il GRILLO parlante
per un'informazione equa e solidale nell'Est veronese
 
supplemento a "la Voce Civica", Aut.Trib.VR n.1215 del 27 maggio 1996
Direttore Responsabile ed Editoriale: Amedeo Tosi
Redazione:  località Praissola 74/b - 37047 San Bonifacio (VR)

La responsabilità degli articoli e delle informazioni è tutta ed esclusiva dei rispettivi autori. il GRILLO parlante ospita volentieri ogni opinione e si assume la responsabilità degli articoli a cura della Redazione e di quelli non firmati.
 
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PRUDENZA
"Ogni corso d'acqua ha la sua sorgente"
(proverbio Zulu - nazione: Sudafrica)
 
Appuntamenti da non perdere
Inviaci gli appuntamenti organizzati dalle associazioni del tuo paese! grilloparlante@mbservice.it
 
 
PIGOTTE PER L'UNICEF
 
Alcuni bambini della scuola Giuliari di Verona, assieme ad altri, di molte scuole d'Italia, hanno costruito delle pigotte, meravigliose bambole di pezza simili a quelle di una volta. Hanno collaborato, oltre alle insegnanti, anche mamme, nonne e zie: un vero lavoro di squadra! Verranno "adottate" da chi le vuole acquistare e il ricavato servirà per aiutare l'Unicef. Le nostre pigotte sono state esposte sabato 8 dicembre all'interno della libreria Demetra di Via Leoni e domenica 9 dicembre nel banchetto Unicef in Piazza Bra (angolo Via Roma) Verona. Le nostre pigotte vi aspettano. PER INFORMAZIONI: i3zanca@libero.it
 
11/12/01 - Praissola di San Bonifacio (VR) - Scuola del villaggio con Enzo Coltro e Antonio Corain
 
Presso la "Scuola del villaggio" della parrocchia di S.Giuseppe Lavoratore in Praissola (quartiere di San Bonifacio) i poeti-scrittori Enzo Coltro e Antonio Corain parleranno di «Natale al focolare". Inizio ore 20,30, Sala San Giuseppe.

11/12/01 - Verona - Incontro con Richard Mason

Sei invitato al  «Punto Einaudi» di Via Fama 6c (Verona), "CAMMINANDO POESIA" martedì 11 dicembre 2001, dalle ore 16.00 alle 20.00, nello spazio aperto di via Fama " GIOVANI SCRITTORI PER GIOVANI LETTORI" a colloquio con: RICHARD MASON, autore di "Anime alla deriva". Introduce: Laura Zanetti. Intervengono: Zeno Fatti (musicista) e Christian Cristoforetti (poeta), Finalisti Premio Campiello Giovani, Acrostici e dintorni, Giovani Poeti della Valpolicella, Marco Campedelli e... Coordina: Nadia Scardeoni

12/12/01 - Arcole (VR) - Incontro con Gaetano Bellorio

L’Università Popolare di Arcole è felice di invitarti mercoledì 12 dicembre ore 21,00 presso la sala civica per un serata speciale. incontreremo e “ciacolaremo” con lo scrittore veronese, GAETANO BELLORIO, autore de “IL SILENZIO DEI PROFETI”. Saranno presenti anche la professoressa Elisa ZOPPEI e l’attore Franco CAPPA che ci aiuteranno  ad entrare nel testo con la lettura di alcuni brani scelti Sarà una serata ricca di belle emozioni e saremmo felici di condividerle anche con te… TI ASPETTIAMO.

12/12/01 - Venezia - Endometriosi

ll Comitato Pari Opportunita' dell'Unviersita' Ca' Foscari di Venezia organizza il giorno 12 dicembre 2001 una tavola rotonda sull'endometriosi. Informazioni: lamon@oink.dsi.unive.it

13/12/01 - San Bonifacio (VR) - Globalizzare la pace, la giustizia, la speranza

L'Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani di San Bonifacio promuove un incontro con Edo Patriarca (Presidente nazionale dell'AGESCI, e padre Silvano Nicoletto (Superiore Provinciale dei padri Stimmatini) sull'attualissimo tema: «Globalizzare la pace, la giustizia, la speranza». L'incontro si terrà presso la sala civica "Barbarani" di via Marconi (San Bonifacio), alle ore 20,45.

13/12/01 - S. Zeno di Colognola ai Colli - ACQUE MINERALI IN BOTTIGLIA E SALUTE

Il Gruppo CONSUMO CRITICO Val d'Illasi - Bilanci di Giustizia organizza un incontro pubblico su: "ACQUE MINERALI IN BOTTIGLIA E SALUTE". Relatore Paolo Berni, Naturopata e Presidente della Coop. Alimentazione e Scienza, Giovedì 13 dicembre 2001, ore 20,30 presso Sala parrocchiale di S. Zeno di Colognola. Siete tutti invitati a partecipare

14/12/01 - Verona - «Digiuniamo insieme»... per la Pace/1

Venerdì 14 dicembre: digiuniamo insieme. Aderiamo all'invito, rivolto dal Papa a cattolici e persone di buona volontà, ad osservare venerdì 14 dicembre una giornata di digiuno durante la quale "pregare con fervore Dio perché conceda al mondo una pace stabile, fondata sulla giustizia, e faccia sì che si possano trovare adeguate soluzioni ai molti conflitti che travagliano il mondo". L'Avvento dei cristiani e il Ramadam dei musulmani entrano così in reciproca relazione. Digiuniamo insieme, in modo conviviale, per una meditazione comune rivolta alla pace. Troviamoci venerdì 14 dicembre, dalle ore 13 alle 14 (digiuno del pasto), dalle ore 19 alle 20 (digiuno della cena) alla Casa per la Nonviolenza, in via Spagna 8 (vicino alla Basilica di San Zeno) per leggere e commentare insieme testi di Gandhi, Lanza del Vasto e Aldo Capitini sul digiuno e la nonviolenza. L'invito è rivolto a tutti, laici e religiosi, credenti e non credenti.
"Il digiuno è un esercizio per non avere fame. E' semplice, basta concentrare l'attenzione sulle ragioni del digiuno. Il digiuno è l'arma favorita dei nonviolenti, perché l'aggressività naturale ha le sue radici nella fame; la fame dà i denti al lupo e lo getta contro la preda. L'aver fame esaspera gli istinti aggressivi. Dunque il digiuno li placa" (Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto - Shantidas)
Chi lo desidera potrà versare il denaro corrispettivo dei pasti non consumati, per sostenere iniziative nonviolente. E' un modo concreto per opporsi alla guerra: SE VUOI LA PACE, FINANZIA LA PACE

14/12/01 - Verona - «Digiuniamo insieme»... per la Pace/2

Una resistenza spirituale contro le violenze e le guerre: Digiuno per la pace a Verona. Davanti alla spirale di violenze che sta insanguinando  l'Afghanistan  e altri luoghi come il Medio Oriente, Pax Christi di Verona partecipa al  digiuno nazionale  promosso da  Pax Christi Italia  e dai Beati costruttori di pace, inteso come "forma di resistenza  spirituale contro le violenze e le guerre" e come protesta verso il digiuno coatto di tanti popoli e di tante persone (ogni giorno muoiono di fame circa 40.000 esseri umani!) ; aderisce con entusiasmo al  grande digiuno inter-religioso  convocato dal papa Giovanni Paolo II per il 14 dicembre  e  all'iniziativa veronese,  promossa dal vescovo Flavio Roberto Carraro  (e da altri)  "luce per Betlemme"  che può diventare momento significativo di una urgente diplomazia di pace. Per quanto riguarda la situazione medio-orientale,  Pax Christi ribadisce l'idea che la  sicurezza comune si basa sul rispetto dei diritti umani e della giustizia espressi più volte da varie risoluzioni dell'ONU; ripropone  Gerusalemme  come sede dell'ONU  fino al termine dei conflitti armati; ritiene essenziale  promuovere  il valore e il metodo della nonviolenza come mezzo per superare la realtà di oppressione del popolo palestinese e la spirale devastante delle vendette, delle ritorsioni e delle violenze. La città di Verona  può diventare ambasciatrice di pace  sia rilanciando  il  gemellaggio con  la  palestinese Betlemme  e con l'israeliana Ranana,  sia sollecitando un'azione adeguata del governo italiano e della comunità europea. Nei giorni del digiuno (10-15 dicembre), assieme alla campagna "luce per Betlemme",  si ritiene importante sostenere  iniziative di solidarietà con strutture sanitarie e assistenziali palestinesi (al riguardo,  fin dal 2000 è in atto una campagna di solidarietà, promossa da numerose associazioni, per la quale è aperto un conto corrente  -n. 507080 presso la Banca Popolare Etica di Padova, intestato "Solidarietà Palestina";  sono anche attive linee di cooperazione che fanno riferimento alle "donne in nero") . Al termine della settimana,  Pax Christi si troverà sabato 15 (ore 16) presso il Santuario della Madonna dell'Uva Secca  a Povegliano  per un incontro di spiritualità, per contemplare il mistero di Gesù Cristo bambino, "nostra pace" e novità di vita.

15/12/01 - Verona - Assemblea Rete Lilliput

«UN MONDO DIVERSO E’ POSSIBILE!». RETE LILLIPUT – NODO DI VERONAconvoca l'ASSEMBLEA PROVINCIALE SABATO 15 DICEMBRE, alle ore15 presso la sede della Fraternità, piazza San Francesco d'Assisi (lato chiostro del convento di San Bernardino) ORDINE DEL GIORNO: funzionamento del nodo di Verona: costituzione dei gruppi di lavoro; ruolo della segreteria; sviluppo dei gruppi tematici: impronta ecologica, pace, stili di vita praticabili, osservatorio politico, ruolo del coordinamento; ruolo dell'assemblea. Non vogliamo occuparci solo di problemi organizzativi. Vogliamo continuare a promuovere concretamente gesti e spazi di informazione e solidarietà, con l’intento di suscitare una giusta coscienza critica nella convivialità ed in libertà. Sulla attuale situazione internazionale, la Rete Lilliput afferma con forza che LA GUERRA NON ELIMINA IL TERRORISMO, PERPETUA LA STRAGE DI INNOCENTI TRA I PIÙ POVERI DELLA TERRA, SVILISCE RADICALMENTE IL RUOLO DEGLI ORGANISMI INTERNAZIONALI POSTI A TUTELA DELLA PACE E DEI DIRITTI UMANI. Chiuderemo quindi la nostra assemblea con un corteo-fiaccolata per la pace che partirà alle 18,30 dallo stradone Provolo (lato Castelvecchio) e raggiungerà piazza Brà. Soprattutto a questa conclusione in corteo sono invitati tutti, uomini,donne e associazioni, che si sentono accomunati dal rifiuto della guerra come soluzione dei problemi.  Facciamo nostro l'appello di Emergency e invitiamo tutti a partecipare con un segno bianco (un fiocco, uno straccio o qualsiai cosa) che renda visibile la nostra scelta.

15/12/01 - Velo Veronese - Il prete dei castagnari

La Falìa di Velo Veronese sarà presente SABATO 15 dicembre alle ore 21.00 presso il teatro di Santa Teresa a Verona, per presentare il libro di Alessandro Anderloni "Il prete dei castagnari".  Il libro racconta la vita di don Alberto Benedetti, parroco di Ceredo e prete "scomodo", "anarchico", etichettato in vari modi, ma che noi chiamiamo semplicemente "prete libero". Il coro raccontando il libro a più voci e intervallando le canzoni di Bepi De Marzi, farà sentire la sua voce di protesta contro la Guerra, contro tutte le guerre che si fanno per i soldi, soldi, soldi! E proseguirà il grido disperato del prete costretto a tacere e a restare nella sua casa di Ceredo fino alla sua morte, perchè diceva la VERITA'. (Fonte: Associazione Culturale Le Falìe di Velo Veronese giuliacorradi@libero.it)

15/12/01 - Povegliano (VR) - Pensieri di pace

Sabato 15 dicembre, ore 16, presso la Madonna dell'Uva Secca (Povegliano - VR) incontro di spiritualità conviviale sul tema: "Io penso pensieri di pace" coordinato da fratel  Marco Barozzi.

15/12/01 - Verona - Emergency e il popolo afghano

Il Circolo Fagiani nel Mondo, Legambiente ed Emergency organizzano presso Corte Molon (via della Diga 17, proseguendo per il Lungadige Attiraglio) una serata in appoggio ad Emergency, che presenterà le proprie attività in Afghanistan. Seguiranno la cena (posti già esauriti) e la proiezione del video Soran non aver paura. Ritrovo alle ore 19,45. Per informazioni, tel. 0458032387 e 045918145 . 

15/12/01 - Verona - Diritti e doveri in carcere

Sabato 15 dicembre, presso la Sala Convegni della Banca Popolare (Palazzo Forti – Via Zambelli – Verona) si terrà il convegno sul tema: «Diritti e doveri in carcere» presentazione della “Guida per i detenuti” dei penitenziari del Veneto. Molti gli enti pubblici e le associazioni proponenti. Nel corso dell'incontro regionale interverranno: Carmelo Cantone (Direttore della Casa di Reclusione di Padova), Lucia Cominato (Presidente Centro di Servizio per il Volontariato di Rovigo), Antonio De Poli (Assessore alle Politiche Sociali della Regione del Veneto), Ornella Favero (Redattrice di Ristretti Orizzonti), Carlo Furlan (Presidente Centro di Servizio per il Volontariato di Verona), Massimo Guglielmo (Referente “Sportello giustizia” dei CSV del Veneto), Francesco Maisto (Sostituto Procuratore presso la Procura Generale di Milano), Giuseppe Mosconi (Docente Sociologia Diritto Università di Padova), Antonio Stivanello (Vice Responsabile Dipart. Dipendenza ASL 16 di Padova), Giovanni Tamburino (Direttore Ufficio VI “Studi e Ricerche” del D.A.P.), Ettore Ziccone (Provveditore Triveneto Dipartimento Amm.ne Penitenziaria).

15/12/01 - Castel d'Azzano (VR) - Bilanci partecipativi. Invitati due sindaci peruviani

SABATO 15 dicembre 2001 alle ore 10,00 presso l'Aula MAGNA Scuola MEDIA di Castel d'Azzano (VR) (ingresso laterale), con la collaborazione del "MOVIMENTO LAICI PER L’AMERICA LATINA" è convocato il CONSIGLIO COMUNALE aperto alla Cittadinanza per accogliere ARNULFO MEDINA e DANIEL ESIA, SINDACI in PERU’ (America Latina). Ordine del Giorno: "CONFRONTO TRA ESPERIENZE DI BILANCI PARTECIPATIVI". Il "bilancio partecipativo" è la possibilità, per gli abitanti dei vari quartieri, di definire democraticamente e molto concretamente l’uso dei fondi comunali. In altri termini, di decidere quali infrastrutture creare o migliorare, e di seguire passo passo l’evoluzione dei lavori e i percorsi degli stanziamenti. Si tratta di costruire tra la popolazione e il Governo locale uno spazio politico, costruito liberamente dalla partecipazione diretta della popolazione combinando così l’idea di democrazia rappresentativa con quella partecipativa. Per dare voce alle necessità e alle istanze della società civile, con il coraggio di realizzare un’amministrazione trasparente, migliaia di associazioni e movimenti si sono già riuniti per affermare che "un altro mondo è possibile". Ognuno di noi con la propria "CITTADINANZA ATTIVA" e il proprio "CONSUMO CRITICO" può contribuire a costruire una nuova economia, un’economia reale in grado di garantire le condizioni materiali necessarie per realizzare le libertà pubbliche e private.

15/12/01 - Verona - Laina Norrè presenta "Agharti"

La regista veronese Laina Norrè presenterà sabato 15 Dicembre ore 18,00 al Cinema Centro Mazziano (Verona) il suo nuovo film "Agharti". Girato a Verona in zone desolate e suggestive di città e provincia come scenario post-apocalittico, Agharti è un progetto ambizioso, dalla sceneggiatura complessa, un film corale e introspettivo, non senza momenti d'azione, una storia simbolica sull'umanità in bilico tra la speranza e la disperazione. E' incredibile l'attualità di questo lungometraggio per il quale sono stati necessari due anni di riprese e sei mesi di montaggio. Agharti svelerà l'inacessibile agli occhi degli spettatori? (Antonio Bulbarelli, Laina Norrè, Marco Romagnoli jvrom@tin.it)

20/12/01 - San Bonifacio - "Le cassette" di Maffeo d'Arcole

Giovedì 20 dicembre, alle ore 20,30 presso il Cinema Cristallo di San Bonifacio verrà proiettato il film di Maffeo d'Arcole "Le cassette". Tema del film, il racconto della vita contadina e delle mondine nella zona dell'Est veronese. Da non perdere! L'appuntamento rientra all'interno del palinsesto "Natale Arcolese".

dal 29 al 31/12/01 - Locri -  Percorsi di liberazione a partire dai Sud

Nei giorni immediatamente precedenti la Marcia per la pace (Senza perdono non c'è pace)  che - lo ricordiamo - quest'anno si svolgerà a Locri, si terrà un convegno dal titolo: Le violenze della globalizzazione. Percorsi di liberazione a partire dai Sud del mondo. L'incontro avrà luogo presso il Teatro dei Salesiani a partire dalla sera del 29 fino al 31 dicembre 2001. Si prevedono gli interventi di Mons. Giancarlo Bregantini - Vescovo di Locri-Gerace, Diego Cipriani, Tonino Perna, Beppe Lumia, Giovanni Mazzillo, Vincenzo Salvati. Il convergno sarà arricchito dalla presenza di numerosi testimoni del Sud del mondo. Mons. Bregantini parlerà del senso della nonviolenza a partire dal vangelo (il re non si salva per un forte esercito); la nonviolenza sarà posta a confronto dei temi cruciali dell'economia di mercato, della criminalità organizzata, e della guerra.  A partire dalla parola di Dio e dalla profonda conoscenza delle condizioni di vita del sud italia, don Gianni Mazzillo e don Vincenzo Salvati tracceranno l'itinerario possibile per un autentico percorso di incontro tra le persone e di liberazione da ogni schiavitù. L'accoglienza avverrà presso le famiglie delle città di Locri e di Gerace e stiamo cercando di ridurre al minimo tutte le spese di segreteria e soggiorno. Per questo aspettiamo numerosi coloro che vorranno unire la partecipazione alla Marcia ad una vera e propria preparazione che porti a conoscere meglio le strade da percorrere per essere autenticamente nonviolenti e saper rispondere alle sfide dell'oggi. Maggiori informazioni presso la segreteria nazionale di Pax Christi (tel. 080/395.35.07 - e-mail: info@paxchristi.it).
 
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IN PRIMO PIANO

Ciotti: quel digiuno comune punta in Alto

Per don Luigi Ciotti la proposta del Papa di una giornata di digiuno per la pace è «enorme e necessaria». In direzione di un'autentica fratellanza, che è molto di più del semplice dialogo. Parla delle ferite poco raccontate di questa guerra, e del dovere di accogliere «senza riserve» i «fratelli» dell'islam, «anche se - aggiunge - non bisogna dimenticare che ci sono reti criminali che fanno riferimento all'islamismo fondamentalista di grande pericolosità e diffusione. Presenti anche in Italia, come recenti indagini stanno mettendo in evidenza. Reti e criminali rispetto a cui occorre esplicitare, a voce forse più alta e decisa di quanto non si stia facendo, una rigorosa denuncia morale, culturale e politica, e auspicare una severa e decisa repressione. Sono reti che da tempo lavorano nell'ombra, anche in città italiane, che talvolta cercano e trovano alleanze anche con gruppi della criminalità organizzata, come la 'ndrangheta. È grazie a queste reti, e agli ambiti di omertà e protezione di cui godono in Paesi europei e occidentali, che il terrorismo stragista può più efficacemente e impunemente colpire. C'è un grosso lavoro da fare - prosegue il fondatore del Gruppo Abele - anche in materia di paradisi fiscali dove, come già per le mafie italiane e internazionali, si intrecciano e coprono a vicenda gli interessi degli assassini del terrorismo islamico, di al Qaeda in particolare, e quelli di una finanza in doppiopetto, una criminalità di «colletti bianchi» e dalle mani sporche. Talvolta sporche di sangue delle tante vittime del terrorismo, rispetto alle quali la solidarietà dell'opinione pubblica italiana e mondiale deve essere incondizionata e priva di ambiguità.
Don Ciotti, il Papa propone una giornata di digiuno per la pace il 14 dicembre. Una proposta senza precedenti e carica di significato...
Il significato è enorme, l'iniziativa inedita e necessaria. Purtroppo, senza precedenti o quasi è anche il clima di grave e crescente tensione internazionale, la capacità distruttiva e offensiva acquisita dal terrorismo integralista di radice islamica. Inedita è fors'anche la disattenzione con cui l'opinione pubblica occidentale pare seguire gli eventi bellici: quali ne siano la legittimità e le motivazioni, occorre infatti dire che di guerra si tratta. Le pagine dei giornali sono piene di cronache, mappe e descrizioni delle forze in campo o delle polemiche politiche, ma mi pare non sia sufficientemente raccontato il dramma umano, le sofferenze e le morti che la guerra, ogni guerra, comporta. E questo nonostante il coraggio, sino al sacrificio della vita, con cui i giornalisti seguono sul campo gli avvenimenti. Dopo la «guerra televisiva» del Golfo, dopo i missili intelligenti e chirurgici nell'Iraq o nei Balcani, si è fatto strada una sorta di apatia emotiva, di separazione asettica del fatto militare dalle conseguenze che comporta. Ora la proposta del Pontefice ci richiama, con lungimiranza, generosità e autorevolezza, a una riflessione morale, ma credo anche politica. In mezzo al disquisire vuoto di troppi, il Papa ci dice una cosa semplice: il dialogo tra popoli e religioni diverse costruisce e garantisce «una pace stabile, fondata sulla giustizia». Verità semplice e potente, proprio come l'amore. Che, se sapremo aprire le orecchie e i cuori, può essere capace di frenare la corsa all'odio e di interrompere la catena di montaggio della morte alla quale sembriamo rassegnati.
Che cosa la colpisce di più della proposta del Papa, l'idea in sé, la data scelta, o il momento in cui viene lanciata?
La lettera apostolica "Novo millennio ineunte" del 6 gennaio scorso, ricordando l'invito di Gesù a Simone a prendere il largo per la pesca, si apriva e chiudeva con un invito a proseguire nella speranza Duc in altum! Questa parola ci invita a fare memoria grata del passato, a vivere con passione il presente, ad aprirci con fiducia al futuro: Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre!. Ora, mentre sul filo dell'orizzonte si scorgono non le reti dei pescatori, ma le reti del terrorismo internazionale e le sagome di portaerei e cannoniere, il primo anno del nuovo millennio sembra all'opposto chiudersi all'insegna della disperazione, della sfiducia gli uni verso gli altri, dello scontro terribile tra aree diverse e differenti riferimenti religiosi, della strage dei fratelli nel cuore degli Usa quanto nella periferia di Kabul. Fratelli e sorelle, gli uni e gli altri. Eppure, l'odierna proposta del Papa mi sembra insista sul punto: Gesù Cristo è sempre lo stesso. Sono gli uomini nel loro incurante egoismo, i governi nel loro realismo talvolta venato di cinismo, gli integralismi che soffocano nel sangue le parole della fede, siamo noi che non sappiamo riconoscerlo e accettarlo. Mi colpisce la coerenza della testimonianza e delle parole di Giovanni Paolo II nel proporci speranza. Senza speranza non c'è dialogo, senza dialogo non c'è futuro, pace stabile. Ma il futuro e la pace sono bisogni insopprimibili dell'uomo.
Più che perdersi nei dettagli, il Papa sembra invitare i credenti ad andare a fondo, alle radici della fede e all'imitazione di Cristo. Offrendo rispetto - con la data scelta - alla fede altrui come all'avvento cristiano.
Costruire la pace vuol dire scegliere la giustizia, arrendersi alla sua radicalità, riconoscersi per davvero in Gesù Cristo. Il rispetto per il Ramadan e per la fede dei seguaci di Allah è messaggio di coerenza cristiana, non di «cortesia» o semplice attenzione. L'Onu, che ha proclamato il 2001 «Anno internazionale del dialogo fra le civiltà», può anche rimanere inerte di fronte ad avvenimenti che invece vanno in direzione opposta. Ma chi crede in Cristo e nell'uomo non può esimersi dall'accettazione senza riserve di suo fratello, uomo o donna, quale che sia il colore della pelle, la lingua parlata o la religione professata. Per «vivere con passione il presente», non solo nella verticalità dei riferimenti di fede. Evitando di testimoniare per un giorno e poi magari scordarcene per i rimanenti 364. Questo vale per il Natale, come per il 14 dicembre o per il 24 gennaio, quando cristiani e musulmani pregheranno assieme ad Assisi.
Ma lei che conosce le esperienze in campo, ritiene che siano tuttora prevalenti i segni di speranza, di dialogo fra cristianesimo e islam?
Certo, quando l'odio acceca i cuori e il rumore delle bombe assorda le coscienze, si apre un fossato che può sembrare invalicabile. Però, riavvicinare i bordi della ferita diventa necessario e urgente, perché l'infezione non diventi cancrena. Nessuno, da solo, può arrivare a tanto. Ma se tutti assieme, cristiani e islamici, europei e africani, americani e asiatici, riprendiamo i piccoli passi che portano all'incontro allora il ponte apparirà come d'incanto, la ferita sarà sanata. I segni della speranza e della volontà sono ancora forse rinserrati dentro i cuori. Bisogna costruire iniziative di pace, perché gli spiragli si allarghino e i venti di guerra si smorzino, sino a spegnersi.
Qual è l'islam che lei ha incontrato e che induce a sperare?
Ha il volto del povero, del senza casa, del carcerato, del senza diritti. Non tutti se ne sono accorti, ma a margine e a causa degli attentati dell'11 settembre e del successivo clima di guerra, in tutto l'Occidente o quasi, Italia compresa, si stanno approvando leggi di emergenza. Questo non produrrà grandi difficoltà ai soldati di al Qaeda, ma ulteriore emarginazione per i tanti immigrati, molti di fede musulmana, presenti nelle nostre strade, negli anfratti della nostra società. L'eredità tremenda che gli attentati dell'11 settembre e la guerra attuale lasceranno, temo a lungo, è la paura e la diffidenza verso gli stranieri in generale e i musulmani in particolare. Di recente sono stato a un convegno nel carcere di Padova: proprio lì, nelle celle, ho trovato i segni della speranza e la voglia di dialogo tra detenuti italiani e arabi che discutono e lavorano assieme nella redazione del giornale del penitenziario. La speranza, molto spesso, è un dono che ci viene dagli ultimi, da quelli che releghiamo ai margini, per pregiudizio. Ma a noi che ci accapigliamo nei dibattiti televisivi seduti in comode poltrone, è significativo che parole di pace arrivino proprio da chi vive sulla propria pelle la tragedia dell'odio, del sangue o dell'emerginazione. Sono i segni della speranza che dobbiamo accogliere e fare nostri. (Angelo Picariello)
 
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SOLIDARIETA'

 
APPELLO: PACE IN PALESTINA
 
Nella riunione tenutasi il 24 ottobre 2001 a Milano, convocata dall'Associazione di Amicizia Italia Palestina e dal Comitato Salaam è stato deciso di lanciare un appello, sul quale raccogliere l'adesione di singole personalità del mondo politico, sociale e religioso, nonchè di tutti i cittadini che desiderano azioni concrete per la pace in Palestina, e la fine delle sofferenze per la popolazione civile Vi chiediamo urgentemente di comunicarci la Vs. adesione, e di cercare ulteriori adesioni. La situazione è drammatica, e sulla base di tale appello sarà possibile promuovere ulteriori iniziative sulla base di un consenso ampio e diffuso. Vi preghiamo di fare il possibile per aiutare un popolo martoriato da una occupazione militare intollerabile e contraria al diritto internazionale.LE ADESIONI DEVONO ESSERE FATTE PERVENIRE ALLO SCRIVENTE. GRAZIE PER LA COLLABORAZIONE
Avv. Rolando Dubini (rolando.dubini@fastwebnet.it)
 
EMERGENZA PALESTINA
Per la pace giusta in Palestina
Per la protezione della popolazione civile palestineseNoi sottoscritti cittadini italiani e stranieri

Premesso che l'occupazione militare israeliana dei territori palestinesi rappresenta una grave violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite e dei diritti umani fondamentali della popolazione civile
chiediamo
al governo italiano, alle forze politiche, agli enti locali, alle associazioni laiche e religiose, a tutta la collettività di agire concretamente per i seguenti obiettivi: 1) protezione della popolazione civile palestinese, anche attraverso l'invio di una forza internazionale dell'Onu, per la difesa di tutte le vittime di una situazione intollerabile, come dimostra anche l'occupazione con i carri carmati israeliani di Betlemme (città gemellata con Milano), e i colpi sparati contro la basilica della Natività di Gesù Cristo; 2) ritiro immediato e permanente dell'esercito israeliano dai Territori dell'Autorità Nazionale Palestinese, come richiesto dall'Unione Europea e dagli U.S.A.; 3) ripresa immediata del processo di pace tra Israele e Autorità Nazionale Palestinese, fondato sul rispetto delle risoluzioni dell'Onu, delle convenzioni internazionali, sul riconoscimento del diritto inalienabile del popolo palestinese ad un proprio stato indipendente.
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MASSMEDIA e TAM TAM vari 

SITI DA VISITARE 
 
1) Pedagogisti on line www.educare.it (buon compleanno!)
2) RAC DIS GIO' 2002: News dall'Informagiovani di San Bonifacio http://infogiovani.interfree.it
3) Notiziario femminile www.femmis.org
4) Rete Lilliput: www.retelilliput.org
7) Da San Bonifacio... www.sanbonifacioonline.it
8) Da Monteforte d'Alpone... www.stilelibero.org
9) Agenzia giornalistica www.misna.org 
10) Società Aperta: www.societaperta.it
11) Gruppo Solidarietà: www.comune.jesi.an.it/grusol
12) Il paese delle donne http://www.womenews.net
13) Agenziastampa per i Consumi Etici e Alternativi www.consumietici.it

Manuale del risparmiatore etico e solidale

Cari amici, in tanti hanno richiesto il "Manuale del risparmiatore etico e solidale".
Ecco come trovarlo: cliccate su http://www.terre.it/altreconomia/botteghe.html per consultare l'elenco delle botteghe del commercio equo che lo vendono; oppure spedite in busta chiusa 5 mila lire ad AltrEconomia, piazza Napoli 30/ 6, 20146 Milano, indicando l'indirizzo e la persona cui mandare il libro; oppure fate un versamento di 5 mila lire sul c.c.p. 14008247 intestato a "Altra Economia ediz., piazza Napoli 30/ 6, 20146 Milano", indicando la causale ("Manuale"). In questo caso inviateci via fax (02-48.95.30.31) copia della ricevuta del versamento con i vostri dati. (AltrEconomia)

PER UNA GIUSTIZIA GIUSTA

Lo scontro sull'amministrazione della giustizia in Italia, innestato dall'ormai ex sottosegretario agli Interni Carlo Taormina e dal ministro Guardasigilli Roberto Castelli, è arrivato a un punto assai delicato, tale da mettere a repentaglio la salute delle Istituzioni. Le responsabilità di questo stato di cose sono sotto gli occhi di tutti: la maggioranza, dopo aver "dimissionato" il proprio viceministro, ha approvato a Palazzo Madama una mozione che ricalca fedelmente le sue tesi e quelle del ministro leghista, il quale ha pronunciato in aula l'ennesimo atto d'accusa contro i "magistrati politicizzati". Tanto da spingere la giunta dell'Associazione nazionale magistrati a un gesto senza precedenti: le dimissioni in blocco, approvate all'unanimità. In una circostanza simile non possiamo che sottoscrivere le parole pronunciate dal capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi il 21 novembre scorso a Novara:
"(...)Cardine delle moderne democrazie è il principio della divisione dei poteri, accolto e formulato, in modo esemplare, nella nostra Costituzione repubblicana; è quindi, dovere di tutti rispettare il limite delle proprie competenze. (...) Appartiene unicamente alla Magistratura la funzione giurisdizionale, che si esercita interpretando e applicando la legge. L'autonomia e l'indipendenza della Magistratura costituiscono valori intangibili, consacrati come tali nella nostra Carta Costituzionale, che vuole i giudici soggetti soltanto alla legge. (...) La giustizia è il valore fondante di ogni società. E' dovere di tutti adoperarsi perché prevalga sempre lo spirito di collaborazione istituzionale, così da superare le difficoltà e risolvere i problemi".
Invitiamo quindi il popolo di internet, i visitatori di Margheritaonline e chiunque abbia a cuore la giustizia e la democrazia di questo Paese a inviare un segnale di solidarietà all'Associazione nazionale magistrati, spedendo una  e-mail attraverso il sito http://www.associazionemagistrati.it

TESTIMONI DI GENOVA
 
Vi informiamo che è uscito, on line da oggi, il nuovo dossier dell'Agenzia nazionale d'informazione Testimoni di GeNova. I materiali sono ospitati nel sito di Carta, nella sezione agenzia, e sono reperibili all'indirizzo: http://www.carta.org/agenzia/testimoniGenova/index.htm, assieme ai precedenti dossier.Ricordiamo anche che i materiali sono no copyright, ovverto liberamente utilizzabili. Preghiamo solo, nel caso, di darcene comunicazione (testimonidigenova@noprofit.org) e di citare fonte e autore.
 
OBIEZIONE FISCALE ALLA GUERRA
 
Cari amici, dopo aver lanciato l'appello "Dalla guerra non nasce giustizia" [che trovate sulla rivista e sul sito di Carta: http://www.carta.org/editoriali/dic101.htm], vi facciamo un'altra proposta: alcuni lettori ci hanno chiesto come sottrarre una quota delle loro tasse al finanziamento degli armamenti. Per questo, nel nuovo numero Carta in edicola da oggi vi suggeriamo un percorso per fare l'obiezione fiscale alla guerra dirottando un contributo di lire 20 mila dal finanziamento degli armamenti al finanziamento di Emergency, l'associazione fondata da Gino Strada per sostenere le vittime delle guerre. La proposta la trovate sulla rivista e "cliccando" su: http://www.carta.org/campagne/pace/011206nobile.htm. .Vi chiediamo anche di comunicarci [scrivendo a carta@carta.org] la vostra adesione e le vostre considerazioni.
 
VUOI UN GOLDEN RETRIEVER?
 
Ciao ragazzi, c'è una cucciolata di 6 golden retriever. Chi ne prende uno? Altrimenti i proprietari li fanno sopprimere entro la prossima settimana. Anche se non lo prendete voi, spargete la voce, per favore. Per  informazioni rivolgersi a: savino.iacobone@sai.it .
 
RITORNA «AVVENIMENTI»
 
Vi segnaliamo l'uscita in edicola della nuova serie di AVVENIMENTI, il settimanale dell'Altritalia, a sole millelire (il primo numero). I successivi, in edicola settimanalmente dall'11 gennaio in poi, costeranno 3000 £ (1,55 euro).  Direttore responsabile: Adalberto Minucci. Direttore editoriale: Diego Novelli. E-mail: avvenimenti@yahoo.it 
 
INVITO ALLA LETTURA
 
Vi invitiamo a leggere: "Non un passo indietro", storia delle Madres de Plaza de  Mayo. Editore  "Studio G. Due" Milano. Costo      £ 20.000.

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INFORMAZIONI, RIFLESSIONI & OPINIONI

"FORZA  O.N.U."  Ipotesi per  un'istituzione nazionale dei diritti umani 

Ad aprire la grande marcia da Perugia ad Assisi nell'ottobre scorso c'era lo striscione  "Forza Onu". Nei documenti accompagnatori della marcia di Assisi e nel testo conclusivo della IV  Assemblea "Onu dei popoli", è evidente l'obiettivo di ridare all'ONU la sua centralità. Se i problemi diventano globali, solo un organismo veramente globale può essere credibile ed efficace espressione della comunità internazionale.  Nonostante il riconoscimento ottenuto con il Premio Nobel per la Pace 2001, l'ONU risulta, però, a margini degli eventi drammatici che stanno sconvolgendo il mondo. internazionale.  La Carta dell'ONU  del 1945 è ancora in gran parte inapplicata. Nel dicembre 1998, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Dichiarazione  "sul diritto e la responsabilità degli individui, dei gruppi e degli organi della società di promuovere e proteggere i diritti umani e le libertà fondamentali universalmente riconosciuti". Può essere considerata  la  "Carta dei difensori dei diritti umani".  Molti articoli, in particolare il 12, invitano ad operare in modo pubblico, istituzionalmente garantito, per la difesa dei diritti umani nella vita quotidiana e planetaria. E' urgente esercitare la sovranità di "cittadini delle Nazioni Unite"  collegandosi a persone e a organizzazioni attive nel campo della costruzione della pace e dei diritti umani.  Tra esse, nel Veneto, il Centro Studi e Formazione sui Diritti dell'Universià di Padova, alcune realtà operanti presso l'Università di Verona, le scuole, le associazioni, i movimenti. Nelle città venete, si sta concludendo un corso su  "Diritti umani, pace, sviluppo, interculturalità e solidarietà nella scuola". E' stato anche presentato il  progetto "Sensibilizzazione degli studenti del Veneto in materia di diritti umani e cultura di pace", preparato in collaborazione con  il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (Direzione generale del Veneto), l'Unicef, Amnesty International, Non c'è pace senza giustizia, Beati i costruttori di pace, Medici senza frontiere. Può maturare l'idea di promuovere o favorire iniziative per creare un' "istituzione nazionale dei  diritti umani", secondo il modello indicato dalle Nazioni Unite.  Essa potrebbe realizzarsi o tramite una legge di iniziativa popolare o per mezzo di una campagna di in/formazione.  Nella decade della diffusione della cultura della pace e della nonviolenza, promossa dai Premi Nobel per la Pace e dall'ONU, è importante porre, tra i tanti, un segnale. E' possibile collegarsi per dare corpo a questa aspirazione? (Sergio Paronetto paxchristi_paronetto@yahoo.com)

ALESSANDRO ZANOTELLI, PIETRO INGRAO ED ALTRI: DALLA GUERRA NON NASCE GIUSTIZIA

Dalla guerra non nasce giustizia Ogni vittima e' una parte di noi che muore. Ogni vita strappata all'odio della guerra e' il nostro futuro che sorge. Siamo uomini e donne che hanno un sogno in comune: un mondo piu' giusto. Questa necessita' per l'umanita' si allontana ogni volta che la comunita' internazionale si illude di risolvere i problemi di pace e di sicurezza mettendo in campo la guerra e gli armamenti. La meta' dei soldi usati per questo primo mese di guerra sull'Afghanistan avrebbero consentito a 20 milioni di esseri umani di quel paese di vivere in prosperita' e ricchezza per tutto il resto della loro vita. Con il 3 per cento dei fondi destinati alla militarizzazione dei soli e delle stelle, il cosiddetto scudo spaziale, potremmo dare acqua potabile a chi oggi vede preclusa questa vitale possibilita'. La guerra non e' solo cio' che distrugge od uccide con le armi: e' tanta intelligenza, tanta cultura scientifica, tante risorse finanziarie bruciate per la morte anziche' per la vita. Il terrorismo e' nostro nemico. Solo la pace puo' sconfiggerlo. Il terrorismo e' nostro nemico. Esso si annida e si nutre nelle tante aree di sofferenza prodotte da un sistema ingiusto. Esso e' protetto nei paradisi fiscali, nel riciclaggio di denaro sporco, dai trafficanti di armi, dai rialzi e dai crolli delle borse. Esso si e' istruito nelle principali scuole militari dei paesi che contano, ha imparato a colpire con ferocia nelle tante guerre per procura combattute per impedire la liberta' e la dignita' dei popoli. Esso non teme la guerra; che ne e' il brodo di coltura. Teme l'edificazione di un sistema di pace, dove la ricchezza del mondo sia distribuita piu' equamente, dove la convivenza sia non solo possibile ma divenga l'essenza stessa della comunita' umana. All'orrore dell'11 settembre non si puo' rispondere con la sospensione dei diritti civili, con la restrizione delle liberta' democratiche, con la riabilitazione della tortura e l'istituzione di tribunali speciali senza diritto di difesa. La democrazia che snatura se stessa per combattere i propri nemici, finisce per negare se stessa. Fermiamo la fabbrica dell'odio, mobilitiamoci per la pace. Talebani ed Alleanza del Nord, il rischio di cadere dalla padella alla brace e' altissimo. In mezzo vi e' un popolo di profughi che viaggia senza meta, tra campi pieni di mine e bande di armati e di sciacalli. E' a loro, che hanno conosciuto venticinque anni di guerra, che va il nostro pensiero. E' alle donne afghane, sepolte nel burqa e dall'oscurantismo, alle donne afghane che resistono e si battono per la pace, i diritti, la democrazia, che va il nostro sostegno e la nostra solidarieta'. E' alle organizzazioni umanitarie, alle ong, ai tanti e alle tante che in condizioni difficili difendono la dignita' dell'umanita' che va tutto il nostro appoggio. Di loro c'e' bisogno. Non di portaerei, truppe e di altre armi. Contro ogni guerra di civilta', difendiamo il valore della convivenza, i diritti dei migranti e dei rifugiati, battiamoci perche' le nostre comunita' siano accoglienti e libere da ogni forma di razzismo. Perche' il frutto della pace sara' la giustizia. Quello della guerra, ancora altra guerra. Mobilitiamoci per la pace. Il 10 dicembre, cinquantatreesimo anniversario della Dichiarazione dei diritti umani, saremo a fianco di tutti quelli che ogni giorno - e ovunque - si impegnano per i diritti umani. Come in Palestina e in Israele, dove andremo a fine anno a sostenere chi si impegna per la pace. E ricordiamo, inoltre, la scelta di chi il 14 dicembre, rispondendo all'appello del papa, fara' una giornata di digiuno per sostenere i valori della pace. Invitiamo tutti coloro che condividono questo appello a incontrarsi il prossimo 17 dicembre a Roma, alla Facolta' di Lettere dell'Universita' La Sapienza, per discutere come portare avanti il nostro impegno per la pace e la giustizia.
Alex Zanotelli, Pietro Ingrao, Vittorio Agnoletto, Fulvia Bandoli, Riccardo Barenghi, Tom Benetollo, Marco Bersani, Fausto Bertinotti, Luigi Bettazzi, Luca Casarini, Luigi Ciotti, Alessandro Curzi, Tonio Dell'Olio, Nicoletta Dentico, Domenico Gallo, Maurizio Gubbiotti, Fabio Lucchesi, Francesco Martone, Giulio Marcon, Alessandra Mecozzi, Luisa Morgantini, Giorgio Nebbia, Sabina Siniscalchi, Pierluigi Sullo.Per informazioni e adesioni: tel. 0685355081, e-mail: icsuffroma@tin.it

L'ITALIA ANTIEUROPEA, TERRA D'ASILO DEI CRIMINALI E DEI TERRORISTI
 
Non so quanti di noi si siano davvero interrogati sulla gravità e sul significato del veto del Governo italiano al mandato di cattura europeo. Su 15 Paesi, e con governi di diversi "colori politici", solo l'Italia si è detta contraria alla proposta di un mandato di cattura europeo, cioè valido in tutti i 15 Paesi aderenti: o meglio, l'Italia vorrebbe escludere dall'efficacia di tale mandato una serie di reati inerenti la criminalità organizzata. Insomma, siamo d'accordo per far arrestare i ladri di mele in tutta Europa, ma i mafiosi e i corrotti no, quelli meritano garanzie e tutele maggiori. Non so in questo momento come si sentono i tanti cittadini, onesti, che hanno votato Forza Italia e il Polo di centro-destra: non stiamo rasentando forse la vergogna nazionale?
Lascia allibiti anche la scarsa voglia di protestare che c'è nel Paese, quasi che fossimo già rassegnati a vivere in uno Stato fuori dall'Europa, e con regole a vantaggio dei più forti. Mi fermo qui. Volentieri vi riporto qui di seguito anche un intervento al riguardo del Segretario nazionale del Movimento Federalista Europeo. Un saluto a tutti. ((Marco Calandrino, consigliere comunale de "i Democratici con Prodi" (Comune di Bologna)).

Il veto del Governo italiano all'ordine di cattura europeo ha umiliato gli italiani che già si sentono cittadini europei. Con questa decisione il Governo italiano si è schierato contro la civiltà del diritto, contro la lotta al terrorismo internazionale e compromette la costruzione dell'Unione federale europea, che dovrebbe invece rappresentare la sua principale preoccupazione al Consiglio europeo di Laeken, come ha chiesto con voto bipartisan il Parlamento. Il mandato di cattura europeo ha rappresentato la pronta e giusta risposta dell'Europa agli attentati criminali dell'11 settembre. La lotta al terrorismo internazionale sarà efficace, nel lungo periodo, solo se si affermeranno un diritto cosmopolitico ed una autorità giuridica sovranazionale dotata dei poteri sufficienti per combattere la criminalità organizzata su scala globale. Schierandosi contro il mandato di cattura europeo, il Governo italiano fa dell'Italia una terra d'asilo dei criminali e dei terroristi che si vogliono sottrarre alla giustizia sovranazionale. Inoltre, il Governo italiano, ricorrendo al diritto di veto alla vigilia del Consiglio europeo di Laeken, che dovrebbe prendere la decisione di avviare un processo costituente europeo, difende l'Europa dei veti nazionali che dovrà invece presto lasciar il posto ad un'Europa fondata su una Costituzione europea e il principio delle decisioni a maggioranza anche nel Consiglio europeo. I federalisti invitano tutte le forze politiche e della società civile a manifestare, insieme a loro, a Bruxelles-Laeken il 14 dicembre, per chiedere una Costituzione federale europea che venga approvata e ratificata da tutti i paesi che la vogliono. I federalisti italiani chiedono agli altri paesi europei di andare avanti anche senza l'Italia. Solo se si farà la Federazione europea, l'Italia si potrà salvare dalla crisi politica, civile e morale che la minaccia. (Guido Montani, Segretario nazionale del Movimento Federalista Europeo)
 
 
LA LOGGIA DEGLI AFFARI
di Sergio Paronetto
 
Caro direttore, ragionando sul caso Taormina, Giuseppe D'Avanzo  ("La Repubblica" 6.12) si chiede quanto valga il destino processuale di Cesare Previti. Alle sue valide argomentazioni riguardanti la "delegittimazione della Magistratura" e lo  "schiaffo alla Costituzione",  vorrei aggiungere una considerazione.  L'attuale assalto governativo all'indipendenza della Magistratura  continua le iniziative sul falso in bilancio, sulle rogatorie e sul rientro dei capitali (tra l'altro non previste dal programma del Polo). Tutta l'operazione è di lunga data. E' orientata a demolire l'ostacolo principale all'emersione della "loggia degli affari".  Sto pensando, ovviamente, alla famosa loggia massonica P2 o, meglio, alla sua attuale clonazione  governativa guidata da un uomo amnistiato per il reato di falsa testimonianza sulla data della sua affiliazione piduista (C.A. di Venezia sentenza n.97 del 1.10.1990) in base alla quale ha avuto finanziamenti "al di là di ogni merito creditizio" (Relazione Anselmi, 1984, p.120). Su tali argomenti, la bibliografia  è ampia. Tra tutti, ricordo un bel libro di Gherardo Colombo, significativamente intitolato "Il vizio della memoria".  Un grande magistrato come Libero Mancuso, oggi nel mirino del ministro Castelli  per alcune dichiarazioni sui fatti del G8, in un'intervista rilasciata nel 1993 all' "Europeo", rispondendo a domande sulle similitudini tra il progetto di Forza Italia e il cosiddetto Piano di Rinascita (teorizzato nel 1976 da Licio Gelli), così affermava: "ricompaiono identiche strategie e persino i medesimi nomi di piduisti che maggiore vantaggio hanno tratto, come rileva la commissione P2, dall'intreccio tra sistema bancario, imprenditori di loggia colpiti da improvvisa fortuna, occupazione capillare delle più decisive cariche militari e politiche".  Sempre nello stesso anno, egli aggiungeva: "Berlusconi di libera impresa non deve neppure parlare, perché ha costruito il suo impero sul favoritismo politico e godendo di crediti sproporzionati da parte della BNL e del Monte dei Paschi di Siena, i cui vertici erano iscritti come lui alla P2". (Verona 7.12.2001, Sergio Paronetto)
 
 
CONTRO IL TERRORISMO PIU’ FORZA ALL’ONU
di Antonio Papisca (DIRETTORE DEL CENTRO DIRITTI UMANI DELL'UNIVERSITA’ Di PADOVA) 

TRANNE CHE IN CASO DI AGGRESSIONE, POSSIAMO USARE LE ARMI SOLO IN OPERAZIONI DELLA NATO, DELL’OSCE E DELLE NAZIONI UNITE. IN UN MONDO SEMPRE PIù INTERDIPENDENTE OCCORRE RILANCIARE CON DECISIONE LE ISTITUZIONI INTERNAZIONALI.

É  inquietante la disinvoltura con cui, anche in ambienti istituzionali, si di­sattende il Diritto internazionale addu­cendo il motivo della inevitabilità della guerra. I principi fondamentali del nuo­vo Diritto internazionale sono il rispet­to della eguale dignità delle persone, il rifiuto della guerra, il divieto dell'uso della forza per risolvere le controversie internazionali, l'obbligo di risolverle per via pacifica. La Carta delle Nazioni Unite stabili­sce l'obbligo per gli Stati di destinare, una volta per tutte, parte delle loro for­ze armate a una forza militare perma­nente sotto autorità delle Nazioni Uni­te, addestrata a svolgere funzioni che non possono che essere di polizia. La Costituzione della Repubblica ita­liana, è bene ricordarlo, fu redatta quan­do la Carta delle Nazioni Unite era già in vigore ed era in elaborazione il testo della Dichiarazione universale dei dirit­ti umani. L’Italia era un Paese "sconfit­to" e la sua Costituzione doveva anche servire a farla ammettere all'Onu, cosa che avvenne nel 1955. Le affermazioni più significative della Costituzione so­no l'articolo 2 (riconoscimento e garan­zia dei diritti inviolabili della persona), l'articolo 10 (conformità dell'ordina­mento italiano «alle norme dei diritto in­temazionale generalmente riconosciu­te»), l'articolo 11 che cosi recita: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di of­fesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizione di parità con gli altri Stati, alle limitazio­ni di sovranità necessarie a un ordina­mento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo». Il senso di quest'ultimo arti­colo si spiega in relazione al modello di ordine mondiale prefigurato dalla Carta dell'Onu, in particolare per quanto attie­ne alla struttura e alle modalità di gestio­ne del sistema di sicurezza collettiva. In altri termini, l'uso del militare da parte dell'Italia, al di fuori della "ecce­zione" del diritto di autotutela da eserci­tarsì "a caldo" per respingere un atto di aggressione portato al proprio territorio da un altro Stato, può avvenire legitti­mamente soltanto nel contesto di opera­zioni intraprese dall'Onu, nonché dalla Nato, dalla Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) e dall'Unione europea (in prospettiva) in stretto coordinamento con le Nazioni Unite. Il ritornello"siccome l'Onu è ínca­pace, facciamo per conto nostro" è falso e pretestuoso. Che fare? In un mondo sempre più interdipendente e vulnerabi­le, la via legale e ragionevole della go­vernabilità passa attraverso il rilancio delle istituzioni internazionali multilate­rali, sedi trasparenti del confronto politi­co e della cooperazione. Il terrorismo va affrontato ‑ represso, prevenuto ‑ facendo funzionare gli at­trezzi della sicurezza collettiva. Devita­lizzare le istituzioni multilaterali a vantaggio di "vertici" per pochi e di "coali­zioni belliche" sta facendo correre il se­rio rischio di tornare alla barbarie del farsi giustizia da sé. Per non rimanere intrappolati nella logica perversa della "inevitabilità", occorre che gli Stati che più contano, e tra questi l'Italia, faccia­no confluire la loro forza dentro l'Onu e ne asseriscano, legittimamente, la de­mocratizzazione e l'autorità. Tra gli obiettivi prioritari di questa strategia c'è la rapida messa in funzione della Corte penale internazionale, la co­stituzione di un corpo di polizia giudizia­ria (militare e civile) delle Nazioni Unite, la creazione di un'Assemblea parlamen­tare delle medesime, la riforma del Consiglio di sicurezza, il potenziamento del­l'Unione europea e il sostegno delle atti­vità delle organizzazioni non governati­ve indipendenti e solidariste. (fonte: Famiglia Cristina)

Appello di don Luigi Ciotti. Solidarietà alla ANM e mobilitazione delle coscienze. Per una giustizia che non sia a uso dei potenti

Siamo in un clima di drammatici e sanguinosi conflitti internazionali, dopo il punto di non ritorno costituito dall’11 settembre, mentre è in corso una guerra in cui – si cerchi di ricordarlo, per favore – è impegnato anche il nostro Paese, con tutti i conseguenti rischi: in termini di pericolo fisico per i nostri militari coinvolti e di responsabilità politica di chi ha deciso la loro partecipazione nel teatro bellico, ora peraltro destinato a estendersi. Di tutto dunque c’era bisogno, tranne che di una vera e propria crisi istituzionale sui problemi della giustizia qual è quella che si è aperta in questi giorni. Problemi annosi, agitati strumentalmente, e non da oggi, come una clava. Usati per dividere e squassare, non per curare e migliorare. Questo è l’intento evidente che ha portato nei giorni scorsi alle esternazioni aggressive dell’ex sottosegretario Taormina, il cui testimone viene ora ripreso direttamente dal ministro Guardasigilli. È una situazione di emergenza. Anzi di eccellenza. Perché non sfugge a nessuno che i provvedimenti già presi e le proposte sul tappeto in materia di giustizia e di processo sono obiettivamente tesi a salvaguardare posizioni e poteri eccellenti dagli obblighi della legge. Legge che, a differenza di quanto sta scritto (forse ancora per poco) sulle pareti delle aule di tribunale, è sempre meno uguale per tutti. Come nel romanzo di Orwell, ormai in Italia, c’è forse qualcuno più uguale degli altri. Qualcuno che si ritiene al di sopra delle leggi e vuole tornare ai tempi delle Procure della Repubblica intese come “Porti delle nebbie” in cui facilmente insabbiare i procedimenti contro i potenti. Libera, con tutte le associazioni che in questi anni hanno costruito cultura della legalità nelle scuole e difesa della legalità sul territorio dice NO a tutto questo, dice NO all’addomesticamento dei giudici, alle Procure del Principe. Lo abbiamo sempre detto in passato, senza fare sconti a nessuno, senza pregiudizi di parte. Lo ribadiamo ora. Non vogliamo rimanere spettatori passivi in una situazione di gravità senza precedenti, né limitarci ad esprimere tutta la nostra solidarietà alla Associazione nazionale magistrati, che pure è doverosa e necessaria. Facciamo appello a tutta la società civile organizzata e ai cittadini tutti per una mobilitazione delle coscienze e per rendere visibile in tutti i modi possibili che esiste un’altra Italia, che vuole un’altra giustizia. Una giustizia certo migliore e più efficiente dell’attuale, ma che non sia debole coi forti e prepotente con i poveri. (Don Luigi Ciotti, Presidente di Libera)

GIOIRE PER LA CARNEFICINA
di Francesco Comina

Il godimento della guerra. Ecco il motivo che andavo cercando per respingere al mittente ogni tentativo di dare un senso al bombardamento delle citta', allo schieramento degli eserciti, alla giustificazione della guerra come strumento per la soluzione dei problemi e delle minacce che incombono sull'umanita'. Mi servivano le prove - supposte da sempre - che in fin dei conti dietro ad ogni conflitto, com'e' anche questo sull'Afghanistan, ci fosse un grande festino, un allegro party o una domenica sportiva con le ragazze pon pon ad agitare mani e gambe per festeggiare il punto messo a segno dalla squadra del cuore. Una studiosa inglese oggi ne testimonia lo scandalo. Si chiama Joanna Bourke e ha appena dato alle stampe un libro dal titolo quantomai rivelativo: "Le seduzioni della guerra. Miti e storie di soldati in battaglia" (Carocci editore). Consiglio ai "pacifisti relativi", che in questi giorni hanno dato il loro consenso per la distruzione di Kabul e delle altre citta' afghane, di leggersi qualche pagina del libro della Bourke per capire quale tremendo sconquasso psicologico e culturale la guerra produce nelle coscienze degli individui inviati al fronte a massacrare un nemico totale, un popolo scelto (andrebbero molto bene le analisi di Rene' Girard) per condensare i furori e le pulsioni vendicative dell'America. Il volume (369 pagine) si sofferma soprattutto sulle guerre tecnologiche degli ultimi dieci anni, con particolare insistenza sulla campagna "Desert Storm" contro Saddam Hussein (prossimo bersaglio di Bush jr). Ma in un'intervista, apparsa mercoledi su "Repubblica" la Bourke annota alcune esperienze relative anche alla guerra in corso. Il pilota di un B52, di ritorno da una missione - ricorda l'insegnante di storia moderna - cosi' ha descritto il suo volo: "Sono molto fiero, e' stato come segnare una meta al Superbowl". Le cronache dalla flotta americana nel Golfo Persico parlano di piloti dei vari caccia, i quali, appena rientrati alla base dopo aver scaricato i loro carichi omicidi si mettevano a correre davanti al video per rivendicare con gioia e fierezza la paternita' degli obiettivi colpiti ("E' mio! Guarda la mia bomba come ha centrato l'edificio!"). In questo modo il principio etico e legale del "non uccidere" si ribalta in un disvalore, mentre diventa etica e legale l'uccisione indiscriminata. Joanna Bourke spiega questo stravolgimento del codice di condotta civile con le parole di un soldato russo durante la campagna in Afghanistan: "Tu pensi che uccidere sia spaventoso, sgradevole, ma presto ti rendi conto che cio' che veramente trovi problematico e' uccidere qualcuno a bruciapelo. L'uccisione di massa, compiuta in gruppo, e' eccitante e anche divertente". Non vedendo l'ucciso negli occhi e non guardando il volto che rantola nel sangue, non c'e' senso di responsabilita'. I piloti dei B52 non si sentono responsabili dei loro disastri, semplicemente perche' non ne scorgono il fronte lavico di vita che se ne esce a fontana dalle case rase al suolo, dalle fabbriche distrutte, dagli ospedali sventrati. Loro se ne stanno in alto, vedono un puntino, premono il bottoncino sulla cloche e sono gia' alla base. Ancora la Bourke annota la frase di un pilota che ha partecipato alla distruzione dell'esercito irakeno in fuga: "Ma noi non uccidevamo - afferma il soldato - distruggevamo solo colonne di carri armati". Dall'alto non c'era nessuno alla guida di quei carri: erano solo delle macchinine cingolate che stavano per fuggire. La distanza fra l'atto e la responsabilita' di quell'atto rende possibile la guerra. Per questo motivo - e non per altri - il grande teologo impiccato a Flossenburg, Dietrich Bonhoeffer, ha parlato della guerra come di una grande "Dummheit" (stupidita'). Non solo egli vedeva il riso beffardo e inumano dei carnefici uccidere anzitempo le vittime predestinate ad essere immolate sull'altare del non-senso politico, etico, religioso e civile (i nazisti, a differenza dei piloti americani, vedevano perfettamente quello che facevano), ma registrava con enorme sconforto l'estrema banalita' del male come distacco dal senso di responsabilita' che l'essere umano dovrebbe avere per il fratello che vive in ogni anfratto del mondo. Di qui la sua presa di coscienza che una civilta' cristiana nascera' solo se sapra' testimoniare la fede "etsi deus non daretur". Gioire per la carneficina e' l'orrore culturale piu' tenebroso che sta alla radice di ogni guerra. In quest'ottica va letto anche il conflitto in Afghanistan, con le sue strategie, i suoi punti oscuri, con le sue stragi devastanti (ultima il massacro terrificante di Mazar-i-Sharif), le sue vendette e le sue fosche prospettive di riequilibrio di un ordine sociale di largo respiro (gli Usa hanno fatto capire che a loro interessa solo far fuori Al Qaida e le sue varie ramificazioni). Battere il terrorismo con l'entusiasmo della potenza e' la "Dummheit" dell'occidente. Lo ha spiegato molto bene il premio Nobel della letteratura Kenzaburo Oe (la lezione di Hiroshima fa ancora il suo corso) in un'intervista a "La Stampa": "Anche se gli Stati Uniti e la Gran Bretagna riuscissero ad uccidere Bin Laden o ad arrestarlo non credo che una tale soluzione [la guerra - ndr -] sia efficace per rimediare alla vulnerabilita' dei Paesi occidentali. Al contrario, rischierebbe di suscitare una seconda e una terza ondata di terrorismo che infilera' ancor piu' profondamente gli occidentali nel pantano della battaglia ambigua che rischia di essere assai lunga". Ma queste sono parole di uno scrittore. La', sulla Enterprise dove si gioca la partita bellica contro il popolo afghano, si continua a colpire e vincere. Questo e' il divertimento della guerra; cliccare un bottone e correre al video per dire: "E' mio!". Oggi il grande circo si e' fermato a Kabul, ma gia' il proscenio di Baghdad e' pronto per ritrasmettere lo "spettacolo" della notte oscura dell'Irak, una notte che dura dieci anni di embargo e migliaia di vittime innocenti.

? (senza parole)

Disco verde delle Acli alla revisione dell'articolo 18 sullo Statuto dei Lavoratori''. Luigi Bobba, presidente delle Associazioni dei lavoratori cristiani, si e' espresso in termini favorevoli alla riscrittura dell'articolo sui licenziamenti ai microfoni di Radio Vaticana. ''Vorremmo che si tornasse al tavolo della trattativa senza pregiudiziali. Lo sciopero -ha detto- puo' essere un modo per far ripartire il dialogo, ma se e' un modo per andare ad una rottura politica non ci stiamo''. ''L'importante e' che l'articolo 18 dello Statuto venga riscritto dentro le nuove condizioni del mercato del lavoro, diverse da 30 anni fa, cercando il consenso e costruendo una proposta che tuteli i diritti dei lavoratori''. Bobba ha ricordato come durante la precedente legislatura le parti sociali avessero costruito un testo introducendo procedure di ''conciliazione ed arbitrato'' che di fatto ''portava se non ad una riscrittura, ad un cambiamento dell'articolo 18 in termini pratici. Ma salto' tutto per colpa dei rappresentanti delle imprese da un lato, della Cgil dall'altro''. Sulla proclamazione di uno sciopero articolato, Bobba ha riconosciuto il peso della Cisl nella mediazione, aggiungendo che ''e' bene che i lavoratori non facciano scioperi politici ma che usino strumenti che siano appropriati alla difesa dei loro diritti. Non spetta ai lavoratori far cadere i governi''. ''Resta pero' il fatto che tutte le energie rischiano di andare su questioni di bandiera, politiche, con scarsi effetti di incidere sul mercato del lavoro. Da un lato e' incomprensibile -conclude Bobba- l'atteggiamento del governo di forzare una questione di bandiera sindacale, come rende perplessi la posizione di chi voleva uno sciopero generale piu' duro, una richiesta che ritengo esagerata''.

Regione Veneto - Critiche al piano Gava sulla sanità
 
Confronto aperto, in Consiglio Regionale sulle linee programmatiche di governo della sanità veneta per il prossimo anno. Dopo l'intervento dell'assessore regionale alle politiche sanitarie Fabio Gava, che ha disegnato lo scenario attuale della sanità veneta, hanno replicato le opposizioni. Insieme per il veneto e DS hanno denunciato il mancato governo della sanità veneta e il fallimento della gestione tecnico-aziendale che - hanno detto - sta producendo un modello fondato sulla moltiplicazione incontrollata di prestazioni e non più sulla continuità di cura. Secondo la consigliera regionale di Insieme per il Veneto, Margherita Miotto, "la relazione dell'assessore Gava non ha chiarito alcuna questione riguardante le ragioni del disavanzo finanziario del comparto sanità in Veneto. Non ci si può riparare dietro a comodi alibi nazionali", ha aggiunto, "per nascondere le responsabilità regionali. In realtà, la Giunta Galan naviga a vista, non ha alcuna strategia di governo del sistema ed è quasi rassegnata di fronte a una spesa fuori controllo. E tutto questo ispira le proposte ancora vaghe e dai contorni non definiti circa l'impatto che avranno sugli equilibri finanziari di bilancio". "In sanità, nella nostra Regione manca il governo del quotidiano - ha concluso Miotto - ma, soprattutto, mancano il rigore e la coerenza programmatoria". "Se riduciamo i servizi erogati e aumentiamo le tasse c'è qualcosa che non funziona" ha osservato Gustavo Franchetto (IpV). "Non possiamo ridurci in Consiglio a piccole battaglie in difesa di questo o quell'altro ospedale, in base agli interessi del proprio collegio elettorale - ha osservato a sua volta Claudio Rizzato dei DS -. Chiediamo che l'assessore e la Giunta ci facciano comprendere la logica di fondo che guida le scelte ipotizzate". Il consigliere vicentino ha denunciato il tentativo di "smantellare" il modello veneto, fondato su una sanità pubblica di alta qualità, a favore del sistema a pagamento. (fonte: L'Arena 1/12/01)

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ZOOM ASSOCIAZIONI
 
Immagini e Métissages
Cinema e confluenze interculturali, presso la Videoteca Pasinetti, S. Stae 1882, Venezia
Per informazioni: lacappe@hotmail.com
 
GENNAIO

MARTEDì 22

h 16.00 e 21.00

 

Le gone du Chaâba

di Christophe Ruggia. Francia. 1997. 96 min. Vers. franc.

MARTEDì 29

h.17.30

PRESENTAZIONE della RASSEGNA

Auditorium S.Margherita

Ingresso libero

Cheb

di Rachid Bouchareb. Francia/Algeria. 1991. 82 min. Vers. franc.

Auditorium S.Margherita

Ingresso libero

FEBBRAIO

MARTEDì 5

h.16.00 e 21.00

Carnet de notes à deux voix

di Rajae Essefiani e Frédéric Fichefet. Marocco/Belgio. 2000. 33 min. Vers. franc. DOC.

Prends 10.000 balles et casse-toi

di Mahmoud Zemmouri. Francia. 1981. 90 min.

Vers. franc.

MERCOLEDì 13

h.16.00 e 21.00

 

Tomándote

di Isabel Gardela. Spagna. 1999. 95 min. Vers. spagn.

MARTEDì 19

h.16.00 e 21.00

Aïd El Kébir

di Karin Albou. Algeria/Francia. 1998. 35 min. Vers. araba sott.franc.

Andalusian Encounters

di Bensalem Bouabdallah. Gran Bretagna. 2000. 45 min.

Vers. ingl. DOC.

MARTEDì 26

h.16.00 e 21.00

Le silence

di Safaa Fathy. Francia. 1996. 10 min.

100% Arabica

di Mahmoud Zemmouri. Francia/Belgio/Svizzera. 1997.

86 min. Vers. franc.

 
MARZO

MARTEDì 5

h.16.00 e 21.00

 

Flores de otro mundo

di Iciar Bollain. Spagna. 1999. 106 min.

Vers. spagn. sott. franc.

MARTEDì 12

h.16.00 e 21.00

Rue bleue

di Chad Chenouga. Algeria/Francia. 1997. 24 min. Vers. franc. sott. ingl.

Alger/Beyrouth, pour mémoire

di Merzak Allouache. Algeria/Francia. 1998. 90 min.

Vers. franc.

MARTEDì 19

h.16.00 e 21.00

 

Un été à La Goulette

di Férid Boughedir. Tunisia/Francia/Belgio. 1996. 89 min.

Vers. franc.

MARTEDì 26

h.16.00 e 21.00

Salam

di Souad el-Bouhati. Marocco/Francia. 1999.

30 min. Vers. franc.

D’ailleurs Derrida

di Safaa Fathy. Egitto/Francia. 2000. 68 min. Vers. franc.

DOC.

 
GREENPEACE: «VITTORIA: BANDITO IL TAGLIO DI MOGANO IN BRASILE!»
6 dicembre 2001 - Decisione storica per Greenpeace. E' stato emanato oggi il decreto senza precedenti del governo brasiliano che bandisce ogni taglio di mogano in Amazzonia e prevede misure per la tutela delle terre indigene.  Greenpeace aveva indagato nei mesi scorsi sui tagli illegali di mogano, denunciando i rapporti tra la mafia locale e le multinazionali del legno. La presentazione del rapporto "Partner nel crimine del mogano" aveva messo in serio pericolo Paulo Adario, coordinatore della campagna per Greenpeace, minacciato di morte e sottoposto di conseguenza a strette misure di sicurezza. "L'agenzia ambientale brasiliana, Ibama, grazie alle nostre segnalazioni, e' stata in grado di condurre un'operazione con l'aiuto degli elicotteri della polizia che ha visto numerosi blitz nel cuore della foresta- spiega Sergio Baffoni, responsabile della Campagna Foreste di Greenpeace Italia e il maggior sequestro di mogano tagliato illegalmente nella storia: 30.000 metri cubi di legname, 11 TIR, 5 bulldozers e multe alle aziende per diversi milioni di dollari." Il governo brasiliano ha escluso dal bando solamente le foreste che sono state certificate indipendentemente o sono in corso di certificazione ed ha chiesto l'adozione di questa misura per tutte le foreste in prossimita' delle terre degli indios. "Le industrie del legname sono responsabili della distruzione dell'Amazzonia. Sono state aperte illegalmente strade forestali per migliaia di chilometri, aprendo ai bracconieri e al degrado la foresta primaria- ha detto Paulo Adario, coordinatore di Greenpeace in Amazzonia l'annuncio di oggi e' un messaggio chiaro alle industrie, o fermano il taglio illegale e certificano la loro attivita' oppure sono fuori dal mercato". Greenpeace prosegue, in tutto il mondo, la sua campagna per la difesa delle 7 grandi aree forestali del pianeta, invitando tutti a partecipare attivamente firmando una petizione ai rispettivi governi per chiedere un bando all'importazione di legno dalle foreste primarie e una certificazione indipendente del legno.
Per maggiori informazioni: La Campagna "Salva o Cancella": http://www.greenpeace.it/salvaocancella
Il rapporto Mogano (in inglese):http://www.greenpeace.org/~forests/forests_new/html/content/reports/Mahoganyweb.pdf
 
VENEZIA PER LA RICERCA SULLA PACE
 
Nell'ambito delle attivita' della Fondazione  Venezia per la Ricerca sulla Pace, da tempo e' stata avviata la realizzazione del "progetto Iride", formula tesa a racchiudere quelle attivita', iniziative e studi che piu' direttamente si riferiscono alle diverse realta' ed anime che formano anche in Italia e nel Veneto il "popolo della pace". Entro l'anno giungono a conclusione due iniziative che si annunciano di grande rilievo: 1) la pubblicazione del primo annuario di pace in Italia per l'editore Asterios di Trieste (si tratta di un volume di oltre 400 pagine con cronologie, studi e analisi redatto da un gruppo di studiosi e giornalisti italiani e con la collaborazione di testate quali "Internazionale" e "Nigrizia"); 2) la realizzazione del primo Salone dell'editoria di pace in Italia: il "Fondaco di Venezia" che si è tenuto l'8 e 9 dicembre presso il Fondaco dei Tedeschi a Rialto. Quest'ultima iniziativa e' possibile grazie alla collaborazione di Poste Italiane e con il supporto tecnico di Veneziafiere. L'Annuario sara' ovviamente presentato nella degna cornice del Fondaco di Venezia. La Fondazione "Venezia per la ricerca sulla pace" e' un ente istituito in base alla legge regionale 30 marzo 1988 n.18 successivamente modificata dalla legge regionale 16 dicembre 1999, n. 55 "Interventi regionali per la promozione dei diritti umani, la cultura di pace, la cooperazione allo sviluppo e la solidarieta'". Figurano tra gli enti fondatori della Fondazione, accanto alla Regione Veneto, alla Provincia e al Comune di Venezia: la Fondazione Cini, la Fondazione Zancan di Padova, la Societa' europea di cultura, la Societa' letteraria di Verona, l'Istituto Veneto di scienze lettere ed arti, l'Istituto Gramsci, l'Istituto culturale di scienze sociali Rezzara di Vicenza. Figurano altresi' alcune espressioni della cultura religiosa come il Centro Studi Maitreya per i buddisti, la Chiesa Luterana ed il Centro Germano Pattaro di studi teologici. Della Fondazione fa anche parte l'Universita' di Venezia e, recentemente, e' entrato a farne parte come socio ordinario l'Ateneo Veneto. La legge regionale 55/1999 riconosce fra le proprie finalita' "la pace e lo sviluppo quali diritti fondamentali della persona e dei popoli, in coerenza con i principi della Costituzione italiana e del diritto internazionale che sanciscono la promozione dei diritti dell'uomo e dei popoli, delle liberta' democratiche e della cooperazione internazionale" (art.1). Nell'ambito di queste finalita' si inserisce la stessa ragion d'essere della Fondazione i cui obiettivi sono: la realizzazione di attivita' di ricerca, anche in collaborazione con istituzioni nazionali e internazionali, sulle questioni relative alla sicurezza, allo sviluppo e alla pace e l'attuazione e la promozione di iniziative atte a divulgare i risultati delle ricerche effettuate. (Informazioni: Giovanni Benzoni, gbenzoni@tin.it)

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PAROLE IN LIBERTA'
di Vincenzo Andraous
(centrostampa@cdg.it - Tel. 0382 3814417)
Vincenzo Andraous è nato a Catania il 28-10-1954,  una figlia Yelenia che definisce la sua rivincita più grande, detenuto nel carcere di Pavia, ristretto da ventotto anni e condannato all’ergastolo “FINE PENA MAI”. Da qualche tempo usufruisce di permessi premio e di lavoro esterno semilibertà svolgendo attività di Tutor presso la Comunità “Casa Del Giovane “di Pavia. E’impegnato in attività sociali e culturali con scuole, parrocchie, associazioni e movimenti culturali. E’titolare di alcune rubriche mensili su riviste e giornali, ha conseguito circa 80 premi letterari, pubblicando libri di poesia, di saggistica sul carcere e la devianza, nonché la propria autobiografia. Ha pubblicato: “Non mi inganno” edito da Ibiskos di Empoli; “Per una Principessa in jeans”   edito da Ibiskos di Empoli;  “Samarcanda” edito da Cultura 2000 di Siracusa; “Avrei voluto sedurre la luna“ edito da Vicolo del Pavone di Piacenza; “Carcere è società” edito da Vicolo del Pavone di Piacenza; “Autobiografia di un assassino-dal buio alla rinascita” edito da Liberal di Firenze; “Oltre il carcere” edito dal Centro Stampa della “Casa del Giovane” di Pavia. “Oltre il carcere” è un libro che tenta di camminare sull’esperienza dell’autore, senza per questo rimanere prigioniero della presunzione di insegnare nulla a nessuno.Ci sono pagine che raccontano quanto avviene e spesso non avviene all’interno del perimetro carcerario. Atteggiamenti e gesti che vorrebbero provocare in ognuno un cambiamento per raggiungere secondo le proprie capacità quella necessaria consapevolezza per rimediare alle ferite inferte alla vita. Avamposti della memoria per i più giovani, sui rischi della trasgressione, nell’affidarsi ai valori estremi delle passioni estreme, votate all’annientamento. C’è il progetto di un percorso comunitario che può diventare stile di vita al servizio degli altri, apprendendo l’arte dell’ascolto e della promozione umana, attraverso l’impiego del sapere e del sentire, per una rielaborazione delle proprie esperienze vissute.
PANE E SPERANZA

Leggendo le notizie apparse sui quotidiani di questi giorni per voce di autorevoli personaggi, pare che il mondo carcerario sia in subbuglio, anzi alla frutta. Sarà così senz’altro, se si diluisce in un unico propellente: il disagio degli Agenti di Polizia Penitenziaria, quello dei Detenuti, e degli Operatori Penitenziari tutti. Eppure siamo entrati nel terzo millennio. Eppure gran parte dell’umanità da questo nuovo secolo molto attende…Eppure non avremo altro da raccogliere che quanto abbiamo seminato…Ieri. Che cosa? Una sterminata sequenza di gestualità dialettiche a pancia a terra, perché quella maturità raggiunta all’interno di una prigione  è stata relegata in una solitudine imposta dagli slogan e dai tornaconti elettorali. Infatti ritornano sul palcoscenico penitenziario copioni già scritti e recitati in altri tempi, in un passato che inequivocabilmente appartiene all’era cretacea. Affiorano incredibilmente antichissime pratiche, che sembravano trascorse e trapassate. Perché? Sarebbe facile rispondere con una pseudo sociologia carceraria, sulle ingiustizie che colpiscono gli Agenti di Polizia Penitenziaria, gli Operatori, e infine l’anello più debole e cioè i Detenuti. Ben più semplicemente, la verità sta nel fatto che il dibattito sulla Giustizia e in questo caso sulla pena e sul carcere è costantemente avvelenato dal flusso comunicazionale non sempre corretto e leale. Per cui il bene e il giusto che si riesce a fare in una galera, premessa per ogni conquista di coscienza; rimangono ultimi e dimenticati, rispetto al male commesso dai pochi. Di conseguenza rivendicare la propria dignità, ognuno per sua parte e nel proprio ruolo, sfugge a ogni regolamentazione giuridica e umana, ciò per una politica contrapposta e distante che disgrega e annienta quei “ponti di reciproco rispetto “a fatica costruiti insieme in questi anni di riconciliazione. Con il risultato di dilatare la possibilità di un ripensamento culturale che coinvolga tutti,  e negando la speranza di accorciare le distanze e sostituire alla parola paura la parola informazione. Siamo davvero convinti che quel disagio espresso da tanti autorevoli personaggi sia riconducibile solamente ai problemi endemici dell’Organizzazione Penitenziaria? Oppure la non sensibilità Istituzionale risente e soffre a causa di questa post-modernità che divora ideali innovativi e legittime aspettative. A tal punto da sottolineare quella differenza che separa l’umanità ristretta da quella libera, alimentando quel disagio che è stigma e reiezione, e che in ogni momento può diventare motivo per comprimere e quindi rispedire al mittente,  le istanze di chi in salita fatica ad affrontare la propria vita, appunto con più dignità. Coinvolgendo chi in carcere lavora, come chi in carcere sconta la propria condanna e tenta di riparare al male fatto agli altri. Per esperienza so che strumentalizzazioni e sovraesposizioni non porteranno mai gratificazioni né mete realizzanti ad alcuno. A questo punto e parlando a me stesso che scrivo, ritengo che occorra consapevolezza di non ripiegare nel passato, ma fermezza a saper guardare ai tanti ieri con occhi e sguardi nuovi, per proiettarsi nel futuro, rimettendo al centro dell’attenzione, accanto alla questione del cambiamento del carcere, anche e soprattutto il cambiamento dell’uomo, perché davvero incombe su ciascuno la responsabilità di ritrovare noi stessi. E questa volta senza distinzione di ruoli.

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Progetto Sorriso El Salvador

«Progetto Sorriso» è l'iniziativa di cooperazione con il Ser.Co.Ba di San Salvador avviata un anno fa a San Bonifacio (VR). Obiettivo: fornire aiuti materiali alle popolazioni terremotate del Salvador e, in particolare, finanziare la fornitura di materiale sanitario (multivitaminici) e per l'igiene personale. Per INFORMAZIONI: progettosorriso@infinito.it . Per versare il proprio contributo ricordiamo che è possibile utilizzare il conto corrente postale di "Progetto Sorriso - El Salvador": ccp numero 21008305 - intestato a: Amedeo Tosi - Chiara Terlizzi. Indirizzo: località Praissola 74/b - 37047 San Bonifacio (Verona) - Causale del versamento: "Progetto Sorriso". Progetto Sorriso invierà tempestivamente quanto raccolto al gruppo di appoggio "Italia-Cuscatlan" di Turbigo (Milano), incaricato per le operazioni bancarie.

 
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SORRISI & CEFFONI
 
Leterina ala Morattti: Impara li talian!
 
Cara Le Tizia, ti ho vista ieri che uscivi il cane per pisciarlo, triste triste. Capisco che ci hai il patè d'animo per la guerra, di fronte a 'stè cosè restiamo tutti putrefatti, ma non vorrei che sodomizzassi il tutto; capita anche a me di sentire come un dolore in mezzo allo sterco, come che avessi fatto troppo bidi bolding, quando che sento parlare gli ambientalisti islamici, e mi arrivano certe zampate di caldo... come sotto i raggi ultraviolenti. Spesso ci si deve fermarsi e darsi una rifucilata, come Tomba dopo che vinceva uno Slavo Gigante, e siccome che anche l'ottico vuole la sua parte, (a proposito, ho saputo che da vicino ci vedi bene ma da lontano sei lesbica) diciamo chiaramente che rispetto a questi arabi siamo agli antilopi. Ora spezziamo un'arancia in favore della pace, è inutile piangere sul latte macchiato, dobbiamo anzi unire l'utero al dilettevole, evitando però di darci la zuppa sui piedi!!! Tu hai studiato molto, ma io sai sono un'auto di latta, ho iniziato affliggendo i manifesti, quando c'era peluria di operai, ma ora vivo bene, anche se non ho le piume di stronzo per farmi aria. Da vecchio non voglio più essere di sgombro a questo mondo, e quando che muoio mi faccio cromare. (dott.prof. X)
 
INTELLIGENZA IN POLITICA

Il presidente Berlusconi, in visita ufficiale in Inghilterra, viene invitato dalla Regina Elisabetta. Durante l'incontro le chiede qual è la sua filosofia di leadership e lei risponde che la risposta è nel circondarsi di persone intelligenti. A questo punto Berlusconi le chiede come fa a sapere se sono intelligenti. «Lo capisco facendo loro la domanda giusta» risponde la Regina. «Mi permetta di dimostrarglielo». La regina allora telefona a Tony Blair e dice: «Sig. Primo Ministro, la prego di rispondere alla seguente domanda: sua madre ha un bambino, e suo padre ha un bambino, e questo bambino non è né suo fratello né sua sorella. Chi è?». Tony Blair risponde: «Ovviamente sono io!». «Corretto! Grazie e a risentirci sir» dice la Regina. Sua Maestà attacca la cornetta e dice: «Ha capito Mr.Berlusconi?» «Sicuro.Grazie mille. Farò senz'altro anch'io così!» Al rientro a Roma decide di mettere alla prova il Presidente della Camera. Fa quindi venire al Quirinale Pierferdinando Casini e gli chiede: «Ascolta, Pierfi, mi chiedevo se potessi rispondere a una domanda». «Certamente signor Presidente, cosa vuole sapere?». «Ehm, tua madre ha un bambino, e tuo padre ha un bambino, e questo bambino non è né tuo fratello né tua sorella. Chi è?». Casini ci pensa un pò e poi imbarazzato gli dice: «Posso pensarci meglio e poi rispondere correttamente?» Berlusconi é d'accordo e Casini se ne va. Appena uscito dal Quirinale, Casini organizza subito una riunione con altri Senatori Forzisti i quali si lambiccano il cervello per diverse ore, ma nessuno riesce a trovare la risposta giusta. A un certo punto Casini decide di chiamare Buttiglione e gli spiega la situazione: «Adesso ascolta la domanda: tua madre ha un bambino, e tuo padre ha un bambino, e questo bambino non è né tuo fratello né tua sorella. Chi è?». Buttiglione risponde subito: «Ovviamente sono io! Razza di deficienti!!». Estremamente risollevato Casini corre al Quirinale e dice al Presidente: «Presidente, so la risposta alla sua domanda! So chi è! E' Buttiglione!» E Berlusconi risponde disgustato: «Sbagliato, è Tony Blair! Deficente!!!»

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Pensieri @ltri 

Il contrario della violenza non e' la dolcezza. E' il pensiero.
(Etienne Baulieu, scrittore)
 
Uno e' al di fuori della storia quando e' al di fuori della propria umanita'.
(Adriana Zarri)
 
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