il GRILLO parlante
per un'informazione equa e solidale nell'Est veronese
 
supplemento a "la Voce Civica", Aut.Trib.VR n.1215 del 27 maggio 1996 - Direttore Responsabile: Amedeo Tosi

Non rifiutate qualcosa a chi vi ha rifiutato qualcosa (proverbio Lulua - R.D.Congo)   

 
26 - 27 maggio 2001 - «FESTA DEI POPOLI» A SAN BONIFACIO
PRESSO IL CENTRO PARROCCHIALE DI PROVA
(il programma...sul prossimo numero de «il GRILLO parlante»)
 

 
Appuntamenti da non perdere
 
 
18 maggio 2001 - Verona - Caffè Letterario
 
La Libreria «Rinascita» di Verona (Corso Porta Borsari, 32 - Tel. 045 594611) invita alla presentazione del libro di Maria Bacchi «Cercando Luisa. Storie di bambini in guerra 1938-1945» (Sansoni ed.). Intervengono gli scrittori: Giovanni Dusi e Donatella Levi. Inizio ore 18,30.
 
19 maggio 2001 - Verona - Giornata europea delle botteghe del commercio equo e solidale

LA COOP. «LA RONDINE Bottega del MONDO» invita alla GIORNATA EUROPEA delle BOTTEGHE del commercio equo e solidale :"CIBO PER LA MENTE" - Promossa dall’Associazione Europea delle Botteghe del Mondo. Programma:presso la Bottega (Via Pallone 20 tel. 045/8013504):  ore 9 - 19,30 (orario continuato) "A colazione inizia con un caffè ..." : percorsi e storie dal chicco di caffè alla tazzina e sulla canna da zucchero. Presso la sala della Parrocchia di S. FELICE (Via Belvedere 15) "… e finisci a cena con quinoa e cous cous" : cena esotica su prenotazione (entro il 12/05) - ricette eque e solidali andine-arabe con il contributo di fantasie di cuochi volontari italiani (compreso un piccolo ricettario e sottofondi musicali a tema) Sabato 19 maggio si farà festa nelle 3500 "Botteghe del mondo" europee. 65.000 volontari coinvolti nel mondo del commercio equo e solidale inviteranno i consumatori a stringere un rapporto di amicizia e di condivisione con i produttori del sud del mondo. In un contesto globale di appiattimento del gusto e di perdita dei sapori vogliamo che i prodotti del commercio equo siano CIBO PER LA MENTE al 100%. Veri e solidali in tutto dai produttori ai consumatori.  Ti aspettiamo ricordandoti che partecipando a questa iniziativa ti verrà chiesto di condividere almeno per un giorno il percorso che c’è dal chicco di caffè alla tazzina che assapori tutte le mattine!

Quinua, pianta miracolosa delle Ande La quinua fu per molto tempo venerata dagli Incas che le attribuivano proprietà sovrannaturali. Poi, bandito dai conquistatori spagnoli, il cibo degli dei cadrà nell'oblio per secoli. Oggi, la pianta delle Ande, rivalutata per le sue proprietà alimentari e altamente nutritive, porta con sé tutta la speranza delle comunità indios, acquistando un valore aggiunto, quello della solidarietà. Il cous cous è un piatto che ha origini nord africane, apparteneva infatti alle antiche popolazioni dei Berberi ed è oggi piatto nazionale in alcuni paesi del Magreb . In questo mondo la tradizione per il cibo e l'ospitalità si fonde con la storia e i riti religiosi. Il cous cous è un piatto dalla forte valenza sociale, intorno al quale si riunisce una famiglia o una comunità, tutti i presenti attingono ad un unico grande recipiente, siedono in cerchio, e spesso pregano prima del pasto. In genere non si utilizzano posate ma pane non lievitato per servirsi. lMaftoul (in arabo significa movimento rotatorio della mano) è il nome dato al cous cous in Palestina, Giordania e Libano. E' un prodotto pregiato e differente dal cous cous tradizionale per il processo di lavorazione, tutto artigianale, svolto dalle donne delle cooperative di Birzeit e di Deir Balout. Questo cous cous è a base di farina di grano integrale e di frumento spezzettato bulgur (di varietà di grano duro hambar tra le più pregiate).

19 maggio 2001 - Verona - Legambiente...«Salvalarte»

«SALVALARTE   2001» SABATO 19 MAGGIO - ORE 15,30 - Museo di Storia naturale (Lungadige Porta Vittoria, 9) «Veronetta: tracce d'acqua per 2000 anni», visita guidata nel quartiere con Giorgio Chelidonio. ORE 18.30 - CORTE MOLON, Via della Diga 17 Verona (Lungadige Attiraglio) Riqualificazione Urbana e Sviluppo Comunitario nella Provincia Ciudad de la Habana, Cuba. "Guanabacoa: scrigno di cultura afro-cubana ". PRESENTANO IL PROGETTO: CECILIA DAL CERO (Legambiente Verona); CHIARA SIGNORINI (Coordinatrice consorzio La Habana-Ecopolis) - FEDERICO CARAZZOLO - (Circolo Legambiente “Fagiani nel mondo”). Cena di autofinanziamento per il recupero del Museo di Guanabacoa. Per la partecipazione alla cena è gradita la prenotazione. Informazioni: Legambiente di Verona, Tel. 0458009686 - Fagiani nel Mondo, Tel. 0349 0576137 

21 maggio 2001 - Verona - Diritti di cittadinanza (Rete Lilliput VR)

Lunedì 21 maggio, alle ore 21, gli aderenti al gruppo di lavoro dell'area "Diritti di cittadinanza" della rete di Lilliput di Verona si incontreranno presso casa Pettenella-Picotti, in via Marsala 12/A (Verona) per continuare la discussione in merito al documento che segue. Tutti coloro che sono interessati si possono aggregare!  "Nell’impero romano i cittadini (non più del 20% della popolazione) lo erano per nascita o per ricchezza: erano loro riconosciuti diritti significativi, negati agli schiavi, ai liberti, agli artigiani… avevano diritto ad un processo, potevano votare, non potevano essere flagellati o crocifissi e così via. Oggi noi Paesi del Nord siamo i cittadini dell’impero globale, e gli esclusi sono quell’80% della popolazione del mondo che non sa come tirare avanti; ma anche nelle nostre città i diritti sono sempre meno rispettati… troppo spesso ci viene spacciato come concessione qualcosa cui invece sappiamo di aver diritto. Abbiamo quindi proposto di avviare una riflessione, fra i nodi della Rete, sulle azioni, da loro svolte, in tutela dei diritti di tanti nostri concittadini, che ci sembra siano fra gli ultimi nella nostra società ricca: dai carcerati agli stranieri, dagli anziani che campano soli con la pensione minima a chi è senza fissa dimora, dagli zingari ai minori che manifestano un disagio che li pone a rischio di devianza sociale, dalle donne che spendono la loro vita nell’assistenza a parenti malati a coloro che vivono un disagio psichico… e potremmo continuare a lungo. Vorremmo cercare un confronto che ci permettesse di dare un esplicito significato politico a tante attività di volontariato, significative e forti, ma giocoforza limitate su un aspetto in ogni caso marginale del problema: fare rete significa cercare i modi per sollecitare le amministrazioni competenti, i soggetti che devono occuparsi dei problemi sociali, aprendo contraddizioni, senza supplire ai compiti istituzionali ma offrendo attenzione critica e propositiva. Oggi la tendenza è quella di riconoscere sempre meno i diritti, e di tornare alla logica delle “tessere annonarie”: un buono per la scuola, uno per la salute, un altro per l’assistenza, e poi chi può integrare avrà un servizio efficiente… e gli altri si arrangino. Crediamo piuttosto che debba essere riproposto un percorso che porti all’individuazione dei diritti dei cittadini, individuando priorità di intervento e formulando una sorta di Piano Regolatore del Sociale per la nostra città. La strada per questo confronto è certamente impegnativa, molti di noi sono abituati a fare tanto e bene senza perdere tempo in “chiacchiere”, in ogni caso mancherà qualcuno e le nostre analisi e proposte non potranno non essere parziali… crediamo però che sia necessario aprire il confronto, che per ora ha coinvolto un numero comunque molto ridotto di nodi della Rete".

 
22 maggio 2001 - Verona - Caffè Letterario
 
La Libreria «Rinascita» di Verona (Corso Porta Borsari, 32 - Tel. 045 594611) invita alla presentazione del libro di Paolo Ruffilli «La gioia e il lutto» (Marsilio ed.). Introduce il poeta Arnaldo Ederle. Inizio ore 18,30.
 
 
23 maggio 2001 - San Bonifacio (VR) - Il mondo indiano

La Direzione Didattica 1°circolo - via Fiume San Bonifacio, il C.T.P. (Centro Territoriale Permanente per l’istruzione e la formazione in età adulta) e la F.I.D.A.P.A. (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari – sezione di San Bonifacio) organizzano «CULTURE  DAL  MONDO» percorso di conoscenza di culture “altre”. Il 23 maggio 2001, ore 20,15 presso la Sala CPL Servizi di via Chiavichetta 3/b (retro scuole elementari via Roma) l'indologa Elisabetta Stinà parlerà sul tema: «Il mondo indiano».

25 maggio 2001 - Verona - Caffè Letterario
 
La Libreria «Rinascita» di Verona (Corso Porta Borsari, 32 - Tel. 045 594611) invita alla presentazione del libro di Duccio Demetrio «Di che giardino sei? conoscersi attraverso un simbolo» (Maltemi ed.). Introduce Luigi Scapini, pittore e docente di Storia dell'arte. Inizio ore 18,30.
 
 
26 maggio 2001 - Trezzolano (VR) - Perù da scoprire
 
PERU’ DA SCOPRIRE (Storia, Cultura e Attualità) - Incontro di approfondimento e conoscenza. SABATO 26 MAGGIO 2001 ore 14.00 - Parrocchia di Trezzolano (VR) Tel: 045/988005 PROGRAMMA: 14.00: siamo in un bel posto,iniziamo ad arrivare, a conoscerci…
15.00-17.00: Presentazione dei temi: 1) il Perù storico e culturale, con Pablo Sartori, giornalista di Nigrizia che ha vissuto e lavorato in Perù per molti anni; 2) la situazione attuale e le risposte organizzate dalla popolazione, con Gianni Vaccaro. 3) Solidarietà possibili dopo un viaggio, con Daniela e Clorinda. Proseguiamo con lo scambio libero tra i partecipanti Festa. Cena aperta a tutti. Ci saranno  proiezioni di video, esposizioni di foto del Perù ed esposizioni. (fonte: Gruppo Solidarietà Perù - Planet Team Viaggi (Viaggi del Turismo Responsabile - Lungadige  Porta Vittoria, 21 - 37129 VERONA - tel: 045/8005167 - e.mail: info@planetviaggi.it - www.planetviaggi.it) 

30 maggio 2001 - San Bonifacio (VR) - Il mondo cinese

La Direzione Didattica 1°circolo - via Fiume San Bonifacio, il C.T.P. (Centro Territoriale Permanente per l’istruzione e la formazione in età adulta) e la F.I.D.A.P.A. (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari – sezione di San Bonifacio) organizzano «CULTURE  DAL  MONDO» percorso di conoscenza di culture “altre”. Il 30 maggio 2001, ore 20,15 presso la Sala CPL Servizi di via Chiavichetta 3/b (retro scuole elementari via Roma) la sinologa Marina Bonomi parlerà sul tema: «Il mondo cinese».

1giugno 2001 - Verona - Convegno internazionale
 
Convegno internazionale “ I nuovi schiavi. La merce umana nel mercato globale.”
Programma di massima
Venerdì 1 giugno 2001 - Ore 9.00 – 17.00 - Centro Toniolo, Via Dogana 2 - Verona: Saluti di Michela Sironi Mariotti ( Sindaco di Verona ); Introduzione di Enzo Melegari (Presidente del Mlal); Moderatore: Gabriele Colleoni (giornalista dell’Arena). Mattino : David Ould (direttore di Anti-Slavery International, Inghilterra) “Nuove forme di schiavitù e portata internazionale nel mondo contemporaneo”; Cheik Kamara (Gruppo di lavoro dell’ONU contro la schiavitù, Mauritania) “Gruppo di lavoro Onu contro la schiavitù: analisi e prospettive per il futuro”; “Panoramica generale del fenomeno e situazione dei migranti"; Swami Agnivesh (Gruppo di lavoro dell’ONU contro la schiavitù, India) “Gruppo di lavoro Onu contro la schiavitù: analisi e prospettive per il futuro”; “Panoramica generale del fenomeno e la situazione dei minori in India”. Pomeriggio : Alberto Bradanini ( direttore dell’UNICRI, Italia) “ Legislazione e azioni di contrasto del fenomeno: quali passi fino ad oggi.” Andrea Nicastro ( giornalista, Italia) “Mass media e nuove forme di schiavitù”. Testimonianze e interventi dal pubblico.

6 giugno 2001 - San Bonifacio (VR) - Il mondo anglosassone

La Direzione Didattica 1°circolo - via Fiume San Bonifacio, il C.T.P. (Centro Territoriale Permanente per l’istruzione e la formazione in età adulta) e la F.I.D.A.P.A. (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari – sezione di San Bonifacio) organizzano «CULTURE  DAL  MONDO» percorso di conoscenza di culture “altre”. Il 6 giugno 2001, ore 20,15 presso la Sala CPL Servizi di via Chiavichetta 3/b (retro scuole elementari via Roma) l'insegnante di lingua e letteratura anglosassone, Turlog Galager, parlerà sul tema: «Il mondo anglosassone».


 

 
MASSMEDIA e TAM TAM vari
 
 
GIUSTIZIA PER I SEM TERRA BRASILIANI - UN APPELLO
 
Cari amici, credo che alcuni tra voi si ricordino di padre Adriano Sella, missionario tra il movimento dei Sem Terra in Brasile. Ci manda questo appello con preghiera di rigirarlo a vostri amici "sensibili" e di inviarne la lettera di protesta ai destinatari indicati in fondo a questo messaggio. Chi desidera può supportare l'operato di padre Adriano aderendo all'appello. Ciao e grazie. (fonte: sergio slavazza) 

Carissimi amici, ancora non siamo riusciti ad ottenere l'udienza tra i mutilati del massacro e il governatore, nonostante l'intermediazione di tre vescovi. L'Arcivescovo si è reso finalmente disponibile dopo il primo momento di titubanza e, con gli altri due vescovi, sta tentando di far pressione al governatore affinchè possa accogliere la commissione dei mutilati di Eldorado do Carajás. Ma ancora oggi non c'è una posizione del Governatore. E' una cosa vergognosa che il Governatore non vuole accogliere i mutilati del massacro che ha invergognato il Brasile a causa della violenza della polizia, affinchè loro possano rivendicare i propri diritti davanti all'autorità massima dello Stato. Io ed altre persone stiamo pensando di cominciare lo sciopero della fame per far maggiore pressione al governatore. Se non accoglierà i mutilati all'inizio della prossima settimana cominceremo il digiuno. Abbiamo avuto della informazioni che il governo dello Stato sta ricevendo molti e-mail e fax dall'Italia e che questo sta dando molto fastidio al governatore e ai suoi segretari, ma è questa pressione internazionale che sta facendo una grande pressione, secondo i segretari del governatore. Questa è una dimostrazione di come è importante la pressione internazionale e che già sta dando frutto. Dobbiamo intensificare il lavoro di pressione, coinvolgendo varie entità, giornali e televisione, affinchè possano inviare e-mail e fax al governo dello Stato. Questo è un appoggio importantissimo. Abbiamo saputo che la segreteria dello Stato sta rispondendo  ai vari e-mail che arrivano dall'estero per giustificare che hanno già fatto tutto quello che il governo poteva fare, invece quello che dicono è falso e gli stessi mutilati lo possono testimoniare, ma anche l'avvocato dei mutilati, con tutta la documentazione, lo sta dicendo alla stampa locale che il governo non sta dando assolutamente assistenza medica e neppure la pensione e l'indennizzazione. Vi chiedo di mandare ancora e-mail per far maggiore pressione al Governatore. Vi chiedo di coinvolgere tante altre entità e gruppi, anche la stampa. Tutto questo è molto importante per i nostri mutilati. Questa globalizzazione della solidarietà è formidabile per far accadere il rispetto ai diritti umani.

Lettera da inviare (copiare e inviare ai destinatari sotto elencati)

Estamos sabendo que ainda o Governador do Estado do Pará não recebeu os mutilados do massacre de Eldorado do Carajás, apesar da solicitação e intermediação de três Bispos, inclusive o presidente da CNBB/Norte II. Isso é muito triste. Por quê o Governador está com tanto medo de acolher os mutilados do massacre? Achamos um dever do Governador acolher a comissão dos mutilados para ouvir as reivindicações dos mesmos mutilados. Isso é o mínimo que uma autoridade possa fazer ao nível de cidadania e de democracia. Estamos solicitando de novo que possa acontecer a  audiência entre os mutilados e o governador. Iremos informar tantas outras entidades e pessoas, inclusive a imprensa internacional, sobre a triste situação dos mutilados que estão acampados diante do Palácio do Governador desde o dia 18 de abril, e ainda hoje o Governador não si dignou de acolhê-los para cumprir os deveres do Estado, respeitando do direitos do mutilados do massacre .  Solicitamos a realização da audiência entre o Governador e a comissão do mutilados acompanhados pelo representante legal que é o advogado.

Atenciosamente.

Indirizzi

1) Dra. Climenie Bernadette de Araújo Pontes Presidente do Tribunal de Justiça do Estado do Pará.

E- mail: des.climenie.pontes@tj.pa.gov.br

2) Dr. Geraldo Mendonça Rocha Procurador Geral de Justiça do Estado do Pará - E-mail: pgj@mp.pa.gov.br

3) Fernando Henrique Cardoso - Presidente da República - E-mail: pr@planalto.gov.br e governo@brasil.gov.br

4) Dr. Almir Gabriel - Governo do Estado do Pará - E-mail: cerimonial@prodepa.com.br

 
I SAPERI NELLA GLOBALIZZAZIONE
 
Forse avete visto sul sito della rivista «Carta» [www.carta.org] il nuovo spazio dedicato al Cantiere di Siena su "I saperi  nella globalizzazione" [25 e 26 maggio]. Certo il titolo è un po' vago: vorremmo ricominciare a parlare di sapere, cultura, conoscenza, in questo tempo e non solo a partire dalle contro-riforme propinate dai governi di centro-sinistra. Anche perché uno dei temi centrali del G8 di Genova sarà proprio l'educazione.
Il programma non è ancora definito, ma i tempi stringono e vorremmo darvi qualche anticipazione. I lavori saranno organizzati in cinque gruppi di discussione (ma ci saranno anche assemblee "plenarie"): uno, che abbiamo chiamato "globale-locale", riunirà esperienze come quella dei maestri di strada, molto legate al territorio; il secondo, "globale-virtuale", sulle nuove forme della comunicazione; il terzo, "globale-sociale", per discutere dei motivi per cui le riforme non ci piacciono, proprio dal punto di vista sociale; il quarto, "globale-manuale", sull'idea che la cultura deve essere finalizzata esclusivamente al lavoro; l'ultimo, "globale-identitario", sulle diverse identità schiacciate o dimenticate dal nostro sistema scolastico. Ognuno di questi gruppi sarà tenuto a presentare una piccola "relazione" scritta della discussione che ha saputo sviluppare. Le relazioni, unite insieme, saranno il "documento sull'educazione" degli anti-G8 a Genova, contrapposto a quello, misteriosissimo, dei potenti della terra. Parteciperanno, tra gli altri, Remo Ceserani, Sandro Portelli, Marco Revelli, Riccardo Petrella, Bruno Amoroso e Antonio Tabucchi.  Vi preghiamo di cercare sul sito il programma e tutte le notizie tecniche (dove dormire, dove mangiare, prezzi ecc), che saranno disponibili entro pochi giorni. Vi invitiamo tutti a partecipare. (fonte: La redazione di Carta - www.carta.org)
 
 
LETTURE DA NON PERDERE
 
Qualche indicazione bibliografica utile. Su "Latinoamerica e tutti i sud del mondo" diretta da Gianni Minà (n.74.1.2001) ci sono molti articoli interessanti di A.Paoli,Frei Betto, G.Girardi, Perez Esquivel...
Sul bollettino della "Fondazione internazionale L.Basso" si parla di Porto Alegre (c'è un interessante articolo di Umberto Allegretti (Università di Firenze); Su "Nigrizia" di maggio si dà notizia dell'incontro dell'associazionismo cattolico veronese internazionale, Lilliput ecc. con Rutelli a Verona. Sull'ultimo numero di "Famiglia cristiana" si dà notizia del Congresso Nazionale di Pax Christi (fonte: Sergio Paronetto)

 
INFORMAZIONI, RIFLESSIONI & OPINIONI
 

UNICREDITO NON FINANZIERÀ PIÙ L'EXPORT DI ARMI (OGNI TANTO UNA BUONA NOTIZIA)

La redazione di "Mosaico di pace", il mensile promosso da Pax Christi Italia, esprime soddisfazione per la notizia, riportata quest'oggi da un quotidiano nazionale, che il gruppo bancario Unicredito ha deciso di sospendere i crediti concessi all'industria bellica. La notizia era già stata pubblicata nel numero di aprile di "Nigrizia", la rivista mensile dei Missionari Comboniani che insieme a "Missione Oggi" (rivista dei Missionari Saveriani) e a "Mosaico di pace" aveva lanciato alla vigilia del Giubileo la campagna di sensibilizzazione sul tema del coinvolgimento delle banche italiane nel commercio degli armamenti. Come risulta dall'annuale Relazione del Governo sull'import-export di armamenti del nostro Paese (prevista dalla legge 185 del 1990), Unicredito figura al primo posto nella classifica delle banche che nel 1999 (ultimi dati forniti) avevano supportate le operazioni dell'industria bellica. Proprio da Unicredito sono infatti transitati i 1.247 miliardi di una fornitura eccezionale di armi italiane verso gli Emirati Arabi Uniti. La campagna "Banche armate" invita tutti i risparmiatori a scrivere alla propria banca, qualora questa figuri nell'elenco ufficiale degli istituti di credito coinvolti nel commercio di armi (erano 26 nel 1999), anzitutto per "chiedere conto" di tale attività e, nel caso, per decidere di spostare i propri risparmi presso altre banche non "armate". Non va dimenticato che nel 1999 sono state autorizzate operazioni di import-export per un valore complessivo di 2.596 miliardi di lire, a fronte dei 1.838 miliardi del 1998, con un incremento di oltre il 40%. Né va dimenticato che solo il 23% delle autorizzazioni è diretto verso paesi europei o comunque (28%) verso paesi alleati, mentre il restante 72% supera i confini della Nato e va a finire in paesi come Cina, Turchia, Algeria e Colombia che sono in guerra o che violano le convenzioni internazionali sui diritti umani. Se d'altronde il 53% dell'export di armi italiane è diretto verso l'Africa e il Medio Oriente, si capisce benissimo il rapporto tra la pace nel mondo e il proprio conto in banca. Mentre conferma che la campagna "Banche armate" continuerà, "Mosaico" auspica che la decisione di Unicredito sia emulata da altri istituti bancari italiani. (fonte: Mosaico di Pace - Rivista mensile promossa da Pax Christi - e-mail: paxchristi@tiscalinet.it )

 

TEOLOGIA E BERLUSCONI

DOC-1078. ROMA-ADISTA. Esistenza di Dio, armonia del cosmo, rapporto tra peccato originale e redenzione. Non capita spesso che un congresso disquisisca su temi filosofico-teologici di così ampio significato esistenziale e storico, per la cattolicità e per l'umanità tutta. Ne fa puntuale relazione un giornalista d'eccezione, Umberto Eco, sulla rivista telematica "L'indispensabile ritorno di Golem", ripresa da "l'Unità" il 6 aprile. Di seguito il testo integrale.

SU UN CONGRESSO TEOLOGICO BERLUSCONIANO
di Umberto Eco

Il congresso teologico svoltosi in questi mesi a Smullendorf ha riconsiderato alcuni dei problemi religiosi fondamentali alla luce delle nuove tendenze della politica e della cultura. Ha iniziato il prof. Stumpf dell'università di Tubinga sul tema: "Berlusconi, l'etica protestante e lo spirito del capitalismo". Il tema propagandistico di Berlusconi è tipicamente protestante, ha detto: la benevolenza di Dio si verifica attraverso il successo economico, e pertanto chi ha avuto maggior successo economico è l'unto del Signore. La variazione eretica è che il pensiero religioso di Berlusconi accentua oltre misura il premio ai buoni su questa terra anziché nell'Aldilà (autostrade, flessibilità nelle assunzioni, un milione di posti di lavoro, possibilità a ogni cittadino di vedere il Grande Fratello), dato che non ha mai precisato se queste promesse saranno realizzate immediatamente o in un'era a venire.

Il prof. Pennypeepy dell'Università di Notre Dame ha parlato del trionfo del principio di analogia nella metafisica berlusconiana, ovvero del sillogismo svirgolato. Il principio analogico fondamentale del Berlusconi sarebbe il seguente: "siccome è evidente che mi sono arricchito quando non potevo fare proprio tutto quel che volevo, a maggior ragione quando sarò al potere arricchirò tutti voi". Il prof. Pennypeepy osservava che la premessa avrebbe dovuto logicamente portare alla conclusione "quindi quando potrò fare quello che voglio mi arricchirò ancora di più", ma ammetteva che la conclusione usata da Berlusconi aveva certamente più appeal per quelli che ricchi non sono. Osservava però che il sillogismo svirgolato di Berlusconi evocava un ragionamento del tipo "se seguirete sempre Taricone al Grande Fratello diventerete come lui, pettorali compresi", ciò che non corrisponde alle regole della logica. Osservava pure che sullo stesso principio di analogia si poteva costruire anche il seguente ragionamento (certamente errato): "io ho avuto successo pur essendo molto piccolo, se votate per me diventerete piccoli come me".
Più violento è stato l'intervento di padre Rogofredo da Montecuccolo O.S.P:R., sul tema Berlusconi e il problema del male. Il dottissimo teologo si chiedeva come potesse essere conciliabile l'esistenza di Berlusconi con l'esistenza di Dio. Poiché Berlusconi ha fondato il suo impero finanziario su operazioni non sempre ineccepibili, seduce il popolo raccontando bugie o, almeno, facendo promesse contraddittorie che si autoeliminano (diminuire le tasse e aumentare le pensioni), e nel contempo viene premiato con la ricchezza e col successo delle sue idee politiche, ciò dimostra che il Male viene premiato. Perché Dio permette Berlusconi? Se lo permettesse perché non può evitarlo, allora Dio sarebbe meno potente di Berlusconi (soluzione che Berlusconi non ha mai escluso); se lo permette per mostrare che alla fine il Male verrà sconfitto, allora Dio dovrebbe votare per Rutelli (il che è escluso dal cardinal Ruini); se Dio permette Berlusconi per mettere alla prova la libertà di scelta degli elettori, per potere poi premiare in un'altra vita chi non avesse votato per lui, allora Dio, per premiare in paradiso Pecoraro Scanio, Boselli e Ombretta Carulli Fumagalli condannerebbe la maggior parte degli italiani all'infelicità su questa terra. Essendo ciò inconciliabile con la bontà divina, allora o non esiste Berlusconi o non esiste Dio. Ma Berlusconi esiste.
Ergo Deus non est. Si deve aggiungere che, accusato di ateismo, il padre Rogofredo, malgrado si affannasse a dimostrare che aveva fatto un ragionamento per assurdo a fini di satira, proprio per questa ragione veniva immediatamente giudicato dal Sant'Uffizio, consegnato al braccio secolare e condannato a passare le proprie sere in discoteca con Ignazio La Russa, intrattenendo con lui rapporti sessuali.
Più moderata la posizione di padre Cock S.J. il quale si chiedeva come l'idea dell'armonia del cosmo potesse essere conciliata con l'esistenza dell'onorevole Previti. L'argomento di padre Cock era che anche i mostri hanno un ruolo nell'armonia del cosmo perché, con la loro mostruosità, fanno maggiormente risaltare gli aspetti positivi della creazione. A padre Cock si opponeva il dr. Weltanschauung M.D., Ph.D, A.M.O.R.C., il quale persuasivamente sosteneva che in un cosmo in cui esiste l'onorevole Previti nessuna cosa buona e bella potrebbe risaltare, in virtù del principio "non faremo prigionieri, nunquam captivi". Non giungendo alla conclusione che l'esistenza dell'onorevole Previti dimostrasse l'inesistenza di Dio, il dr. Weltanschauung ammetteva tuttavia che essa contraddicesse alla esistenza di un Cosmo ordinato. L'esistenza dell'onorevole Previti era pertanto la dimostrazione del principio gnostico per il quale il cosmo non è stato costruito da Dio bensì da un Demiurgo maldestro. Nella seconda sessione si era discusso se si possa riparare al peccato originale senza la Redenzione. Tipico era stato il caso dell'onorevole Fini che aveva cercato di riparare il peccato originale del proprio partito senza passare per l'Ultima Cena e per il Golgota, bensì attraverso il congresso di Fiuggi. La conclusione era stata che attraverso la Redenzione il fedele diventa capace di assumere il sangue di Cristo mentre con l'acqua Fiuggi può al massimo espellere i calcoli renali. Pertanto alcuni teologi consigliavano all'onorevole Fini di divorare almeno la carne di Buttiglione, ma è emerso che si trattava di teologi legati a filo doppio all'onorevole Casini che li aveva istigati affinché fosse eliminato il suo fratello/nemico. Molto seguita la relazione di Dom Perignon O.S.B., sulla quaestio quodlibetalis discussa da San Tommaso d'Aquino "utrum possit homo Arcoreus agasonem mafiosum assumere," se cioè Berlusconi potesse assumere un cavallaro legato alla mafia.
La risposta dell'Aquinate era stata che si poteva, purché il cavallaro non consegnasse i cavalli in albergo, perché in tal caso nomen equi supergreditur modum litteralem, e cioè il termine "cavallo" significa qualcosa di diverso. Stabilito sulla base del trattato di Robert Fludd Dell'utriusque cosmi historia che nella fattispecie per cavallo si intendeva un cavallo, il problema non esisteva e non era da considerarsi immorale neppure il caso in cui Berlusconi comperasse cavalli da Totò Riina. Qualcuno aveva sollevato la domanda se fosse più lecito baciare Riina, juliano more, o comperargli cavalli, ma la questione era stata liquidata da don Baget Bozzo come persecutoria e ispirata al complotto delle toghe rosse, anche perché nessun inquisitore aveva potuto dimostrare che Berlusconi, pur rifiutando di comperare il cavallo, lo avesse baciato.
In un seminario marginale è stata discussa anche la liceità di un manifesto elettorale col volto di Berlusconi sullo sfondo della bandiera di Forza Italia, con un occhiello che recitava "per una Italia più cristiana" e un testo centrale: "Un presidente divorziato". Della questione è stata investita la Conferenza Episcopale Italiana che, per non inquinare il dibattito elettorale, si è riservata di rispondere a elezioni avvenute.

 

CONSULTAZIONI ELETTORALI: DICHIARAZIONE DI VOTO

1 - Il primo motivo per cui ci opponiamo a Berlusconi a soci, con tutte le nostre limitate possibilità e con tutti i mezzi leciti, è questo: egli rappresenta un ideale umano falso. Il problema è ben più che elettorale politico, anche se è di importanza drammatica già su questo piano. Il problema è antropologico: quale tipo di umanità vuole realizzare in questo momento il nostro popolo, noi che siamo in questo popolo, attraverso la principale scelta politica? Il ricco appare realizzato ed è un deformato, un disabile, a meno che non sia ricco per eredità e sia nello stesso tempo dotato di eccezionale levatura morale. Più possiede di fuori, meno è di dentro, in se stesso. Un benessere equilibrato e giusto rende liberi gli umani di poter essere umani, e non più animali in cerca di cibo. L'accumulo di molti beni e mezzi rende un uomo padrone di altri uomini, perciò meno uomo. Ma il modello di governante che si propone nella figura di Berlusconi è quello del padrone benevolo (immerso però nel conflitto fra gli interessi suoi e quelli generali), scelto da cittadini dimissionari. Questo è un salto indietro nella civiltà politica. La democrazia dovrebbe scegliere i migliori, e realizzarsi così in vera "aristocrazia", ma può degenerare in "kakistocrazia" (governo dei peggiori, come avverte l'ultimo libro del prof. Bovero).

2 - Il centro-sinistra gli si oppone debolmente, ma gli si oppone. Il grande merito del centro-sinistra è di essere - elettoralmente - alternativo a Berlusconi. Basta questo a fargli meritare il voto, nonostante tutte le sue gravi deficienze. E' alternativo elettoralmente, ma lo è anche culturalmente, moralmente? Ne dubitiamo molto. Lo è in singole componenti e persone, lungo una linea trasversale, ma come tono e proposta culturale complessiva lo è molto poco. E' gravissimo il cedimento alla dittatura liberista e alla guerra "arricchita" (come dice Raniero La Valle, perché passata all'uso di armi nucleari, come è l'uranio impoverito), accettata come ipocrita strumento di giustizia. Qui c'è una contraddizione assai grave con tutto il meglio delle tradizioni socialista e cattolico-democratica. Ma proprio questa contraddizione, a volere sperare contro speranza (che è sempre carattere necessario della speranza), fa attendere uno scatto di dignità contro l'imperial-capitalismo feroce e armato. Il riemergere di Dalema, che è, nello stile personale, il più berlusconiano dei Ds, e il berlusconizzarsi dei popolari europei, ci fa disperare, sui tempi brevi. Rutelli si presenta bene, ma il suo discorso è debole, troppo di rimessa, silenzioso sulla politica estera, senza idee portanti che possano scaldare la passione civile. E, pur con tutto ciò, va votato.

3 - La sinistra di Rifondazione Comunista fa proposte incoerenti e inutili. Se fosse davvero comunista, dovrebbe essere radicalmente anticonsumista ed ecologista., di fronte alla distruzione capitalistica della terra. Ma si sa che questo non porta voti, nel popolo drogato dai consumi. Se fosse davvero un nuovo comunismo, dovrebbe essere positivamente nonviolento, adottando come mezzo unico di lotta la forza umana delle volontà unite, la cultura e le tecniche nonviolente positive, e rinnegando per sempre l'ambiguità ancora presente sulla giustificazione della guerra di popolo, della "violenza proletaria", anche solo simbolica, che distrugge il senso della giustizia a cui dovrebbe servire. La violenza a sinistra è contraddizione coi suoi fini autentici,, mentre a destra è coerenza. Se Rifondazione fosse davvero politica e non solo autoreferente, dovrebbe stare in alleanza, sebbene conflittuale, col centro-sinistra, per impedire a Berlusconi di vincere, primo imperativo del momento. Fascismo e nazismo non passarono per una vera forza sociale propria, ma soltanto grazie alla divisione delle sinistre.

4 - Il profitto è veleno, in senso letterale. Le povere "mucche pazze", torturate nazisticamente come tutti gli animali da carne, condannate al cannibalismo, sono soltanto il preannuncio dell'esito di un sistema che ha finora tagliato il ramo su cui sediamo, e avvelenato il piatto in cui mangiamo, per moltiplicare il denaro a danno della vita. La violenta libertà di profitto è omicida, è genocida. L'ideologia del profitto, che è l'unica idea-non-idea di questa destra, è ideologia antiumana. Se il comunismo ha ucciso ed è morto, il capitalismo sta uccidendo e ucciderà, con la fame e la distruzione, ed anche in numeri molto superiori (per chi tiene queste contabilità). Le mucche sono state avvelenate e poi il pericolo appena scoperto è stato occultato deliberatamente - finalmente lo hanno detto anche i giornali - durante il regno inglese della Thatcher, che Berlusconi, per sua dichiarazione, vuole ripetere in Italia, e per far questo ha chiesto dieci anni di potere.

5 - Berlusconi promette di risolvere, appena sarà al governo, il conflitto di interessi che lo rende impresentabile al mondo e ineleggibile in Italia (fino al 1994, in quanto concessionario di un servizio pubblico, caso espressamente previsto dalla legge 361 del 30 marzo 1957, art. 10; vedi il foglio n. 265, dic. 1999, pag. 2; ora lo dice anche D'Alema!…). Ma il punto clamoroso è proprio qui: egli non può dire "fidatevi di me, mi limiterò da solo". Così parlavano i sovrani assoluti, che non accettavano limiti al loro potere e assicuravano i sudditi che avrebbero governato come buoni padri e in coscienza ne avrebbero reso conto a Dio soltanto. La democrazia consiste nella limitazione per legge del cumulo dei poteri (economico, militare, legislativo, esecutivo, giudiziario, informativo), e nella loro separazione istituzionale. La democrazia è il governo della legge, uguale per tutti, e non degli uomini. Neppure dei migliori, perché possono diventare peggiori. La democrazia è insieme scelta su fiducia e controllo sugli scelti. La legge citata, nella più pura logica democratica, vieta di dare altro potere a chi ne ha già. Ma Berlusconi, in una logica opposta, chiede potere politico proprio in nome della capacità dimostrata di conquistare potere economico. Il voto di oggi è sulla democrazia. Questo lo dice anche lui quando, con parole che dovrebbero squalificarlo definitivamente, parla di volere "riconsacrare" Palazzo Chigi. Ma è vero in senso contrario: c'è democrazia non per il voto maggioritario, ma solo se è democratico ciò che viene votato di più. Un Hitler può essere eletto dal popolo, ma rimane un nemico dell'umanità, perciò antidemocratico. La democrazia non consiste soltanto in una formula, ma nel rispetto di tutti i diritti umani di tutti.

6 - L'ostinazione di Berlusconi nel rifiutare di essere giudicato, e nel condannare in anticipo i giudici perché non condannino lui, dimostra che, anche senza leggi invalidanti, è l'uomo meno degno di essere scelto a legiferare e governare. Non ha il senso della legge, ma quello degli affari. I due piani sono per natura divergenti: le leggi ci sono proprio per limitare e arginare l'avidità, che è la spinta viziata dell'economia accumulatoria.

7 - Per assicurarsi la vittoria,  Berlusconi si allea con forze che assolvono il fascismo e ne portano ancora la nostalgia per il controllo del potere politico sulla cultura (vedi Storace e i libri di storia), e con altre forze che, con mentalità violenta, ottusa fino al razzismo più becero, hanno come scopo primo l'egoismo localistico del denaro, da tenere tutto per sé, e sfruttano la paura e l'ignoranza. La Lega è effetto e causa di imbarbarimento delle nostre tradizioni popolari.

8 - In questo clima, il presidenzialismo, cavalcato da Berlusconi, ma accettato quasi da tutte le forze politiche, ha una natura tendenzialmente autoritaria e demolisce il parlamentarismo. Il quale è conquista relativa, ma preziosa, perché è una partecipazione, iniziale e limitata, ma reale, del popolo al governo; e perché consiste nel principio di parlare invece di sparare. Se il potere principale risiede in un capo investito da delega crescente (anche e specialmente da chi non vota) invece che in un parlamento, esso si allontana dal popolo. L'investitura popolare (non dimentichiamo l'"unto del Signore"…) sacralizza il potere personale e lo assolutizza in maniera minacciosa per i valori civili e umani, che la democrazia partecipativa vuole tutelare e promuovere. Questo presidenzialismo è gerarchismo. Con l'argomento surrettizio dell'efficienza, da accettare l'assoluta diseguaglianza di valore tra gli esseri umani, che è la sostanza del fascismo e del nazismo. Il principio politico di Hitler era il Furerprinzip, e Mussolini diceva: "O sei un capo, o hai un capo". Oggi Furer e capo è l'impresario di successo, che conosce la decisione, ma non il dibattito.

9 - La sicurezza, intesa come lotta al piccolo crimine e non al grande, è l'arma della destra. L'insicurezza esiste, va tolta, perché lo scippo ad una vecchietta è ingiusto come il grande latrocinio, ma è superiore nelle immagini date dai media che nell'esperienza diretta: a Torino, secondo una indagine, una netta maggioranza ritiene insicura la città, ma sente più sicuro il proprio quartiere, anche quando è uno dei quartieri più critici.

10 - Berlusconi è un esemplare di uomo che rappresenta la malattia italiana: ammirare la forza e la furbizia, sorpassare la fila, non rispettare le regole che limitano la possibilità di chi può. Anzi, il meglio è arrivare a fare regole che danno ragione a chi la ragione se l'è presa, e, per "rispettare" le forme democratiche, chiedere al popolo dei fregati di premiarlo con il consenso. I fregati si identificano fantasiosamente nel successo del furbo, e lo votano, allo stesso modo in cui pagano volentieri ogni giorno fior di miliardi a quei pochi che vincono lotterie ed enalotti vari. Ecco la gran festa delle dimissioni popolari, della calata di braghe di un popolo che dimentica la sua dignità.

11 - L'antipolitica dilagante favorisce Berlusconi, che si presenta ancora, dopo anni di (chiamiamola così) politica, come il "non-politico". Ma la polis non è un'impresa economica, è l'impresa umana della convivenza giusta, aperta alle diversità e alla cooperazione planetaria. Il dominio ossessivo dell'economia danaristica, in una cultura primitiva quanto a sviluppo della saggezza umana, fa scambiare un affarista furbo per un politico.

12 - Il centro-sinistra ha fatto alcune cose buone, con tante carenze sull'essenziale, ripetiamo, ma ha un pregio impagabile: dice non a Berlusconi. Ma deve dirlo in positivo, proponendo uno scopo al nostro popolo che vada al di là del proprio ombelico economico. Senza uno scopo abbastanza unificante, al di là di sé stesso, un popolo non è un popolo, ma un branco disperso che si sbrana all'interno. Uno scopo degno sarebbe stare nella comunità dei popoli umani impegnandosi a risollevare la maggioranza dell'umanità calpestata dalla violenza economica. Uno scopo degno sarebbe, per esempio, rispondere anche con la politica a ciò che Veltroni ha visto insieme a Zanotelli, sentito su di sé, e raccontato nel suo libro "Forse Dio è malato", del dolore dell'Africa. Uno scopo degno sarebbe imparare una politica di pace, imparare che solo la pace è vera politica. Ma il nostro popolo, così come è ridotto, capisce ancora queste differenze di qualità? In ogni caso, mai arrendersi, mai rassegnarsi. La qualità giusta dei fini e dei mezzi nella lotta è già un successo, anche quando la lotta non ha successo immediato.

13 - Anche noi dobbiamo parlare molto, troppo, dell'avversario da battere, perché lì è il pericolo sottovalutato. Ma ogni pericolo è anche una opportunità nuova. L'Italia è anche altro dai vizi che Berlusconi Utilizza: è la Costituzione nata dalla sana reazione alla vergogna e al dolore del fascismo. E' tanta gente che vive e lavora nel rispetto degli altri e delle regole comuni, che sa collaborare, cioè stare alla pari, senza voler essere il primo. E se si trova ad essere avanti agli altri, li aspetta, e fa qualche cosa per loro. Sì, ci sono tanti che vivono così. Se il mondo sta ancora in piedi e non si è ancora distrutto, è perché c'è questa gente. Non sono eroi, sono umani. Questo modo di vivere resiste, e attraversa tutte le fasi storiche.

                                                                                                                                             Enrico Peyretti

Da "il foglio" n.278 - mensile di alcuni cristiani torinesi, anno XXXI n. 2, Torino, febbraio 2001 - Associazione amici de "il foglio" c/o Bodrato, via Boston 60 - 10137 Torino, e-mail: ilfogmens@katamail.com, sito internet: www.ilfoglio.org .

 

BAMBINI LAVORATORI

Da 3 settimane una nave fantasma -noleggiata da un misterioso uomo d'affari- con 250 bambini schiavi a bordo viaggia nel Golfo di Guinea: dovrebbe essere questo a mio avviso il tema centrale, forse unico, di una campagna elettorale troppo urlata e rissosa su temi francamente irrilevanti e di piccolo cabotaggio. L'unica domanda degli elettori, l'unico programma elettorale delle forze politiche dovrebbe essere in quale modo salvare quei bambini, quali politiche, quali scelte economiche intendono praticare per cancellare dal mondo -dal mondo del terzo millennio!- la schiavitù. Ma l'imbarbarimento quotidiano del nostro vivere civile ci ha forse ormai assuefatti anche a notizie terribili e inaccettabili come questa, relegata in poche righe su quotidiani che straripano invece di pezzi di colore sulle gite 'fuori porta' di Pasquetta e sull'ingente e consueto consumo di uova di Pasqua, incuranti del fatto che, per procurarci quel cacao, bambini di nemmeno 10 anni vengano venduti dalle loro misere famiglie del Benin e degli altri Paesi dell'Africa Centro-Occidentale per 15 dollari, rivenduti ai trafficanti del Gabon, della Costa d'Avorio, del Camerun per 350 per essere costretti a lavorare in schiavitù per 12-15 ore al giorno nelle piantagioni di cacao e canna da zucchero. Si fa presto a commuoversi (sinceramente questa volta, forse perché si tratta di bimbi neri così lontani da noi, mi sembra non lo si faccia poi nemmeno molto!) davanti a notizie come questa, così come unanime era stata nel '95 l'indignazione di fronte all'assassinio da parte della 'mafia dei tappeti' di Iqbal Mashi, piccolo lavoratore pakistano che 'da grande' avrebbe voluto fare l'avvocato per difendere i milioni di bambini che in tutto il mondo lavorano in condizioni di schiavitù e che con il suo 'Fronte di liberazione dal Lavoro Minorile Forzato' era riuscito a far chiudere decine di fabbriche di tappeti. Iqbal, proprio come i bambini del Benin destinati a lavorare per produrre per noi ricchi il cioccolato, era stato venduto dai genitori a quattro anni e legato per sei anni al telaio a tessere quei tappeti che, proprio perché annodati da dita bambine, maggiormente ricerchiamo, paghiamo, utilizziamo per rendere più lussuose le nostre case... All'indomani del suo assassinio mille voci sdegnate si erano levate proclamando i diritti dei bambini e l'impegno a stroncarne la schiavitù e il Parlamento, che dovrebbe fare fatti non proclami, si era impegnato a fare una legge.  Rifondazione Comunista aveva proposto la costituzione di un Comitato di sorveglianza per la certificazione di conformità delle aziende alle convenzioni internazionali, una sorta di marchio doc il cui criterio fosse la  qualità del lavoro, sottoponendole a monitoraggi indipendenti per garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori e salari ovunque sufficienti a coprire il costo della vita degli operai adulti e delle loro famiglie. Il Parlamento si era invece orientato su un'altra strada, adottando una norma basata sulla volontarietà delle imprese e sul senso di responsabilità dei consumatori, proponendo un 'marchio sociale volontario' che le aziende avrebbero potuto apporre sui propri prodotti che escludano con sicurezza ogni forma di lavoro minorile. Un'impostazione che non avrebbe fatto uscire un solo bambino dalla schiavitù, perché è evidente che solo le aziende che già oggi non utilizzano lavoro minorile avrebbero chiesto il marchio volontario, ma che avrebbe almeno messo in grado quei consumatori che non vogliono essere complici, di scegliere beni per la cui produzione non è stato impiegato lavoro di bambini. Pur valutando criticamente l'impostazione 'blanda' del provvedimento, privo di cogenza per la previsione del marchio su base volontaria, ma considerandolo un primo piccolissimo e incerto passo sulla strada giusta, negli ultimi giorni della legislatura, dopo un lungo iter parlamentare al Senato e nelle Commissioni della Camera in cui era stato possibile l'apporto di tutti, ci apprestavamo a votare a favore di una norma che tutte le forze politiche in teoria si erano dette d'accordo ad approvare, quando il Polo, presentando centinaia di emendamenti, ne ha dichiarato la fine per l'impossibilità concreta di analizzarli prima dello scioglimento delle Camere. L'odissea disperata dei bambini del Benin e l'infanzia rubata di milioni di loro coetanei nei Sud del mondo non sono una maledizione divina, ma il frutto diretto di comportamenti e di scelte politiche a favore di un capitalismo che divora umanità e natura. I processi di modernizzazione del capitalismo, la competitività totale delle merci e delle politiche neoliberiste, la globalizzazione dei mercati hanno portato una sempre più profonda la povertà, peggiorando le condizioni di vita dei più poveri e aumentandone il numero: nel XVIII secolo il divario fra paesi ricchi e poveri era di 2 a 1, nel 1965 di 30 a 1, ora di 70 a 1 (fonte UNDP -Agenzia delle Nazioni Unite per lo sviluppo-). E noi ogni giorno, anche comprando una maglietta o un tappeto, facendo benzina, acquistando la macchina, il caffè o il cioccolato (tanto più dopo che un voto del Parlamento Europeo ha autorizzato l'uso di una minore percentuale di cacao, impoverendo ulteriormente il mercato e 'spingendo' alla ricerca di manodopera sempre più a basso costo) , 'votiamo' a favore di questo sistema di sfruttamento e di dominio, ci comportiamo come pedine complici di un sistema che segue una sola logica, quella del profitto, e una sola regola, quella del capitale, in cui il lavoratore -adulto o bambino- non è che un'insignificante variabile. Se davvero intendiamo opporci allo stato di cose presente e lottare contro un  'modello di sviluppo' in cui la situazione di sfruttamento diviene sempre più drammatica, come ci testimoniano gli ignari bambini del Benin e le loro famiglie, la commozione ipocrita, l'indignazione inefficace e la denuncia di bandiera vanno accompagnate da un impegno in prima persona contro chi in nome del profitto è disposto a passare su qualsiasi valore. Altrimenti domani, quando finalmente la squallida e avvilente vicenda di questi schiavi bambini terminerà in qualche porto e potremo finalmente conoscere i loro squallidi trafficanti, potremmo scoprire che il loro volto spregevole è quello di ognuno di noi. On. Tiziana Valpiana

15.4. 2001 Pasqua di Resurrezione


ZOOM ASSOCIAZIONI 
 
SOS Salvador - Progetto Sorriso
 
Lettera inviata agli aderenti a Progetto Sorriso il giorno di Pasqua

Come molti di voi sapranno nei mesi scorsi siamo stati molto impegnati nella raccolta di generi di prima necessità destinati alle popolazioni terremotate del Salvador. Abbiamo contribuito, grazie al vostro aiuto, a rendere possibile l’invio con la nave di due container di materiali, giunti a destinazione in questi giorni. Vi porgo il più sentito ringraziamento da parte degli amici volontari che operano nel Paese del Centro- America. I volontari del Ser.Co.Ba sono impegnati, oltre che nella distribuzione equa degli aiuti, anche nella riorganizzazione delle attività con-e-per la gente. Si sta organizzando la ricostruzione delle "case", rase al suolo dalla furia dei terremoti, che oltre ai mattoni ha abbattuto una popolazione già in seria crisi... L’appello che ogni volta conclude le telefonate con chi opera laggiù è sempre lo stesso: "Non dimenticateci!". E vi assicuriamo che fa rabbrividire sentirselo ripetere con dignità mista a disperazione. «Progetto Sorriso», nel suo piccolo, comunque non abbandona, anzi. Vogliamo continuare a perseguire gli obiettivi di sempre. In particolare ci sembra doveroso dire il nostro "sì" alle richieste che i fondi che d’ora in poi saranno raccolti vengano destinati per le priorità, ovvero al finanziamento delle attività dei promotori-animatori, indispensabili supporti psicologici per le comunità e factotum preziosi e instancabili.  Chi di voi non l’avesse ancora fatto, è pregato di comunicarci la propria casella di posta elettronica, in modo da poter dialogare con maggior facilità e tempismo. Nel salutarvi, vi ringraziamo di cuore per il vostro importante segno di solidarietà, e vi invitiamo, se possibile, ad essere voi stessi promotori di questo piccolo-grande progetto, comunicandoci i nominativi di altre persone sensibili. A presto! Un saluto di Pace e Gioia! (Amedeo Tosi - Chiara Terlizzi)  Per versare il proprio contributo ricordiamo che è possibile utilizzare il conto corrente postale di "Progetto Sorriso - El Salvador": ccp numero 21008305 - intestato a: Amedeo Tosi - Chiara Terlizzi. Indirizzo: località Praissola 74/b - 37047 San Bonifacio (Verona) - Causale del versamento: "Progetto Sorriso". Progetto Sorriso invierà tempestivamente quanto raccolto al gruppo di appoggio "Italia-Cuscatlan" di Milano.


 
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