il GRILLO parlante
per un'informazione equa e solidale nell'Est veronese
 
supplemento a "la Voce Civica", Aut.Trib.VR n.1215 del 27 maggio 1996
Direttore Responsabile ed Editoriale: Amedeo Tosi
Redazione:  località Praissola 74/b - 37047 San Bonifacio (VR)

La responsabilità degli articoli e delle informazioni è tutta ed esclusiva dei rispettivi autori. il GRILLO parlante ospita volentieri ogni opinione e si assume la responsabilità degli articoli a cura della Redazione e di quelli non firmati.

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PRUDENZA
"Il leopardo che vuole assalirti non fa rumore"
(proverbio Ngbaka - nazione: Repubblica Democratica del Congo)

 
Appuntamenti da non perdere
Inviaci gli appuntamenti organizzati dalle associazioni del tuo paese! grilloparlante@mbservice.it
  
 
26/11/01 - Verona - Testimonianze di nonviolenza in luoghi di conflitto

L'incontro di Pax Christi in questo mese si terrà LUNEDI' 26 NOVEMBRE, ORE 20,45. Presenti le «Donne in nero», con Giannina Dal Bosco e altre. Luogo d'incontro: Centro Missionario Diocesano, via Duomo 18/a (Verona). Tema: «Intrecciare fili di tenerezza e di solidarietà nei luoghi della violenza» testimonianze di nonviolenza in luoghi di conflitto (Palestina, Balcani, Pakistan-Afghanistan).

26/11/01 - Verona - Cinema africano

Cinema Kappadue, ore 17,00: CLOSE UP ON BINTOU RICHES UN SOIR DE JULIET AVRIL; Cinema San Massimo, ore 21,00:MOBUTU, ROI DU ZAIRE. (Informazioni:: Stefano Gaiga, C.M.D. via Duomo 18/a, tel. 045 8033519 – 596700, e-mail: cmdvr@sis.it )

27/11/01 - Verona - Cinema africano

Cinema Kappadue, ore 21,00, LUMUMBA; Cinema Mazziano, ore 21,00, LE JARDIN PARFUME. (Informazioni:: Stefano Gaiga, C.M.D. via Duomo 18/a, tel. 045 8033519 – 596700, e-mail: cmdvr@sis.it )

27 e 28/11/01 - Verona - Adolescenza e conflitti tra generazioni 

27 – 28  novembre, ore 14,00-19,00 presso il Teatro SS.Trinità di Verona (via SS.Trinità) CONVEGNO in collaborazione con  l’Università degli Studi di Verona, dal titolo: "Adolescenza e conflitti tra generazioni". Organizzato dal Dipartimento di Psicologia e Antropologia Culturale, Dipartimento di Scienze dell’Educazione, Laboratorio di Mediazione Culturale e XXI Rassegna di Cinema Africano. (Informazioni:: Stefano Gaiga, C.M.D. via Duomo 18/a, tel. 045 8033519 – 596700, e-mail: cmdvr@sis.it )

28/11/01 - Verona -  VEGLIA DI PREGHIERA E UNA MARCIA PER LIBERARE LE RAGAZZE SCHIAVE E SFRUTTATE

Le donne schiave per lo sfruttamento della prostituzione che sono sul territorio hanno diritto di essere liberate dallo stato. E’ l’ora di agire, chi deve agire è il governo. Se il governo non agisce si rende complice della criminalità. Se c’è volontà, in pochi mesi si possono debellare i criminali schiavisti che dominano sovrani in Italia. Rimini e provincia sono la prova inconfutabile: da tre anni non c’è più prostituzione su strada e anche nei locali sta diminuendo notevolmente. Migliaia di  ragazze Africane, Albanesi, Rumene, dell’est europeo e altre nazionalità, sono sfruttate, punite, picchiate e anche uccise. E’ necessario ribellarsi a questa situazione. Colpevoli sono i trafficanti di esseri umani, ma ugualmente coloro che li usano: tra gli sfruttatori e i clienti nessuna differenza. MERCOLEDÌ 28 NOVEMBRE ti invitiamo a fare una giornata di digiuno che si concluderà con una veglia di preghiera e una marcia sui luoghi più malfamati della prostituzione di Verona. Ti aspettiamo alle ORE 21 in via Dalla Bona – Verona (vicino alla stazione di porta Nuova). Parleranno le vittime liberate. Inviteremo tutte le autorità e le organizzazioni che credono nel valore della donna a partecipare. (Fonte: Don Oreste Benzi, Associazione Comunità papa Giovanni XXIII - per informazioni: 348/2488109)

Dal 28 al 30/11/01 - Verona - Teatro: «San Zen che pianze»

Gianni Franceschini mette in scena l'ultimo testo dello psichiatra veronese Vittorino Andreoli "San Zen che pianze". Cme tutti sanno il patrono di Verona è un vescovo di colore; l'autore prende spunto da ciò per far parlare la statua che si trova nella basilica. San Zen si rivolge ai veronesi, mutando il suo sorriso famoso in un segno di profonda sofferenza, in quanto la condizione in cui vivono i suoi fratelli nella amata città non è delle migliori. Nasce un monologo di grande umanità che, manifestando l'amore per le città, ne sottolinea i limiti e la superficialità rispetto alla considerazione dei diversi e, in particolare degli immigrati di colore. Lo spettacolo viene presentato al Teatro Camploy di Verona (via Cantarane) mercoledì 28/11, giovedì 29/11 e venerdì 30/11, alle ore 21. Posto unico lire 15.000. (fonte: Viva Opera Circus, compagnia d'arte e teatro) 

28/11/01 - Genova - Arriva Hans Kung

MERCOLEDI 28 NOVEMBRE 2001 ore 17 nell'Aula Magna dell'Università di Genova , via Balbi 5 (a  circa 100 metri dalla stazione Principe), Hans Kung terrà una conferenza sul tema "Religioni universali,pace mondiale,etica mondiale".La conferenza è stata organizzata dalla Associazione Filosofica Ligure, in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e il Consolato Svizzero.(Peppino Coscione).
 
28/11/01 - Verona - Cinema africano

Cinema Kappadue, ore 21,00, CHEMIN DE TRAVERSE LE MUR MOUKA; Cinema Aurora, ore 21,00, CLOSE UP ON BINTOU RICHES UN SOIR DE JULIET AVRIL (Informazioni:: Stefano Gaiga, C.M.D. via Duomo 18/a, tel. 045 8033519 – 596700, e-mail: cmdvr@sis.it )

 
28/11/01 - Verona - Obbligo di referto
 
IL coordinamento laico antirazzista «cesar k­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­» di verona organizza per ­­mercoledì 28 novembre - ore 21, presso la sala elisabetta lodi - via san giovanni in valle  - verona la presentazione del libro-testimonianza dei sanitari volontari del genoa social forum sulle giornate di contestazione al g8 : «obbligo di referto» (frilli editori). interverrà: clizia nicolella, coautrice del libro.
 
29/11/01 - Verona - Cinema africano
 
cinema kappadue, ore 21,00, ALI ZAOUA; cinema aurora, ore 21,00, LITTLE SENEGAL. (Informazioni:: Stefano Gaiga, C.M.D. via Duomo 18/a, tel. 045 8033519 – 596700, e-mail: cmdvr@sis.it )
 
 30/11/01 - Cologna Veneta (VR) - Popoli senza frontiere / 5

VENERDI’ 30 NOVEMBRE – ORE 21.00, Teatro Ferrini, In collaborazione con la XXI edizione del Cinema Africano  di Verona proiezione di “Tableau Ferraille” (Senegal), film in lingua originale ( francese, wolof) sottotitolato in italiano. Durante la serata divulgazione dei corsi gratuiti di italiano per stranieri del Centro Territoriale Permanente.

30/11/01 - Verona - Cinema africano 

cinema kappadue, ore 18,00 – 21,00, ABC AFRICA.  (Informazioni:: Stefano Gaiga, C.M.D. via Duomo 18/a, tel. 045 8033519 – 596700, e-mail: cmdvr@sis.it )

01/12/01 - NOGARA (vr) - «GirOmondo: Mai PIU' DONNE SFIGURATE IN BANGLADESH»
 
SABATO 1 DICEMBRE, alle ore 21, presso il teatro comunale di Nogara, l'Assessorato alle Politiche Sociali di Nogara (VR) in collaborazione con il COOPI (Cooperazione Internazionale) promuove iL SECONDO dei due appuntamenti del palinsesto «Giromondo, iniziative di sensibilizzazione sui diritti umani a favore dei bambini soldato della Sierra Leone e delle donne del Bangladesh». si tratta di un concerto di poesia titolato «a sud del mondo» e che sara' interpretato dalla libera accademia del pernaso. i poeti del kurdistan, sabina absar del bangladesh, la magia poetica di tagore, la vita secondo madre teresa, i versi delle poetesse cubane geogina herrera e nancy morejon, la presenza della poesia civile di pablo neruda, saranno proposti in un concerto di musica etnica di particolare suggesione.
 
01 - 02 dicembre 2001 - Firenze - Pax Christi

1-2  dicembre,  Seminario di Pax Christi, presso la  "Casa per la Pace" a Firenze, sul tema  "I DIRITTI MINACCIATI" con Allegretti, Ghezzi, Corsi, Pellicanò, Codrignani. Info: paxchristi_paronetto@yahoo.com
 
01/12/01 - Cologna Veneta (VR) - Popoli senza frontiere / 6 

SABATO 1 DICEMBRE  - ORE 21.00, Teatro Comunale, Spettacolo musicale con Marco Giacomozzi e il suo ensemble ( premio I.m.a.i.e. al Tenco ’99 ) in  “Cantico d’Occidente”. Partecipano alla serata membri dell’organizzazione umanitaria EMERGENCY. Ingresso libero. Un’ora prima e un’ora dopo lo spettacolo in programma, sarà aperta la mostra fotografica “ Le mani” di Mario Lasalandra.

01/12/01 - Verona - Iniziative in occasione della Giornata Mondiale per la lotta all'AIDS

PRIMO DICEMBRE 2001: GIORNATA MONDIALE DELLA LOTTA CONTRO L'AIDS. IL CIRCOLO PINK di Verona per l'occasione organizza: SABATO 1 DICEMBRE 2001 ORE 15.30/20.00, PRESENZA CON UN BANCHETTO DI INFORMAZIONE HIV IN CENTRO A VERONA, PIAZZA BRA; SABATO 1 DICEMBRE 2001 DALLE ORE 23.00, PRESENZA CON UN BANCHETTO DI INFORMAZIONE HIV PRESSO LA DISCOTECA SKY-LINE, ( EX B-SIDE).

03/12/01 - Romano d'Ezzelino (VI) - Incontro con Mario Capanna
 
MACONDO (ASSOCIAZIONE PER L'INCONTRO E LA COMUNICAZIONE TRA I POPOLI) invita lo SCRITTORE, EX PARLAMENTARE EUROPEO, MARIO CAPANNA, ad un incontro in cui si RIFLETTERA' E DIALOGHERA' SUL TEMA: "IL RUMORE DELLA STORIA E IL SILENZIO ELOQUENTE DELLA VITA". L'ospite sarà presentato da GIUSEPPE STOPPIGLIA, PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE MACONDO. L'Appuntamento è fissato per LUNEDI' 03 DICEMBRE 2001, ORE 20.30, a SPIN DI ROMANO D'EZZELINO (VI) PRESSO LA SALA RIUNIONI DI VILLA FERRARI (VIA GENERALE GIARDINO, VICINO AL MUNICIPIO).

03/12/01 - Vicenza - Incontro con Giuliana Martirani

Un appuntamento da non perdere! Lunedì 3 dicembre, alle ore 20.30, sarà a Vicenza GIULIANA MARTIRANI per la presentazione del suo libro "Il drago e l'agnello. Dal mercato globale alla giustizia universale". La presentazione sarà fatta presso l'Areopago dei Paolini in viale Carducci, 21. E' un'occasione preziosa per riflettere anche sugli ultimi avvenimenti con  un'osservatrice acuta e stimolante. (Fonte: Centro Documentazione e Studi Presenza Donna Suore Orsoline SCM- Vicenza).

DAL 3 AL 7 DICEMBRE 2001 - Caldiero - Corso per smettere di fumare 

ACAT – VO (Associazione dei Club degli Alcolisti in Trattamento del Veronese Orientale) e l’Associazione INSIEME PER NON FUMARE, con il patrocinio del Comune di Calmiero, organizzano un CORSO INTENSIVO PER SMETTERE DI FUMARE dal 3 al 7 dicembre 2002. Ritrovo a CALDIERO (VR), Ore 20,30 - 22,00 presso la Casa Parrocchiale - via Alcide de Gasperi, 14. Per informazioni e iscrizioni: 045 6103287 LUNEDI' - MERCOLEDI' - VENERDI'. É prevista una quota di iscrizione di L. 70.000.

05/12/01 Giornata nazionale del Volontariato

06/12/01 - Verona - La pace: tra diluvio e arcobaleno
 
Giovedì  6 dicembre, ore 17.30, aula 5, Facoltà di Lettere (Università di Verona), Mons. Luigi Bettazzi e Lilia Sebastiani sul tema: «LA PACE: TRA DILUVIO E  ARCOBALENO». 
 
07/12/01 - Zevio - Incontro con Francesco Gesualdi
 
VENERDI' 7 DICEMBRE 2001 PRESSO IL PALAZZETTO DELLO SPORTI DI ZEVIO: Conferenza-Dibattito con FRANCESCO GESUALDI (Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano). Tema: Due mondi nel mondo. Organizzazione: Parrocchia di Zevio, Bottega del mondo, Pro loco di Zevio.   
 
08/12/01 - Lonigo (VI) - Concerto natalizio per il Congo
 
L'Associazione "Solidarietà Aiuto Speranza» di Locara di San Bonifacio (VR) vi invita al concerto natalizio "AMAZING GRACE" con Will Roberson - Coro e Jazz Band. Direttore: maestro Giuliano Fracasso. L'iniziativa si terrà sabato 8 dicembre 2001, alle ore 21 presso il Teatro comunale di Lonigo (VI). Scopo del palinsesto: raccolta fondi per la continuazione dei progetti scolastici e sanitari nelle missioni di Kiniama e Kasumbalesa (Rep. Dem. Congo). Info: 045 7660140.
 
09/12/01 - Verona - Incontro con il giornalista Luigi Sandri
 
Il GRUPPO PER IL PLURALISMO E IL DIALOGO Invita al 99° incontro che si terrà Domenica 9 dicembre 2001 - ore 16.00/18.30 a San Massimo di Verona nel Cinema - Teatro parrocchiale (Via Brigata Aosta - vicino alla chiesa) - TEMA: «Città santa e lacerata: Gerusalemme per Ebrei, Cristiani, Musulmani». Relazione introduttiva di LUIGI SANDRI, giornalista. (Da qualche giorno è in libreria il libro di Luigi Sandri "Città Santa e Lacerata: Gerusalemme per Ebrei, Cristiani, Musulmani" edizioni Monti, pp. 420, lire 40.000. Ordinazione: editrice@padremonti.it)

10/12/01 - Verona - Spiritualità ebraica

Il Segretariato attività ecumeniche di Verona organizza un incontro sul tema «I doni della spiritualità ebraica». Relatore: Amos Luzzato (presidente comunità ebraiche - Venezia). L'incontro si terrà presso la sala convegni Cariverona, via Garibaldi 2, con inizio alle ore 20,45.

12/12/01 - Venezia - Endometriosi

ll Comitato Pari Opportunita' dell'Unviersita' Ca' Foscari di Venezia organizza il giorno 12 dicembre 2001 una tavola rotonda sull'endometriosi. Informazioni: lamon@oink.dsi.unive.it

13/12/01 - San Bonifacio (VR) - Globalizzare la pace, la giustizia, la speranza

L'Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani di San Bonifacio promuove un incontro con Edo Patriarca (Presidente nazionale dell'AGESCI, e padre Silvano Nicoletto (Superiore Provinciale dei padri Stimmatini) sull'attualissimo tema: «Globalizzare la pace, la giustizia, la speranza». L'incontro si terrà presso la sala civica "Barbarani" di via Marconi (San Bonifacio), alle ore 20,45.

15/12/01 - Velo Veronese - Il prete dei castagnari

La Falìa di Velo Veronese sarà presente SABATO 15 dicembre alle ore 21.00 presso il teatro di Santa Teresa a Verona, per presentare il libro di Alessandro Anderloni "Il prete dei castagnari".  Il libro racconta la vita di don Alberto Benedetti, parroco di Ceredo e prete "scomodo", "anarchico", etichettato in vari modi, ma che noi chiamiamo semplicemente "prete libero". Il coro raccontando il libro a più voci e intervallando le canzoni di Bepi De Marzi, farà sentire la sua voce di protesta contro la Guerra, contro tutte le guerre che si fanno per i soldi, soldi, soldi! E proseguirà il grido disperato del prete costretto a tacere e a restare nella sua casa di Ceredo fino alla sua morte, perchè diceva la VERITA'. (Fonte: Associazione Culturale Le Falìe di Velo Veronese giuliacorradi@libero.it)

15/12/01 - Povegliano (VR) - Pensieri di pace

Sabato 15 dicembre, ore 16, presso la Madonna dell'Uva Secca (Povegliano - VR) incontro di spiritualità conviviale sul tema: "Io penso pensieri di pace" coordinato da fratel  Marco Barozzi.

15/12/01 - Verona - Emergency e il popolo afghano

Il Circolo Fagiani nel Mondo, Legambiente ed Emergency organizzano presso Corte Molon (via della Diga 17, proseguendo per il Lungadige Attiraglio) una serata in appoggio ad Emergency, che presenterà le proprie attività in Afghanistan. Seguiranno la cena e la proiezione del video Soran non aver paura. Ritrovo alle ore 19. Per informazioni e prenotazioni, tel. 0458032387 e 045918145 . 

15/12/01 - Verona - Diritti e doveri in carcere

Sabato 15 dicembre, presso la Sala Convegni della Banca Popolare (Palazzo Forti – Via Zambelli – Verona) si terrà il convegno sul tema: «Diritti e doveri in carcere» presentazione della “Guida per i detenuti” dei penitenziari del Veneto. Molti gli enti pubblici e le associazioni proponenti. Nel corso dell'incontro regionale interverranno: Carmelo Cantone (Direttore della Casa di Reclusione di Padova), Lucia Cominato (Presidente Centro di Servizio per il Volontariato di Rovigo), Antonio De Poli (Assessore alle Politiche Sociali della Regione del Veneto), Ornella Favero (Redattrice di Ristretti Orizzonti), Carlo Furlan (Presidente Centro di Servizio per il Volontariato di Verona), Massimo Guglielmo (Referente “Sportello giustizia” dei CSV del Veneto), Francesco Maisto (Sostituto Procuratore presso la Procura Generale di Milano), Giuseppe Mosconi (Docente Sociologia Diritto Università di Padova), Antonio Stivanello (Vice Responsabile Dipart. Dipendenza ASL 16 di Padova), Giovanni Tamburino (Direttore Ufficio VI “Studi e Ricerche” del D.A.P.), Ettore Ziccone (Provveditore Triveneto Dipartimento Amm.ne Penitenziaria).

dal 29 al 31/12/01 - Locri -  Percorsi di liberazione a partire dai Sud

Nei giorni immediatamente precedenti la Marcia per la pace (Senza perdono non c'è pace)  che - lo ricordiamo - quest'anno si svolgerà a Locri, si terrà un convegno dal titolo: Le violenze della globalizzazione. Percorsi di liberazione a partire dai Sud del mondo. L'incontro avrà luogo presso il Teatro dei Salesiani a partire dalla sera del 29 fino al 31 dicembre 2001. Si prevedono gli interventi di Mons. Giancarlo Bregantini - Vescovo di Locri-Gerace, Diego Cipriani, Tonino Perna, Beppe Lumia, Giovanni Mazzillo, Vincenzo Salvati. Il convergno sarà arricchito dalla presenza di numerosi testimoni del Sud del mondo. Mons. Bregantini parlerà del senso della nonviolenza a partire dal vangelo (il re non si salva per un forte esercito); la nonviolenza sarà posta a confronto dei temi cruciali dell'economia di mercato, della criminalità organizzata, e della guerra.  A partire dalla parola di Dio e dalla profonda conoscenza delle condizioni di vita del sud italia, don Gianni Mazzillo e don Vincenzo Salvati tracceranno l'itinerario possibile per un autentico percorso di incontro tra le persone e di liberazione da ogni schiavitù. L'accoglienza avverrà presso le famiglie delle città di Locri e di Gerace e stiamo cercando di ridurre al minimo tutte le spese di segreteria e soggiorno. Per questo aspettiamo numerosi coloro che vorranno unire la partecipazione alla Marcia ad una vera e propria preparazione che porti a conoscere meglio le strade da percorrere per essere autenticamente nonviolenti e saper rispondere alle sfide dell'oggi. Maggiori informazioni presso la segreteria nazionale di Pax Christi (tel. 080/395.35.07 - e-mail: info@paxchristi.it). 

in primo piano 
Elio Veltri: per la democrazia e la legalità

Cari amici, le leggi proposte dal governo e approvate dal parlamento, gli attacchi brutali del capo del governo e dei suoi collaboratori alla magistratura e, soprattutto, l'azione costante favorita dagli organi di informazione, per cancellare dalla memoria degli italiani gli anni '90, presentandoli come anni di "guerra civile" e di infamie per scopi di potere, ci hanno indotto a riorganizzare a Roma e nelle Regioni l'Associazione Democrazia e Legalita', fondata nel 1997, attivissima finche' la totalita' degli aderenti non si e' trasferita nella "Italia dei Valori". Nei prossimi mesi lavoreremo per evitare che tanti militanti della "Italia dei Valori" e di altri movimenti politici si ritirino a vita privata e condurremo, con gli strumenti "poveri" a disposizione, una campagna costante di informazione sugli anni '90 e una iniziativa forte per promuovere i referendum sulle leggi piu' scandalose a cominciare da quella sulle rogatorie. Pensiamo anche ad un lavoro comune con le altre associazioni che si occupano degli stessi problemi. E proporremo di coordinarci. Abbiamo attivato il nuovo sito (www.democrazialegalita.it), che ti prego di visitare, e costruito il primo numero di un giornale on line che viene fatto da una piccola, ma valorosa redazione di Firenze: Roberta Anguillesi, Armando Lestingi e Marco Ottanelli, contattabili allíindirizzo e-mail: redazione@democrazialegalita.it o anche: associazione@democrazialegalita Abbiamo bisogno di rendere vivace il nostro lavoro e di qualificarlo e in Italia persone che si occupano con competenza e, soprattutto, con coerenza di legalita', non ce ne sono molte.Vi ringrazio per quanto farete e vi invio cordiali saluti.
Elio Veltri (*)
 
(*) Elio Veltri: medico, pubblico amministratore, parlamentare, animatore di molte iniziative per la legalita' ed autore di alcuni importanti libri di denuncia contro il regime della corruzione. Per contatti: redazione@democrazialegalita.it

SOLIDARIETA'
  
UNA LETTERA PER SALVARE SAFYA

Care amiche,  cari amici, lo so bene. Voi avete tante cose da fare e io vi disturbo troppo spesso. Ma leggete, vi prego, qualche riga di quelle che seguono e ditemi se, sapendo quello che so, posso non chiedere a tutti di intervenire; Safya Husseini Tungar-Tudu è una ragazza nigeriana di trent’anni, senza marito. Senza avere marito  ha avuto un bambimo e dunque, secondo la legge fondamentalista islamica che nel suo paese ha valore di legge penale, se non interviene una vasta protesta internazionale, fra un mese o poco più sarà posta in una buca, seppellita sino al seno e poi lapidata a morte dalla gente del suo villaggio. Chiusa nella sua capanna, lei allatta il bambino che è diventato la sua condanna a morte. Gli potrà dare il suo seno per qualche settimana, poi la trascineranno nella fossa e la massacreranno. E’ certo che noi possiamo fare qualcosa per salvarla. Per esempio, possiamo scrivere all’Ambasciata di Nigeria, via Orazio 18, 00193 Roma, dicendo che vogliamo che Safya viva, chiediamo che il presidente della repubblica nigeriana le conceda la grazia. E possiamo scrivere al ministro degli Esteri Renato Ruggiero, piazzale della Farnesina !, 00194 Roma chiedendogli un pronto intervento umanitario del governo italiano; Ma bisogna che le nostre lettere siano tante e perciò vi prego di trasmettere questo appello alle vostre amiche e ai vostri amici (ANCHE quelle e quelli che non hanno e-mail) e di scrivere al più presto all’ambasciata: Sapete anche voi che se non lo fate stasera stessa o domani mattina, rischiate di dimenticarvene! Un’ultima cosa: quello di Safya non  è un ’affare’ di donne: Come sempre succede in questi casi, il padre del bambino è stato assolto per insufficienza di prove; Noi maschi, mi pare, anche per questo siamo coinvolti nella sorte di Safya. Non possiamo rimanere ai bordi della fossa contemplando inerti l’ennesimo delitto del maschilismo. Un caro saluto.

Ettore Masina (e-mail. ettore.mas@libero.it)

P.S. Se vorrete farmi sapere se avete inviato il messaggio e se potremo avere alle spalle una consistente mobilitazione di opinione pubblica, potremo forse studiare la possibilità di mandare poi una delegazione dall’ambasciatore nigeriano.

“Ricorda che nessuno farà quello che puoi fare tu”

La condanna a morte è stata pronunziata nell’ottobre scorso dalla Upper Sharia Court in Gwadabawa, stato del Sokoto, Il caso è stato portato all’opinione pubblica internazionale dalla National Human Right Commission, Plot 800 Blantyre street, Gidan Aisha- Wuse II, Abuja, Nigeria; L’ambasciatore nigeriano a Roma si chiama Etim Okpoyo e potete scrivergli all’e-mail  embassy@nigerian.it  Suggerisco di scrivere anche alla vice presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, sen. Patrizia Toia, e-mail: toia_p@posta.senato.it . Testi standard da inviare all’Ambasciata nigeriana e al ministro degli Esteri italiano possono essere trovati nell’attach “testi”: Una bozza di messaggio in inglese da mandare al presidente nigeriano Olusegun Obasanjo, indirizzandolo presso l’ambasciata nigeriana a Roma, via Orazio 18, 00193 , si può leggere sul sito della Comunità di Sant’Egidio che per prima lo lanciò nel gennaio scorso; Il sito è  www.santegidio.org/it/pdm/news/ap_safir.htm Si può anche mandare lo stesso testo al presidente nigeriano usando il seguente sito: www.nigeriatoday com/should_president_obasanjo_run_fo.ht Questo indirizzo tuttavia pare funzionare a singhiozzo; un’amica segnala che è meglio usare  president.obasanjo@nigeriagov.org . Sappiamo che un gruppo di “Nessuno tocchi Caino!”, dopo avere manifestato davanti all’ambasciata nigeriana, è stato ricevuto dall’ambasciatore stesso il quale ha dichiarato che la sentenza a carico di Safya non sarà eseguita. Con tutto il rispetto per l’ambasciatore, crediamo che questa sia soltanto una dichiarazione di buona volontà da parte sua: E quindi che si debba insistere con la nostra campagna. IMPORTANTISSIMO - E’ più che probabile che nelle prossime ore la casella dell’Ambasciata risulti intasata e dunque respinga il vostro messaggio;, Non crediate che con ciò abbiamo vinto! Questo può nascondere le dimensioni della nostra protesta; Bisogna allora ricorrere alla spedizione di lettere. Allo stesso modo e per le stesse ragioni  è importantissimo coinvolgere nella nostra campagna anche le persone che non hanno e-mail: cerchiamo di uscire dal nostro comodo telematismo! ALTRE NOTIZIE - Secondo alcune informazioni che non hanno trovato conferma certa, Safya, che era ali arresti domiciliari in attesa dell’esecuzione capitale sarebbe riuscita a fuggire. E’ una notizia che ci rallegra ma ci lascia col fiato sospeso: potrebbe anche trattarsi di una notizia infondata, fatta circolare per porre termine alla campagna per la sua salvezza che si sta sviluppando in diverse nazioni; IL NOSTRO SFORZO - E adesso  qualche esempio della vostra mobilitazione: Luisa Morgantini, la parlamentare europea che onora l’Italia nella sua strenua difesa dei diritti umani e dei popoli, sta cercando di fare inscrivere il caso di Safya nelle “urgenze” di Strasburgo. Il nostro appello è stato pubblicato dal quotidiano  “L’Adige” di Trento. Il Coordinamento Sez. Ds Contesacro Roma lo diffonderà fra gli iscritti; così il PRC e il Global Forum di Teramo. Ha scritto al presidente nigeriano l’assessore alle politiche sociali del Comune di Agliana (PT), Eleanna Ciampolini. Speriamo sia l’inizio di un coinvolgimento degli enti pubblici.  Angelo Cifatte ha inserito l’appello nella mailing-list dei 5000 aderenti alla Rete Lilliput ligure, Marco Giovannelli lo ha pubblicato su Varesenws, il quotidiano informatico da lui diretto e visitato da 5000 lettori giornalieri; Peppe Sini nel suo quasi eroico bollettino giornaliero del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, inesauribile miniera di cultura nonviolenta. Tristano Sapigni, del Centro  Nazionale Universitario di Ferrara ne ha parlato nella lista di discussione di cui è il gestore. Roberta Aiello inserito il nostro appello nella Lista Gaia, Francesco Polcaro nella lista di discussione di politica della ricerca e Luisa Molla nel sito www.consumi.etici Riccardo Alfonso ha pubblicato il caso nel sito www.fidest.net di cui è direttore. Amelia Alberti ha fatto “correre” il messaggio ai 90 aderenti alla Lega Ambiente, Circolo del Verbano. Roberto De Napoli ha diffuso il testo dell’appello frale colleghe e i colleghi della rete RAI della Calabria. Mirella Albano ne sta parlando ai ragazzi del liceo Avogadro di Roma e sempre a Roma Grazia Maria Bertini ha partecipato la vicenda di Safya alle sue colleghe del liceo Virgilio. Grazie a Franca Stephenson, amche al liceo Nomentano di Roma, massima moblitazione; Aldo Borghesi  me ha distribuito varie copie fra i genitori dei compagni di scuola dei suoi figli etc.etc, Francesca Astegno ne ha parlato nella sua scuola e ne ha informato alcune parrocchie della diocesi di Vicenza. Adriano Madonna ha segnalato il caso a “Mi manda RAI3” e a “Buoma Domenica”. Mariana, una studentessa di Bologna, ne ha scritto addirittura a “Striscia la notizia”; Siete meravigliosi! Nei prossimi giorni io potrò occuparmi assai meno di questo caso perché assorbito in altri lavori Vi segnalo che se ne occupa con intelligenza e vigore Farid Adly, un giornalista arabo che da tempo vive in Italia e dirige un’agenzia di stampa che si chiama ANBAMED, notizie dal Mediterraneo. Il suo e-mail è  anbamed@katamail.com Vi prego di prendere contatto con lui anche perché è importante che, in un periodo come questo, la campagna non si presti a speculazioni anti-islamiche (peraltro inevitabili e già presenti) Ettore Masina

SCRIVETE! 

Sua Eccellenza l'Ambasciatore

Ambasciata di Nigeria, via Orazio 14/18 - 00193 ROMA

Eccellenza, apprezzando il fatto, reso noto da Amnesty International, che nell'anno 2000 nel Suo Paese non sono state eseguite condanne a morte, La prego di inoltrare al Presidente della Repubblica Nigeriana questo appello affinché conceda la Grazia alla cittadina nigeriana Safya Husseini Tungar-Tudu, condannata a morte per lapidazione nell'ottobre 2001 dalla Upper Sharia Court in Gwadabawa, Sokoto State. Certa che vorrà adoperarsi per ragioni umanitarie, La ringrazio sentitamente.

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Ministro degli Esteri
Renato Ruggiero,
piazzale della Farnesina 1,
00184 ROMA

Signor Ministro, come cittadina italiana, la prego di sollecitare con urgenza un intervento umanitario del Governo italiano presso il Presidente della repubblica nigeriana affinché conceda la grazia alla cittadina nigeriana Safya Husseini Tungar-Tudu, condannata a morte per lapidazione secondo la legge islamica (Sharia) dal tribunale islamico di Gwadabawa, nello stato di Sokoto, nell'ottobre scorso. Safya è una ragazza di 30 anni, "colpevole" di avere avuto un figlio senza essere sposata. Terminato il periodo dell'allattamento (144 giorni dopo la nascita del bambino), sarà posta in una buca e lapidata a morte. Il caso è segnalato da Amnesty International. La ringrazio per l'interessamento che certamente vorrà prodigare.


MASSMEDIA e TAM TAM vari 

SITI DA VISITARE 
 
1) RAC DIS GIO' 2002: News dall'Informagiovani di San Bonifacio http://infogiovani.interfree.it
2) Da Monteforte d'Alpone... www.stilelibero.org
3) Notiziario femminile www.femmis.org
4) Rete Lilliput: www.retelilliput.org
7) Da San Bonifacio... www.sanbonifacioonline.it
8) Pedagogisti on line www.educare.it
9) Agenzia giornalistica www.misna.org 
10) Società Aperta: www.societaperta.it
11) Gruppo Solidarietà: www.comune.jesi.an.it/grusol
12) Il paese delle donne http://www.womenews.net
 
CARTA... in edicola
Cari amici, il nuovo numero di Carta (in edicola da venerdì 23 novembre) ospita diversi interventi su temi attuali. Marco Revelli commenta il congresso dei Ds e Piero Sansonetti (giornalista de l'Unità) scrive una lettera a Piero Fassino, sul movimento e la guerra: e a questo tema dedichiamo la copertina, "Disastrati di Sinistra". Il criminologo italiano, che vive e insegna a Londra, Vincenzo Ruggiero, spiega le misure "antiterrorismo" del governo Blair, e un reportage de La Jornada racconta i tribunali militari segreti di Bush. Lo studioso del capitalismo Immanuel Wallerstein avanza una tesi provocatoria: l'impero americano è in decadenza? Articoli sul Wto dopo Doha, sulla "nuova politica" della Banca mondiale sullo spostamento di popolazioni (Jarosalava Colaiacomo), sulla Finanziaria di guerra di Berlusconi (Martino Mazzonis). Infine, un grande reportage dalle miniere boliviane di stagno, gestite da poverissime cooperative di minatori. Il settimanale, il sito cercano urgentemente nuovi soci della cooperativa: leggete la "Lettera a Noi Stessi". http://www.carta.org/rivista/index.htm
 

WEB LIVE EDUCATION cinema
La cultura del cinema direttamente con il web a cura di Eudida Multimedia ed AIACE Torino. Un critico cinematografico   in Diretta Televisiva via Internet spiega (in quattro incontri settimanali a partire dal 10 dicembre) come è utilizzato il linguaggio visivo per la  costruzione di un racconto cinematografico partendo da spezzoni girati alle origini del cinema fino al cinema dei giorni nostri. Lo scopo è fornire la cultura della visone di un film per migliorare  la comprensione di un'opera cinematografica nei suoi aspetti peculiari. In questo corso continua l'evoluzione del  progetto EUDIDA WEB LIVE EDUCATION in cui tramite web, gli insegnanti e gli interesssati che seguono le lezioni, sono in contatto diretto tramite internet con gli  innumerevoli vantaggi che questo comporta.
Una dimostrazione multimediale ed ulteriori informazioni  al link http://webcast.eudida.com/corsi/cinema/index.htm

AGENDA DELLA PACE 2002

Vogliamo segnalarti l'agenda della pace 2002, agenda tascabile e apprezzatissima da chi l'ha vista o ricevuta in regalo (ci sta in tasca o in borsetta). Mi piace segnalartela per l'amicizia che mi lega a te e anche perchè ti fa conoscere le feste religiose dei popoli. Per averla tra le tue mani la puoi trovare presso le librerie paoline o librerie religiose. Altre informazioni più dettagliate, oltre all'allegato che ti prego di aprire, le puoi trovare nella nostra HOME PAGE: www.saveriani.bs.it

ALMANACCO 2002 

L’almanacco 2002, preferiamo chiamarlo così invece di calendario, è sul tema dei diritti umani in rapporto al fenomeno religioso: più esattamente “RELIGIONI E DIRITTI UMANI” perché i due temi si sono storicamente intrecciati e condizionati a vicenda, non sempre in modo positivo. Sono evidenziate le principali feste delle religioni più diffuse e sono riportati testi e recensioni inerenti ai temi trattati nel titolo. Il tutto è poi arricchito da vignette e da 12 tavole illustrate che possono essere considerate la storia della religione, di tutte le religioni. È possibile fare un regalo versando l’importo sul conto corrente postale indicando, oltre al versante, anche il nominativo e l’indirizzo a cui l’Editrice invierà una copia dell’almanacco e una lettera con l’indicazione di chi ha fatto il regalo. Chi fa parte di gruppi ed associazioni ha una buona occasione per far acquistare al gruppo di appartenenza una certa quantità di almanacchi a prezzo scontato (rivendendoli a prezzo pieno è anche possibile autofinanziarsi): Il prezzo di una copia è di € 4,75 - lire 9.197, incluse le spese di spedizione, Dieci copie 35,00 ( 3,50 la copia - sconto 26 %) Lire 67.769,Cento copie 250,00 ( 2,50 la copia - sconto 47 %) Lire 484.068,Per le librerie contratto personalizzato da concordare. Per ordinazioni,telefonare al numero 0141-218291, fax 02-700 519 846, e-mail: tempidifraternita@tempidifraternita.it


INFORMAZIONI, RIFLESSIONI & OPINIONI

La merce, anima della guerra
di SERGIO FINARDI

La materia di base dei conflitti tra le potenze - e dei conflitti tra queste e il resto del mondo, come mostra la vicenda della guerra in Afghanistan - è la concorrenza e lo scontro per il controllo delle risorse strategiche e dei settori economici collegati. Un controllo che concorre alla formazione degli elementi fondamentali dell'egemonia, sia essa globale o regionale. In qualsiasi modo concorrenza e confronto si camuffino - conflitti di nazionalismi, religioni, etnie, ideologie, gruppi economici - si troverà frequentemente al fondo di esse la lotta per il controllo di uno o più settori strategici, o per un loro segmento. Settori o sottosettori economici strategici sono quelli il cui controllo - a livello nazionale o internazionale - consente di detenere le leve di funzionamento di tutti gli altri settori economici. Possiamo farne un sommario elenco: la grande produzione agricola per l'alimentazione umana ed animale e per la produzione di fibre naturali per l'industria; l'individuazione, sfruttamento e gestione delle fonti di acqua ad uso umano, agricolo e industriale; l'estrazione, produzione e commercializzazione dell'energia; l'estrazione e la preparazione di metalli e minerali indispensabili per le produzioni industriali, dai macchinari industriali, ai mezzi di trasporto, agli armamenti e ai computers; la ricerca tecnologia avanzata ad uso militare e il connnesso apparato militare-industriale; il trasporto merci internazionale, il cui controllo è fondamentale per la circolazione dei beni. In ognuno di questi settori il conflitto economico o militare o lo scambio consensuale o forzato nascono ovviamente dal fatto che gli stati hanno un diverso grado di accesso o di specializzazione in questi stessi settori, ma nessuno ne può prescindere. E' importante notare che alcuni di questi settori, in particolare quelli che dipendono più dalle dotazioni naturali che dalle risorse umane, ha limiti oggettivi di sviluppo. É noto che gli uomini amano scannarsi per le più diverse ragioni e non ha molta importanza quello per cui credono di scannarsi. L'importante è il motore primo che utilizza l'animosità, il fanatismo e l'estraneità tra differenze - politiche, culturali, religiose, etniche - per raggiungere un obiettivo di potere. L'odierna tendenza alla ripresa dei conflitti nasce non tanto dalla fine dell'equilibrio della cosiddetta guerra fredda - come spesso si dice - ma dal fatto che in alcuni settori strategici il limite dello sviluppo, contemplabile nell'orizzonte della nostra tecnologia e nel quadro dell'attuale crescita demografica ed economica, non è molto lontano, tra i dieci e i trent'anni. Parlo in particolare del petrolio economicamente sfruttabile, delle risorse idriche e della loro distribuzione ed utilizzo, delle terre coltivabili in modo commercialmente utile, dei minerali e dei metalli rari. La gestione e il controllo di questi settori diviene un elemento indispensabile del gioco delle potenze e tra le potenze. Costruite la tabella dei limiti di sviluppo di questi settori, guardate la mappa delle regioni geografiche che ospitano determinate risorse naturali - e non parlo qui ovviamente soltanto di quella abbastanza nota del petrolio - e otterrete la mappa dei conflitti presenti e futuri, quelli molto evidenti perché militari (oggi più di trenta conflitti attivi in varie regioni del mondo) e quelli segreti e sordi condotti a colpi di crisi finanziarie, di blocchi o di accordi commerciali, di spionaggio industriale, di intese o lotte in organismi come il Fondo monetario internazionale o l'Organizzazione mondiale del commercio.

Il controllo del cibo

Dirò qui brevemente solo del settore agricolo, perché mentre tutti ne riconoscono la fondamentalità, se ne parla sempre molto poco. Forse non è infatti a tutti noto che nonostante il grande sviluppo della tecnologia di ogni tipo e la grande crescita demografica avvenuti negli ultimi decenni, l'aumento delle terre arabili nel mondo è stato del solo 6,5% nei trent'anni dal 1966 al 1996, ovvero da 1.280 a 1.362 milioni di ettari. Non solo: mentre una buona parte dei 248 stati del mondo ha una sua agricoltura, i paesi autosufficienti dal punto di vista agricolo sono molto pochi e si crea quindi lo spazio economico per le esportazioni dei paesi che producono grandi surplus: i primi 15 paesi al mondo per esportazioni agricole di ogni tipo (rispettivamente Stati Uniti, Francia, Olanda, Canada, Germania, Gran Bretagna, Australia, Belgio, Brasile, Italia, Spagna, Cina, Argentina, Thailandia e Danimarca) coprono il 66% delle importazioni agricole mondiali (oggi circa 600 miliardi di dollari all'anno), tenendo in pugno parecchia altre nazioni. Le maggiori multinazionali dell'agro-business che controllano produzione e distribuzione mondiale di prodotti agricoli sono inoltre non più di una ventina, tutte appartenenti ai paesi industrializzati maggiori. Se potessimo prendere in considerazione il settore dei minerali e metalli strategici, troveremmo una concentranzione ancora maggiore e solo un pugno di paesi (tra i quali Russia, Cina, Canada, Stati Uniti, Australia e Sudafrica) sono significativi produttori ed esportatori (tra i 6 e i 12 tipi) di quei prodotti indispensabili.

La bilancia del potere
Se vogliamo comprendere come dalla necessità di controllare certi settori si passi ai conflitti o ai confronti, ovvero alla parte dinamica delle relazioni di potenza, dobbiamo saper tenere insieme sia le ragioni contingenti che quelle strategiche. Queste ultime alludono al fatto che lo sviluppo ineguale delle forze economiche nelle varie regioni del mondo, e lo sviluppo ineguale dei settori che abbiamo visto sopra, modifica progressivamente l'equilibrio, la bilancia appunto, di potenza di queste stesse regioni tra loro e tra i paesi che le compongono. Questa dinamica concorre a creare i presupposti perché si squilibrino poi progressivamente anche le bilance di potenza militari e politiche. Tenere sotto controllo il progredire degli squilibri e raggiungere nuovi equilibri è elemento essenziale delle politiche internazionali, militari ed economiche, delle grandi potenze. Dobbiamo dunque riflettere al fatto che se è giusto cercare oltre le cortine della propaganda i motivi economici possibili di un certo conflitto, dobbiamo anche tenere presente che è la dinamica stessa degli squilibri di potenza a esercitare un'attrazione fatale su quegli stati che aspirano a mantenre o raggiungere un'egemonia globale o regionale. Il controllo dello sviluppo dei settori strategici si esercita anche con il controllo complessivo delle bilance di potenza regionali. L'attuale crescente tendenza aggressiva, economica non meno che militare, degli Stati Uniti, dell'Europa occidentale e, più timidamente, del Giappone non è frutto di un ormai incontrastato potere, come vorrebbe il senso comune, ma è all'opposto legata alla consapevolezza che gli establishment di queste potenze hanno del loro inevitabile declino relativo, un declino che li porterà ad essere in breve simili a paesi come la Cina, la nuova Russia, l'India, il Pakistan, l'Indonesia, il Brasile, l'Iran. L'orizzonte del declino relativo delle potenze attuali, ed in particolare degli Stati Uniti, è anche qui non molto ampio, trent'anni e per certi aspetti molto meno. Dopo di che, lo si è già ricordato su queste colonne, l'insieme di paesi di cui s'è detto prima costituirà una serie di poli con potenza economica e militare complessivamente superiore alla triade Stati Uniti, Europa e Giappone, che tenterà di ritardare con ogni mezzo o controllare/gestire gli esiti della crescita di tali paesi. Si guardi con queste lenti all'utilizzo statunitense degli squilibri prodotti dai primi bagliori della cosiddetta crisi finanziaria asiatica del 1997/98 e si otterrà la visione di una battaglia fondamentale che l'establishment statunitense ha condotto per indebolire l'autonomia di Giappone e Cina grazie all'indebolimento delle aree vicine di penetrazione finanziaria e commerciale, i paesi emergenti dell'Asia orientale, la Corea del Sud, la Thailandia, la Malaysia, l'Indonesia. E' noto che dopo la crisi, buona parte degli apparati industriali e commerciali di questi ultimi paesi è ripassata, a prezzi di realizzo, nelle mani della finanza Usa.
Il crocevia afghano

Si guardi ancora con queste lenti il rinnovato sfruttamento da parte di Stati Uniti ed Europa di tutti i possibili elementi di crisi - terrorismo compreso - nelle regioni mediorientali, caucasica e centro-asiatica: e si mostreranno evidenti tutti gli elementi di un complesso gioco che mira in primo luogo a impedire un rapporto più paritario dei paesi petroliferi di queste tre regioni con le grandi compagnie energetiche statunitensi ed europee e a contrastare il controllo degli stessi paesi sui corridoi di trasporto delle proprie risorse verso i mercati. In secondo luogo a mantenere conflittuale l'area di snodo tra Pakistan, India e Cina (ovvero l'Afghanistan e il Kashmir), soprattutto per impegnare la Cina sul suo fianco occidentale, impedirle di normalizzare le difficili relazioni con l'India e conseguentemente contrastare una possibile cooperazione tra i due giganti demografici mondiali. In terzo luogo a ritardare o rendere difficile la ripresa della proiezione della Russia verso i paesi che si affacciano o sono di transito verso l'Oceano Indiano, area di passaggio strategico del commercio internazionale e delle rotte petrolifere verso l'Asia e l'Europa; in quarto luogo ad inserire il cuneo della presenza militare statunitense ed europea ai bordi meridionali e strategicamente fondamentali (l'Afghanistan) dell'area di incontro tra Cina, Russia e alcuni paesi asiatico-centrali, area definita di fondamentale importanza dagli accordi di sicurezza siglati a Bishek due anni fa. Molti altri esempi potrebbero essere fatti, ma ciò su cui mi sembra importante continuare a lavorare - anche in relazione allo straordinario oscuramento e censura che l'attuale presunta lotta al terrorismo ha portato con sé - è proprio il piano strategico su cui si sviluppa oggi come non mai l'azione delle potenze e l'immnensa ipocrisia dei nuovi signori della guerra "giusta" e dei loro assordanti sostenitori nei media e nei parlamenti. Nuova instabilità, nuovo terrorismo e nuove crisi consentiranno di continuare a stabilire le regole del gioco nel futuro prossimo e a questo puntano, ma le maggioranze cilene che hanno costruito nei parlamenti europei e statunitense, e l'annullamento di qualsiasi possibilità di vero dibattito di fronte all'opinione pubblica, sono il segno di un profondo declino dell'occidente, non del contrario.

NIGRIZIA: «ANCHE L'ITALIA IN GUERRA? VUOL DIRE CHE HA VINTO BIN LADEN»

L'Italia in guerra? Vuol dire che anche in Italia bin Laden ha già vinto, dopo aver vinto a Washington, a Londra… La sua vittoria non è l'aver abbattuto le Torri gemelle e mezzo Pentagono, ma l'averci convinto che l'unico, vero terreno di confronto fra "civiltà" (e religioni) sarà quello di sempre: militare, bellico. Dove ha ragione il più forte. Nigrizia non ci sta. Perché bombardare un popolo non è lottare contro il terrorismo ma fomentarlo. È contrapporre ai fuorilegge del terrorismo la legge del terrore. Bel salto di civiltà. È gettare le fondamenta di un mondo diverso, sì, ma che gira in senso opposto al mondo sognato da Seattle a Porto Alegre (e anche a Genova): un mondo, ci illudevamo, un po' meno distante dal Regno di Dio. I soliti pacifisti sempre in bilico tra utopia e codardia, senza proposte alternative concrete - ci viene rimproverato di continuo. E invece le proposte le facciamo, da decenni. Proviamo a riassumerle in una sola espressione: dare autorevolezza e autorità all'Onu. Certo, adesso – 11 settembre o 7 novembre - non c'è tempo di riformare l'Onu, occorre agire in fretta. Ogni volta (Golfo, Iugoslavia, Serbia-Kossovo…) non c'è tempo, bisogna fare in fretta, c'è da pensare alla guerra. Il fatto è che l'Onu è ciò che gli Stati, i più potenti (i G8, sì), vogliono che sia. Inefficace. Ma non era l'Italia il Paese all'avanguardia nel mondo quanto a diritto internazionale, il primo pronto a rinunciare a una fetta della sua sovranità (nell'articolo 11 della Costituzione) in favore di “un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”, pronta a “promuovere e favorire le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”? Tutto dimenticato, oggi in Parlamento. Dimenticato il significato di pace del ramoscello che porta le olive. Tanto più dimenticato, è ovvio, il Vangelo, Carta costituzionale dell'Occidente che si riscopre d'improvviso così "cristiano". (NIGRIZIA)

L'interventismo italiano. Kabul, bel suol d'amore
di MANLIO DINUCCI

La partenza di un gruppo di battaglia della marina italiana verso il Mare Arabico, per partecipare alla guerra Usa in Afghanistan, costituisce l'ultimo passo di una escalation interventista, iniziata dieci anni fa. Ricostruiamone le tappe principali. Nel 1991, con il governo Andreotti (Dc-Psi-Pri-Psdi-Pli), la Repubblica italiana combatte la sua prima guerra, partecipando all'operazione "Tempesta del deserto" lanciata dagli Usa nel Golfo Persico. Sette mesi dopo la guerra, in ottobre, il ministero della difesa pubblica il rapporto Modello di difesa / Lineamenti di sviluppo delle FF.AA. negli anni '90. E' l'inizio della mutazione genetica delle forze armate: il loro compito, secondo il rapporto, non è più solo la difesa della patria (art. 52 della Costituzione), ma la "tutela degli interessi nazionali ovunque sia necessario". Contemporaneamente, all'art. 11 sul ripudio della guerra quale mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, si sostituisce il criterio degli "interventi militari per la gestione delle crisi" ovunque siano toccati gli "interessi vitali" del paese. Viene così enunciata, a livello istituzionale, una nuova politica militare e contestualmente una nuova politica estera, con funzioni contrarie a quelle stabilite dalla Costituzione. Una volta varato, il Nuovo modello di difesa passa di mano in mano, da un governo all'altro, dalla prima alla seconda repubblica, senza mai essere discusso in quanto tale in parlamento. A elaborarlo e applicarlo sono i vertici delle forze armate, ai quali i governi lasciano piena libertà decisionale, pur trattandosi di una materia di basilare importanza politica per la Repubblica italiana. Nel 1993, mentre l'Italia sta partecipando all'operazione militare lanciata dagli Usa in Somalia, e al governo Amato subentra quello Ciampi (Dc-Psi-Psdi-Pli), lo stato maggiore della difesa dichiara che "occorre essere pronti a proiettarsi a lungo raggio" per difendere ovunque gli "interessi vitali", al fine di "garantire il progresso e il benessere nazionale mantenendo la disponibilità delle fonti e vie di rifornimento dei prodotti energetici e strategici" (Stato maggiore della difesa, Aggiornamento del modello di difesa, 1993). Nel 1995, durante il governo "tecnico" Dini, lo stato maggiore della difesa fa un ulteriore passo avanti, affermando che "la funzione delle forze armate trascende lo stretto ambito militare per assurgere anche a misura dello status e del ruolo del paese nel contesto internazionale" (Stato maggiore della difesa, Modello di difesa, 1995).
Nel 1996, durante il governo Prodi (Pds-Ppi-Lista Dini-Ud-Verdi), tale concetto viene ulteriormente sviluppato nella 47a sessione del Centro alti studi della difesa. "La politica della difesa - afferma il generale Angioni - diventa uno strumento della politica della sicurezza e, quindi, della politica estera". Essa costituisce, secondo l'ammiraglio Mariani, una "fondamentale risorsa strategica" per "ciascun paese che intenda avere un ruolo internazionale e sostenere adeguatamente lo sviluppo della sua economia". E il generale Arpino rafforza il concetto affermando che "il potere aereo potrà fornire un contributo di primo piano quale vero fattore di potenza, per garantire all'Italia quel peso politico che vorremmo avere, ma che sinora non è stato ancora possibile vederci riconosciuto" (Informazioni della Difesa, suppl. al n. 4 1996). Nel 1999 - dopo che il governo D'Alema (Ds-Ppi-Ri-Udeur-Verdi-Sdi-Pdci) ha fatto partecipare l'Italia, sotto il comando Usa, alla guerra contro la Jugoslavia - la marina militare annuncia che l'Italia è riuscita ad "affermare il suo ruolo di media potenza regionale nell'area euro-mediterranea con interessi economici e commerciali di carattere globale". "Si può dunque parlare - dichiara orgogliosamente - di un crescente e solido ruolo geostrategico dell'Italia nel "Mediterraneo allargato": spazio geopolitico comprendente, oltre al Mar Nero, anche le vie meridionali di accesso al Canale di Suez e cioè il Mar Rosso fino allo Stretto di Bab el-Màndeb e, più oltre, il Golfo Persico che, attraverso lo Stretto di Hormuz, è intimamente collegato al sistema mediterraneo di rifornimenti energetici" (Marina militare italiana, Rapporto 1999).
Nel 2001 - mentre il governo Berlusconi (Fi-An-Ccd-Cdu-Lega Nord-Biancofiore) manda la flotta italiana a combattere un'altra guerra sotto comando Usa, a 8.000 km dalle nostre coste - occorre che la marina aggiorni così la sua geografia militare: "Poiché il Golfo Persico è collegato al Mare Arabico, su cui si affaccia il Pakistan, confinante con l'Afghanistan, il 'Mediterraneo allargato' si estende fin sulle montagne afghane".

Terrorismo petrolifero

INTERVISTA
Il nodo della guerra non è bin Laden ma i sauditi
ANNA MARIA MERLO - PARIGI 
 
La guerra degli Usa contro l'Afghanistan non è un'azione assurda, di cui si ha difficoltà a capire le ragioni, ma ha un senso ben preciso e questo senso è economico, legato in particolare agli interessi petroliferi del gruppo che, attorno a George W. Bush, oggi governa gli Stati uniti. Informazioni in questo senso sono state pubblicate da tempo. Oggi, esce in Francia un libro - La vérité interdite (ed. Denoël) - scritto da due investigatori che lavorano con i servizi segreti francesi, Jean Charles Brisard e Guillaume Dasquié, che ricostruisce il puzzle, a partire da fonti privilegiate, prima tra tutte la testimonianza di John O'Neill, numero due dell'Fbi fino al luglio 2001, quando diede le dimissioni denunciando i bastoni tra le ruote che venivano messi alle indagini sul terrorismo proprio da parte delle autorità politiche statunitensi (O'Neill è deceduto nell'attacco alle Twin Towers).
Jean Charles Brisard, ex responsabile dell'antispionaggio economico nel gigante Vivendi, che ha indagato a lungo sul finanziamento della rete al Qaeda, è anche l'autore di un Rapporto sull'ambiente economico di Osama bin Laden, che il presidente Jacques Chirac ha offerto a Bush nel suo recente viaggio-lampo a Washington.Nel vostro libro date una ragione economica, legata al petrolio, per la guerra in corso. Affermate che ci sono state trattative tra gli Usa e il regime dei talibani. Quindi Bin Laden non è un pazzo, ma espressione di una volontà politica ben precisa cresciuta all'ombra di rapporti contro-natura, nati con l'obiettivo di assicurare alle compagnie pertrolifere Usa il controllo dell'Asia centrale, in particolare a partire dall'oleodotto dell'Unocal? La nostra idea, effettivamente, è di cominciare a capire l'ingranaggio che ha portato alla situazione attuale, all'attentato dell'11 settembre. Diciamo che da parte degli Usa c'è stata un'incomprensione del fenomeno talibano, poiché è da tempo che gli Stati uniti trattano con questo regime. Ai tempi di Bill Clinton, i negoziati erano avvenuti senza reali contro-partite: il presidente democratico aveva chiesto ai talibani di consegnare Bin Laden. Ma sotto Bush la situazione cambia. Si verifica un'accelerazione del processo, a causa di considerazioni di ordine economico, legate al petrolio. La situazione cambia: gli americani propongono un tappeto d'oro e minacciano un tappeto di bombe nel caso l'accordo sia impossibile. E' come se gli Usa non avessero capito che il regime dei talibani non poteva consegnare Bin Laden, perché è lui che li finanza e li sostiene. Bin Laden non è un pazzo, ma il prodotto dell'Arabia saudita che sostiene il radicalismo islamico. L'Arabia saudita ha sostenuto Bin Laden per ragioni politiche, per mantenere il proprio regime al potere appoggiandosi sul radicalismo islamico. Il nocciolo del problema sta quindi in Arabia saudita, paese alleato degli Usa? Certo. Ma il petrolio è un fattore strategico e per questo motivo gli Stati uniti permettono all'Arabia saudita di perseguire questo tipo di politica. O'Neill l'ha spiegato bene: le inchieste dell'Fbi non riescono ad andare avanti, perché appena si sfiora l'Arabia saudita tutto si insabbia". O'Neill era credibile? Assolutamente. Era un grande personaggio, il numero due dell'Fbi. La guerra troverebbe quindi una ragione nel fatto che gli Usa si sono resi conto che con i talebani non è possibile fare affari? Nel libro provate che la ricerca di una soluzione alternativa ai talebani è iniziata ben prima dell'attacco dell'11 settembre e che c'erano già contatti con l'ex re e i rappresentanti delle altre forze in campo nel paese.  Alla fine di agosto, i talebani sono messi con le spalle al muro. Non hanno alternativa: viene ingiunto loro di consegnare Bin Laden e di aprire il regime alle altre componenti. Nei negoziati, che dovevano restare nel campo diplomatico, da quando George Bush è al potere prendono il sopravvento le questioni economiche. Alla luce di queste informazioni, vede una possibile via d'uscita e, se c'è, quale? Prima o poi, l'occidente dovrà aprire gli occhi sul sostegno che l'alleata Arabia saudita dà al radicalismo islamico. Prima o poi, cioè, bisognerà smettere di far finta di niente sulla vera natura del regime saudita, che da cinquant'anni viene sostenuto dall'occidente per ragioni puramente economiche.
 

Cosa penso delle immagini di gioia degli afghani liberati

di Vincenzo Passerini

Cosa penso delle immagini di gioia degli afghani liberati? Se lo chiede polemicamente il signor Romano Verani di Arco il quale, in una lettera a “L’Adige” del 17 novembre scorso, mi rimprovera di aver definito questa guerra una fabbrica di menzogna mentre, a suo dire, era l’unico mezzo per difendere il mondo da azioni ancora più cruente e ingiuste. Rispondo. Che gli afgani siano contenti è ovvio e giusto. Il regime dei taliban era oppressivo e crudele. Nel momento in cui cade un regime oppressivo e crudele è giusto far festa. Anche noi siamo contenti, nessuno poteva avere una qualche simpatia per un tale regime.  Gli afghani hanno gioito più volte in questi vent’anni: all’arrivo degli invasori sovietici, giunti in aiuto del governo, minacciato dalla guerriglia fondamentalista; all’arrivo dei guerriglieri fondamentalisti mujahidin, che cacciarono i sovietici; all’arrivo dei taliban, nel 1996, che cacciarono i mujahidin (e che impiccarono a un lampione, tra la solita folla festante, l’ex-presidente comunista Najibullah dopo aver assalito la sede dell’ONU dov’era rifugiato da quattro anni); adesso festeggiano il ritorno dei mujahidin, che cacciano i taliban. Ogni volta una festa di liberazione, ogni volta stermini ed esecuzioni. Tra guerre e liberazioni un milione e mezzo di morti, la ripetuta distruzione di Kabul e di altre città e villaggi, un territorio coperto di milioni di mine su cui  saltano bambini, e donne, e innocenti in genere (e che Gino Strada di Emergency, duramente contrario a questi bombardamenti e alla guerra, cura eroicamente da anni), 5/7 milioni di profughi, un terzo della popolazione, senza nulla. Lei mi può dire: ma i taliban sono i peggiori, proteggono i terroristi che hanno ideato la strage delle torri a New York. Il fatto è, rispondo, che gli islamici fondamentalisti sono stati finanziati e organizzati dai sauditi e dai pakistani con la benedizione degli americani. Prima per piegare i sovietici, che erano l’Impero del male fino a pochi anni fa, poi per dare un governo stabile e affidabile all’Afghanistan. Affidabile per il Pakistan, per l’Arabia Saudita, e quindi per gli Stati Uniti, tutti interessati a non avere un Afghanistan ostile e instabile, trattandosi sì di un paese povero e infelice, e quindi per nulla meritevole di attenzioni, ma strategico per il passaggio di gasdotti e oleodotti. Disse Zbigniew Brzezinski, ex consigliere per la Sicurezza nazionale statunitense, per giustificare il sostegno americano ai fondamentalisti islamici: “Cos’era più importante nella concezione mondiale della storia? I taliban o il crollo dell’Impero Sovietico? Pochi musulmani esagitati o la liberazione dell’Europa centrale e la fine della guerra fredda?”. Ecco, ai cosiddetti grandi strateghi, realisti e cinici fino al midollo, sfuggono quasi sempre le conseguenze dei loro atti. Il loro realismo si dimostra ben presto follia, incapacità di capire davvero la realtà (adesso viene da ridere, e da piangere, a pensare a quel “pochi musulmani esagitati…” con cui l’abile stratega dipingeva gli alleati fondamentalisti, destinati ben presto a diventare i peggiori nemici dell’America e del mondo, il nuovo Impero del male, a cambiare il corso della storia, …). La guerra del Golfo (1991) - a ulteriore dimostrazione che le conseguenze delle guerre e delle guerriglie strategiche, ciniche, realistiche non sono mai attentamente valutate - provocò la rivolta del fondamentalismo islamico contro gli americani e i loro alleati. Bin Laden, ma non solo lui, da amico diventa nemico dell’Occidente, trovando fertile terreno nel mondo islamico umiliato da quella guerra e dall’occupazione militare dell’area del Golfo che ne seguì e che perdura (una guerra del petrolio anche quella). I terroristi fondamentalisti, diventati a questo punto un pericolo per l’irresponsabile Occidente, potevano essere sconfitti senza la guerra? Intanto, prendere Kabul è una cosa, sconfiggere il terrorismo un’altra. Il terrorismo non è stato sconfitto dalla guerra.  In secondo luogo, a detta di K.P. S. Gill (cfr.”Nel mondo di Bin Laden”quaderno speciale di “Limes”), che è colui che ha sconfitto il terrorismo sikh che uccise Indira Gandhi, una strada diversa c’era davvero. Ma ci voleva una strategia politico-economico-finanziaria più paziente, più lenta, più “asiatica”, meno precipitosa ma dai risultati umanamente più accettabili e politicamente più solidi e con meno contraccolpi di quanto un attacco militare di questa portata non comporti. Infine. E’ stato rivelato in questi giorni  che alla fine di agosto, pochi giorni prima dell’attentato alle torri, si ruppero le trattative in corso tra americani e taliban per il passaggio dell’importantissimo gasdotto attraverso l’Afghanistan. La strage di New York non nasce, a quanto pare, da un generico fondamentalismo anti-americano. Ma di questa colossale e complicata guerra sotterranea per il controllo delle più imponenti riserve di petrolio e di gas del mondo che vede coinvolti americani, sauditi, pakistani e, a modo loro, afghani cominciamo solo adesso a percepire qualcosa. Siamo immersi nelle menzogne, nelle mezze verità, nelle propagande politiche e televisive a suon di fanfare e fanfaroni. Sbaglierò, ma per me ce n’era, e ce n’è, abbastanza per dire no, fermamente no ai nostri bombardamenti su un paese disgraziato e su tanta povera gente martoriata. E per dire fermamente di no all’invio di nostre truppe. Anche oggi gli strateghi della guerra, i realisti che sanno sempre come vanno le cose di questo mondo, sembrano aver avuto ragione. Sembrano.(Vincenzo Passerini)    

QUEL MANIFESTO...         

Sui muri  di Roma è apparso un manifesto di Alleanza Nazionale che proclama: «Kabul è caduta. Crolla il regime terrorista talibano. Crolla l'ipocrisia dei falsi pacifisti». Ma perché, cosa vuol dire, che c'entra? Dove sta il nesso? Da dove viene questa pulsione insopprimibile ad aggredire anche in modi insensati chi la pensa diversamente, questo atteggiamento simile a quello che induce Berlusconi a vedere ovunque il fantasma di quei comunisti (anzi, «cumunisti», come dice lui alla lombarda) quasi scomparsi, a indicarli come organizzatori di complotti mai esistiti, ad attribuire loro tutti quei guai personali che avrebbe potuto evitare astenendosi dall'agire male? Da dove viene la volontà di negare la Storia recente che spinge il presidente del Consiglio a parlar male all'estero delle istituzioni italiane, a definire l'incriminazione di ladri, corruttori e truffatori da parte della procura di Milano una trama tessuta per «eliminare un'intera classe politica», che spinge il presidente del Senato a commemorare nel momento della morte l'ex presidente Leone come quella vittima che non è mai stato? E' un atteggiamento revanscista che in Italia neppure la conquista della maggioranza elettorale e del governo è riuscita a medicare, a guarire: se i pacifisti sono così stolti, se i «cumunisti» sono stati così sleali, perché nella consapevolezza della propria forza non ignorarli, non lasciarli perdere, non considerarli irrilevanti? Sarà magari per il bisogno di autoeleggersi gli unici ad aver ragione al mondo, di autoassolversi da ogni colpa o errore, di autopromuoversi impeccabili, perfetti. Sarà il bisogno, a scanso di capovolgimenti politici, di cancellare, di ammutolire chiunque non sia dalla propria parte o risulti indipendente, non comandabile, disobbediente, non corrompibile. Sarà l'intolleranza verso ogni critica, così violenta da nascondere male il timore che le critiche possano venir considerate ragionevoli, giuste. Sarà la tendenza più o meno presente in ogni forza politica, persino democratica, ad azzittire e vanificare gli avversari, anche con la menzogna o la calunnia. Ma ipotesi simili da sole rimangono insufficienti. Ci dev'essere qualcos'altro. Naturalmente nel corso del tempo le destre hanno sempre detestato le sinistre non soltanto per motivi economici, politici, concorrenziali, ma anche perché le sinistre hanno spesso avuto un'immagine migliore, più idealista, più altruista e avvenirista: come il commerciante poteva detestare l'artista perché non era costretto ad obbedire alla prassi, come lo scrittore popolare poteva detestare il letterato perché pur avendo meno lettori e meno soldi nel comune sentire conservava una maggiore purezza, una superiorità etica. Ma  se tutto nascesse da una propria insicurezza profonda, dalla paura istintiva, storica, insidiosa, di essere nel torto? (LIETTA TORNABUONI, LA STAMPA - Giovedì 15 Novembre 2001)                                                                                                                            


ZOOM ASSOCIAZIONI
MERCOLEDI': UN'ORA DI SILENZIO A VERONA
 
Carissimi, in questo periodo di guerra, cui partecipa anche l'Italia, è necessario moltiplicare i momenti di comunicazione promuovendo iniziative "nostre" e partecipando a iniziative comuni con il SAE, l'Università e i Collegi universitari don Mazza, il Gruppo per il Pluralismo e il Dialogo, le "donne in nero". Invitiamo a partecipare all'ora di silenzio delle "donne in nero" ogni mercoledì dalle 18 alle 19 in piazza Bra  e al  digiuno nazionale a rotazione per tutti i giorni di guerra, promosso da Pax Christi Italia e dai Beati Costruttori di Pace. (Sergio Paronetto)
 
Greenpeace per gli operai di Porto Marghera
 
Milano, 19 novembre 2001 - Oltre 50 attivisti di Greenpeace sono intervenuti questa mattina alla sede centrale dell'Enichem a Milano dove hanno murato gli ingressi con oltre 300 mattoni tenuti assieme da cemento a presa rapida. Di questi mattoni, 193 erano listati a lutto con i nomi degli operai di Porto Marghera, deceduti per l'esposizione ai composti tossici prodotti negli impianti del  petrolchimico. Il Muro della Vergogna, cosi' chiamato dall'Associazione, e' stato eretto in pochi minuti per ricordare all'ENICHEM i veri costi del ciclo del cloro che  ha prodotto e continuera' a produrre vittime tra i lavoratori e un  disastro ambientale che ha pochi eguali al mondo. Gli  attivisti hanno quindi aperto uno striscione con la scritta "Arrestiamoli!". "Le conclusioni del maxi-processo di Porto Marghera sulle responsabilita' penali di Enichem, Montedison ed Enimont lasciano pensare che a partire degli anni '70 l'industria chimica abbia rispettato tutte le norme sanitarie ed ambientali previste dalla normativa eppure, nel 1996, le ispezioni in fabbrica hanno dimostrato che gli strumenti di rilevamento delle concentrazioni di CVM erano totalmente inadeguati a garantire la sicurezza degli ambienti di lavoro" ha dichiarato Fabbrizio Fabbri di Greenpeace. Gia' nel 1995 venne rilevata la presenza di diossine negli scarichi del petrolchimico con concentrazioni superiori da 30 a 300 volte i limiti indicati dalla Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale e nel 1998  la magistratura veneziana  intervenne nuovamente sul petrolchimico dopo aver ravvisato infrazioni alla normativa sullo scarichi in laguna. "A prescindere dal verdetto, il lungo processo di Porto Marghera ha comunque confermato che la produzione e l'uso del cloro pongono serissimi  problemi sia di carattere sanitario che ambientali, per questo chiediamo ancora una volta  all'ENICHEM di uscire dal ciclo del cloro e  sviluppare immediatamente  un piano di riconversione industriale e di riqualificazione dei lavoratori di Porto Marghera." ha aggiunto Fabbri. Con l'azione di oggi, Greenpeace lancia un appello a tutti i consumatori invitandoli ad evitare l'acquisto di prodotti d'uso domestico contenenti cloro, di cui l'Enichem e' il maggior produttore italiano, dai detergenti alle plastiche ai prodotti per l'igiene personale. A tal scopo l'associazione fornira' i dettagli delle aziende che usano cloro o derivati e indichera' le alternative disponibili sul mercato. "E' importante che l'indignazione scaturita dalla sentenza di assoluzione sia positivamente canalizzata dai consumatori che con il loro potere di acquisto possono influenzare sistemi produttivi sporchi i cui costi maggiori sono  a carico degli operai, delle popolazioni che vivono intorno alle zone industriali e dell'ambiente" ha concluso Domitilla Senni, Direttore di Greenpeace.
Presepe di carta con il Cerchio Magico di Soave
 
UN PRESEPE DI CARTA Laboratorio di origami e piegatura della carta. L’Associazione culturale Il Cerchio Magico, in collaborazione con la Pro Loco di Soave, organizza un mini corso di 3 lezioni, per bambini e bambine a partire dagli 8 anni, che avrà come tema la costruzione di un presepe di carta secondo le regole degli origami. Origami è il nome di una tecnica che insegna a piegare un foglio di carta per ottenere, senza tagliare o incollare, animali, fiori, scatole, case, paesaggi ed oggetti decorativi. Il suo apprendimento richiede non solo l’impiego di capacità  intellettive, ma anche delle condotte motorie di base, con particolare riguardo alla coordinazione oculo-manuale e all’acquisizione del senso spaziale (figura, sfondo, percezione, dimensione). Il laboratorio viene proposto come occasione piacevole affinché i bambini e le bambine, possano vivere l’attesa e la festa del Natale, non all’insegna del facile consumo, ma in veste di “inventori” creativi. Gli incontri si terranno presso la sede della Pro Loco di Soave (via XXV Aprile) SABATO 1 - SABATO 15 e  SABATO 22 dicembre 2001, dalle ore 14.30 alle ore 16.30 e saranno tenuti da Enrico Alborali ed Elena Marzano per un gruppo di 10 partecipanti. Il costo del corso è di £. 25.000 comprensivo del materiale. E’ prevista la formazione di un secondo gruppo (ore 16.30 – 18.30) nel caso le iscrizioni superino le dieci unità. (fonte: Il cerchio magico: lbertinato@mbservice.it)
 
Presi per la gola 2001-2002
 
Al via la seconda edizione della manifestazione "Presi per la gola", promossa dall'Arci. Si prevede che le serate eno-gastronomiche siano integrate da un corso di educazione alla conoscenza ed al consumo consapevole degli alimenti di origine animale, chiamato "Alimentare Watson". Di seguito vi precisiamo le date dell'iniziativa che potrete comunque rilevare con maggiori dettagli sul nostro sito: www.arci.verona.it
Serate eno-gastronomiche regionali: mercoledi' 28 nov 01 regione Lazio presso Ristorante Hotel Leon D'Oro, mercoledi'  05 dic 01 regione Liguria presso Ristorante Teatri, mercoledi' 16 gen 02 regione Marche presso Ristorante 12 Apostoli, mercoledi' 30 gen 02 regione Calabria presso ristorante Al Calmiere, mercoledi' 13 feb 02 regione Basilicata presso Trattoria All'Adige, mercoledi' 27 feb 02 regione Friuli V. Giulia presso Ristorante Liston 12
Corso di educazione alimentare "Alimentare Watson": mercoledi' 19 dic 01, mercoledi' 9 gen 02, mercoledi' 23 gen 02, mercoledi'  6 feb 02, mercoledi'  20 feb 02.
Vi informiamo inoltre che per considerare valida ogni prenotazione e' necessario il versamento del 50% della somma dovuta ed inoltre, per chi volesse prenotare tutte le serate fin da ora, e' previsto uno sconto complessivo. Per maggiori dettagli e per ricevere il pieghevole dell'iniziativa, chiamate la nostra segreteria allo 045 8033589.
 
«Piazza Grande», voce dell'emarginazione

L’associazione Piazza Grande nasce nel 1994 da un gruppo di persone senza fissa dimora con la volontà di dare voce all’emarginazione,  e di costruire un punto di riferimento per le persone in difficoltà. L’obiettivo era quello di fornire qualcosa di concreto che dia la possibilità di riappropriarsi della propria vita senza dipendere dalla carità e da una logica assistenzialista. Nasce così la cooperativa “La strada” che da lavoro ad oltre 30 persone impegnate nel restauro e nella vendita di mobili usati e di biciclette. Il giornale da subito ha rappresentato un grande stimolo per dare voce a chi non ne ha, per raccontare come la vita di una persona possa drammaticamente cambiare da un giorno all’altro, perdere improvvisamente tutto ciò che ci rendeva “persone normali” e rimanere chiusi nella propria solitudine e nel proprio dolore senza trovare un aiuto per uscirne. Il giornale è cresciuto arrivando alle seimila copie, oltre seicento sono state le persone contattate ed aiutate ad intraprendere un percorso di ritorno alla normalità, è stato avviato il servizio gratuito degli avvocati di strada che riceve 7-8 richieste ogni giorno, sono inoltre 60 i diffusori che vendono il giornale in strada, e una trentina le persone che lavorano stabilmente all’associazione. E’ stato anche avviato un progetto di intercultura sociale che ha lo scopo di mettere in contatto persone che appartengono a mondi diversi per favorire lo scambio ed il dialogo, il progetto prevede un corso di teatro che ha dato vita ad una compagnia teatrale, “La fraternal compagnia” che ha riscosso numerosi consensi, inoltre per il terzo anno partirà il corso di giornalismo aperto a chiunque sia interessato a questa esperienza. Abbiamo lavorato molto, ma ancora molto c’è da fare, per questo ti chiediamo di aiutarci sottoscrivendo l’abbonamento annuale a Piazza Grande che potrai ricevere direttamente a casa. Per abbonarvi fate un versamento sul c/c postale n. 25736406, o sul c/c bancario 791783 della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, intestati all’Associazione Amici di Piazza Grande, specificando:”Abbonamento giornale”. Potete anche telefonare allo 051 372223 dalle 9.00 alle 12.00 alla redazione del giornale. Per i privati la quota di abbonamento è di lire 60.000. Per enti, associazioni e biblioteche lire 160.000. Per l'estero lire 200.000. L’abbonamento permette automaticamente di divenire socio,  potendo così usufruire di una serie di sconti sulle iscrizioni alle attività organizzate in seno all’associazione: corso di giornalismo, corso di teatro, laboratori artigianali presso il capannone di via Libia e laboratorio di informatica.  Vi permetterà  inoltre di essere puntualmente informati sulle attività,  seminari, incontri dibattiti ed eventi organizzati dall’associazione, oltre che ricevere a casa tutte le pubblicazioni da noi promosse, come il libro sui diritti delle povertà scritto dagli avvocati di strada attualmente in preparazione. (Fonte: ASSOCIAZIONE Amici di Piazza Grande O.N.L.U.S., Via Antonio di Vincenzo 26/f - 40127- Bologna Tel. Fax. 051-372223 e-mail:pg@piazzagrande.it)

Commercio equo e solidale

«La Rondine», bottega del mondo, comunica che è presente a VERONA, in via PALLONE, 20 - 37121 - TEL. 045/8013504, Orario: 9-12.30 e 15.00-19.00 (chiuso lunedì mattina) e a BOVOLONE, P.zza  VITTORIO EMANUELE II, 11 - TEL. 045/6900113, Orario: Sab. 9.00 -12.30 e 15.30 - 19.00.

I prodotti del commercio equo e solidale li puoi trovare anche QUI:

Verona

-  ALIMENTAZIONE e SCIENZA - Via Legnago

-  ASSE ENOKOU - Viale del Lavoro 5

-  BAR ADIGE—Via Risorgimento 18 -

-  CORDIAL MARKET SUPERMERCATO - Ca' di David  - Via Belobono 18 (VR)

-  CHIEREGATO LUIGIA - Via Vasco de Gama 12

-  CIRCOLO  ARCI MALACARNE—Via S. Vitale, 14/a

-  ESSELUNGA—C.so Milano—Verona

-  IL BIOLOGICO Cà Verde - Via Pieve di Cadore 3/b

-  ISTIT. ITALIANO DI REFORMING -Via Torbido

-  ISTIT. ITALIANO di REFORMING-Via Pisacane 2

-  LA BOTTEGA DEI SAPORI—Piazza del Porto 1—Parona

-  LA MACINA - Via C. Nepote, 4

-  MACROVITA DI LAVARINI & C. - Via Casorati 5

-  MIGLIORINI ORTOFRUTTA - C.so Milano 83

-  OLIVIERI RENATA ALIMENT. - Via Prina 2

-  PANEGHINI LUIGI - Via Gaetano Trezza 1

-  PANIF. ALBERTINI - Via Lugagnano 1 -  S. Massimo

-  PANIF. ANTICHI SAPORI - Via Trevisani, 92

Zona S. Massimo

-  RIGHETTI ALIMENTARI - Chievo - Via Berardi 29

-  SA.FO.GA snc di Caurla e Zanetti—Via Eisorgimento23

-  TRE  GI  s.n.c - Avesa - Via delle Agostiniane

Provincia zona Sud

-  ARMANI CINZIA - Via Cà di David 18 - S. Giov. Lupatoto (artigianato)

-  ASSOCIAZIONE IL GERMOGLIO - Legnago - Via Minghetti 34  (VR)

-  CHE CENTO FIORI SBOCCINO Cartoleria - Vigasio

   P.zza Luciani 4 (artigianato)

-  COOP. AGRICOLA CA’ MAGRE - Isola della Scala (VR)

-  COREZZOLA LUCIANO ALIMENTARI - Pradelle di Nogarole Rocca (VR) - Via IX Maggio 41

-  LAZZATI Cartolibreria - Castel d’Azzano - Via Cavour 23—(artigianato)

-  PETTENE FRANCESCA ORTOFRUTTA -Correzzo—Via Capitello 19

Provincia zona Ovest

-  ADAMI GIANFRANCO - Sommacampagna - Via Bussolengo 19

-  L’ALBERO DI AVIGO Mario - Pescantina - Via Are 62

-  AGRITURISMO GIRELLI NELLO -  Bussolengo - Via Solferino 116b - Loc. Gabanel

-  ALIMENTARI DOMENICA di GIRELLI SIMONETTA—Lugagnano—Via Mancalacqua 63-

-  BAR LATTERIA CUNEGO ANNA—Lugagnano—Via D. Fracasso 10

-  CARUSIO MIRELLA ALIMENTARI—Lugagnano

    Via Case Nuove, 18

-   LA RUGIADA DI BERSANELLI—Cavalcaselle—

    Via Mantovana 58/d

-   ORTOFRUTTA DA LUCIANO—Bosco di

    Sona—Via Bosco, 38

-   ORTOFRUTTA PERETTI CLAUDIO &

    GIANFRANCO  - Sandrà - Via Monte Baldo, 26

-  ORTOFR. VINCENZI WALTER - Sommacampagna - Piazza Roma, 5

Zona Valpolicella

-  AL MULINO ALIMENTARI - S. Maria di Negrar - Via S. Maria 44

-  BERNARDINELLI F.lli Mini Market - Arbizzano - Via San Francesco 48 (VR)

-  CEREAL IMPEX - Centro CommercialeValfiorita - S.Maria di Negrar

-  IL BUONGUSTAIO di Sempreboni - Fumane - Via Pio Brugnoli

-  IPER AFFI—Centro Commerciale Affi—VR

-  LA MESSE - S. Pietro Incariano - Via Roma 29

-  ORVEA—Centro Commerciale Affi—VR 

-  8 MARZO COOP. AGRICOLA - S. Ambrogio di Valpolicella (VR)

-  ZANZIBAR Coop. La Mazzurega - S. Ambrogio Valpolicella - P.za V.Emanuele 15


SORRISI & CEFFONI  
 
NOTIZIARIO 

(ANSA) - Washington D.C. - oct 5 - 11.00 GMT

Nel corso della riunione del gabinetto di guerra americano sono state esaminate le opzioni principali sull'imminente evento bellico. Il segretario di Stato, Colin Powell, ha ricostruito le ultime due giornate. 
Un miliardario pazzo ha deciso di scatenare una guerra, ha a disposizione una notevole massa di denaro di cui può disporre a piacimento in quanto depositata in paesi off-shore. Controlla reti televisive e giornali assolutamente fedeli alla causa. Almeno un'intera nazione è controllata direttamente. Ha uno stuolo di FEDEli che ne idolatrano l'immagine senza capire cosa dice. Ha alcune idee fisse sulle quali ritorna con ossessività. Ha dimostrato di saper sfuggire con abilità alla giustizia.
La riunione è stata interrotta improvvisamente alcuni minuti fa. Una fonte accreditata sostiene che il Presidente George W. Bush si sia allontanato urlando:
- Ma siete pazzi, mica posso bombardare Arcore!!!


PAROLE IN LIBERTA'
di Vincenzo Andraous
(centrostampa@cdg.it - Tel. 0382 3814417)
Vincenzo Andraous è nato a Catania il 28-10-1954,  una figlia Yelenia che definisce la sua rivincita più grande, detenuto nel carcere di Pavia, ristretto da ventotto anni e condannato all’ergastolo “FINE PENA MAI”. Da qualche tempo usufruisce di permessi premio e di lavoro esterno semilibertà svolgendo attività di Tutor presso la Comunità “Casa Del Giovane “di Pavia. E’impegnato in attività sociali e culturali con scuole, parrocchie, associazioni e movimenti culturali. E’titolare di alcune rubriche mensili su riviste e giornali, ha conseguito circa 80 premi letterari, pubblicando libri di poesia, di saggistica sul carcere e la devianza, nonché la propria autobiografia. Ha pubblicato: “Non mi inganno” edito da Ibiskos di Empoli; “Per una Principessa in jeans”   edito da Ibiskos di Empoli;  “Samarcanda” edito da Cultura 2000 di Siracusa; “Avrei voluto sedurre la luna“ edito da Vicolo del Pavone di Piacenza; “Carcere è società” edito da Vicolo del Pavone di Piacenza; “Autobiografia di un assassino-dal buio alla rinascita” edito da Liberal di Firenze; “Oltre il carcere” edito dal Centro Stampa della “Casa del Giovane” di Pavia. “Oltre il carcere” è un libro che tenta di camminare sull’esperienza dell’autore, senza per questo rimanere prigioniero della presunzione di insegnare nulla a nessuno.Ci sono pagine che raccontano quanto avviene e spesso non avviene all’interno del perimetro carcerario. Atteggiamenti e gesti che vorrebbero provocare in ognuno un cambiamento per raggiungere secondo le proprie capacità quella necessaria consapevolezza per rimediare alle ferite inferte alla vita. Avamposti della memoria per i più giovani, sui rischi della trasgressione, nell’affidarsi ai valori estremi delle passioni estreme, votate all’annientamento. C’è il progetto di un percorso comunitario che può diventare stile di vita al servizio degli altri, apprendendo l’arte dell’ascolto e della promozione umana, attraverso l’impiego del sapere e del sentire, per una rielaborazione delle proprie esperienze vissute.

RIEDUCARE NON SOLO A PAROLE

Sui giornali leggo interventi mirati sul carcere, parole espresse con buona volontà da uomini pratici di promozione umana. Lo dico io che sono stato vissuto dal carcere, trapassato e segnato fino a farmi sentire parte del suo sé. Perché la galera ti respira a fondo rubandoti i giorni a venire.  Questo pianeta di cui poco si sa e meno ancora si pensa è un contenitore di carne umana destinata a imputridire, tra l’indifferenza o il gaudio dei più. Ho pensato mille volte a questo carcere che alimenta un’esistenzialismo umbratile, dubbioso, precario. Forse occorre finalmente vivere-vivendo senza più lasciarsi respirare passivamente, e tenacemente prendersi in braccio e stringere i denti, senza più ostinati silenzi in cui rifugiarsi. Ma come fare se il carcere attuale è davvero malato, se manca degli strumenti per incidere e fare maturare le personalità latenti, se non possiede un ideale che possa infine piegare a una proficua utilità la pena? Nè è capace di partorire una speranza vera, destrutturando-ristrutturando ciò che rimane dei brandelli di vita ritrovati. Scrivo queste righe senza presunzione di conoscere la strada maestra, ma consapevole dell’esperienza che sto vivendo in prima persona. Infatti, nonostante il carcere e gli anni trascorsi dietro le sbarre, oggi sono qui nella comunità la “Casa del Giovane” di Don Franco Tassone, successore dell’indimenticabile Don Enzo Boschetti ( che qui aleggia dappertutto ). E qui, pur permanendo la mia condizione di detenuto, mi è stato concesso di svolgere il ruolo di tutor. Mi sento parte di questa nuova cultura dell’intendere e del sentire, e sento vive le parole del fondatore di questa comunità, Don Enzo Boschetti: “ Si educa, e si rieduca, solo con la libertà e nell’amore, perché solo nella libertà e nella fiducia reciproca costruita pazientemente e tenacemente, si può costruire e rinnovare una personalità”. In questo senso sono qui a imparare molto e a dare quanto è nelle mie capacità. Il carcere con i suoi molteplici contorcimenti, forse è addirittura irrappresentabile se non lo si tocca con mano.  Mi piace quindi significare un tragitto diverso, un cammino, sì, difficile, ma più vicino alle aspettative reali. Un tragitto che consenta un effettivo reinserimento sociale a fronte di una progettualità costruttiva che renda meno ostico il rientro nella collettività. In questa comunità, dove non sono più solo un ospite, ma parte integrante, mi rendo conto della differenza nel modo di operare e di affrontare una stessa esigenza “pedagogica”: il trattamento personalizzato. Infatti all’interno di una prigione, se è vero che l’Ordinamento Penitenziario prescrive un trattamento personalizzato, è altrettanto vero che, a causa dei problemi endemici all’Organizzazione Penitenziaria, il tutto risulta piuttosto aleatorio. Qui, nella “Casa del Giovane”, dove comunque esistono regole precise e finalità ben concepite, e dove tutto si basa sull’amore e sul rispetto reciproco, ognuno si sente parte del proprio progetto di vita. Ciò perché non esiste assistenzialismo parassitario, ma impegno e lavoro, fatica e sacrificio, per il raggiungimento di una meta che consiste in un agire comune per obiettivi comuni. In carcere per i motivi più volte sottolineati - la scarsezza di finanziamenti, di Operatori specializzati, di richiesta e offerta sul mercato del lavoro - ogni sforzo è destinato a rimanere lettera morta, e poco importano i pochi casi ben riusciti a fronte dei tanti fallimenti e peggio dei troppi detenuti in lista di attesa. Un uomo ristretto costa al popolo italiano oltre 300 mila lire al giorno, eppure il degrado e la inefficacia trattamentale rendono il più delle volte questa spesa “ terribilmente superflua”. Allora perché non credere di più nelle capacità di promozione e recupero umano offerte dalle comunità, in particolar modo dalla “Casa del Giovane” per il territorio pavese? Perché non destinare alle comunità i fondi necessari e sufficienti per poter intervenire sulle diverse tipologie di reati e di persone? Occorre prendere atto dell’opportunità di quantificare e amplificare qualitativamente il concetto di solidarietà costruttiva ( e non solo protettiva ), che miri al raggiungimento di una solidarietà anche produttiva, perché nell’aiutarsi reciprocamente, nell’impegnarsi vicendevolmente è sottesa la capacità di ognuno di crescere e compiere il proprio cammino non soltanto interiore, ma proiettato all’inserimento lavorativo esterno alla comunità stessa ( come del resto dovrebbe avvenire in un carcere a conclusione della condanna espiata). Quanto fin qui detto non nasconde le difficoltà in cui opera anche questa comunità, quel che importa, come diceva il suo fondatore e come testimonia il suo successore Don Franco: “ Non è mai lecito arrendersi…Per vincere bisogna lottare, perché si vince quando non si perde l’ultima battaglia”. Per restituire al carcere la sua vera funzione, potrebbe essere salutare e intelligente, come alternativa alla deresponsabilizzazione-infantilizzazione dilagante, alla inutilità della pena fine a se stessa, affiancare il servizio offerto dalle comunità ( per ora affidate a pochi privati e sacerdoti ), che consente di recuperare l’individuo non solo attraverso la fede che professa, ma anche e soprattutto attraverso il riconoscimento di ciò che in ciascuno incombe; la responsabilità di " ritrovare e ricostruire se stesso". Come tanti altri ragazzi qui con me, anch’io ho un vissuto deviante, diciamo pure criminale, e in questa dinamica educativa-formativa-autorealizzante mi viene da dire che: ci siamo messi il passamontagna tante volte, occorre avere il coraggio di togliercelo. Perché se metterlo è un atto di forza, toglierlo è un atto di dignità.


Progetto Sorriso - Salvador

«Progetto Sorriso» è l'iniziativa di cooperazione con il Ser.Co.Ba di San Salvador avviata un anno fa a San Bonifacio (VR). Obiettivo: fornire aiuti materiali alle popolazioni terremotate del Salvador e, in particolare, finanziare la fornitura di materiale sanitario (multivitaminici) e per l'igiene personale. Per INFORMAZIONI: progettosorriso@infinito.it . Per versare il proprio contributo ricordiamo che è possibile utilizzare il conto corrente postale di "Progetto Sorriso - El Salvador": ccp numero 21008305 - intestato a: Amedeo Tosi - Chiara Terlizzi. Indirizzo: località Praissola 74/b - 37047 San Bonifacio (Verona) - Causale del versamento: "Progetto Sorriso". Progetto Sorriso invierà tempestivamente quanto raccolto al gruppo di appoggio "Italia-Cuscatlan" di Turbigo (Milano), incaricato per le operazioni bancarie.


Pensieri @ltri 
 
"Solo sulle salde fondamenta di un'inflessibile disperazione si può
d'ora innanzi costruire l'edificio dell'anima" (segnalazione di Nadia Palumbo)
 
Potevo essere felice, ma ho visto che troppi fratelli soffrivano.
Ho deciso perciò di prendere sulle mie spalle parte delle loro sofferenze,
e ho così barattato la felicità con la gioia.(A. Schweitzer)

 
 
@ @ @   FINE   @ @ @

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