,  è stato uno dei dirigenti nazionali dell’Azione Cattolica. Ma per le sue aperture politiche e culturali è stato costretto a dimettersi. Negli anni ’60 si reca missionario prima in Argentina, dove negli anni difficili della dittatura militare, il suo nome viene messo nell’elenco dei condannati a morte. Poi si trasferisce in Venezuela ed infine in Brasile dove vive tuttora nello stato del Paranà. Nel 1999 ha ricevuto il titolo di “Giusto tra le Nazioni”, dall’ambasciata d’Israele in Brasilia per aver salvato la vita ad un ebreo nel 1944 a Lucca. La sua attività di scrittore lo vede impegnato come collaboratore di parecchie riviste, come Rocca, Nigrizia, il Regno, Jesus. E’ autore di circa 30 opere, molte tradotte in varie lingue.

 29/06/2002 -  Sommacampagna (VR) -  "InSomma me GODO!!!" / 5

Il Comune di Sommacampagna in collaborazione con i Gruppi Giovanili e alcune Associazioni del territorio, all'interno delle iniziative promosse dal "Progetto Giovani", invita a partecipare alla manifestazione "InSomma me GODO!!!" che si terrà presso gli impianti sportivi di via Bassa a Sommacampagna. Il programma odierno offre: SABATO 29 giugno 19.00 STANDS GASTRONOMICI; 20.30 FINALE quadrangolare CALCIO A 7 e premiazioni; 21.30 SERATA con gli N-JOY: Ballo e me Godo: musica a 360° e animazione latino-americano. Si apriranno le danze con spettacolo Hip-Hop.

29/06/2002 -  Verona - Malafestival / 3    

MALAFESTIVAL dall'8 GIUGNO al 27 LUGLIO presso SPAZIO EMMAUS, strada MATTARANETTA 41, San MICHELE EXTRA (VR) - USCITA A4 VR EST. TUTTE LE SERE COUS COUS, BIRRA, VINO, SANGRIA, COCKTAILS e SPAGHETTATA NOTTURNA. Oggi: SABATO 29 GIUGNO, ore 20.00  EMIDIO CLEMENTI (reading); ore 20.30  COUS COUS con LINDA; ore 21.00  ROSOLINA MAR in concerto; ore 22.00  VOLWO in concerto in collaborazione con brain's cat; a seguire  DJ SET CON MAD DOCTOR + FEBBRE.

29/06/2002 -  Vicenza - Diritti Umani

Sabato 29 giugno alle ore 17.30 presso il Parco del Retrone-zona Ferrovieri, nell'ambito dell'iniziativa Festambiente, il difensore civico di Vicenza - FRANCESCO BUSO - e il dott. PAOLO DE STEFANI dell'Associazione Diritti Umani - Sviluppo Umano di Padova, presentano l'iniziativa DIRITTI UMANI E DIFESA CIVICA A VICENZA, un progetto per l'anno 2002-2003 che si pone l'obiettivo di:  favorire la reciproca conoscenza tra ufficio del difensore civico e organismi di società civile operanti per la tutela dei diritti umani; rafforzare le risorse istituzionali e non istituzionali del territorio a tutela dei diritti fondamentali; promuovere iniziative di educazione ai diritti umani rivolte al mondo scolastico.  Siete invitati a intervenire. Maggiori informazioni sull'iniziativa si possono trovare nella sezione news del sito internet: www.difensorecivico.vicenza.it

30/06/2002 -  Sommacampagna (VR) -  "InSomma me GODO!!!" / 6

Il Comune di Sommacampagna in collaborazione con i Gruppi Giovanili e alcune Associazioni del territorio, all'interno delle iniziative promosse dal "Progetto Giovani", invita a partecipare alla manifestazione "InSomma me GODO!!!" che si terrà presso gli impianti sportivi di via Bassa a Sommacampagna. Il programma odierno offre: DOMENICA 30 giugno 9.30 TORNEO DI GREENVOLLEY: Sudo e me Godo Una giornata di avvincenti sfide a pallavolo sull'erba (iscrizioni entro il 20 giugno si gioca due maschi e due femmini. Per iscrizioni e informazioni cell.:3492681334) Possibilità di vedere finale di calcio mondiali su maxi schermo STANDS GASTRONOMICI: oggi aperti a mezzogiorno e sera; 21.00 SOMMACORRIDA: Giovani allo sbaraglio con cabaret, musica e di tutto un po'. (se sai fare qualcosa e vuoi diventare protagonista telefona entro il 20 giugno a: 3495582122). Ospite della serata gruppo Hip-Hop delle ragazze dell'Università del tempo libero di Sommacampagna.

01/07/2002 -  Padova - No Logo, incontro con Naomi Klein    

In occasione della festa di Radio Sherwood a Padova, il 1° luglio ci sarà un incontro con Naomi Klein (libro No Logo), Toni Negri (autore con Michael Hardt del libro Impero), Luca Casarini (Disubbidienti) e Marco Bascetta (manifestolibri). NOLOGO-IMPERO 1 luglio 2002, ORE 20.30 nel piazzale di fronte allo Stadio Euganeo, info:www.sherwood.it 

02/07/2002 -  Robegano (Salzano - VE) - VERSO UN MONDO EQUO

Il Comune di Salzano (Assessorato alle Politiche Giovanili) Equipe Operatori di Strada, in collaborazione con: ACLI Robegano, AC Robegano, Gruppo Missionario, Giovani di Robegano, Gruppo X organizzano per  Martedì 2 luglio - ore 21.30 presso lo spazio verde di via Rossini a ROBEGANO, nell'ambito della Rassegna "PR... ESTATE ASCOLTO" l’incontro sul tema «VERSO UN MONDO EQUO». Relatori:PADRE GINO BARSELLA - Direttore di Pigrizia; DON ALBINO BIZZOTTO - Responsabile "Beati i Costruttori di Pace"; GIANFRANCO BETTIN - Pro Sindaco di Mestre; Moderatore BRUNO PIGOZZO - Sindaco di Salzano.

03/07/2002 -  Verona -  Organizziamo la carovana della Pace

Mercoledì 3 luglio, alle ore 21, gli organizzatori del palinsesto legato alla Carovana della Pace che partirà da Verona il 5 settembre, e quanti sono disponibili a dare una mano in qualsiasi maniera, si ritrovano presso la Sala dei Missionari Comboniani (Vicolo Pozzo, 1 - Verona). Info: gaiga@cmdverona.it

03/07/2002 -  Vicenza - CGIL: le nostre ragioni...     

A fronte delle tante discussioni e mobilitazioni che si stanno sviluppando in questi giorni sui temi del lavoro - non sempre riportate dai mezzi di comunicazione con il dovuto rigore -  sentiamo la necessità di far conoscere le nostre ragioni alle Associazioni con cui lavoriamo, a quelle che finora hanno condiviso il nostro percorso in difesa dei diritti, a quelle che non abbiamo ancora incrociato sulla nostra strada. Vorremo aprire una discussione, sentire le ragioni di altri che lavorano sul terreno della cooperazione, dell'impegno e della solidarietà sociale. Centrali per noi sono i temi del lavoro, ma non lo sono da meno quelli del welfare, della sanità, della scuola, dell'immigrazione…. Temiamo, passassero i provvedimenti in discussione in queste settimane, che il nostro paese sarebbe impoverito moralmente, culturalmente, economicamente. Crediamo che sul tema dei diritti non sia possibile nessuna trattativa, che non si possano fare deroghe. Per questo andremo ad uno sciopero regionale venerdì 5 luglio 2002. Vorremo spiegarvi meglio perché. Per questo la segreteria CGIL di Vicenza vi invita mercoledì 3 luglio alle ore 18 presso la sede della Circoscrizione 7, Via Vaccari  - Vicenza.

03/07/2002 -  Verona - Guida per i detenuti    

Lo Sportello Giustizia del Centro di Servizio per il Volontariato di Verona, in collaborazione con il Cestim, CTP Carducci, redazione Microcosmo, Associazione "La Fraternità" e la Casa Circondariale di Verona organizza la presentazione della «Guida per i detenuti» ai detenuti di Montorio: mercoledì 3 luglio alle ore 10 presso la Casa Circondariale di Montorio (Via San Michele 15). La Guida è un piccolo volume che vuole agevolare i detenuti nella comprensione delle leggi e delle regole che disciplinano il regime penitenziario con l'obiettivo di rendere le informazioni comprensibili; è uno strumento utile che spiega quali sono i diritti e i doveri e consiglia comportamenti opportuni dal momento dell'ingresso in Istituto fino alla scarcerazione. Saranno presenti: Maurizio Mazzi (Sportello Giustizia), Jean Pierre Piessou (Commissione Intercultura), Lorenza Omarchi (Magistrato di Sorveglianza) e il direttore della Casa Circondariale, dottor Macrì. Per Informazioni: maumazzi@iol.it

03/07/2002 -  Soave (VR) - Cinema all'aperto: «A beautiful mind»    

Legambiente di Soave organizza presso Parco Zanella (Soave - VR) la rassegna "Cinema all'aperto". Ingresso: 5 Euro. Inizio della proiezione, ore 21,15. Questa sera è in programma la pellicola "A beautiful mind" con R. Crowe, J. Connelly, Ed Harris.

04 - 07/07/2002 -  San Felice del Benaco (BS) -  IL VOLONTARIATO: QUALE PONTE FRA LE DUE CITTA’?    

Il Coordinamento Enti e Associazioni di Volontariato Penitenziario - SEAC organizza XXIV SEMINARIO DI STUDI - “Un'unica città” , presso San Felice del Benaco ( Brescia ), dal 4 al 7 luglio 2002. Tema: IL VOLONTARIATO: QUALE PONTE FRA LE DUE CITTA’? Siamo giunti al 24° seminario di studi, un lungo cammino di incontri, confronti, informazione e formazione per noi volontari, non solo con gli occhi rivolti al pianeta carcere ma anche attenti alla prevenzione, al reinserimento, al territorio e alla funzione della giustizia oggi. Perché questo titolo di ponte fra le due città ? Un ponte fra le città che addensano il territorio: il carcere e la società e, su altra scala, un ponte fra le città che costituiscono il mondo del carcere: l'istituzione e il volontariato. In queste città ci sono molte realtà diversificate per compiti e per obiettivi e non sempre è facile gettare un ponte per intessere delle relazioni. Carcere, società, istituzioni e volontariato rischiano l'arroccamento sulle proprie posizioni se non riescono a gettare dei ponti fra di loro, a confrontarsi e operare assieme per ascoltare, risolvere problemi, verificare e controllare la qualità della vita e non per creare conflitti su carenze che mantengono intatte le situazioni di disagio. Vorremmo parlare di tutto questo perché cresca in noi volontari, nell’ istituzione e nella società l'appartenenza a due mondi che dialogano nel comune obiettivo di partecipare ad una unica realtà. L 'ISCRIZIONE DEVE PERVENIRE ENTRO IL 30 GIUGNO 2002 alla SEGRETERIA DEL SEMINARIO. La prenotazione può essere fatta telefonando a: ASSOCIAZIONE LA FRATERNITA' di Verona – Tel e fax 045.8004960

06/07/2002 -  Verona - Malafestival / 4    

MALAFESTIVAL dall'8 GIUGNO al 27 LUGLIO presso SPAZIO EMMAUS, strada MATTARANETTA 41, San MICHELE EXTRA (VR) - USCITA A4 VR EST. TUTTE LE SERE COUS COUS, BIRRA, VINO, SANGRIA, COCKTAILS e SPAGHETTATA NOTTURNA. Oggi: SABATO 6 LUGLIO, serata promossa dal coordinamento laico antirazzista CESAR K.

10/07/2002 -  Soave (VR) - Cinema all'aperto: «La maledizione dello scorpione di Giada»    

Legambiente di Soave organizza presso Parco Zanella (Soave - VR) la rassegna "Cinema all'aperto". Ingresso: 5 Euro. Inizio della proiezione, ore 21,15. Questa sera è in programma la pellicola «La maledizione dello scorpione di Giada» di Woody Allen.

11-15/07/2002 -  Gazzolo d'Arcole (VR) -  Festa di mezza estate
 
Il Comitato Giovani di Gazzolo d'Arcole (VR) presenta: «Festa Giovani - Festa di mezza estate - IIIa edizione» Zona Artigianale sulla strada da Gazzolo d’Arcole per Volpino di Zimella 11-12-13-14-15 Luglio 2002. Programma: Giovedì 11 Luglio Il meglio dell’afro, On stage YANO; Venerdì 12 Luglio In pre-serata la passione per VASCO ROSSI dal vivo STANDING OVATIONS in concerto  A seguire COMPANY CONTATTO; Sabato 13 Luglio Serata Dance con OUT MUSIC POWER-Dj SILVANO; Domenica 14 luglio(giornata per l’AVIS) Nel pomeriggio GARDALAND PARTY Direttamente dal parco divertimenti n. 1 in Italia spettacolo per grandi e piccini nella casa delle meraviglie di PREZZEMOLO con l’animazione di Paolo Somaggio A seguire serata Dance con BUM BUM; Lunedì 15 luglio Musica commerciale & house con OUT MUSIC POWER dj Mr. SILVANO Ospite della serata Umberto do Brasil
 
13/07/2002 -  Verona - Malafestival / 5
 
MALAFESTIVAL dall'8 GIUGNO al 27 LUGLIO presso SPAZIO EMMAUS, strada MATTARANETTA 41, San MICHELE EXTRA (VR) - USCITA A4 VR EST. TUTTE LE SERE COUS COUS, BIRRA, VINO, SANGRIA, COCKTAILS e SPAGHETTATA NOTTURNA. Oggi: SABATO 13 LUGLIO, giornata promossa dalla biblioteca G. DOMASCHI - spazio culturale anarchico; ore 16.30   IL FAVOLOSO VIAGGIO DEGLI AUANAGANASSA; giocolerie-clownerie-spettacolerie per bambini piccoli e cresciuti; ore 18.00   UN ALTRO CONTO E' POSSIBILE; incontro/dibattito su finanza etica, mutuo appoggio, autogestione con presentazione del libro sulla MAG-6. Partecipano: coop. MAG-6 (Reggio Emilia) e comune URUPIA (Francavilla Fontana - BR); ore 20.30  COUS COUS con LINDA; ore 22.00 ANTEO in concerto crossovernoiserock da Verona; ore 23.00 GIU' IL CAPPELLO in concerto combat folk da Milano; a seguire  DJ SET CON CLORO.
 
13 - 21/07/2002 -  Zevio (VR) - Mostra di pittura

 MOSTRA DI PITTURA SOTTERRANEI DEL CASTELLO DI ZEVIO, DAL 13 AL 21 LUGLIO. Espongono: BRIGIDA BISSOLO - Sono tavolette di piccolo formato ma di grande impatto visivo, le opere che Brigida Bissolo espone. Tavole eseguite a tempera, che si presentano con un velo di preziosa raffinatezza per la materia con cui l’autrice le ha realizzate. Il tema che Brigida affronta è quello legato alle carte da gioco, ispirato soprattutto alle figure quali: re, cavalli e fanti, rielaborate nella loro caratteristica visione speculare. E’ proprio nell’interpretazione di questa contrapposizione d’immagine che la pittrice trova terreno fertile per la sua originale ricerca artistica. ELENA MIGLIORISI - Da anni è attiva nel campo della pittura con numerose mostre personali e ha partecipato a numerose collettive nazionali dove ha ottenuto vari e importanti riconoscimenti. E’ stata presente con le sue opere presso “INTERNATIONAL ART EXPOSITION DI WASHINGTON”. In occasione dei Giochi Olimpici di Los Angeles è stata invitata alla mostra “Maestri Italiani del Disegno e della Grafica Contemporanea”. E’ creatrice di gioielli e minisculture, alcuni dei quali sono stati utilizzati come gioielli di scena.

10/07/2002 -  Soave (VR) - Cinema all'aperto: «Il favoloso mondo di Amelie»    

Legambiente di Soave organizza presso Parco Zanella (Soave - VR) la rassegna "Cinema all'aperto". Ingresso: 5 Euro. Inizio della proiezione, ore 21,15. Questa sera è in programma la pellicola «Il favoloso mondo di Amelie».

18/07/2002 -  Nogara (VR) - Hotel Rif & Emilio Franzina    

L'Assessorato alla Cultura del Comune di Nogara (Vr), col patrocinio della Provincia di Verona e della Regione Veneto presenta la rassegna MUSICA DELLE RADICI 2002. Oggi in programma: Giovedì 18 luglio 2002 - ore 21.30 HOTEL RIF & EMILIO FRANZINA in Veneto Trasformer, presso Parco di Villa Raimondi . Ingresso gratuito. Maggiori informazioni sugli Artisti, immagini, recensioni e logo della rassegna sono disponibili sul sito della Biblioteca, all'indirizzo http://digilander.iol.it/biblionogara . Se vuoi ricevere la cartolina della rassegna musicale, manda un'e-mail con l'indirizzo postale a biblionogara@libero.it indicando nell'oggetto "cartolina Musica delle Radici 2002". 

18/07/2002 -  Zevio (VR) - Big One in concerto    

GIOVEDI’ 18 LUGLIO – ORE 21.30 nel CORTILE DEL CASTELLO DI ZEVIO, BIG ONE in concerto, “PINK FLOYD TRIBUTE”, INGRESSO EURO 8,00. I Big One nascono nel 1990 per una forte volontà di un chitarrista navigato, Elio Verga, che ha saputo circondarsi da alcuni tra i più dinamici musicisti veronesi per creare una delle cover-band più richieste a livello nazionale per l’esecuzione della musica dei Pink Floyd. L’esperienza e le capacità tecniche del gruppo sono messe al servizio dell’esecuzione dei brani più famosi del leggendario gruppo inglese per il quale i Big One, avvalendosi della collaborazione di tecnici professionisti audio/video e della presenza di "Pianeta Rosa" (fans club dei Pink Floyd in Italia), hanno allestito numerosi “grandi tributi”, tra questi un’indimenticabile "tutto esaurito" al Teatro Romano di Verona il 7 settembre 2001 in cui erano convenuti un po’ da tutto il nord-Italia gli estimatori della musica pinkfloydiana. I Big One si sono esibiti nei locali più rappresentativi dell’Italia settentrionale partecipando con vivo successo a spettacoli all’aperto, trasmissioni televisive e concerti in teatri. Per i loro fans hanno registrato un CD prodotto dalla casa discografica "Azzurra music" in cui presentano varie situazioni "live" tratte dalle loro più recenti esibizioni. 

20/07/2002 -  Verona - Malafestival / 6    
 
MALAFESTIVAL dall'8 GIUGNO al 27 LUGLIO presso SPAZIO EMMAUS, strada MATTARANETTA 41, San MICHELE EXTRA (VR) - USCITA A4 VR EST. TUTTE LE SERE COUS COUS, BIRRA, VINO, SANGRIA, COCKTAILS e SPAGHETTATA NOTTURNA. Oggi: SABATO 20 LUGLIO; ore 20.30  COUS COUS con LINDA; ore 20.00  GIUSEPPE CULICCHIA (reading) sound track: Qaster; ore 21.00  3NOIR in concerto; ore 22.00  LIBRA in concerto in collaborazione con brain's cat; a seguire  DJ SET CON RAVA.
 
20/07/2002 -  Nogara (VR) - Orchestra Baobab
 
L'Assessorato alla Cultura del Comune di Nogara (Vr), col patrocinio della Provincia di Verona e della Regione Veneto presenta la rassegna MUSICA DELLE RADICI 2002. Oggi in programma: Sabato 20 luglio 2002 - ore 21.30 ORCHESTRA BAOBAB in Musica Etnica Senegalese presso Parco di Villa Raimondi. Ingresso gratuito. Maggiori informazioni sugli Artisti, immagini, recensioni e logo della rassegna sono disponibili sul sito della Biblioteca, all'indirizzo http://digilander.iol.it/biblionogara . Se vuoi ricevere la cartolina della rassegna musicale, manda un'e-mail con l'indirizzo postale a biblionogara@libero.it indicando nell'oggetto "cartolina Musica delle Radici 2002".
 
20/07/2002 -  Zevio (VR) - Skarface in concerto    
 
SKARFACE IN CONCERTO SABATO 20 LUGLIO – ORE 21.30 presso il CORTILE DEL CASTELLO DI ZEVIO - INGRESSO EURO 8,00. Gruppo francese che nasce nel 1991. Al ritmo di 1 cd all'anno la band è senza dubbio in prima linea nella scena ska internazionale. Più di 500 concerti li hanno portati da Bratislava a Praga, attraverso lunghe tournées in Germania, Spagna, Italia, Svizzera, USA, Canada e molti altri stati...trascurando per l'80% del tempo proprio il loro paese (Francia) per il quale si sono invece risvegliate le loro attuali aspirazioni. Sin dal loro inizio la scelta dell'indipendenza e della libertà è stata evidente. Nessuna etichetta discografica e nessun promoter li ha mai interessati, preferendo loro vivere nell'underground, lontano dai media e dalla loro stupidità. Il risultato: un rifiuto e un black out quasi totali attorno a una delle band più oneste e creative della Francia.  Nonostante gli SKARFACE abbiano sempre rifiutato ogni impegno o militanza politici, sono i valori umani, l'anti-razzismo, la partecipazione, il rispetto e la non violenza che essi difendono nelle loro canzoni. Se infatti alcuni testi sono effettivamente leggeri, non si può non considerare che ce ne sono altri che trattano problemi ben più seri. Per gli SKARFACE essere apolitici non significa essere sordi, come pensare di non dover dare lezioni o insegnamenti agli altri non vuol dire essere ciechi. Abbiamo bisogno anche di respirare e una band come gli SKARFACE è una boccata di aria fresca in questo mondo di ingiustizie e di pressioni sociali. Allora... Non prendete tutto troppo sul serio e soprattutto sappiate ridere di voi stessi. Nessuno è migliore degli altri, tutto è già stato fatto e coloro che vogliono fare i duri prima o poi cadranno. Tutti moriremo un giorno, quindi impariamo fin d'ora a non giudicare sempre male chi ci sta vicino e pensiamo anche a divertirci. Per tutti, senza ulteriori pensieri.
 
21/07/2002 -  Nogara (VR) - Nicola Piovani in concerto
 
L'Assessorato alla Cultura del Comune di Nogara (Vr), col patrocinio della Provincia di Verona e della Regione Veneto presenta la rassegna MUSICA DELLE RADICI 2002. Oggi in programma: Domenica 21 luglio 2002 - ore 21.30,  NICOLA PIOVANI in Concerto Fotogramma (premio Oscar per le musiche del film di Roberto Benigni "La vita è bella" ) presso Parco di Villa Raimondi. Ingresso 15 euro. Maggiori informazioni sugli Artisti, immagini, recensioni e logo della rassegna sono disponibili sul sito della Biblioteca, all'indirizzo http://digilander.iol.it/biblionogara . Se vuoi ricevere la cartolina della rassegna musicale, manda un'e-mail con l'indirizzo postale a biblionogara@libero.it indicando nell'oggetto "cartolina Musica delle Radici 2002".
 
22/07/2002 -  Nogara (VR) - Orchestra di Tangeri
 
L'Assessorato alla Cultura del Comune di Nogara (Vr), col patrocinio della Provincia di Verona e della Regione Veneto presenta la rassegna MUSICA DELLE RADICI 2002. Oggi in programma: Lunedì 22 luglio 2002 - ore 21.30 ORCHESTRA ARABO-ANDALUSA DI TANGERI presso Parco di Villa Raimondi. Ingresso gratuito. Maggiori informazioni sugli Artisti, immagini, recensioni e logo della rassegna sono disponibili sul sito della Biblioteca, all'indirizzo http://digilander.iol.it/biblionogara . Se vuoi ricevere la cartolina della rassegna musicale, manda un'e-mail con l'indirizzo postale a biblionogara@libero.it indicando nell'oggetto "cartolina Musica delle Radici 2002". 
 
23/07/2002 -  Nogara (VR) - Musica delle Radici 2002
 
L'Assessorato alla Cultura del Comune di Nogara (Vr), col patrocinio della Provincia di Verona e della Regione Veneto presenta la rassegna MUSICA DELLE RADICI 2002. Oggi in programma: Martedì 23 luglio 2002 - ore 21.30,  BARABAN in Canti di Terra, Suoni di Festa (Musica popolare del Nord Italia) presso il Piazzale del Municipio. Ingresso gratuito Maggiori informazioni sugli Artisti, immagini, recensioni e logo della rassegna sono disponibili sul sito della Biblioteca, all'indirizzo http://digilander.iol.it/biblionogara.
 
23/07/2002 -  Zevio (VR) - Maurizio Vandelli in concerto
 
MERCOLEDI 24 LUGLIO ORE 21,30, presso il CASTELLO DI ZEVIO, MAURIZIO VANDELLI in concerto. Leader carismatico e voce solista del più importante gruppo italiano degli anni ‘60/’70, l’EQUIPE 84, creò insieme ai suoi tre compagni Victor, Alfio e Franco, uno stile musicale inconfondibile, ancora oggi imitato e riportato nella storia della musica italiana come il più grande fenomeno di quei tempi. L’isterismo collettivo che accompagnava i concerti dell’Equipe ovunque si esibissero valse ai 4 il soprannome “I BEATLES ITALIANI”. 
 
27/07/2002 -  Verona - Malafestival / 7    
 
MALAFESTIVAL dall'8 GIUGNO al 27 LUGLIO presso SPAZIO EMMAUS, strada MATTARANETTA 41, San MICHELE EXTRA (VR) - USCITA A4 VR EST. TUTTE LE SERE COUS COUS, BIRRA, VINO, SANGRIA, COCKTAILS e SPAGHETTATA NOTTURNA. Oggi: SABATO 27 LUGLIO, ore 20.00  GIAMPIERO RIGOSI + GUIDO LEOTTA IN "PIANO DELTA" (reading); ore 21.00  URBANA in concerto ore 22.00  LEBOWSKI in concerto; a seguire  DJ SET.
 
24 - 29/08/2002 -  Viterbo - Convegno Cem 2002    
 
'Diversa-mente', una parola intesa nel suo duplice significato: di avverbio (Come educare in modo diverso?) e di aggettivo-e-sostantivo (Che cosa vuol dire educare una mente diversa?). Questo il tema del 'Convegno Cem 2002', promosso e organizzato dal movimento pedagogico fondato dai missionari saveriani.L'iniziativa si svolgerà a Viterbo dal 24 al 29 agosto. "Abbiamo bisogno di una nuova coscienza planetaria di solidarietà - scrive il professor Antonio Nanni, vice-direttore di Cem - che sappia legare gli uomini tra loro e con la natura terrestre. L’umanità non riesce a partorire l’umanità! Siamo ancora nell’età del ferro dell’era planetaria e nella preistoria della mente umana. Il pensiero politico è oggi allo sconforto. Le guerre si riaccendono, il mondo perde la visione globale e il senso dell’interesse generale. E’ urgente e necessario aprirsi ad una organizzazione nuova del mondo". Ispirandosi al pensiero di Gregory Bateson e di Edgar Morin, il 'Convegno Cem 2002' intende rinnovare le relazioni sociali, ripensare la natura dell'educazione per le nuove generazioni, per ri-orientare lo sviluppo dell'economia mondiale e assicurare una 'governance' del pianeta, dove nessuno è straniero. Il Convegno è aperto a tutti gli educatori, in primis agli insegnanti, ma anche ad assistenti sociali, educatori di strada, obiettori di coscienza e volontari. Per informazioni: http://www.saveriani.bs.it/cem/index_frame.htm
 
27-28-29/09/2002 -  Verona -  Rete Lilliput in Festa

FESTA DELLA RETE LILLIPUT di Verona: Il 27/28/ e 29 settembre si svolgerà l’annuale festa della Rete, "Verona capace di Futuro", presso Villa Buri.  

La Lettera 

di Ettore Masina
 
Don Luis Lintner, nonno dei pescatori

Al suo funerale alcuni levavano in alto cartelli che ricordavano la sua bontà, la la capacità di essere seminatore di speranza in una periferia squallida e violenta. In uno di quei cartelli don Luis Lintner, prete italiano, altoatesino, ammazzato in Brasile, veniva definito “nonno dei pescatori”. Quando l’ho letto nelle appassionate  cronache di Francesco Comina, subito ho pensato che un soprannome del genere sarebbe piaciuto a Jorge Amado, il grande cantore della gente di mare di Salvador e della Bahia: non solo naviganti e pescatori ma anche ragazzi di strada, anzi di spiaggia, quelli che lui chiamava “i capitani della notte”.  Di ragazzi così, ma della Salvador più miserabile, là dove il mare è soltanto uno dei tanti odori notturni e la sabbia serve per fare cemento, dove i turisti non si spingono mai, si occupava da anni don Luis. e adesso lo hanno ucciso. Le città e la regione della Bahia de Todos os Santos (che vuol dire: Baia di tutti i Santi), nonostante il piissimo nome, sono terra di atroci contraddizioni: panorami di sogno avvelenati dall’industria petrolifera, immense piantagioni e, ai loro confini, una vera e propria epidemia della fame; miseria e perciò delinquenza: quella spicciola e quella organizzata. Caparbio come soltanto i montanari sanno essere, don Luis vedeva chiaramente questi grovigli umani di disperazione, di smania di vendetta e di qualche successo, ma non si arrendeva al “realismo” della disperazione, continuava a scrivere ai suoi amici altoatesini lettere come questa: “Numerose isole di solidarietà e gesti di una vivente giustizia alimentano la pianticella della speranza. Fare, senza lamentarsi che gli altri non fanno; andare avanti senza mollare solo perché il cammino procede troppo lentamente; ridere di se stessi (e non solo) invece di prendersela con gli altri; costruire ponti, invece di scavare fossati; cercare amici, invece di filosofeggiare sulla solitudine; credere che un dio padre ci ama e che ama il suo/nostro mondo… Io me lo voglio prefiggere!”, Che prete scomodo, quel don Lintner. Nel 1992 a Salvador si era riunita la “cupola” latino-americana, un’assemblea dei governanti di tutto il continente. Allora la città era stata restaurata, quasi affannosamente: ritinte con gli originali delicati colori “pastello” i palazzetti del Pelourinho (il quartiere dell’infamia: accanto alle case dei signori il palo per appendere gli schiavi ribelli), restaurate le 365 chiese, e  persino cementificate, ad onore di tanto trambusto, le rive della ex-verdissima laguna detta “Lagoa do Abaetè”. Non so cosa dicesse allora don Lintner; ma sappiamo cosa scriveva e diceva di un nuovo carnevale storico-affaristico che va impazzando in questi mesi per le strade della più bella città dell’America Latina e cioé: le celebrazioni del 500.mo anniversario dell’arrivo dei portoghesi in Brasile e del 450mo anniversario dello sbarco nella Bahia, subito battezzata con il cristianissimo nome di cui s’è detto e trasformata in terminale di fiorenti traffici di schiavi. “Vengono riscaldate vecchie favole – aveva scritto qualche tempo fa don Luis ai suoi amici italiani - e mezze verità. Si rinvia la riflessione per apparire “più grandi”. Ma la realtà è ben altra. E di qui nasce la resistenza contro questa tronfia pomposità. “Gli altri 500 anni”: così si chiama un movimento popolare che vuole analizzare criticamente l’aggressione portoghese, senza tacere che la conquista è costata la vita a milioni di indios e nei decenni successivi la schiavitù a milioni di neri. E che il genocidio, sotto altre sembianze, va ancora allegramente avanti. Un esempio: proprio qui, dove le navi portoghesi presero terra, c’è una tribù di indios minacciata nella sua sopravvivenza. Il suo territorio viene continuamente aggredito, 500 uomini della polizia militare dovrebbero preoccuparsi di “mantenere l’ordine”; in realtà perseguitano gli indios più di quanto li aiutino, e rubano la loro manioca e i loro frutti”. La polizia militare è uno dei grandi problemi del Brasile: inquinata di ogni sorta di sporcizia morale, usa a una spietata violenza nei confronti dei poveri. C’è chi dice che don Luis sia stato ucciso da qualche suo agente, di quelli che compongono gli squadroni della morte al servizio del narcotraffico, perché il prete si batteva per strappare i giovani del ghetto a questa forma di schiavitù. E più che probabile: è certo che un prete così non poteva che scontrarsi con i poteri “ufficiali” e con i poteri occulti, così come in anni lontani (ma non troppo) altri sacerdoti italiani nella Bahia: dal fiorentino don Renzo Rossi, cappellano dei prigionieri politici all’epoca della spietata dittatura dei militari, al marchigiano don Paolo Tonucci, oppositore di un vergognoso neocolonialismo italiano truccato da cooperazione internazionale, dal gesuita bergamasco Claudio Perani, implacabile studioso dei fenomeni della violenza degli agrari al bolzanino don Ermanno Allegri, pubblicamente minacciato dai pistoleiros al servizio dei latifondisti. Al momento, come spesso in Brasile, e spessissimo nella Bahia, gli indagatori fanno volare stracci e  finiscono in carcere “marginali” senza nome né protezione; ma. in tutti i casi è certo che don Luis è stato ucciso perché “prete di frontiera”: come, in Italia, tanto per fare due nomi, don Puglisi e don Peppino Diana. Nasce dentro allora, fra tante altre, una domanda: perché gli stessi giornali che dedicano pagine e pagine alla drammatica vicenda dei preti pedofili, sono così avari nei confronti dei preti che si giocano la vita per difendere la causa dei piccoli? All’assassinio di don Lintner i mass-media italiani hanno dedicato poco più che una frettolosa notizia. Il pianto dei poveri, e il martirio degli operatori di giustizia paiono evidentemente assai meno interessanti dei samba carnevalizi. E non è problema che riguarda soltanto i giornali. La diocesi di Bolzano ha preso il lutto per l’assassinio di questo suo figlio donato al Brasile; ma nelle altre chiese italiane è stato fatto il suo nome? Quanto lievito evangelico lasciamo cadere nel fango dell’effimero, noi e i nostri pastori.

INFORMAZIONI E RIFLESSIONI (NAZIONALE) 


COMMERCIO ARMI: DELUSIONE DELLA CAMPAGNA IN DIFESA DELLA LEGGE 185 PER IL VOTO DI IERI, 26 GIUGNO, ALLA CAMERA 
 
La Campagna “Contro i mercanti di armi – difendiamo la 185” esprime tutta la propria delusione e disappunto per il voto favorevole con cui la Camera dei deputati ha ratificato ieri l’accordo quadro europeo sulla produzione e il commercio delle armi. La nuova normativa neutralizza di fatto le possibilità di controllo e cancella gli obblighi di trasparenza che erano previsti dalla legge 185/90. “Non sono bastate 62mila firme raccolte in poche settimane e l’indignazione della società civile italiana – sottolinea in un comunicato la Rete Lilliput - per opporsi alla modifica della legge 185. Ieri il Parlamento italiano ha ‘disarmato’ una delle leggi più avanzate del mondo sulle esportazioni di armi verso paesi terzi”. E’ molto esplicito anche il commento di Tonio Dell'Olio, portavoce della Campagna. “Le ragioni del business – afferma - hanno avuto il sopravvento su quelle dell'etica ma la pressione della Campagna sui parlamentari continuerà con forza. Seguiremo l'iter del ddl (disegno di legge, ndr) al Senato, allargheremo il network sul piano europeo e internazionale e renderemo ancora più stabile il collegamento tra realtà di base interessate a monitorare il commercio di armi italiane nel mondo.” Nei mesi scorsi militanti della Campagna e in particolare della Rete Lilliput hanno contattato decine di parlamentari, nel tentativo di convincerli a respingere il ddl 1927. Centinaia di incontri e dibattiti sono stati organizzati per mobilitare l’opinione pubblica e molti comuni hanno approvato mozioni a sostegno della legge 185/90. “Le posizioni della Campagna – osserva Michele Sciarabba, di Lilliput - sono riuscite ad arrivare in Parlamento grazie alla grande pressione esercitata in questi mesi. Un punto a favore della società civile che finalmente entra nelle aule della politica. Ci stiamo attrezzando per modificare il monitoraggio sul commercio di armi. Da oggi sarà più difficile, ma il nostro impegno sarà comunque forte”. E’ stata proprio la mobilitazione popolare a spingere l’opposizione di centrosinistra a rivedere in parte le proprie posizioni sulla materia, presentando una serie di emendamenti che sono stati poi purtroppo bocciati. Al momento del voto, fra l’altro, lo schieramento dell’Ulivo si è diviso, diluendo ulteriormente gli sforzi per la difesa della 185/90.
 
ARMI DEL BEL PAESE SULLE ROTTE DEI MARI DEL SUD 
 
Cresce l'export autorizzato dal governo italiano di armi. In piccola percentuale, l’1 per cento in più dell’anno precedente, ma cresce. E nel 2001 raggiunge un totale di 863 milioni di euro (1.671 miliardi di lire). Un dato che rappresenta il trend di questi ultimi anni. Nel triennio 1990-92, infatti, l’export medio era a quota 1.588 miliardi, contro gli oltre 3.000 miliardi degli anni ’80. Nei tre anni successivi, però, era già salito a 1.991 miliardi. Qualcosa in meno – 1.910 miliardi – tra il 1996 e il 1998, per poi tornare a 1.975 miliardi di lire (oltre 1 miliardo di euro) nel triennio 1999-2001. Sono questi i dati ufficiali documentati dalla Relazione al Parlamento sulla vendita di armi italiane che il presidente del Consiglio, in ottemperanza alla legge 185 del 1990, è tenuto ogni anno a presentare. Dalla Relazione apprendiamo che nell'anno 2001 il primo cliente dell’industria bellica italiana è stata la Svezia, che ha acquistato dall’Agusta (Finmeccanica) 20 elicotteri A109 per uso militare per un valore di 128 milioni di euro. L'unico dato "rassicurante" è forse questo. Nel 2001, infatti, le esportazioni italiane hanno confermato non solo di essere in crescita, sia pur di poco, ma di essere ormai stabilmente vendute a paesi del Sud del mondo che assorbono il 56 per cento delle nostre esportazioni (e nel 2000 avevano toccato il picco del 70 per cento!). Nel 2001 sono state esportate armi dall’Italia in Medio Oriente per 160 milioni di euro, il 18,5% del totale. L’Arabia Saudita è stato il secondo acquirente in assoluto dopo la Svezia con 119 milioni di euro di materiale. Rilevanti anche le esportazioni in Turchia (45,2 milioni), Egitto (20,5 milioni) e in Kuwait (12,3 milioni). Tra i clienti compaiono Israele con due autorizzazioni per 1,8 milioni e l’Algeria che compra per 1,2 milioni di euro. Ancora più preoccupanti delle nuove autorizzazioni sono le consegne di sistemi già autorizzati negli anni precedenti: per 32,7 milioni di euro negli Emirati Arabi Uniti, in cui sono comprese le mine marine Manta e Murena della Sei di Brescia, e per 13,6 milioni in Siria, dove prosegue il riammodernamento dei carri armati T72 con i nuovi sistemi di controllo del tiro delle Officine Galileo (Finmeccanica). Se l’Est europeo appare in calo come cliente, ben più consistente l’export in Asia e nessuna cautela – nonostante quello che afferma la stessa Relazione – verso le aree calde. Le forniture maggiori sono per la Malaysia (76,2 milioni) e per la Corea del Sud (13,7 milioni), ma non mancano l’India (10,1 milioni e 52,5 milioni di consegne) e il Pakistan (9,4 milioni e 19,2 milioni di consegne), nonostante il governo Islamabad fosse nella lista Usa degli “stati canaglia” per i suoi rapporti il regime dei talebani in Afghanistan. All’America latina è destinato un quinto delle armi italiane vendute nel 2001. Il Brasile è il terzo cliente in assoluto con 90 milioni di euro di acquisti, il Cile compra per 74 milioni di euro, il Venezuela per quasi 8 milioni. Insomma, nonostante la legge 185/'90 vieti espressamente la vendita di armi a paesi con conflitti in corso, che violano i diritti umani e a regimi dittatoriali, l'Italia continua a esportare armi a paesi poveri e in via di sviluppo, fortemente indebitati e in guerra. Nel frattempo la lobby delle armi si sta dando da fare in Parlamento per eliminare anche questi controlli. (Giorgio Beretta, Missione Oggi)
ARMI: BANCA DI ROMA AL COMANDO 
 
Il gruppo Banca di Roma è divenuto leader nel sostegno alle esportazioni italiane di armi. Al secondo posto si piazza la Banca Nazionale del Lavoro seguita nella classifica dal San Paolo-Imi (48,9 milioni di euro) e da istituti europei come l’iberico Banco Bilbao Vizcaya (46,7 milioni), primo azionista di Bnl, la britannica Barclays Bank (27,2 milioni), gli spagnoli del Banco Santander (19,7 milioni), secondo tra i soci del San Paolo-Imi. La sofferta assemblea di giovedì 16 maggio della Banca Popolare di Brescia-Cassa di Risparmio di Reggio Emilia (Bipop-Carire) ha approvato la confluenza nel gruppo Banca di Roma. Il nuovo gruppo bancario, che prende il nome di Capitalia, nasce però, proprio per le perdite 2001 di Bipop, con il bilancio in rosso per 358 milioni di euro. Unica consolazione: è divenuto il gruppo bancario leader nel sostegno alle esportazioni italiane di armi. Nel 2001 infatti – come ci informa la Relazione del ministro dell’economia allegata all’annuale documento del governo sull’applicazione della legge 185/90 – Bipop è stata la banca più impegnata nel settore, con operazioni per 118,4 milioni di euro, soprattutto grazie alla fornitura di 20 elicotteri A109 Agusta alla Svezia. La capogruppo BancaRoma figura anch’essa in buona posizione con 71,4 milioni e il Banco di Sicilia seguita ad appoggiare la commessa Agusta in Sudafrica che l’aveva portato in testa nel 2000. Complessivamente il gruppo controllato da Fondazione Cassa di Roma, Toro Assicurazioni (Fiat) e dagli olandesi di Abn Amro copre quasi un terzo di tutte le operazioni bancarie relative all’export italiano di armi dell’anno scorso: 191 milioni di euro su 611. Al secondo posto si piazza la Banca Nazionale del Lavoro con 104,6 milioni di euro di operatività. Il gruppo IntesaBci (Comit, Ambroveneto, Cariplo), la maggiore concentrazione bancaria italiana, è solo terzo con 78,3 milioni. Unicredito Italiano è ancora presente nella lista per 55,6 milioni di euro, nonostante la dichiarazione di disimpegno di un anno fa, a causa – spiegano al gruppo – degli “impegni assunti precedentemente» le cui linee di credito debbono andare «responsabilmente ad esaurimento”. Seguono nella classifica il San Paolo-Imi (48,9 milioni di euro) e istituti europei come l’iberico Banco Bilbao Vizcaya (46,7 milioni), primo azionista di Bnl, la britannica Barclays Bank (27,2 milioni), ancora gli spagnoli del Banco Santander (19,7 milioni), secondo tra i soci del San Paolo-Imi. Anche le banche, che seguono l’andamento delle commesse delle imprese italiane, operano ormai soprattutto con il Sud del mondo: oltre il 57% del valore delle operazioni. L’Africa da sola copre il 10% delle destinazioni. La stessa Bipop, oltre che l’export in Svezia, appoggia anche la fornitura di componenti avionici per altri elicotteri Agusta, gli AB412, in Arabia Saudita. BancaRoma sostiene, tra l’altro, la fornitura di un ponte radio militare alla Repubblica Dominicana e l’ammodernamento del sistema antiaereo del Kuwait. Bnl è impegnata soprattutto con cannoni, missili navali e accessori per Spagna, Malaysia, Pakistan. IntesaBci si fa notare nell’appoggio a esportazioni in Cina e in Cile. Per Credito Italiano, il vecchio marchio di Unicredito, continua a passare la fornitura OtoBreda (Finmeccanica) di 11 cannoni semoventi alla Nigeria. Tra le new entry in classifica c’è l’Antoniana Popolare Veneta, che appoggia l’export di impianti di telecomunicazioni belliche Alenia Marconi all’Algeria. Ma a causa di questo Antonveneta perderà almeno un cliente. Microfinanza srl, infatti, la società di promozione del microcredito che aveva un conto presso questa banca, ha deciso di trasferirlo altrove. “Non possiamo accettare di essere complici del riarmo dell’Algeria”, spiega Giampietro Pizzo che segue il lavoro di Microfinanza nel Maghreb, “proprio mentre stiamo lanciando insieme all’Associazione di immigrati Asaka un progetto di sostegno, anche con strumenti di microcredito, dell’artigianato tradizionale nella tormentata Cabilia”. (Francesco Terreri - Nigrizia)
 
UNA LEGGE SENZA SPERANZA
INTERVISTA AL VESCOVO DI CASERTA, RAFFAELE NOGARO, di Mimmo De Cillis

La definisce "una legge disumana, oppressiva, che calpesta i diritti più elementari dell'uomo". Se fosse approvata così com'è, "sarebbe un fatto indegno di un paese civile". Raffaele Nogaro, vescovo di Caserta, parla con tono sofferto, sembra perfino addolorato, ma con parole estremamente chiare contesta lo spirito e l'architettura globale del decreto legge Bossi-Fini. Il vescovo, noto per essere un alfiere dei diritti di poveri e diseredati, ha spesso lanciato appelli e denunce coraggiose, che gli hanno procurato parole di censura dentro e fuori dal mondo cattolico. Nel novembre scorso, quando cominciò la guerra in Afghanistan, dichiarò di non condividere l'intervento armato, non ritenendolo in linea con lo spirito cristiano, e attirò su di sé una pioggia di critiche. Oggi si batte anima e corpo per la tutela dei diritti degli immigrati, partecipando a manifestazioni pubbliche, marce di protesta, conferenze. Lui, a volte "voce fuori dal coro", oggi esprime una posizione comune a tutta la chiesa italiana.

DOMANDA: Monsignor Nogaro, come valuta il decreto legge Bossi-Fini sull'immigrazione?

E' difficile esprimersi in questo momento. La legge è in via di approvazione, magari ci saranno modifiche, non so quale sarà il prodotto finito. Ma ho sempre combattuto questa legge nel suo impianto complessivo. Già la legge Turco-Napolitano aveva una impostazione restrittiva, ma quella attuale è addirittura repressiva. Sono totalmente deluso: non mi aspettavo che si potesse arrivare a questo grado di severità. Ho fatto tutti i passi necessari per gridare che questa è una legge-capestro, oppressiva e brutale, che priva l'uomo dei suoi diritti basilari. E' inconcepibile che questo accada in Italia: non posso credere che un governo, in un paese civile e umano, possa giungere a un tale grado di disprezzo dell'umanità, trattando un uomo con tanta brutalità e cieca violenza, privandolo della sua dignità. L'uomo è la sede di tutti i diritti: invece l'immigrato è considerato un uomo di serie B e ridotto alla stregua di merce.

D: Quali punti contesta con maggiore forza?

Tutta la legge è disumana e calpesta i diritti essenziali degli immigrati. Da un lato rende i lavoratori regolari instabili, riducendo la loro possibilità di integrazione. Agli "irregolari" riserva poi l'espulsione senza appello o possibilità di ricorso. Nessuno può esser trattato in modo così tremendo: in un paese democratico ogni uomo deve avere la possibilità di spiegare le sue ragioni. Al clandestino si dà una reclusione immediata, senza il riconoscimento di diritti o di tutela legale. La "clandestinità" diviene reato in sé, e compiono un reato anche quei soggetti che appoggiano i clandestini, come tantissime associazioni di volontariato, cattoliche e non, che assistono gli immigrati.

D: Come commenta la parte del testo che regola i ricongiungimenti famigliari e l'asilo politico?

Su questi temi il dettato di legge è sconcertante: permettere che una famiglia si ricongiunga diventa davvero impossibile, perché l'immigrato dovrebbe disporre di una riserva di capitale molto elevata. Ma vivere unito alla propria famiglia è un diritto indispensabile dell'uomo! L'Italia, inoltre, diventerebbe un paese che nega il diritto di asilo politico, proprio di ogni stato democratico, permesso in tutta Europa. In tal modo si distrugge ogni speranza per immigrati che fuggono da regimi dittatoriali, dove si reprimono i diritti umani.

D: Cosa pensa della modifica che ha introdotto l'obbligo da parte dell'immigrato di lasciare le impronte digitali?

E' una modifica veramente indegna. Nessun uomo può essere "catalogato", nessuno può vivere sotto una spada di Damocle, senza poter esercitare il pensiero e l'azione in modo libero. E' davvero inconcepibile che si possa colpire in modo così crudele l'identità stessa di un essere umano

D: Pensa che le sue forti perplessità siano condivise da tutta la Chiesa italiana?

Credo che la Chiesa italiana, in larghi segmenti, condivida questa posizione di critica sostanziale alla legge. Da più parti si sono avute proteste forti e chiare. Oggi abbiamo anche il pieno conforto della chiesa istituzionale: la conferenza episcopale italiana ha inviato una richiesta al governo chiedendo una modifica solida e radicale. Il governo ha risposto che farà il possibile per ascoltare le obiezioni poste da parti della chiesa come Caritas e Migrantes, che lavorano con gli immigrati. Ma, come uomo di vangelo, dico che le modifiche non servono: questa legge dev'essere semplicemente cestinata.

D: Cosa chiede al parlamento italiano che nei prossimi giorni discuterà di questa legge e la voterà?

Al parlamento chiedo che questo testo non venga approvato, e che sia rielaborato nella sua globalità, secondo un filosofia del tutto diversa. Chiedo anche al centro-sinistra di formulare pronunciamenti perentori, che ribadiscano la necessità di tutelare i diritti degli immigrati, in quanto prima di tutto "persone"", titolari di diritti inalienabili. In questo momento tutti i cittadini con un barlume di coscienza civile, cattolici e non, devono sollevarsi. Se questa legge venisse approvata, significa che il nostro paese non ha capito nulla del valore della vita e dell'umanità. Un fatto davvero allucinante. Prego e spero che questo non accada.
 
 
IL DISASTRO CHE VUOLE CASTELLI
di Libero Mancuso - L'Unità 20.06.2002
 
Oggi 20 giugno 2002 i magistrati italiani scioperano. Nonostante le intimidazioni di cui sono stati oggetto fino all’ultimo da parte del primo ministro e del ministro della Giustizia, scioperano. Nonostante i pressanti inviti del presidente della Repubblica, scioperano.
Un malessere profondo giustifica pienamente questa azione dopo che una cascata di fango è stata riversata su di loro dai nuovi (ma non troppo) governanti. L’irresponsabilità di questi gesti è evidente poiché tradisce una scadente cultura istituzionale: una cultura che sta conducendo al tramonto dello Stato di diritto, ma anche dei fondamentali principi di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e di indipendenza della magistratura.
Il tutto attraverso l’approvazione di norme come il progetto di riforma dell’ordinamento giudiziario, ultimo scampolo di una pericolosa pratica legislativa che si caratterizza per la sua estraneità ad ogni principio di generalità ed astrattezza e ad ogni elementare sentimento di giustizia. Senza che interessi ad alcuno porre mano al risanamento del processo civile e penale, a restituire ad essi tempi ragionevoli nell’interesse di tutti i cittadini, come impone una recente norma costituzionale.
Sono molti mesi che la Magistratura esprime il proprio disagio, al punto che è stato colto l’allarme anche presso  le Nazioni Unite, che hanno inviato in Italia un avvocato malese, dal nome ingombrante di Dato’ Param Cumara Swamy, ispettore speciale per le questioni di diritto presso la Commissione dei Diritti Umani, perché chiarisse le ragioni dei rapporti, burrascosi, tra politica e giustizia in Italia. Ed ha soggiornato nel nostro Paese tra l’11 ed il 14 marzo scorso, incontrando i protagonisti del contenzioso. L’iniziativa, sconcertante per qualsiasi paese europeo, ha tratto spunto dalle notizie, riportate con evidenza dalla stampa internazionale, di una diffusa protesta dei giudici italiani rivolta ad esponenti di rilievo della maggioranza di Governo, alcuni dei quali, a partire dal suo Presidente, oggetto di molteplici iniziative giudiziarie riguardanti reati imbarazzanti per chi riveste una tale  carica pubblica, come la corruzione di Giudici e di appartenenti alla Guardia di Finanza, che avrebbero favorito, dietro pagamenti miliardari avvenuti all’estero, loschi affari ed alleggerito il peso fiscale di società di proprietà presidenziale.
Tutto ciò non a Panama, o in Argentina o in altri Paesi del globo avvezzi a tali prassi, ma in Italia, già culla del diritto ed oggi luogo dove si pratica il libero insulto alla Magistratura ed allo Stato di diritto, fondato, come è noto, sul principio di sottomissione di tutti i cittadini, e tra di essi i governanti, alla legge. Un terreno melmoso dal quale trae origine lo scontro tra chi si trova a governare oggi in Italia e chi tenta di amministrare equamente, come è suo dovere, la Giustizia.
Nessuna sorpresa, allora, dell’arrivo dell’avvocato malese, attirato dalle «notizie di una protesta nazionale dei magistrati… svoltasi all’inaugurazione dell’anno giudiziario per esprimere le loro lagnanze sui tentativi del Governo di limitare la loro indipendenza».
L’inchiesta si è soffermata sul «punto dolente costituito dalla procedura ingombrante e dai processi di appello, sia in penale che in civile» e sul «tempo medio per chiudere un processo penale, intorno ai 9 anni e di un processo civile, di 10 anni». Si tratta di tempi «incompatibili con la Convenzione europea dei diritti umani». Allarmano l’Ispettore speciale anche le parole del Vice Presidente del CSM che è arrivato a definire la procedura penale come «un perverso gioco di serpenti e scale», che noi traduciamo in un altrettanto non esaltante «perverso gioco dell’oca», purtroppo immagine calzante della procedura predisposta a tutto fuor che all’accertamento delle responsabilità penali, beninteso quando imputati sono personaggi influenti.
L’Ispettore speciale si addentra quindi, non senza malizia, nell’esame dei tre casi pendenti innanzi l’autorità giudiziaria milanese, «relativi ad accuse di corruzione e falso in bilancio di preminenti politici. Uno è il Primo Ministro, l’altro è un preminente membro del Parlamento, mr. Previti… un caso è pendente davanti alla Corte di cassazione in relazione alla richiesta di trasferimento dalle Corti di Milano… È possibile che la prescrizione si verificherebbe… nel caso i processi fossero trasferiti da Milano verso altra destinazione… prima del completamento dei processi. La maniera con la quale le eccezioni procedurali sono usate per ritardare i processi è materia di preoccupazione, incluso il percepito uso dei processi legislativi per modificare la legislazione che allora è usata nella conduzione dei processi. Un pezzo di questa legislazione è quella sulle richieste di rogatoria che ratificano un accordo bilaterale con la Svizzera con effetto retroattivo».
Avverte l’Ispettore, che mostra ancora una volta di avere colto perfettamente abusi e stravolgimenti del rapporto processuale nei casi di «alto profilo», che «gli avvocati difensori di queste personalità sono anche membri del Parlamento e perciò hanno influenza nel Parlamento per favorire i processi dei loro clienti in Parlamento. Ciò determina una situazione di conflitto d’interessi», che i tanti ciarlatani del garantismo, a differenza dell’avvocato malese, tardano a scorgere. L’Ispettore si addentra quindi nel caso di «alto profilo» che ha visto l’avvocato Previti rifugiarsi dietro una miriade di lavori parlamentari, del genere più svariato e fantasioso, per sottrarsi al processo in corso a Milano dove è imputato, con il Primo Ministro, nella corruzione di Giudici.
Vale la pena premettere che, nel corso della precedente legislatura, la maggioranza di Centro-Sinistra aveva deciso di non concedere l’arresto dell’on. Previti, anche perché le prove raccolte avrebbero consentito una rapida definizione di quel processo. Mai previsione si rivelò tanto errata: si ebbero infatti i molteplici rinvii davanti al Giudice delle indagini preliminari prima, ed ai Giudici del dibattimento poi, e si venne a creare una situazione di stallo che l’ispettore descrive così: «Il sig. Previti aveva ripetutamente richiesto il rinvio delle udienze in ragione dei suoi impegni parlamentari. I giudici avevano acconsentito…i magistrati temevano che i ripetuti rinvii potevano implicare un ritardo eccessivo e decidevano che era necessario il processo, a prevalenza degli impegni parlamentari». A quel punto, l’allora Presidente della Camera, on. Luciano Violante, nonostante il caso apparisse risolvibile con i normali criteri delle leggi e del buon senso, richiese l’intervento della Corte costituzionale perché dirimesse il caso. Poiché il Tribunale di Milano, nel rispetto della decisione della Corte, non concesse rinvii e non accolse «una richiesta del sig. Previti di annullare l’intero processo e ricominciare di nuovo», intervenne una risoluzione del Senato che arrivò a censurare pesantemente le decisioni del Collegio giudicante. Vi fu anche la richiesta di «ammanettare» quei Giudici da parte, niente di meno, che di un sottosegretario di Stato.
Orbene sono stupefacenti il rigore tecnico-giuridico e la ragionevolezza con la quale l’Ispettore speciale, richiamando principi di diritto vigenti in Europa, dirime quel contrasto: «Con riguardo all’importanza contrapposta tra i processi giudiziali e i lavori parlamentari che era la questione principale della risoluzione del Senato 4 dicembre 2001, ciò che può essere stato trascurato è il fatto che l’assenza di un singolo membro del Parlamento durante la sessione di lavoro non impedisce o ritarda l’andamento parlamentare. Invece, senza la presenza dell’accusato in Corte a rispondere alle accuse nei suoi confronti, il giudizio non può procedere e la sua assenza quindi bloccherà  e ritarderà il procedere del giudizio. Questa è la differenza. Seguendo questo ragionamento, il processo giudiziale deve necessariamente avere la precedenza nelle circostanze date. Inoltre l’art. 14 della Convenzione internazionale dei Diritti Civili e Politici e la corrispondente disposizione dell’art. 6 della Convenzione europea dei Diritti Umani prevede che i processi penali dovrebbero essere celebrati senza alcun non dovuto ritardo. È compito del tribunale decidere se questi casi sono celebrati e giudicati senza ritardo».
A questo punto l’Ispettore si appella ai principi generali della Costituzione ed al sentimento democratico del nostro Paese e, assumendo le vesti di un girotondista da Palavobis, osserva: «L’indipendenza dei giudici e l'indipendenza dei procuratori è non solo ben incorporato nella Costituzione, ma anche nella cultura e tradizione italiana. Nessun Governo, comunque potente, può togliere questo fondamentale principio della società italiana». Nelle conclusioni, parole sferzanti: «... l’Ispettore speciale è convinto che vi siano ragionevoli timori per giudici e procuratori di sentirsi colpiti nella loro indipendenza. Tuttavia gli attacchi del Governo sono diretti a certi giudici e procuratori; ma deve essere ricordato che la contestazione a pochi sarà percepita come una contestazione all’intero corpo giudiziario, oltre che un attacco al ruolo della legge». Dunque solo l’ardire di uno scalatore di ferrate poteva far dire al ministro della Giustizia che anche l’Ispettore O.N.U. «ha dovuto ammettere che i Giudici in Italia non sono in pericolo» (la Repubblica, 30 maggio 2002). 
Sono dunque bastati pochi giorni all’Ispettore della Commissione dei diritti umani dell’O.N.U. per rendersi conto della gravità della situazione italiana. Una situazione che dunque legittima pienamente questa difficile e contrastata protesta e che vedrà per la seconda volta la Magistratura partecipare compatta ad uno sciopero nazionale contro le iniziative legislative in tema di ordinamento giudiziario ed in difesa della legalità repubblicana e degli equilibri democratici, in una situazione di degrado della politica di governo in tema di giustizia  che viola, anche questo è oramai chiaro, anche i fondamentali Diritti Umani, sanciti nella Carta delle Nazioni Unite.
 
INFORMAZIONI E RIFLESSIONI (INTERNAZIONALE) 

 
"LIBERTA' DURATURA": Guerra preventiva, una reazione a catena
di MANLIO DINUCCI

Il ritiro della Russia dal Trattato Start II, subito dopo il ritiro statunitense dal Trattato Abm del il 13 giugno, è stato accolto dall'amministrazione Bush come un fatto scontato. Lo Start II - dicono a Washington - era ormai un trattato fantasma: firmato nel 1993 da Clinton e Eltsin e ratificato dalla duma russa, non era mai entrato in vigore per l'opposizione del congresso statunitense. Per di più questo trattato, che stabiliva la riduzione delle testate nucleari strategiche operative (pronte al lancio, con gittata superiore ai 5.500 km) a non più di 3.500 per parte, è stato reso inutile dal recente Trattato di Mosca (24 maggio) che stabilisce di ridurre le stesse testate, entro il 2012, a non più di 2.200 per parte. Nessun problema, quindi, se la Russia si ritira dallo Start II. Dimenticano però a Washington un particolare non trascurabile: lo Start II stabiliva l'eliminazione dei missili con base a terra a testata multipla (che rilascia più testate, ciascuna delle quali, al rientro nell'atmosfera, si dirige in modo indipendente sul proprio obiettivo). Quindi la Russia è ora libera di installare testate multiple sui propri missili balistici intercontinentali con base a terra, che costituiscono l'ossatura delle sue forze nucleari strategiche (su di essi è installato il 66% delle testate strategiche russe, mentre gli Usa hanno il 70% delle loro testate installate su sottomarini e bombardieri). Il ritiro russo dallo Start II - commenta Daryl Kimball, direttore della Arms Control Association di Washington - «non può dunque essere preso alla leggera: la Russia è ora libera di installare testate multiple sui suoi nuovi missili Topol-M» (The New York Times, 14 giugno). Il Topol-M, nelle due versioni SS-25 e SS-27, è ritenuto superiore al Minuteman 2 e 3 statunitense: è un enorme missile (lungo 23 m e con diametro di 2) che nei test, iniziati nel 1994, non ha mai fallito. Può portare un carico bellico di oltre una tonnellata a oltre 10mila km di distanza. Attualmente armato di testata singola, può raggiungere nel giro di mezzora una città come Washington e farla sparire dalla faccia della terra (così come un Minuteman statunitense può distruggere, nello stesso tempo, una città come Mosca). Per carenza di fondi, il suo schieramento procede a rilento rispetto alla tabella di marcia, che prevede di rendere operativi 250-300 Topol -M entro il 2003. Ma proprio per questo la Russia, fallito lo Start II, può decidere ora di armare ciascun missile di 3-4 testate. Come gli Stati uniti, essa possiede testate «manovrabili» (una è stata sperimentata nel 1998) in grado di sfuggire ai missili intercettori. Nessuno «scudo» antimissile, ammesso che gli Usa siano in grado di realizzarlo, sarebbe in grado di fermare i Topol-M. La «soluzione» sarebbe quella del first strike nucleare, ossia dell'«attacco preventivo» a cui gli Usa si stanno preparando. Le cose non sono però tanto semplici: mentre una metà dei Topol-M viene installata nei silos ed è quindi più vulnerabile a un first strike, l'altra metà è installata a bordo di speciali veicoli tenuti sempre in movimento e pronti al lancio, e quindi non eliminabili con un attacco di sorpresa. Nello stesso modo si stanno attrezzando la Cina e altri paesi che, anche se non possiedono ancora un equivalente del Topol-M, possono realizzarlo nel giro di pochi anni. E a sua volta il Giappone, allarmato dal riarmo nucleare della Cina, comincia ora a pensare di costruirsi un proprio arsenale di 3-4mila testate nucleari (The New York Times, 8 giugno). La strategia Usa dell'«attacco preventivo» ha messo in moto una reazione a catena che può portare all'estinzione della specie umana. Quando ci sarà una reazione di massa per impedire che ciò avvenga?
 
L'Italia sul supercaccia Usa
 
1 miliardo di dollari a fondo perduto per partecipare al progetto Jsf, realizzato solo dal Pentagono con la Lokheed Martin ma presentato come «collaborazione paritetica»

di MANLIO DINUCCI
L'Italia sta per entrare, a tutti gli effetti, nel programma di sviluppo del caccia Joint Strike Fighter. La Commissione difesa del senato ha approvato, in maggio, la proposta del governo di finanziare il «Programma pluriennale di ricerca e sviluppo dello Stato maggiore dell'aeronautica n. 2/2002 relativo allo sviluppo del velivolo Joint Strike Fighter (n. 99)». Si tratterebbe, secondo la relazione presentata dal senatore Minardo della maggioranza, di un «programma che vede coinvolti numerosi paesi quali gli Stati uniti, la Gran Bretagna, il Canada e in cui è prevista a breve la partecipazione dell'Olanda, della Turchia e della Danimarca». Viene presentato, in altre parole, come un programma di collaborazione paritetica nel campo della ricerca e sviluppo del settore difesa. Non è così: quello del caccia Joint Strike Fighter è un programma interamente statunitense, che il Pentagono realizza attraverso la Lockheed Martin, al quale le industrie aeronautiche di altri paesi sono ammesse solo come subcontrattiste. L'Italia vi parteciperà con un gruppo di 29 aziende, capeggiato da Alenia Aeronautica e Fiat Avio. Ma, per avere tale privilegio, dovrà addossarsi una parte dei costi del programma, versando un miliardo di dollari a fondo perduto. Questi soldi non usciranno dalle casse delle aziende partecipanti, ma dalle nostre tasche: saremo noi contribuenti a finanziare, col denaro pubblico, il caccia statunitense. Ben poca cosa in confronto a quanto dovremo spendere quando il caccia sarà ultimato. Dato che i paesi partecipanti alla sua realizzazione (tra cui Israele e Turchia) saranno i primi a dotarsene, l'Italia ne acquisterà un congruo numero: si parla di circa 150 velivoli. Il loro prezzo, ha assicurato il sen. Minardo, sarà veramente conveniente. Da un primo calcolo, dovremo pagare appena 20-30 miliardi di euro, corrispondenti a 40.000-60.000 miliardi di vecchie lire. Ma la partecipazione italiana al programma del Joint Strike Fighter implica anche altre questioni. Il nuovo caccia statunitense è concorrenziale rispetto all'Eurofighter Typhoon, il caccia europeo che l'Italia sta costruendo (tramite l'Alenia) insieme a Gran Bretagna, Germania e Spagna, e di cui acquisterà 120 unità con una spesa complessiva minima (sempre con i nostri soldi) di circa 8 miliardi di euro (16.000 miliardi di lire). Secondo il presidente dell'Aiad (Associazione industrie per l'aerospazio), non c'è conflitto tra i due caccia in quanto «rispondono a ruoli diversi e sono assolutamente complementari». In realtà, essendo ambedue i caccia multi-ruolo, le loro funzioni fondamentali si sovrappongono. L'Eurofighter è destinato al combattimento aria-aria, ossia all'intercettazione e distruzione di aerei in volo, ma è allo stesso tempo in grado di svolgere missioni aria-terra e aria-mare per colpire obiettivi terrestri e navali. Ha caratteristiche stealth per sfuggire ai radar e sopprimere le difese antiaeree. Il Joint Strike Fighter, anch'esso stealth, sarà prodotto in tre versioni: la prima, per l'aeronautica, destinata a combattimenti aria-aria e ad attacchi aria-terra e aria-mare; la seconda, per il corpo dei marines, che a tali capacità unirà quella di un decollo corto o verticale; la terza, per la marina, con caratteristiche simili ma più adatte alle portaerei. Nella battaglia tra i due caccia sul mercato, il Joint Strike Fighter ha per ora la meglio: l'aeronautica, la marina e i marines statunitensi, più l'aeronautica e la marina britanniche, ne acquisteranno circa 3.000 (di cui 2.000 solo l'aeronautica Usa), cui si aggiungeranno quelli che saranno acquistati dai paesi che collaborano al programma e da altri acquirenti. Per ciò che riguarda l'Eurofighter, invece, i 4 paesi costruttori si sono finora impegnati ad acquistarne «solo» 620. A premere perché l'Italia e l'Europa si imbarchino sul Joint Strike Fighter è il generale Mario Arpino, capo di stato maggiore della difesa. Su Air Press (27 maggio 2002) egli sostiene che occorre «trarre il massimo vantaggio di know-how da una partecipazione qualificata e qualificante al Joint Strike Fighter», concentrandoci su «ciò che sappiamo fare bene da soli a livello europeo, come elicotteri e velivoli da addestramento»: per questo, «non è il caso di caldeggiare una tranche 3 dell'Eurofighter nel ruolo di attacco, in quanto non potrà mai rispondere sotto alcun profilo alle esigenze dell'Aeronautica negli scenari del secondo quarto di secolo», né tantomeno «farsi abbagliare da allettanti contromosse al Joint Strike Fighter, come l'ultima, proveniente da un noto pulpito d'oltralpe, di unire le forze per addentrarsi nell'avventura di un velivolo di nuova generazione esclusivamente europeo». Di parere opposto sono i Democratici di sinistra che, in un convegno svoltosi il 6 maggio a Roma e in un comunicato diffuso il 20 maggio dall'Unione DS Alenia Aeronautica Torino, sostengono che «la scelta del Joint Strike Fighter metterà in crisi l'evoluzione delle strategie europee nel campo della difesa», in quanto «lo sviluppo del Joint Strike Fighter verrà effettuato esclusivamente in Usa» e «le risorse necessarie per l'acquisizione nei prossimi anni della flotta di Joint Strike Fighter saranno sottratte alle ulteriori tranche dell'Eurofighter». Per di più, «dotare la nostra Aeronautica di uno strumento come il Joint Strike Fighter, ammesso che gli Usa ne permettano una effettiva autonomia di impiego, significa che l'Italia ha deciso di entrare nei prossimi anni nel ristrettissimo numero di nazioni che si assumono il diritto di intervento immediato nelle aree di crisi del mondo con una fortissima capacità distruttiva». Per questo, concludono, «riteniamo che l'eventuale firma del Mou (memorandum d'intesa) - ovvero il parziale finanziamento agli Usa delle ricerca tecnologica e dello sviluppo del velivolo - rappresenta un ulteriore passo decisivo per mettere in crisi il Progetto del sistema europeo di approvvigionamento per la difesa». Ormai, però, il pericolo non consiste nella «eventuale firma del memorandum d'intesa». Come documenta il sito ufficiale del Joint Strike Fighter, «l'Italia ha firmato un Moa (memorandum d'accordo) per partecipare al programma del Joint Strike Fighter, il 23 dicembre 1998», ossia durante il governo D'Alema. L'Italia, come dimostrò la successiva partecipazione alla guerra contro la Jugoslavia, aveva dunque già deciso di «entrare nel ristrettissimo numero di nazioni che si assumono il diritto di intervento immediato nelle aree di crisi del mondo con una fortissima capacità distruttiva».
 
DO THE RIGHT THING
di FLAVIO BALDES
 
La Destra europea è una destra antica. Viene da lontano. Oggi avanza in Europa. Ma avanza con nostro sollievo. Rassicura le nostre paure. Chirac infatti non vince, difende semplicemente l'Europa da Le Pen. Bush non invade il terzo mondo, ci difende dal terrorismo. Così la Destra avanza soprattutto dentro di noi.
Leggero passo indietro. Rewind. Sessanta anni fa.
Sessanta anni fa. La Destra è al potere in Europa. Praticamente in tutta Europa. In una parte del continente è la destra fascista e viene accettata, desiderata, invocata proprio perché fascista. In un'altra parte d'Europa essa è conservatrice e viene accettata e invocata per quello che è: una destra democratica. Poi la Destra Fascista invade la Polonia e la Destra Democratica diventa paladina della libertà. Perché, dicono, la Destra Democratica è la più fiera avversaria della Destra Fascista. Molto più della Sinistra (e non c'è bisogno di rispolverare il patto Hitler-Stalin). D'altra parte ognuno tiene a bada i suoi cani.
La Destra europea è una destra antica. Esperta. Ha imparato comportamenti etologici spettacolarmente adatti all'habitat. Non appena la situazione storica glielo consente, al primo cedimento della sinistra -sua naturale antagonista-  essa si scinde in due e comincia a far tutto da sola. Si divide in una Destra Cattiva ed una Destra Buona, e - ops, magia! - non c'è più bisogno della Sinistra. E' come col trucco del poliziotto buono e di quello cattivo. Sai, io ti sono amico, ho dei figli a casa, dilla a me la verità, vedrò di aiutarti, non me lo perdonerei mai se quel bastardo fascista del mio collega dovesse chiuderti nel cesso e farti passare il quarto d'ora dell'agnello.
A volte la Destra Cattiva prende la mano e scandalizza la Destra Buona, ma la Destra Buona è più forte, ha i suoi De Gaulle, i suoi Churchill, è progressiva e viene da lontano.
La Destra Cattiva può attirare quei cuori rivoluzionari potenzialmente sinistrorsi. D'altronde è da sinistra che spesso vengono i suoi leaders. La Destra Buona si impadronisce della parole forti della sinistra, le risciacqua e se le porta in casa. Dice ad esempio che nella lotta al crimine occorre prevenire. A sinistra prevenire significa fare un'operazione prevalentemente sociale. A destra significa espellere i clandestini prima che gli venga in mente di diventare criminali. In Israele significa sparare ad un tizio da un elicottero perché forse un giorno si farà esplodere su un autobus per vendicare suo fratello che fu ucciso da un elicottero perché un giorno avrebbe potuto farsi esplodere su un autobus per. (magari mi fermo qui.). Fatto sta che adesso a sinistra, cosa significa davvero "prevenzione" ce lo siamo dimenticati. E' per questo che Le Pen e Berlusconi possono dire, all'unisono, di essere un po' di sinistra, un po' di centro, un po' di destra. Fanno tutto da soli. Sono una destra antica e non hanno bisogno di nessuno per tenere la scena.
Quando è che riesce il trucchetto? E' come con i poliziotti. Quando la vittima è stretta alle corde, quando è abbastanza spaventata, quando fuori c'è trambusto e tensione, quando il momento è difficile.
Quando, ad esempio, si vive in un mondo in cui in venti anni sono cambiate le regole tecnologiche, le regole sociali, le regole democratiche, le regole genetiche che ci tengono insieme. Quando si è passati da un mondo in cui medici e scienziati rifiutavano di brevettare un vaccino contro la polio ad un mondo in cui si brevettano pomodori che non sono in grado di riprodursi. Quando il controllo del nostro ozono, del nostro codice genetico, dei nostri giornali, delle nostre menti non solo non è più nostro, ma non abbiamo neanche una lontana idea di chi possa averlo.
Pensateci un attimo. I poteri che sono difesi dalla nostra antica destra hanno creato un mondo poco sicuro e poco decente. Hanno accresciuto le nostre (fondate) paure. E il fatto stesso di essere riusciti a farlo li ha rafforzati come non mai. Ha permesso loro di mascherarsi da buoni e cattivi per venire a proporci da che parte stare.
A volte penso che siano dei maestri. Poi ne guardo in faccia qualcuno. Non dico un Gasparri o un Bush, ma anche un Fini o un Kissinger. Diciamocelo, non sono certo dei draghi. Non sono dei maestri. E' solo una questione di adattamento naturale. Sono una destra antica. Ricordiamocelo. Vengono da lontano. Sono quelli che riuscirono a farsi fare un monumento a Trafalgar come difensori della libertà. Vengono da molto lontano.
La soluzione non ce l'ho. Datemi tempo per pensarci, ho messo su una task force con Paperinik, vedrete che prima o poi un'idea per salvare il mondo ci verrà in mente. Per ora mi sono fatto una convinzione. E' un problema naturale. E' colpa del secondo principio della termodinamica, quella storia dell'entropia dell'universo che aumenta sempre e in fin dei conti fa sì che noi si dissipi continuamente energia. Vuol dire che per procurarci da mangiare ci tocca tirar fuori più energia di quella che ne ricaviamo. L'universo insomma ci frega sempre col cambio. E così alla fine, tutti, ma proprio tutti, inconsciamente sogniamo di poter trovare un metodo per avere cibo ad un cambio almeno paritario. E l'unico modo per farlo è rubarlo a qualcun altro. Vedete, se non ci fosse il secondo principio della termodinamica, non ci sarebbe bisogno di sopraffare l'altro. Potremmo avere cibo ad un cambio magari addirittura vantaggioso. Tutti. Ad un livello di concause più complesso, è colpa del secondo principio se Gasparri fa il ministro delle telecomunicazioni. Cambiate la fisica e vi cambierò ministro.
 
DOSSIER 
 
Anticipazione
DOSSIER STATISTICO IMMIGRAZIONE 2001
 
Le anticipazioni del nuovo “Dossier Statistico Immigrazione” redatto dalla Caritas nazionale escono quasi in concomitanza con la definitiva approvazione delle nuove norme sull’immigrazione, mentre negli altri anni si collocavano tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo: il ritardo è dovuto, tra l’altro,  al lungo e complesso  riordino del Centro Elaborazioni Dati del Ministero dell’interno. Questo Dossier presenta gli aspetti più importanti della nuova situazione rilevata al 31 dicembre 2001 e ne illustra il significato, imperniato sulla constatazione che l’immigrazione già sia e diventerà sempre più un fenomeno  strutturale nel nostro paese.

I NUOVI INGRESSI NEL 2001 - I visti d’ingresso, che nel 2000 superarono il milione di unità, sono scesi a 947.322 nel 2001. I motivi più ricorrenti sono i visti per transito (80.095), per affari (137.667) e per turismo (434.468): queste ultime tipologie, come spesso hanno riferito i mass-media, hanno dato talvolta luogo ad abusi per quanto riguarda la loro concessione. I visti d’ingresso per motivi di lavoro e per immigrazione di una certa stabilità sono stati 125.035 nel 1999, 182.541 nel 2000 e 207.969 nel 2001. Parte di questi visti è collegata con la concessione di un permesso di soggiorno di durata infra-annuale. Facendo riferimento al 2001 possiamo calcolare che 39.000 permessi per lavoro dipendente riguardino il lavoro stagionale, 4.500 siano stati rilasciati per lavoro autonomo temporaneo (spettacolo e sport) e circa 30.000 per brevi periodi di studio, mentre almeno 130.000 visti siano stati rilasciati per un soggiorno di durata più consistente. Il confronto tra quanto è avvenuto nel 2000 e nel 2001 consente di mettere in evidenza questi aspetti: i visti per lavoro e per inserimento influiscono per circa un sesto sul totale dei visti; l’ingresso per lavoro dipendente è andato assumendo una notevole importanza nell’ultimo triennio (oltre il 40% dei visti per soggiorno di una certa durata); i visti per sponsorizzazione sono stati, rispetto all’insieme dei visti per lavoro dipendente, il 13% nel 2000 e il 18,6% nel 2001. Nel 2001, al contrario di quanto è avvenuto nell’anno precedente, sono prevalsi i visti per lavoro autonomo temporaneo (sport, spettacolo) e non di inserimento; anche i visti per ricongiungimento familiare sono andati aumentando sino ad attestarsi a quota 65.000 (furono 49.000 nel 2000); i visti per studio nelle università, e quindi connessi con un permesso di soggiorno di durata annuale rinnovabile, sono un decimo delle persone autorizzate a venire per motivo di studio; continua ad essere alto l’afflusso per motivi religiosi (7.000), mentre i visti per residenza elettiva   sono meno di mille.

UN FORTE RIDIMENSIONAMENTO NUMERICO DEI SOGGIORNANTI - Si tende ad esagerare sul numero degli immigrati, in particolare dei clandestini e degli irregolari. Inducono, invece, a un atteggiamento prudente i risultati del recente censimento e specialmente i dati che il Ministero dell’Interno ha messo da poco a disposizione sulla situazione migratoria al 31 dicembre 2001, dopo aver riorganizzato in maniera più rigorosa il proprio Centro Elaborazione Dati, tenendo conto dei casi di omonimia e di doppia registrazione. I recenti dati del Ministero dell’Interno consentono di parlare di un vero e proprio ridimensionamento numerico degli immigrati. I soggiornanti stranieri, che erano risultati 1.388.153 alla fine del 2000, sono scesi a 1.362.630 al 31 dicembre 2001. E’ come se per un anno l’immigrazione dall’estero fosse stata sospesa, anche se in concreto così non è stato  perché sono venuti in 130.000 tra lavoratori e familiari. Non si è trattato solo della eliminazione dei permessi doppi e di quelli scaduti. E’ fonte di preoccupazione il fatto che, mentre prima chi era regolare solitamente restava tale, ora si assiste a una più frequente trasformazione di immigrati regolarmente soggiornanti in irregolari, quando un permesso di lavoro non viene più rinnovato in mancanza di rigorose condizioni di reddito (pari almeno a quello previsto per la concessione dell’assegno sociale) e di lavoro regolarmente dichiarato: questi requisiti non sono alla portata di tutti gli immigrati e non perché non svolgano un lavoro ma perché sono costretti a farlo in nero con una scarsa incidenza ispettiva delle strutture pubbliche. Preso atto che i minori nel 2000 secondo i dati dell’anagrafe erano 278.000, calcolando che –come lo scorso anno- 26.000 siano nuovi nati, 15.000 quelli venuti a seguito di ricongiungimento familiare e, detraendo i  70.000 minori per lo più ultraquattordicenni gia registrati personalmente, possiamo ipotizzare una presenza straniera regolare di circa 1.600.000 persone, pari al 2,8% della popolazione. Uno straniero ogni 38 residenti è un rapporto che dovrebbe far vincere la “sindrome da accerchiamento” e indurre a maggiore serenità, peraltro senza dimenticare che si modificherà il rapporto numerico tra italiani e stranieri perché degli immigrati l’Italia ha bisogno per ragioni demografiche e occupazionali, come del resto i paesi poveri hanno bisogno di venire da noi a causa della loro situazione economica ed occupazionale.

IL NUOVO SCENARIO REGIONALE - I nuovi dati del Ministero dell’Interno inducono a sottolineare aspetti innovativi anche nella ripartizione territoriale. Il Nord Ovest (32,7%) e il Nord Est (24,1%) arrivano insieme al 56,8% della presenza immigrata, per cui il Nord si accredita sempre più come l’epicentro dell’immigrazione: ciò lascia intendere che è solo una questione di pochi anni il superamento della soglia del 60% del totale. In primo piano viene la Lombardia, che da sola accoglie quasi un quarto di tutti gli immigrati. Anche il Piemonte conosce un forte aumento di 12.000 unità. Nel Nord Est a livello di 126-127.000 permessi troviamo l’Emilia Romagna e il Veneto (quest’ultima però ha perso 12.000 permessi nel nuovo conteggio). Il Centro continua a restare un punto al di sotto del 30%, mentre una volta deteneva quasi la metà dei permessi di soggiorno. A fronte di una regione come le Marche, che aumenta del 10%, altre come il Lazio e la Toscana subiscono un ridimensionamento rispettivamente di 20.000 e 9.000 permessi di soggiorno. Per la Toscana c’è da segnalare che alcuni aumenti eccezionali degli anni passati avevano suscitato sorpresa, mentre ora resta da accertare se si tratti solo di sistemazione dell’archivio o di persone regolarizzate alle quali non è stato rinnovato il permesso di soggiorno. Al Sud e alle Isole spetta solo la quota del 14%:  rispetto allo scorso anno, gli aggiustamenti dello schedario fanno registrare una perdita di 11.000 unità delle quali la metà circa in Campania. In ogni modo il Meridione si conferma in parte un’area di residenza stabile (basti pensare alla Campania e alla Puglia) e in parte un’area di passaggio e di primo smistamento.

NUOVI PAESI ALLA RIBALTA: IN 10 ANNI UN AUMENTO DI 3, 6, 9 VOLTE - Sono aumentati in maniera più consistente i paesi dell’Europa centro Orientale, arrivando a circa 400.000 unità (il 30% del totale), ben  più numerosi dei nordafricani e  degli asiatici del Subcontinente Indiano e dell’Estremo Oriente (ciascuna area con 240.000 unità, pari al 18% del totale). Rimane grosso modo ancora valido dire che ogni 10 presenze 4 sono europei, 3 africani, 2 asiatici e 1 americano;  tuttavia, continuando la tendenza in atto, tra poco la proporzione sarà di 4,5 europei e di 2,5 africani: ciò avrà la sua influenza sull’appartenenza religiosa degli immigrati e lascia intravedere che i cristiani diventeranno nuovamente la maggioranza. I demografi hanno anche ipotizzato che nel medio termine l’Africa Subsahariana diventerà una grande protagonista del prossimo scenario migratorio a causa del forte aumento della sua popolazione. Per evidenziare i cambiamenti intervenuti basti pensare alla ripartizione degli immigrati per continente del 1991, quando l’Africa aveva 8 punti percentuali in più e l’Europa ne aveva 10 in meno, mentre l’Asia era attestata sugli stessi valori di ora e l’America arrivava al 14,5%, quindi con tre punti in più. La graduatoria delle nazionalità è grosso modo simile a quella dello scorso anno: Marocco 158.000, Albania 144.000, Romania 75.000, Filippine 64.000, Cina 57.000. Segue un gruppo di 14 paesi con valori tra le 46.000 e le 20.000 unità: Tunisia, Usa, Jugoslavia, Germania, Senegal, Sri Lanka, Polonia, Perù, India, Egitto, Francia, Macedonia, Regno Unito, Bangladesh. Quindi, con valori tra le 18.000 e le 15.000 unità, vengono Brasile, Spagna, Pakistan, Ghana, Nigeria, Svizzera. Questa classificazione evidenzia alcuni aspetti: - sono rappresentati tutti i continenti con gruppi consistenti; - non vi è la preponderanza di uno o pochi gruppi, per cui si può continuare a parlare di policentrismo dei gruppi etnici; - i grandi gruppi nazionali hanno conosciuto uno sviluppo differenziato e, rispetto al raddoppio della presenza immigrata verificatasi nel periodo 1991-2001, l’aumento è stato: di 2 volte e mezzo per Polonia e Pakistan di 3 volte per Cina Popolare, India, Bangladesh e Nigeria; di 6 volte per Albania e Perù di 9 volte per Romania: se invece si prendesse come termine di riferimento il 1990, e non il 1991 in cui sbarcarono in Italia più di 20.000 albanesi, sarebbe invece l’Albania ad essere aumentata di più. L’Argentina è scesa da 9.603 a 6.790 persone ma questo non tiene conto delle persone ritornate con il passaporto italiano, mentre ora – a seguito della grave crisi in atto – l’obiettivo è quello di facilitare l’ingresso e il soggiorno anche degli oriundi che non hanno conservato la cittadinanza italiana. La ex-Jugoslavia, se oltre all’attuale Federazione  costituita da Serbia e Montenegro (36.614) si tiene conto anche di Bosnia Erzegovina (11.239), Croazia (15.482), Macedonia (23.142), Slovenia (3.277), arriva a 90.204 soggiornanti con un aumento di tre volte e mezzo nel periodo 1991-2001.

MOTIVI DI SOGGIORNO E AREE PROBLEMATICHE - La tipologia dei permessi di soggiorno, ricavata dai dati del Ministero dell’Interno al 31 dicembre 2001, indica una immigrazione stabile, presente per il 59% per lavoro, per il 29% per motivi familiari e per un altro abbondante 7% per altri motivi anch’essi stabili o comunque di una certa durata (adozione, motivi religiosi, residenza elettiva): nel complesso si tratta del 95% del totale e ciò, senza alcun margine di dubbio, porta a leggere l’immigrazione come una dimensione strutturale della nostra società che esige una correlativa politica di accoglienza e inclusione. Gli immigrati soggiornanti per motivi di lavoro sono 800.680 (50.000 in meno rispetto al 2000), così ripartiti: quasi 90.000 lavoratori autonomi, 651.000 lavoratori dipendenti in attività e 60.000 disoccupati o alla ricerca di lavoro (mentre nel 2001 erano 98.000 gli immigrati senza lavoro): il tasso di disoccupazione (7,5%) è quindi molto contenuto. Hanno lievemente aumentato la loro incidenza i lavoratori autonomi (poco più di 1 su 10 lavoratori) e sono fortemente diminuite le persone in attesa di occupazione (35.000 in meno): a questo riguardo viene da interrogarsi se si tratta di persone per le quali è stata accertata una doppia registrazione magari dopo essersi spostate da una provincia all’altra, o di persone che hanno trovato effettivamente un’occupazione, oppure ancora – come già accennato - di persone alle quali non è stato rinnovato il permesso di soggiorno perché non hanno trovato un lavoro al di fuori del sommerso. Non va sottaciuto che un buon numero di persone lavora senza copertura contributiva e talvolta anche senza la titolarità di un permesso di soggiorno, tanto nel settore domestico (collaboratrici domestiche e  assistenti familiari per anziani e malati), quanto nel settore delle imprese: è perciò auspicabile una regolarizzazione ampia, che tenga conto dell’effettivo inserimento nel mondo del lavoro. Registrate come soggiornanti per motivi familiari sono quasi 400.000 persone, 40.000 in più rispetto allo scorso anno  e questo perché i ricongiungimenti familiari sono continuati con intensità. Sono 5.155 i richiedenti asilo registrati a fine anno, sia perché molte richieste sono state respinte nel corso dell’anno e i permessi inizialmente concessi sono scaduti, sia perché, pur tenendo conto di un numero doppio di domande (in effetti secondo l’ACNUR le richieste d’asilo sono state 9.755), verso l’Italia si indirizzano meno richiedenti asilo rispetto a quanto avviene negli altri paesi dell’Unione Europea (24.000 in Belgio e in Svezia, 33.000 in Olanda, 47.000 in Francia, 88.000 in Germania e nel Regno Unito). Bisogna, poi, far menzione anche di altre 4.600 persone presenti per motivi umanitari (un numero ridotto rispetto al periodo maggiormente critico dei Balcani). I soggiornanti per studio (31.000) sono aumentati di 5.000 unità, ma ciononostante  l’Italia si colloca a livelli molto bassi rispetto ad altri paesi europei. I minori dati in affidamento (2.208) sono dimezzati rispetto allo scorso anno, mentre 3.115 risultano in attesa di affidamento: il fenomeno è molto delicato sia per una effettiva accoglienza fino al compimento del 18° anno di età sia per la concessione di un permesso di soggiorno stabile al raggiungimento della maggiore età.

LA SPONSORIZZAZIONE: UNA OPPORTUNITA’ E NON UN PERICOLO - L’istituto della sponsorizzazione, prevista dalla legge 40/1998, a seguito di una forte pressione dell’area di ispirazione cristiana e del mondo associativo, è stata inserita nella legge 40/1998 per garantire la possibilità di un incontro tra domanda e offerta specialmente per determinati tipi di lavoro, per dare uno sbocco legale alle cosiddette reti familiari e catene migratorie di parenti, amici e conoscenti, e per coinvolgere la società (gli italiani e gli stessi immigrati) nello sforzo per una dignitosa politica di accoglienza in grado di assicurare vitto, alloggio e assistenza sanitaria senza alcun onere a carico dello Stato. La normativa recentemente proposta ha voluto sopprimere la sponsorizzazione, considerata una sorta di porta d’ingresso per etnie e individui poco raccomandabili: alla luce di un’analisi statistica queste risultano però delle riserve preconcette. Secondo i dati del Ministero dell’Interno al 31 dicembre 2001 sono risultati in corso di validità 11.630 permessi per “sponsorizzazione”. Come risaputo il contingente annuale era di 15.000 unità, andato esaurito nel volgere di pochi giorni (le persone interessate alla sponsorizzazione erano notoriamente molte di più): dal Ministero degli Affari Esteri risultano comunque rilasciati solo 14.204 visti. Si può ipotizzare che una parte di queste persone, avendo trovato subito il lavoro, abbia modificato il titolo di soggiorno e figuri ormai tra gli occupati, mentre gli altri per questo cambiamento attendono la scadenza del loro permesso annuale oppure, non avendo trovato il posto, siano costretti a rimpatriare. I paesi maggiormente coinvolti nelle sponsorizzazioni sono gli stessi maggiormente coinvolti nei flussi migratori: Tunisia 2.036, Marocco 1.874, Cina 1.484 e Albania 953 (questi paesi erano ai primi quattro posti anche lo scorso anno, seppure con un diverso ordine in quanto il Marocco era al primo posto con più di 2.000 casi). Nella graduatoria dei primi 10 paesi seguono Romania, Pakistan, Bangladesh, India, Sri Lanka, Perù e all’undicesimo posto Filippine. Si tratta dei gruppi nazionali tra quelli maggiormente rappresentativi nel mondo industriale, agricolo e in quello domestico. I paesi dell’Est, fatta eccezione per Ucraina e Moldavia, nella sponsorizzazione hanno una minore evidenza perché sono quelli di gran lunga più interessati al lavoro stagionale. Le regioni, nelle quali sono andati i lavoratori sponsorizzati, sono quelle ben conosciute per le loro esigenze lavorative: Lombardia 3.782, Emilia Romagna 2.460, Veneto 1.095, Lazio 979, Piemonte 679, Sicilia 599 e Toscana 352. Sulla base dei dati messi a disposizione dal Ministero dell’Interno si può, pertanto,  concludere che non risulta giustificata la decisione di abolire la sponsorizzazione.

PRESSIONE MIGRATORIA E CONTRASTO DEI FLUSSI IRREGOLARI - Pressione migratoria è il termine più corretto per connotare i flussi alle frontiere, altrimenti si rischia di qualificare come clandestini gli stessi richiedenti asilo. Ciò non toglie però che le frontiere siano un crocevia molto affollato di persone interessate a venire in Italia o ad andare in altri paesi anche se sprovviste di autorizzazione, ricorrendo in larga misura a organizzazioni malavitose specializzate nei traffici di immigrati. Il contrasto di questi traffici non può essere ottenuto solo con normative repressive; abbisogna anche di un rafforzamento delle vie legali di ingresso e della cooperazione con i paesi di origine, strategia peraltro già prefigurata dalla legge 40/1998. Nel 2001, rispetto all’anno precedente, sono diminuiti i respingimenti  (41.000 casi: 30.625 direttamente alle frontiere e 10.433 su provvedimento dei questori), scendendo al livello più basso degli ultimi quattro anni: va osservato che il respingimento costituisce il controllo immediato, più efficace e meno costoso. Le frontiere più “aperte” sono quelle terrestri (13.646 respingimenti, pari al 44,6% dei casi), seguite da quelle marittime (11.765 casi, pari al 38,4%), dove i respingimenti sono più spettacolari in quanto gli sbarchi concernono gruppi ammassati in navi o in barconi: i respingimenti alle frontiere aeree sono state, invece, 5.214 pari al 17%. I casi nazionali con più di 1.000 respingimenti riguardano i paesi dell’Europa Centro Orientale: Albania 7.810, Bulgaria 2.611, Croazia 2.095, Jugoslavia 2.065, Romania 1.011. L’unica eccezione, in questa graduatoria, è costituita dalla Turchia (1.282 casi), dalla quale provengono i curdi. Sono passate invece da 24.000 a 34.000 le espulsioni eseguite, che hanno riguardato i cittadini stranieri senza titolo di soggiorno individuati dalle forze di polizia all’interno del territorio italiano: questo è il sistema di controllo successivo, anch’esso efficace perché comporta l’accompagnamento delle persone intercettate sia verso paesi legati all’Italia da accordi di riammissione (13.000) che verso altri paesi (21.000), ma estremamente costoso (stimabile tra i due e i tre mila euro a caso). Le espulsioni intimate, quelle che non sono immediatamente eseguibili in quanto lasciano agli interessati un margine di tempo per ottemperare all’ingiunzione, nel 2001 sono state 58.000, rispetto all’anno precedente 5.000 in meno. Come risaputo, parte di queste persone andrà effettivamente via, e in parte si tratterrà in Italia in situazione di irregolarità. Le espulsioni eseguite e le riammissioni nei paesi di origine sono circa un terzo rispetto al totale delle espulsioni, che comprende anche le 58.000 intimate e non eseguite. L’efficacia nella esecuzione delle espulsioni è maggiore quando il paese estero è legato all’Italia dagli accordi di riammissione voluti dalla legge 40/1998. Sommando espulsioni e respingimenti abbiamo 19.000 casi per l’Albania, quasi 4.000 casi sia per il Marocco che per la Romania, 3.000 per la Jugoslavia e la Bulgaria e 2.000 per la Croazia. Complessivamente nel 2001 la  capacità di accertamento e di contrasto della presenza irregolare ha riguardato 134.000 cittadini stranieri senza titolo di soggiorno e ha dispiegato l’efficacia nel 56% dei casi; nel 2000 i casi furono 131.000 e l’efficacia del 51%, mentre nel 1999 l’efficacia salì al 65% seppure su 112.000 casi. Questo porta a concludere che, a prescindere dai partiti al governo, le forze dell’ordine hanno dimostrato continuità nella vigilanza delle frontiere e nell’applicazione della normativa sull’ingresso e sulla permanenza dei cittadini stranieri e che questa vigilanza è difficile per entrambi gli schieramenti politici, anche perché la collaborazione europea e internazionale non è ancora diventata molto efficiente. (A cura del “Coordinamento Dossier Statistico Immigrazione Caritas” - www.caritasroma.it/immigrazione )

ASSOCIAZIONI & APPELLI

DARE NOME ALLE EMOZIONI E AI SENTIMENTI

"Dare nome alle emozioni e ai sentimenti" è il tema portante della seigiorni organizzata dall’Associazione "Ore Undici" a St. jacques De Champoluc (Ao) dal 29 luglio al 4 agosto. Saranno presenti: Arturo Paoli (Piccolo Fratello del Vangelo), il teologo don Carlo Molari, Emmanuelle Marie (scrittrice), Lina Dicuzzo (somato-psicoterapista), Enzo Meroni (pittore-designer) e don Mario De Maio (sacerdote e psicoanalista). Si terranno laboratori di creatività e gruppi di approfondimento (pittura, manipolazione, movimento, musica, consapevolezza del corpo). La quota di partecipazione: da 155 euro. Per informazioni: tel. 0639887428 – e-mail: oreundici@tin.it ; www.oreundici.it

CERCASI ACCOMPAGNATORE PER IL RECUPERO DI UNA DETENUTA

Cari amici, raccolgo questa richiesta e ve la presento con tanta speranza. Una ragazza detenuta presso la Casa Circondariale di Montorio-Verona (via San Michele, 15 - Verona) ha ottenuto dal Magistrato di Sorveglianza il beneficio della semilibertà [pena alternativa alla permanenza continua in carcere che prevede lo svolgimento di attività diurne all'esterno del penitenziario, pur dovendo rientrando in cella ogni giorno] per essere seguita presso il Centro Polivalente Pacinotti (Comunità Terapeutica Diurna sita in Via Pacinotti, 16 - Verona - zona ZAI). Tuttavia tale provvedimento è condizionato e prescrive che la detenuta debba essere accompagnata dal carcere alla comunità e quindi dalla comunità nuovamente in carcere. Se entro una settimana non si troverà l'accompagnatore o gli accompagnatori in turno il provvedimento decadrà e questa donna si vedrà costretta a restare chiusa in carcere con conseguenti gravi ripercussioni fisiche e morali. Al momento si è riusciti a risolvere per l'accompagnamento al mattino dal carcere alla comunità, resta ancora scoperto l'accompagnamento pomeridiano dalla comunità al carcere. L'attività della comunità termina indicativamente alle ore 16,15 da lunedì a venerdì e la donna deve essere in carcere entro e non oltre le ore 17,30. La disponibilità all'accompagnamento per il rientro in carcere può essere fornita anche solo per un giorno alla settimana, sperando di trovare un numero sufficiente di persone tale da riuscire a coprire l'intero periodo settimanale. Se sei pertanto una persona sensibile e di buona volontà e "fatalità" vedi anche possibile questo servizio, ti prego di contattare Arrigo Cavallina telefonandogli sul lavoro (045 907656) o a casa lasciando eventualmente un messaggio nella segreteria telefonica (045 591520) o sulla propria e-mail (arrigocavallina@libero.it) (Messaggio dI Giovanni Zampini, dell’Associazione "La Fraternità" di Verona)

Un gruppo elettrogeno per il Salvador. Raccolta fondi promossa da «il GRILLO parlante»

Cari lettori e amici, come forse già saprete e/o avrete letto, "il GRILLO parlante" è impegnato da due anni a questa parte nel sostegno ad una azione di solidarietà in Salvador, "Progetto Sorriso", portato concretamente avanti dai volontari del Ser.Co.Ba (Servizio alle Comunità di base) e Pax Christi International operanti tra le gente più povera della periferia di San Salvador, la capitale della piccola nazione del Centro America bagnata dall'Oceano Pacifico, duramente provata dai recenti terremoti. Nei primi giorni di luglio partirà da Vicenza, diretto a San Salvador, un container carico della solidarietà (materiale didattico, sanitario e generi di prima necessità) manifestata da tante persone e coordinata dai gruppi di appoggio di Cologna Veneta (VR) e Turbigo (MI). Grazie alla sensibilità della ditta "FCM" Furlani Costruzioni Meccaniche di Minerbe (VR) siamo riusciti ad ottenere un prezzo di assoluto favore per l'acquisto di un gruppo elettrogeno (110 volt, 50 Hz) per la produzione di energia elettrica (con incluso il kit per saldare), indispensabile per le mille attività dei volontari nelle comunità più isolate. Manca tuttavia la copertura finanziaria per concretizzare tale sogno, pari a 1600 euro.  "il GRILLO parlante" ha quindi deciso di assumersi l'onere e l'onore di raccogliere tale somma, contando esclusivamente sulla vostra solidarietà. Sulla bontà dei 1704 lettori ai quali chiediamo di recarsi già domani presso il più vicino Ufficio Postale ed eseguire il versamento di (almeno) 1 euro sul  Conto Corrente Postale numero 21008305 intestato a: Amedeo Tosi - Chiara Terlizzi - Indirizzo: località Praissola 74/b - 37047 San Bonifacio (Verona) Causale del versamento: "Salvador". (Numero versamenti finora effettuati: 11 - Fondi raccolti 112 euro - Fondi ancora da raccogliere: 1488 euro)

ESPULSIONI... DI STATO

Si aggiunge a tutto il resto delle sciagure che investono gli stranieri la novità che non verranno rinnovati i permessi di soggiorno per motivi umanitari, normalmente rilasciati ai richiedenti che non ottengono l'asilo. Qui a Venezia si tratta soprattutto di Kosovari dell'allora emergenza Kosovo, Kurdi. Dopo anni di presenza, soprattutto i Kosovari (alcuni hanno contratto mutui per l'acquisto di casa, anche con l'aiuto del Comune), viene loro comunicato in forma scritta, al momento del rinnovo, che la commissione di Roma ha stabilito la non sussistenza delle condizioni originarie che hanno motivato il permesso umanitario (in Kosovo non ci sono più tensioni e la Turchia è in fase di democratizzazione, ormai pronta per l'ingresso in Europa, non più pericolosa per i Kurdi). Pertanto hanno 15 giorni di tempo per tornarsene a casa, se il rientro non dovesse essere effettuato seguirà il decreto di espulsione. Naturalmente possono fare ricorso al TAR oppure ricorso gerarchico presso la Prefettura. Non viene fatta alcuna ipotesi di conversione del permesso da motivi umanitari a lavoro. Il tutto non necessita di commenti. Alcuni dei nostri hanno già il diniego in mano. E' ovvio che si farà ricorso ma la risposta non può essere questa nuova lotteria dei permessi. L'ICS sta cominciando a raccogliere le documentazioni dei dinieghi in previsione di iniziative e pressioni da fare presso il ministero. (Rete Antirazzista di Venezia)

VISITA A BARBIANA - PARTENZA DA SAN BONIFACIO

Giovedì 22 agosto, come ogni anno, con un gruppo di amici andremo a Barbiana dove è vissuto e morto don Lorenzo Milani. E' un occasione indispensabile per ripensare e riflettere sul pensiero e sulla vicenda umana di don Lorenzo oltre che per ritrovarci e stare insieme. Il programma è questo: ore 6.15 un pullman parte da San Bonifacio (Piazza Costituzione); ore 6.30 un pullman parte da San Zeno di Colognola ai Colli (di fronte alla chiesa); ore 6.35 i pullman si incontrano a Strà di Colognola ai Colli (davanti al ristorante Bareta); ore 7.00 al casello di Nogarole Rocca per raccogliere altri amici; ore 9.50 circa uscita a Barberino per pausa ristoro; ore 10.15 in viaggio verso Barbina; ore 11.00 sosta dei pullaman e partenza a piedi verso Barbina;  ore 11.30 arrivo a Barbiana; visita al cimitero dove è sepolto don Lorenzo e breve riflessione ; pranzo al sacco; incontro con un testimone; ore 16.00/16.30 visita al Centro di documentazione don Milani di Vicchio; ore 18.00 partenza per il ritorno; ore 22.00 circa rientro. Costo del viaggio circa 10 euro e abbigliamento leggero e poco ingombrante. Per informazioni e prenotazioni: Luigi Adami 0457650393, Lorenzo Dani 0457665005, Mariano Mariotto 0457614468, Loredana Mazzonelli 0457901838,  Paolo Veronese 0457820845

IRAQ: PETIZIONE ALLE NAZIONI UNITE ED ALL'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA' (OMS)

Noi sottoscritti, rappresentiamo un gruppo internazionale di medici, organizzazioni e privati e siamo profondamente preoccupati per le condizioni sanitarie in Iraq. In particolare siamo preoccupati del costante aumento dell'incidenza del cancro, specialmente la leucemia. Stando alle pubblicazioni dall'UNICEF, 5.000 6.000 bambini dell'Iraq muoiono ogni mese per motivi correlati alle sanzioni economiche - denutrizione, mancanza di medicinali e effetto di acqua inquinata. In Iraq, a causa del sistema sanitario deteriorato, bambini affetti da leucemia non possono essere curati in modo adeguato. Mentre in altre parti del mondo la leucemia infantile è spesso guaribile, per i bambini iracheni è una condanna a morte. Per molti anni i medici iracheni hanno pubblicato cifre allarmanti circa la crescente frequenza di cancro e leucemia in bambini ed adulti. Inoltre essi riportano un crescente numero di malformazioni congenite. Nella zona di Bassora, il numero di bambini affetti da leucemia è aumentato di cinque o sei volte. Noi non conosciamo le cause di tali aumenti. Manca qualunque indagine scientifica sulle cause. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha più volte dato l'annuncio dell'invio di una delegazione nel sud dell'Iraq per condurre studi epidemiologici a lungo termine che indaghino sull'incidenza di tumori maligni in quell'area. Tale delegazione non è riuscita ad iniziare la sua opera. Non riusciamo a capire il ritardo di tali ricerche in quanto è dovere dell'OMS non ignorare le urgenti richieste di aiuto dei medici iracheni. In qualità di medici, è nostro dovere prendere sul serio le preoccupazioni dei nostri colleghi iracheni ed aiutarli ad avere una voce presso la comunità internazionale. A causa di più di undici anni di sanzioni economiche, i medici iracheni sono costretti a lavorare in condizioni estremamente difficili e sono isolati dal progresso e dallo scambio scientifico. In quanto medici è nostro dovere insistere per un'inchiesta sulle cause sconosciute del drammatico aumento di cancro, leucemia in particolare, in Iraq. In qualità di medici è nostro dovere chiedere se l'ambiente in Iraq sia stato gravemente danneggiato e se tale danno possa costituire l'origine dell'aumento dei casi di cancro e di malformazioni congenite. Inoltre ci sentiamo in dovere di evitare ulteriori danni all'ambiente. Noi ci appelliamo alle Nazioni Unite ad all'OMS affinché inviino immediatamente una delegazione in Iraq ad indagare i cambiamenti nell'andamento del cancro dalla Guerra del Golfo in poi e per chiarire l'alta incidenza di cancro e l'aumento della frequenza di malformazioni congenite, specialmente nel sud dell'Iraq. Per tale appello ci riferiamo alla costituzione dell'OMS che sancisce : "Godere dello standard di salute più alto possibile è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano senza distinzioni di razza, religione, convinzioni politiche, condizioni economiche o sociali." Questo diritto fondamentale include anche la prevenzione di malattie e non può essere reso effettivo senza serie ricerche sulle cause. Nostro dovere e nostro scopo è fare del nostro meglio per evitare che le future generazioni debbano soffrire di malattie e dolori evitabili. La sofferenza silenziosa dei bambini iracheni richiede la nostra attenzione ed il nostro appoggio". Inviare una e-mail alla Society for Austro-Arab Relations, A-1150 Vienna, Stutterheimstrasse 16-18/2/5 Austria, Europe: office.vienna@saar.at , indicando nell' Oggetto : "I support above petition to the UNITED NATIONS and the WORLD HEALTH ORGANIZATION" e segnalando le proprie generalità: Nome, Indirizzo, Professione. 

FORMAZIONE DEI FORMATORI PER L'INTERVENTO NONVIOLENTO

CORSO PER LA FORMAZIONE DEI FORMATORI PER L'INTERVENTO NONVIOLENTO IN SITUAZIONE DI CONFLITTO. Corso residenziale, Pruno di Stazzema (LU) , 23 agosto / 1 settembre 2002. Comitato organizzatore: Alberto L’Abate, Enrico Euli, Antonella Sapio, Marianella Sclavi, Gianni Scotto, Roberto Tecchio, Valerio Bonetti (segreteria). Si ricorda che la quota prevista di partecipazione, comprendente il vitto e l'alloggio in pensione completa, è di circa 520 euro a testa. Le PREISCRIZIONI VANNO INDIRIZZATE ALLA SEGRETERIA ENTRO IL 10 LUGLIO E SARANNO SELEZIONATE DAL COMITATO ORGANIZZATORE ENTRO LA FINE DEL MESE DI LUGLIO. LA RICHIESTA DI INFORMAZIONI IN MERITO VA INDIRIZZATA PRIMA POSSIBILE A: Valerio Bonetti e.mail: bonvale@tin.it , via del fondaccio 12 55013 Lammari (LU), cell. 347/3041178 casa 0583/961451.

UNA DOMENICA SENZA... TV

Il Comitato “Una domenica senza”, creato da un gruppo di persone facenti parte del Movimento Nonviolento o comunque vicine alle sue posizioni etiche e politiche, e promotore di una manifestazione nazionale di astensione dall’uso delle reti Mediaset in data 24 febbraio 2002, a cui hanno dato la loro adesione esplicita oltre 6000 persone, famiglie, gruppi e associazioni di carattere politico, culturale, religioso, educativo, assistenziale, artistico e ricreativo, residenti in tutte le città e le regioni del paese, in previsione del dibattito che avrà luogo in entrambe le Camere, dopo le elezioni amministrative, sulla questione del conflitto di interessi, e cioè sul famigerato progetto di legge Frattini, che dovrebbe sanzionare e legittimare ufficialmente una situazione palesemente illegale ai sensi delle norme vigenti (legge elettorale n. 361 del 30 marzo 1957) e intrinsecamente contraria allo spirito della Costituzione repubblicana, invita tutti coloro che condividono le sue convinzioni su questo argomento, e che si contano certamente a centinaia di migliaia, e forse anche a parecchi milioni di persone, a dare vita, a partire dal 25 giugno, a un’astensione massiccia, prevista anzitutto per la durata di un mese, ma prorogabile eventualmente fino a data da destinarsi, sulla base di una consultazione democratica di tutti coloro che vi aderiranno, di cui ci riserviamo di definire più esattamente le modalità nel corso della campagna, dall’uso delle reti Mediaset (Rete 4, Canale 5, Italia 1), che costituiscono uno strumento illegale di potere, di tipo autocratico e monopolistico, del Presidente del Consiglio, e l’oggetto di uno scandalo permanente sulla scena politica italiana e internazionale.

APPELLO A CGIL CISL UIL DI ALCUNI MILITANTI SINDACALI CONVINTI ASSERTORI DELL’UNITA’ SINDACALE 

Da quanto è dato conoscere dello stato delle relazioni tra le confederazioni sindacali nel paese, alla luce del confronto con il governo, sembra che tutto converga verso una sicura e duratura sconfitta per l’insieme dei lavoratori. Le tre confederazioni hanno intrapreso dei percorsi che, oggi, si configurano senza ritorno. Pare quasi che, pur tutti consapevoli dell’esito catastrofico, si siano persi i freni della ragionevolezza e della possibilità di ripensare la propria azione in un rapporto unitario. Eppure c’è una lunga storia di unità nella nostra esperienza sindacale ed anche recentemente c’è stato uno sciopero generale che ha visto una forte e qualificata adesione dei lavoratori e delle confederazioni. La nostra viva preoccupazione è anche accentuata da un quadro internazionale segnato da conflitti e da percorsi, anche in questi casi, “obbligati” che alimentano sofferenze   e drammi in tantissime persone. Nel perimetro nazionale troviamo un governo che ha sfacciatamente sincronizzato la propria agenda sulla scaletta presentata dalla Confindustria e dove la sconfitta del sindacato è la falsariga di ogni azione. Ciò è particolarmente evidenziato dalla insistenza che viene messa nel modificare, anche marginalmente, il diritto alla giusta causa nel licenziamento individuale. Nessuna persona in buona fede si sentirebbe di dire che è la permanenza di questa norma a bloccare lo sviluppo occupazionale nel nostro paese. Per uscire da questo vicolo cieco è necessario che le confederazioni sindacali facciano ogni sforzo per trovare una convergenza sui contenuti del confronto. Da questi presupposti ci pare assurda e sbagliata la strada della divisione radicale tra le confederazioni sindacali. E’ arrivato pertanto il momento di compiere con responsabilità e lucidità  queste scelte e di coinvolgere i lavoratori dando vita ad assemblee unitarie nei luoghi di lavoro e nei territori. L’obiettivo di questo grande momento di consultazione deve essere quello della ricomposizione dell’unità d’azione delle confederazioni su una piattaforma chiara e condivisa dai lavoratori. I lavoratori ed i militanti delle confederazioni sindacali CGIL CISL UIL che condividono questo appello sono invitati a sottoscriverlo, inviandolo alle loro strutture di appartenenza. VERONA , 26 giugno 2002, CARLO CASTIGLIONI, BRUNO MASCONALE,  REMO ZANELLA.

COMMERCIO ARMI / FORMAZIONE E MOBILITAZIONE DI PAX CHRISTI / FIRENZE, 6 LUGLIO

La collaborazione tra diverse espressioni di società civile impegnate sui temi del disarmo e del commercio delle armi in questi mesi ci ha fatto sperimentare  quanto sia importante ed utile dare continuità e spessore (di conoscenze e competenze) all'impegno che in tanti abbiamo manifestato a difesa della legge 185/90 che, applicata rigorosamente, riuscirebbe a garantire trasparenza e controllo nel commercio del prodotto armiero italiano. Il coordinamento delle associazioni ha ritenuto allora di rafforzare questo cammino e, come primo momento, invita quanti vogliano, ad un momento di formazione e organizzazione presso la Casa per la Pace di Pax Christi in Firenze, Sabato 6 Luglio ore 11.00 -18.00. Anche se l'invito è rivolto in primo luogo agli esponenti delle associazioni che hanno aderito al cartello "Contro i mercanti di armi - In difesa della 185", è auspicabile la partecipazione di singoli e di rappresentati di altre realtà che intendono rafforzare il proprio impegno in questo orizzonte. Ciascuno potrà avvantaggiarsi delle conoscenze degli altri. In questo senso hanno confermato finora la propria partecipazione: Maurizio Simoncelli (Archivio Disarmo); Emilio Emmolo (Amnesty International); Giorgio Beretta ( Banche Armate); Nicoletta Dentico (Medici Senza Frontiere - Campagna italiana contro le Mine); Chiara Bonaiuti (Os.C.A.R.); Marita Villa (Amnesty International); Riccardo Troisi (Rete Lilliput); Tonio Dell'Olio (Pax Christi - Campagna italiana contro le Mine); Massimo Paolicelli (Associazione Obiettori Nonviolenti) e si attendono le risposte di disponibilità da Luciano Bertozzi, Francesco Terreri, Achille Ludovisi, ICS, Peacelink, Mani Tese, ACLI, AGESCI, AIFO... Naturalmente vi invito a diffondere questo messaggio ai vostri aderenti e/o altre associazioni... Per informazioni e/o adesioni potete rivolgervi direttamente a questo indirizzo di posta elettronica: tonio@paxchristi.it  

"IL RUOLO DI RESPONSABILE DI UN GRUPPO DI VOLONTARIATO E LE COMPETENZE DI RELAZIONE"

I Responsabili ed i Coordinatori dei Gruppi FEVOSS svolgono un ruolo fondamentale per garantire la stabilità, l’efficienza, la produttività e la crescita umana dell’organizzazione. Essi devono possedere e sempre più migliorare la capacità di “gestione” della propria Organizzazione, o del proprio Gruppo, sia sotto il profilo organizzativo, sia sotto quello sociale.  Il loro livello di preparazione e di competenza è certamente assai differenziato in rapporto alla loro personalità, alla loro età, alla loro esperienza ed “anzianità” nel mondo del Volontariato. Nel corso del programma i partecipanti avranno la possibilità di  avviare una riflessione sul ruolo di Coordinatore: quali responsabilità e quali compiti comporta, quali competenze richiede sviluppare le capacità di comunicazione nei rapporti interpersonali e nelle situazioni di gruppo. E’ importante che tutti raggiungano e mantengano il più elevato livello possibile così da assicurare  il miglior “clima organizzativo” del loro Gruppo, la sua tenuta nel tempo, un maggior grado di impegno dei singoli volontari e…adeguati collegamenti con la Sede centrale. La FEVOSS ha deciso di dar vita ad iniziative volte a preparare Responsabili e Coordinatori a svolgere sempre meglio il loro ruolo, a gestire la propria organizzazione con spirito e capacità “manageriale” oltrecché con il consueto atteggiamento di dedizione ed impegno. Il programma del Corso - Un Corso di “Formazione Manageriale” può aiutare ad inquadrare disponibilità, buona volontà ed impegno dei Responsabili e dei Coordinatori in una logica di professionalità ed efficienza. Sarà un Corso imperniato sullo sviluppo di tematiche quali: l’importanza delle relazioni nel ruolo del Coordinatore. La comunicazione: il dialogo (fattori che lo favoriscono e/o che lo ostacolano), il processo di comunicazione e i fattori di distorsione, il linguaggio verbale e i canali no verbali; l’ascolto efficace, efficacia della comunicazione e qualità delle relazioni: le relazioni assertive. L’importanza dell’autostima per un comportamento affermativo (né aggressivo, né passivo) le relazioni nel gruppo: comportamenti “operativi” e comportamenti di socializzazione; guidare un gruppo in riunione. Questo corso si terrà presso la nuova sede Fevoss in Viale Dell'Industria 13 (Zona Fiera di Verona), dotata di locali climatizzati, nelle giornate di: sabato 22 giugno dalle ore 9.30 alle ore 12.30, sabato 29 giugno dalle ore 9.30 alle ore 12.30, sabato 06 luglio dalle ore 9.30 alle ore 12.30

LA DIOCESI DI VERONA NELLA RETE DELLE RETI

"Gettiamo le reti in rete!" E' con questo entusiasmo e splendida intenzione che si apre il nuovo sito della Diocesi di Verona www.diocesiverona.it curato e realizzato da don Andrea Brugnoli, con lo spirito, oltre a quello di fornire informazioni, di creare anche un luogo dove scambiare idee e dare spazio a gruppi di persone. In linea si potranno trovare, per quanto riguarda le parrocchie, gli orari delle messe, notizie sulla vita delle parrocchie stesse, l'agenda dei loro incontri, le foto delle attività, un giornalino parrocchiale, e in più si potrà partecipare a forum su vari argomenti. Riportati inoltre gli uffici diocesani, i centri di pastorale, il sinodo diocesano, gli indirizzi della diocesi, associazioni e movimenti.

MassMedi@ 


IN EDICOLA dal 27 giugno - 3 luglio
SETTIMANALE "CARTA"
 
Queste alcune nelle notizie presenti nel giornale: Inchiesta sul movimento) A noi non pareva che il movimento antiliberista [volgarmente "no global"] fosse "in crisi", come hanno scritto il manifesto e la Repubblica, o i social forum "morti", come sostiene ad esempio Franco Berardi, detto Bifo. Ci pareva piuttosto che fossero in crisi quelli che hanno pensato di "rappresentarlo". Ma, in ogni modo, abbiamo deciso di verificare. Sul numero in uscita di Carta, la prima puntata di un'inchiesta di Anna Pizzo, che comincia da Firenze, dove a novembre si farà il Forum sociale europeo. La prossima settimana, seconda puntata: i Disobbedienti; Elogio del silenzio zapatista) Dopo la copertina della scorsa settimana sul "silenzio degli zapatisti", e l'articolo di Luis Hernández Navarro, questa settimana Carta pubblica un articolo di Yvon Le Bot [francese, autore de "Il sogno zapatista"]. Una discussione utile sia a riportare l'attenzione sul Chiapas, dove la guerra "a bassa intensità" non è mai cessata, sia a noi, qui, sommersi dai media. La prossima settimana interverrà Ramon Mantovani, deputato di Rifondazione comunista; Di ritorno dall'Ecuador) Sul nuovo numero di Carta, un primo rapporto sulla missione di ambientalisti, ong e giornalisti [tra i quali il nostro Enzo Mangini] in Ecuador, dove il progetto dell'Ocp, l'oleodotto lungo 500 chilometri, cui partecipa l'italiana Agip, devasterà natura e comunità indigene. Su questo tema, l'Eni-Agip ci aveva scritto una lettera.
 
IN STRADA 
Piazza Grande... sui bambini di strada
 
Nel numero di giugno-luglio di Piazza Grande, giornale di strada, troverete: Questi occhi... Bambini di strada.Vedono cose che nessun bambino dovrebbe vedere mai. In molte parti del mondo le promesse di un futuro migliore si infrangono su un marciapiede o nelle fogne delle metropoli; Concorso di idee per senza fissa dimora: si rivolge ad ogni persona che vive in condizioni di svantaggio ed intende dare voce a iniziative e proposte per identificare quali sono i veri bisogni di chi non ha casa; Fuga ad Alcatraz. Il resoconto scritto e fotografico di un soggiorno nella galera più bella del mondo: la libera Università di Alcatraz di Jacopo Fo; Piazza Grande LIVE: La nostra festa del 25 maggio è stata un vero successo per tutti noi. Concerti, cabaret, lo spettacolo della Fraternal Compagnia e finalmente il capannone che si riempie di gente che si diverte; Migrare a Bologna: Nei giorni in cui si discutono i provvedimenti del governo per impedire agli immigrati di entrare nel nostro Paese, abbiamo pensato di farci raccontare da loro le difficoltà di vivere dignitosamente a Bologna. Per informazioni: Piazza Grande via Libia 69 051 342328 pg@piazzagrande.it
 
ANTIMAFIA
QUEL GIORNALE... CHE NON DEVE USCIRE
 
Caro amico, cittadino e/o collega, mi spiace disturbarti con questo caldo (qui in Sicilia ne fa di piu', e non solo atmosferico). La situazione e' questa: ho aiutato un gruppo di amici catanesi a fare un giornale antimafia nella loro città. Il distributore si è rifiutato di mandarlo in edicola perche' "non mi posso mettere contro Ciancio". Ciancio è il monopolista locale (non solo locale...) dell'informazione. Per dare un'idea, basta dire che a Catania di quotidiani in edicola viene esposto solo il suo; qualunque altra testata va richiesta all'edicolante perche' la tiri fuori.
Non sto a romperti le scatole con le solite storie di mafia, di liberta' d'informazione ecc. perche' fa davvero troppo caldo. Ti chiedo solo, formalmente, di informarti e poi di prendere posizione. Questo appello e' pubblico (lo sarebbe, se non fossimo cosi' fiochi): puoi, e forse devi, farlo circolare. Non credo che una storia del genere sia solo una faccenda locale. Secondo me, e' una di quelle poche cose su cui uno deve essere - pubblicamente - o favorevole o contrario. Come diceva il Presidente Toto': "Siamo uomini o caporali?" Riccardo Orioles - ricc@libero.it, 333.7295392

(PS.: faccio giornalismo antimafia da piu' di vent'anni, e nessuno ha mai potuto dire niente sulla mia indipendenza e liberta' dai poteri (tutti). Non rimuovere l'appello che ti faccio, perche' stiamo difendendo delle parole - "giornalismo", "giornalista" - che altrove non costano niente ma qui sono molto care, e le stiamo difendendo anche per te). A seguire: la prima parte della mia e-zine che riprende l'articolo di "Controvento" censurato dai distributori di Ciancio. Il giornale sta per essere distribuito in queste ore da gruppi di giovani e amici del volontariato.

ricc@libero.it  Tanto per Abbaiare 24 giugno 2002  n.132

A Catania hanno quel maledetto vizio (non dico tutti) di far giornali antimafia: cosi', quando degli amici mi hanno  chiesto di progettargli e firmargli una cosa che si chiama "Controvento", e che doveva andare in edicola oggi, io disciplinatemente ho obbedito e alla fine - ah, il vizio! - m'e' anche scappato di fargli un piccolo articolo su una faccenda di Ciancio. Che e', come sapete, il padrone dell'unico giornale ammesso a Catania (gli altri, compresa Repubblica, non vengono nemmeno esposti), nonche' di altri giornali sparsi in tutto il sud. L'amministratore di uno di questi giornali, un certo Ursino, ha avuto dei  guai giudiziari; il giornale di Ciancio li ha nascosti e io - in quell'articoletto - li ho raccontati. Ma adesso abbiate un attimo di pazienza e leggetevi l'articoletto.

Tre nomi nascosti ai lettori. Perché? "Appalti. Il Pm: 25 a giudizio". E' il titolo dell'articolo de "La Sicilia" (venerdì 14 giugno 2002, pag. 24) su un caso di giudiziaria catanese: tangenti al Garibaldi, indagini, rinvii a giudizio chiesti dai Pm Marino e Puleio.  Il titolo, per quanto povero, è corretto. L'articolo no. Il redattore (anonimo) evita infatti di dare l'elenco dei venticinque  personaggi di cui e' stato chiesto il rinvio a giudizio, e in particolare nasconde al lettore il nome di Giuseppe Ursino, manager di primo piano nel settore editoriale per conto del gruppo Ciancio, di cui amministra la "Gazzetta del Mezzogiorno". Allo stesso gruppo appartengono il redattore che ha scritto il pezzo, il caposervizio che l'ha passato, il caporedattore che ha dato l'ok e infine il direttore: che in questo caso coincide fisicamente col proprietario del gruppo editoriale in questione. Non è la situazione ideale per far cronaca, d'accordo: ma insomma. Per completezza, bisogna osservare che quello di Ursino non è il solo nome censurato dall'articolo in questione. Dal pezzo di cronaca sono infatti spariti altri nomi dell'establishment catanese, fra cui quelli di Giuseppe Cicero e Ignazio Sciortino: il primo è vicino a un politico citato nell'affaire e il secondo è parente d'un magistrato coinvolto in (legittime) polemiche relative giusto al Pm Marino. Correttezza  avrebbe voluto che, nel rispetto della presunzione d'innocenza, questi nomi - che erano altrettante notizie - venissero citati. Il lettore in fondo lo paga, il giornale.

Letto? Bene. I ragazzi del giornale vanno in tipografia, si fanno stampare il giornale, lo impacchettano e lo  portano dal distributore - certo Barone- per mandarlo in edicola. A questo punto, sorpresa: il distributore legge il giornale, si ferma sull'articolo che avete letto un momento fa, sobbalza e dichiara che lui contro Ciancio non si mette: e quindi non distribuisce il giornale. Ok. Adesso io sono molto incazzato, non per la storia in se' ma perche' speravo che in vent'anni a Catania qualche piccola cosa fosse cambiata. Siccome fra i nostri lettori ci sono, fra gli altri, autorevoli dirigenti del sindacato dei giornalisti, visto che siamo qua segnalo questo caso anche a loro. A Catania, un editore come Ciancio - quello che difendeva "i cavalieri" e vietava di pubblicare i necrologi delle vittime di mafia - fa ancora quello che cazzo vuole. Siccome, in quest'episodio, io sono stato personalmente danneggiato, chiedo all'ufficio legale del sindacato di provvedere lui a farmi avere i danni civili dal distributore. E siccome, oltre me giornalista censurato qui siamo stati danneggiati - come cittadini - tutti, chiedo agli amici del sindacato (e agli altri autorevoli esponenti politici che ci stanno leggendo) cosa intendano fare per dare una mossa al monopolio dell'informazione a Catania, che ieri era colluso coi "cavalieri" e oggi chissa' con chi. Aspetto fiduciosamente una risposta.
 
FORMAZIONE
Creazione di Networks Alternativi per la lotta alla Povertà
 
WORKSHOP COMUNICAZIONE Creazione di Networks Alternativi per la lotta alla Povertà  e la Promozione della Partecipazione Popolare  “COMUNICARE?!? CON CHI, COME E (soprattutto) PERCHÈ”. Comunicare efficacemente dentro e fuori la propria organizzazione è diventata ormai esigenza comune, anche nel c.d. “terzo settore”. Una comunicazione seria ed efficace è veicolo di successo in qualsiasi iniziativa: con i propri collaboratori, con i media, con le altre associazioni e istituzioni con cui si interagisce. Conoscere le tecniche fondamentali della comunicazione interna ed esterna e saper verificare il buon utilizzo di questi strumenti sono i principali obiettivi dei 3 Workshop che PROGETTO CONTINENTI e Associazione “NIENTETROPPO - meden agan” organizzano per i mesi di settembre-ottobre-novembre 2002 (un week-end al mese). Il programma si rivolge a tutti coloro i quali, operatori e volontari del mondo associativo e della cooperazione non governativa, sentano il bisogno di acquisire le capacità necessarie a migliorare i processi di comunicazione all’interno e all’esterno della propria organizzazione: dai percorsi decisionali, allo svolgimento del lavoro in gruppo; dalla comunicazione di un evento alla stampa, alla stesura di un breve articolo giornalistico, alla costruzione di un piccolo progetto editoriale. I laboratori saranno condotti da formatori professionali ed esperti di sociologia della comunicazione  ed arricchiti dalla partecipazione di professionisti nel campo dell’informazione e di testimoni dal Sud del Mondo. Gli incontri saranno caratterizzati da un approccio formativo esperienziale e dalla costante interattività con i docenti, che alterneranno spiegazioni teoriche a training di gruppo e simulazioni di lavoro. I tre workshop, fissati per le date del 21-22 Settembre, 12-13 Ottobre e 16–17 Novembre prossimi (tre fine settimana) si terranno nell’ex-convento di S.Andrea a Collevecchio (RI): un’antica struttura posta nel verde della campagna Sabina, a pochi Km da Roma (raggiungibile anche con collegamento ferroviario). I partecipanti saranno alloggiati in camere private (da singola a quadrupla) e potranno vivere in un clima semplice e di familiarità i momenti comuni e rilassarsi nell’area circostante l’ex-convento.  Ai partecipanti è richiesto un piccolo contributo ai costi, per tutti e tre gli week-end, pari a 60 € a persona. La quota comprende, oltre ai corsi e ai materiali didattici, vitto e alloggio. Non è possibile iscriversi ai singoli workshop. Per chi fosse interessato a partecipare, le iscrizioni devono pervenire entro e non oltre il giorno 26 Luglio 2002. L’iscrizione è considerata completata solo al momento dell’effettivo pagamento della quota (per le modalità v. modulo di pre-iscrizione). I posti disponibili sono 25.  Per Iscrizioni e Informazioni: Simone Sereni – Progetto Continenti; email: eas.continenti@tin.it; tel. 0659600319; web: www.unimondo.org/continenti
 
DA LEGGERE
IN UN LIBRO ESPERIENZA DONNE DEL BANGLADESH CHE LAVORANO JUTA PER COMMERCIO EQUO E SOLIDAL
 
"Pesci piccoli" è il titolo di un volume uscito da poco nelle librerie italiane. E’ il racconto dell’incontro con un gruppo di donne che lavorano la juta in un villaggio del Bangladesh, creando prodotti destinati al mercato del commercio equo e solidale. Una storia di solidarietà ed emancipazione. Il libro è frutto del soggiorno dell’autrice, Sandra Endrizzi, nel villaggio di Bhabarpara. Vuole inquadrare nel contesto storico e sociale del Bengala l’attività di donne che accedono al mercato e all’economia monetaria mediante il ricorso a forme di credito rotativo o microcredito ma soprattutto grazie all’attivazione delle proprie capacità relazionali. Anzi, secondo la conclusione cui giunge l’autrice, la ricchezza di quelle donne sta proprio nella loro capacità di tessere e intrecciare rapporti di fiducia e di mutuo aiuto che garantiscono la coesione del gruppo. In questo contesto il guadagno economico, per quanto modesto, è fattore di reale di liberazione. Sandra Endrizzi vive e lavora a Verona, dove ha conseguito la laurea in Scienze della formazione con una tesi di antropologia culturale. Le 144 pagine del volume, edito da Bollati Boringhieri, contengono anche 23 illustrazioni a colori fuori testo. Il prezzo è di 13 euro.
 
DA LEGGERE
IL GRIDO DELL'ALTERnativo 
 
Quasi in contemporanea con l'approvazione della nuova LEGGE sull'immigrazione da parte della Camera dei Deputati,  è uscita la Nuova Edizione de: "IL GRIDO DELL'ALTERnativo - ESPERIENZE DI UN IMMIGRATO IVORIANO"  LOGOS  EDIZIONI, Padova, di...Emmanuel Tano Zagbla. Questo libro, scritto proprio da un immigrato che ha sempre fatto della battaglia contro l'illegalità il percorso della propria esistenza in Italia, mostra la vera faccia della storia dell'immigrazione. L'autore, regolarmente residente in Italia da quasi 20 anni, e senza mai aver commesso un reato, oltre ad aver subito delle gravi discriminazioni (proprio perché rispetta la legge!) spiega al lettore comune il vero significato  di parole come multiculturalità, solidarietà, integrazione e tante altre cose che la gente normale che ha mai "saputo". Oltre ad essere un valido strumento  per capire l'impostazione della vera cultura multirazziale e multietnica, questo libro invita ad affrontare  i reali problemi dell'immigrazione facendosi guidare la coscienza individuale d'ogni cittadino senza più dare retta a stereotipi  "già confezionati ad arte". Buona lettura. Per informazione: 333/9552736 ezagbla@yahoo.com 
   
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CENSURE
 
Sono indignato! Il gravissimo episodio di censura da parte del sindaco di Tregnago a Vittorio Zambaldo, un giornalista dell'Arena che con impegno, onestà e competenza cerca di fare il proprio mestiere, merita lo sdegno e la disapprovazione di tutti coloro che hanno a cuore la libertà di stampa e il diritto di critica. A Vittorio Zambaldo, per il suo impegno e la sua correttezza professionale oltre che per le coraggiose denunce sui disastri ambientali nella Lessinia, esprimo la mia gratitudine e la mia solidarietà. Questo è l'ultimo di una serie di tanti episodi che dimostrano come chi ci governa e ci amministra non tollera la critica motivata al proprio operato. Penso al "nostro" presidente del consiglio che ieri ha denuciato Marco Travaglio per il suo libro "L'odore dei soldi". Penso all'ex presidente del consiglio Massimo D'Alema che ha denunciato Forattini per una vignetta satirica. Fermo restando il diritto di tutti a tutelare la privacy e l'immagine propria e dei propri famigliari, credo che dobbiamo riflettere sul fatto che oggi sempre più frequentemente il diritto all'informazione dei cittadini viene osteggiato da chi, ricoprendo cariche istituzionali, non accetta critiche al proprio operato. Dobbiamo essere vigili e attenti e denunciare questi episodi di intolleranza fascista! (e-mail firmata)
 
TREGNAGO (VR). Il corrispondente allontanato, escono per protesta anche le minoranze. Il sindaco caccia via il cronista che segue il Consiglio comunale. Pezzotti: «Non ti devi più permettere di chiamare i carabinieri»
 
Tregnago. Il sindaco Marco Pezzotti ha cacciato d’autorità dal Consiglio comunale il corrispondente dell’ Arena Vittorio Zambaldo, seduto fra il pubblico nell’esercizio della sua funzione di cronista, e con l’unica colpa di aver risposto garbatamente ad attacchi pesanti sulle sue capacità professionali. Immediatamente dopo l’uscita del corrispondente dell’aula si sono alzati dal loro posto, abbandonando il Consiglio per protesta, anche i tre membri di minoranza presenti (Renzo Busti, Mario Zampedri e Gino Zerbato). Commenterà poi Zampedri: «Un’arroganza indegna di una figura istituzionale che dovrebbe rappresentare l’intera cittadinanza». Il sindaco è interventuto dopo l’accenno da parte di Mario Zampedri sulla morte del giovane, ucciso in ciclomotore lungo la circonvallazione e la richiesta di informazioni in merito alla data di avvio dei lavori di una controstrada già appaltata e finanziata da tempo, concepita per una maggior sicurezza. «Mi auguro che non esca sull’ Arena che l’incidente è colpa del sindaco che non ha ancora adeguato l’illuminazione in quel punto», sbotta Pezzotti e, visto che è in argomento, cita un recente articolo sulla festa delle ciliegie in cui erano riportate le lamentele di alcuni commercianti in merito alla novità di spostare la festa da piazza Massalongo, dove si era svolta per quarant’anni, al parco privato di Villa Ferrari Dalle Spade. Una lamentela legittima, forse di un’esigua minoranza, come sostiene il sindaco, ma assolutamente da riferire, visto che i commercianti avevano preso contatti con il corrispondente per far conoscere il proprio malumore. Nell’articolo erano riportate con ampio risalto anche le motivazioni dell’amministrazione, espresse tramite il consigliere delegato alle manifestazioni fieristiche Simone Santellani e quelle del presidente della Pro loco Marco Venturini. Ma evidentemente non bastavano se il sindaco può dire che «questo non è il modo di fare informazione». «Puoi sempre far causa se ritieni di essere stato danneggiato dall’articolo. Risparmieresti anche i soldi della difesa», risponde il corrispondente rivolto al sindaco e alludendo alla sua professione di avvocato. Ma il primo cittadino se la cava dicendo che non avvia un procedimento per simili stupidaggini. Appunto, e dato che c’è allarga il tiro. Non ha digerito, dice, neanche l’articolo dove si raccontava dello scempio eseguito sul viale alberato di Villa Adelia: otto tigli ultracinquantenari rasi al suolo nello spazio di un mattino. «Non ti devi permettere mai più di andare a chiamare i carabinieri», tuona il sindaco rivolto al corrispondente, che su richiesta del proprietario di Villa Adelia, poiché in caserma funzionava la segreteria telefonica, si era recato di persona a chiedere l’intervento di un carabiniere per verificare se effettivamente lo scempio che si stava perpetrando fosse stato autorizzato dal sindaco. «Non ti devi permettere mai più chiamare i carabinieri», è l’invito minaccioso e ripetuto del sindaco, al quale il corrispondente risponde che non accetta imposizioni del genere.  «Tu devi stare zitto, perché se parli ancora ti caccio fuori», è la risposta del sindaco, ma siccome il corrispondente ribadisce che non è il sindaco che gli deve dire cosa sia o no permesso fare, per tutta risposta riceve l’ordine di abbandonare immediatamente l’aula. (r.p.) (L'Arena - Martedì 25 Giugno 2002)
 
IN VIAGGIO... NEL CUORE DEL MONDO 

Rubrica curata da Gianmaria Ragnolo
 
I RACCONTI di Gianmaria Ragnolo. Nato a Soave nel maggio del 1979, in provincia di Verona, dopo aver conseguito la maturità classica, ha vissuto ed iniziato gli studi universitari a Firenze. Nel 2000 ha lasciato l`Italia per lavorare e vivere nel Regno Unito. Il giovane, nell`agosto del 2001 è partito per il suo primo viaggio in Australia e Nuova Zelanda dove ha lavorato in fattorie organiche e conosciuto più a fondo le culture indigene dei due Paesi. Ha iniziato da qualche settimana la sua seconda avventura australiana, cercando sempre nuove esperienze di viaggio, evitando tutto ciò che è convenzionale e descrivendo ciò che vive e vede con curiosità ed acutezza. Lo seguiremo, passo dopo passo, in questa sua avventura di vita. Se lo volete conoscere o anche solo inviargli un saluto, questa è la sua e-mail: montegrappa@hotmail.com
 
 
Alla scoperta di un continente incompreso

Ho lasciato Sydney qualche giorno fa per quello che deve essere un viaggio alla scoperta di un continente incompreso, lontano, dove cultura tribale si mescola con una civiltà moderna caotica ma ricca di spunti positivi e con una voglia e grinta di vivere che a volte invidio davvero. Non conosco ancora molto di questo paese. La gente è aperta e rilassata, saluta e sorride. La vita sembra spesso leggera e nel sole che sempre splende caldo, trovo quasi con certezza una risposta. Per gli australiani bianchi questa è la terra dell’orgoglio, della scoperta, il nuovo mondo che tutti sognano e scrivono, dove viaggiare è di moda,  dove tutto si può fare. La popolazione è composta da appena 18 milioni di abitanti. I nativi del posto, gli aborigeni, credo non sentano questo profondo senso di appartenenza ad un ideale di nazione. Per loro che sono i veri australiani, l`attaccamento alla madre-terra che dà vita e fa vivere è un modo di essere semplicemente innato. I grattacieli delle grandi città sono specchi di un progresso giovane che a loro, come a me, europeo, non dà spazio. E come il giovane aborigeno lascia la famiglia in età adulta così  anch’io lascio la più grande città australiana per dirigermi verso Nord, spinto dalla voglia di osservare e descrivere. Il treno ora corre silenzioso lungo le sterminate pianure ad Est del continente, taglia le colline e si ferma in piccolo paese a raccogliere i pochi passeggeri in rotta per Brisbane. Ci sono piantagioni di banane sui declivi esposti al sole; gli Italiani nel dopoguerra furono tra i primi a farne qui un business che ancora è  fonte di rendita in questa zona costiera del Nuovo Galles del Sud. A volte mi sorprende la drammaticità  del paesaggio, una drammaticità tutta soggettiva. E’ una mescolanza di impatti visivi, di sensazioni  istantanee, di luci ed ombre, di singoli pensieri che ho nella mente. Alberi sparsi tappezzano distese di  erba secca che in un istante mi ricorda la savannah dei documentari, mentre i raggi del sole passano appena tra tronchi e i rami che l’uomo ha bruciato per lasciare spazio al pascolo. Gli animali, bestiame e canguri, sono con me spettatori di questo tramonto dal sapore africano. Sento in me la voglia di vedere, socializzare e sentirmi parte di un qualcosa o qualdove che mi pare non mi basti mai. Il rapporto con  i  locali è stato fino ad ora positivo ed una coppia di amici, Natalie e Glenn, mi attendono in un paese a poche ore di treno dalla mia ultima tappa. Ero stato loro ospite l’anno scorso durante il mio primo viaggio nel continente australiano ed ora ho la possibilità di passare nuovamente qualche ora in loro compagnia e vedere il loro piccolo Jack di appena quattro settimane. E’ buio fuori, ormai. E i colori tenui del cielo all’orizzonte mi danno un senso di libertà che mi fa sorridere. Il mio viaggio continua. / CONTINUA

DALLA PARTE DEI BAMBINI 

Rubrica curata da Greta Blu ( greta_blu@hotmail.com )

PROGETTO "ADOTTIAMO POLLICINO"

COS’E’ IL PROGETTO “ADOTTIAMO POLLICINO” - Aquilone Blu, associazione onlus impegnata nella tutela dell’infanzia contro abusi ai minori e pedofilia, ha da tempo attivato l’importante Progetto Solidarietà di cui fa parte “ADOTTIAMO POLLICINO”. Il Progetto Solidarietà nasce dalla convinzione che ognuno di noi, anche con minimo impegno, può aiutare chi ha bisogno. Aquilone Blu raccoglie giocattoli, giornalini, libri, vestiti per bambini –usati e non- per destinarli a famiglie che vivono situazioni di disagio economico o sociale, ad associazioni e gruppi che operano nel mondo del volontariato, oratori, centri di accoglienza e case famiglia che ospitano minori in difficoltà.

CHI E’ POLLICINO - “LA CASA DI POLLICINO” è un servizio residenziale per minori, ossia una casa famiglia finalizzata ad accogliere vittime di abuso e maltrattamenti. E’ gestita dalla Cooperativa Sociale Spazio Incontro di Formia (Latina) che da tredici anni si occupa del mondo dell’infanzia e dell’adolescenza, attuando una serie di attività che hanno un duplice finale: la promozione di una rinnovata cultura dell’infanzia e di un nuovo modo di interagire con i bambini; la salvaguardia del benessere psicofisico del minore. POLLICINO è anche un servizio di linea telefonica attivato nel 1998 che offre ascolto e rilevazione del disagio minorile, informazione e consulenza in ambito psico/sociale e giuridico e al quale poter segnalare varie forme di abuso all’infanzia; POLLICINO è altresì impegnato in campagne promozionali sulla diffusione dei diritti dei bambini e delle bambine, in itinerari formativi sulla salute ed il benessere dei minori e nella informazione e divulgazione sui temi della prevenzione dell’abuso all’infanzia. La Cooperativa vede al suo interno la presenza di figure professionali qualificate e specializzate quali animatori socio-culturali ed assistenti sociali, psicologi e pedagogisti, consulenti legali, sociologo ed istruttrice ISEF.

UN AIUTO CONCRETO - Un tuo gesto semplice ma concreto farà sorridere i ragazzini meno fortunati che vivono nella CASA DI POLLICINO: la loro età è compresa tra 11 e 17 anni. Hanno vissuto la terribile esperienza dell’abuso e del maltrattamento.  Adotta anche tu POLLICINO e regalagli un sorriso: con un versamento di 15 € all’anno potrai aiutare la Cooperativa Sociale Spazio Incontro a sostenere le spese di mantenimento, l’acquisto di beni di prima necessità. Hanno bisogno di tutto, e ne hanno diritto. Contribuisci anche tu a realizzare il sogno di questi ragazzi: un futuro migliore, una nuova vita non con orchi cattivi ma adulti responsabili che li aiutano e li rispettano. Puoi fare il tuo versamento sul c/c postale di Aquilone Blu N. 40626285 con causale “Progetto Adottiamo Pollicino”.  Aquilone Blu onlus – Via P. Gobetti 3 – 10015 IVREA (To) telefono: 340-6660655 - www.aquiloneblu.org  info@aquiloneblu.org

PAROLE IN LIBERTA'


Rubrica curata da Vincenzo Andraous ( vincenzo.andraous@cdg.it - Tel. 0382 3814417)

 
Vincenzo Andraous è nato a Catania il 28-10-1954,  una figlia Yelenia che definisce la sua rivincita più grande, detenuto nel carcere di Pavia, ristretto da ventinove anni e condannato all’ergastolo “FINE PENA MAI”. Da otto anni usufruisce di permessi premio e lavoro esterno in art.21, da due anni e mezzo è in regime di  semilibertà svolgendo attività di tutor-educatore presso la Comunità “Casa del Giovane “di Pavia. Per dieci anni è stato uno degli animatori del Collettivo Verde del carcere di Voghera, impegnato in attività sociali e culturali con le televisioni pubbliche e private, con Enti, Scuole, Parrocchie, Università, Associazioni e Movimenti culturali di tutta la penisola,  Circa venti le collaborazioni a tesi di laurea in psicologia e sociologia; E’titolare di alcune rubriche mensili su riviste e giornali, laici e cattolici; altresì su alcuni periodici on line di informazione e letteratura laica, e su periodici cattolici di  vescovadi italiani; ha conseguito circa 80 premi letterari; ha pubblicato sette libri di poesia, di saggistica sul carcere e la devianza, nonché la propria autobiografia; “Non mi inganno” edito da Ibiskos di Empoli; “Per una Principessa in jeans”   edito da Ibiskos di Empoli; “Samarcanda” edito da Cultura 2000 di Siracusa; “Avrei voluto sedurre la luna“ edito da Vicolo del Pavone di Piacenza; “Carcere è società” edito da Vicolo del Pavone di Piacenza; “Autobiografia di un assassino-dal buio alla rinascita” edito da Liberal di Firenze; “Oltre il carcere” edito dal Centro Stampa della “Casa del Giovane” di Pavia.

AL VICOLO CIECO

Qualche tempo addietro scrissi alcune riflessioni sul carcere, sostenendo che esso è sempre più costretto a vivere del suo, è sempre più “obbligato” a mancare alle auspicate attese della collettività, nell’impossibilità quindi di partorire giustizia e speranza. Scrissi dei tanti suicidi e  dei troppi silenzi. Ricordo che fui accusato di falsare i dati, di stravolgere la realtà, di mistificare la verità. Fui indicato come uno scrittore che non sapeva dare conto della propria scrittura, cioè del valore delle parole. Con sorpresa, alcuni giorni dopo, un grande giornale pubblicò un servizio che confermava le mie tesi, i suicidi in carcere sono effettivamente aumentati drammaticamente. Soprattutto, ribadisco io, si è deteriorata quella solidarietà e partecipazione costruttiva tra il dentro e il fuori.  Quel  collante-riabilitante a fatica edificato negli ultimi anni. Solidarietà che non è un sentimento pietistico né parente lontana di un’assistenzialismo passivo, bensì è un preciso interesse collettivo, affinché alla giusta condanna del colpevole si affianchi quella prevenzione-accompagnamento che consente di combattere la recidiva dilagante. Nel silenzio e nell’indifferenza colpevole, spesso mi sono chiesto qual’è il volto nascosto dietro le righe di una notizia. Qual è il volto e la storia dell’ultimo uomo scivolato in “SCACCO MATTO” in un carcere. Quanto quest’ennesimo suicidio risarcisce  in termini di umanità, al di là della mera notizia? Per  quanto concerne il carcere penso che non tutto ciò che accade nell’ambiente penitenziario è arbitrario, illegale, ingiusto, forse è solo il risultato del nulla prodotto, appunto, per mancanza di un preciso interesse collettivo o meglio della sua comprensione sensibile. Perciò a nulla vale il nuovo Ordinamento Penitenziario, il rafforzamento degli Agenti di Polizia Penitenziaria, e di contro la negazione di ogni pietà attraverso la concessione di un indulto o di una amnistia. Se non interverrà un vero ripensamento-intervento  culturale, c’è il rischio di precipitare all’indietro: in una proiezione dell’ombra che non accetta né consente  spazi di ravvedimento. Non è il caso  di avvitarsi  nel pessimismo,  di arrendersi non se ne parla, perché come ha detto Don Franco Tassone Responsabile della Comunità Casa del Giovane di Pavia: “occorre vincere l’ultima battaglia”. Infatti sono  convinto che anche fra le mura di un carcere ci sono uomini consapevoli dell’esistenza di leggi morali, oltre che scritte. Ci sono uomini che possono riconoscere le leggi dell’armonia sociale, quelle leggi che ad  un certo punto si è pensato di poter dimenticare. Però penso anche a quell’uomo, l’ultimo della serie che s’è impiccato. A quel volto, a quel cappio al collo, e intravedo l’importanza di demolire i ghetti mentali, di per sè espressione di quello spirito umano… spesso incatenato.  Penso allora a questa vita, che è tutta da vivere sempre e comunque, proprio perché è un ‘avventura incerta, e incerta significa che si patisce, si soffre, si cade, e si arriva alla coscienza della poca conoscenza, dei tanti motivi che sfuggono. Non conosco il volto strozzato in quel carcere, ma comprendo la difficoltà  dell’accettazione del dolore, il che in una parola sottenderebbe assenza di saggezza. So bene  quant’è difficile agguantarne l’orma, e quanto a volte ciò sembri lontano, sebbene così straordinariamente vicino, al punto da non vederne neppure l’ombra. In un carcere è  difficile perforare quella superficialità che è corazza a difesa, il “muro di niente” contro cui cozziamo e moriamo. E’ davvero difficile raggiungere quella falda profonda a nome interiorità, navigando tra anse e anfratti, scogli e derive per arrivare a quell’essenza che può dirci di cosa siamo capaci, e addirittura svelarci  il significato da dare alla vita. Qualcuno ben più illuminato di me ha detto che, forse, il significato della vita, propriamente,  non va cercato: dobbiamo solo aiutarlo a rivelarsi e quindi accoglierlo. Fuggire da noi stessi, dalla realtà stretta di una cella, annullando il significato della propria esistenza, non giustifica la colpa, né le ragioni che ci inducono a farla finita. Tanto meno indurrà la società a chiedersi se questo ultimo gesto è lecito, e se è morale. Ancor meno spingerà a domandarsi se per caso Dio non sia morto proprio dentro la cella di un carcere, ipocritamente descritto come  un luogo di speranza, mentre permane un luogo di morte.  Forse sarebbe il caso di ripensare davvero alla possibilità di un carcere a misura di uomo, anche dell’ultimo degli uomini. Di come il detenuto, oltre alla propria condanna, sconti una ulteriore sanzione, quella di morire a tempo determinato. Perché in carcere, oltre alle ben note etichette, stigmatizzazioni e umiliazioni, va di moda la flessibilità, non quella del lavoro né della pena: umana, dignitosa, condivisa. Si tratta di flessibilità nel risolvere i problemi endemici che soffocano l’ Amministrazione Penitenziaria, la quale pare muoversi come la nostra evoluta società, che cresce, si educa, si realizza pari passo con l’imbarbarimento dei sentimenti e dei valori, scambiati per medaglie e successi da conseguire a tutti i costi. Io sono un detenuto, lo sono da trent’anni. Scrivo, leggo, lavoro, ascolto e penso, ho gratitudine sincera per chi mi ha aiutato ad essere ciò che sono oggi, sono consapevole delle difficoltà in cui vive il carcere, e ancor di più quelle in cui sopravvive l’uomo detenuto. Sono conscio che le utopie, la pietistica, fanno solo male a entrambi. E’ urgente smetterla con le solite frasi fatte, luoghi comuni, e fredde didascalie. In carcere non si muore solamente per le strutture vecchie e malandate, né per l’assenza cronica di  Operatori.  In galera ci si perde per sempre, perché è un luogo separato davvero, da una società che corre all’impazzata al supermercato delle suggestioni, degli ideali venduti a buon prezzo, della fede che non è amore che libera, ma fatica di pochi momenti. In carcere è morto un altro uomo? I mass-media hanno sparato a zero sul sistema, hanno detto che si è suicidato, per l’invivibilità della prigione, per il peso del proprio reato, per la solitudine imposta…Ma ecco che le parole assumono la cantilena di un nuovo e altrettanto inaccettabile epitaffio, perché anche negli Istituti  di più recente costruzione,  dove ci sono pochi detenuti, più operatori, e spazi di vivibilità umana in abbondanza, un altro detenuto si è tolto la vita. Non c’è bisogno di richiamare per forza una fratellanza allargata, di ripetere “mio Dio…”, penso piuttosto che occorre ritornare a una coerenza che non è spendibile con le sole parole. Una coerenza che riporta al centro l’essere umano, con l’attenzione vera per chi subisce il dolore dell’offesa tragica, e con l’attenzione sensibile che non è accudente, né giustificante, ma un preciso interesse collettivo, affinché l’uomo possa migliorare e trasformarsi. Bisogna bandire le ciance, e chiamare per nome le mancanze, le assenze, gli incitamenti che inducono a non pensare a chi cade, ma spronano a seguire chi ben cammina…. poco importa se calpestando chi arranca. Eppure non tutto viene per nuocere, infatti questa epidemia di suicidi e di numeri a scalare forse risolveranno il problema asfissiante del sovraffollamento, e, perché no, anche quello della spesa pubblica: e per mantenerne uno in meno, e per non costruire altri penitenziari… pardon, “molok” nelle nebbie transilvane.

PAROLEALTRE

 
Un po' d'argento
 
"Rabbì, che cosa pensi del denaro?" chiese un giovane al maestro.
"Guarda dalla finestra", disse il maestro," cosa vedi?"
"Vedo una donna con un bambino, una carrozza trainata da due cavalli e un contadino che va al mercato".
"Bene. Adesso guarda nello specchio. Che cosa vedi?"
"Che cosa vuoi che veda rabbì? Me stesso, naturalmente".
"Ora pensa: la finestra è fatta di vetro e anche lo specchio è fatto di vetro. Basta un sottilissimo strato d'argento sul vetro e l'uomo vede solo se stesso".
 
Siamo circondati da persone che hanno trasformato in specchi le loro finestre. Credono di guardare fuori e continuano a contemplare se stessi. Non permettere che la finestra del tuo cuore diventi uno specchio. 
 
 

SITI AMICI


1) Agenzia di Stampa Missionaria www.misna.org
2) www.altravicenza.it è il sito di Altravicenza, che ha sede presso la Casa per la Pace di Vicenza.
3) Da Monteforte d'Alpone... www.stilelibero.org
4) ARCI di Verona www.arci.verona.it
5) Biblioteca di Nogara (VR): http://digilander.iol.it/biblionogara
6) Terre Libere, altre forme di comunicazione www.terrelibere.it
7) Notiziario femminile www.femmis.org
8) Agenzia di stampa: www.consumietici.it
9) Giovani e missione... www.giovaniemissione.it
10) L'importante network italiano dell'informazione ecologica: WWW.PROMISELAND.IT
11) Pedagogisti on line: www.educare.it
12) Rete Lilliput: www.retelilliput.org
13) Il sito dell'Associazione no profit «Progetti Alternativi per L'energia e l'ambiente» www.paea.it
14) Antimafia2000 www.antimafiaduemila.com
15) Il mondo dei bambini nelle proposte di www.aquiloneblu.org  e Greta Blu :-) http://digilander.iol.it/Gretablu/
16) Dall'omonima associazione no profit www.fagianinelmondo.it
17) Nuovo sito web per l'omonima associazione nazionale www.chiamafrica.it
 
 
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